0.1 formicolare, formicolavano, formicolo, formiculare, formiculo, formigola.
0.2 Da formicola.
0.3 Tavola ritonda, XIV pm. (fior.): 1 [2].
0.4 In testi tosc.: Tavola ritonda, XIV pm. (fior.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).
In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 [Detto di un luogo:] pullulare di persone o animali che si muovono continuamente in ogni direzione. 1.1 [Detto di grandi insiemi di persone o animali:] muoversi continuamente in diverse direzioni. 2 Sentirsi inquieto o turbato (per il dolore o un forte timore) tanto da non poter vincere né nascondere la propria agitazione (e provare un desiderio irrefrenabile di muoversi in modo inquieto e disordinato); smaniare. 3 [Med.] Subire una sensazione localizzata di pizzicore sottocutaneo e leggero fastidio, paragonabile a quella che provocherebbero una serie di piccole punture numerose e reiterate o un insieme di formiche che camminano sulla pelle.
0.8 Elisa Guadagnini 07.10.2007.
1 [Detto di un luogo:] pullulare di persone o animali che si muovono continuamente in ogni direzione.
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 16.62, pag. 383: Tanto è questo paese aspro e silvestro / in verso l'Etiopia, ch'a passarvi / impaccio pare a ogni gran maestro: / perché le selve e ogni bosco parvi / formiculare di vari serpenti, / con diversi veleni, grandi e parvi.
- Sost.
[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 15, pag. 54.28: E partitisi da tal parlamento, udirono uno grande romore e uno grande formicolare di cavalli...
1.1 [Detto di grandi insiemi di persone o animali:] muoversi continuamente in diverse direzioni.
[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 825, pag. 349.18: Nel mese di novembre 1379, ogni dì avea in Firenze lettere, che i confinati avieno composto trattato con messer Carlo di Durazzo, e tutto dì formicolavano gli usciti e sbanditi di Firenze nelle Terre vicine in Bologna et in Siena et altrove...
2 Sentirsi inquieto o turbato (per il dolore o un forte timore) tanto da non poter vincere né nascondere la propria agitazione (e provare un desiderio irrefrenabile di muoversi in modo inquieto e disordinato); smaniare.
[1] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 5.60, pag. 14: dí e notte chiamo questa giovane / che mi soccorra e guardi al gran pericolo, / ché per tema di morte giá formicolo.
[2] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice, ball.22.10, pag. 355: Oimè, ch'Amor m'ha posto in cotal arzere, / onde convienme ognor lagreme sparcere, / sì che de doglia lo mio cor formigola.
[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 302.401, pag. 363: Con questo giunto son presso al cubiculo / di morte, ov'io, pensando ciò, formiculo; / come 'l dì passa e lo tempo abrevia, / e del tornar<e> speranza non m'alevia...
[4] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 8, 38.8, pag. 107: perché viver mi fai in tanti guai, / perché non vuo' tu esser mio bastone? / Che ne seguitarà questo pericolo, / del qual per tema tutto ne formicolo?
3 [Med.] Subire una sensazione localizzata di pizzicore sottocutaneo e leggero fastidio, paragonabile a quella che provocherebbero una serie di piccole punture numerose e reiterate o un insieme di formiche che camminano sulla pelle.
[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 7, pag. 32.26: Alcuno me pòtera adimannare perché per la paura se fao la canutezze. [[...]] lo calore della cotica se parte dalla circonferenzia e vao allo spesso de mieso per salvarese, così la cotica se denuda de sio vigore in tale muodo che lo pelo non recipe la soa tentura. E segno de ciò ène che sente omo quella parte formicolare.
[u.r. 24.02.2011]