FUOCO s.m.

0.1 feu, ffoco, ffuoco, fo, , foc', foccu, foch', fochi, focho, fochy, focki, foco, fòco, focora, focu, fog, foghi, fogho, fogi, fogo, fogu, fogui, foki, fooco, fos, fouco, fous, fucho, fuco, fucu, fughi, fugo, fuoc', fuochi, fuocho, fuochu, fuochy, fuoco, fuocora, fuog, fuoghi, fuogho, fuogo, fuoko, fuoro.

0.2 Lat. focus (DELI 2 s.v. fuoco).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.8.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Doc. pist., p. 1291; Lett. sen., 1294; Simintendi, a. 1333 (prat.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Caducità , XIII (ver.); Poes. an. bergam., XIII ex.; Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Doc. imol., 1362; Doc. padov., a. 1379 (5); Columba da Vinchio, XIV (piem.); Poes. an. savon., XIV; Lucidario ver., XIV.

In testi mediani e merid.: Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano); S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.); Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Poes. an. sang., 1270-71; Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Stat. castell., XIV pm.; Doc. orviet., 1339-68; Ingiurie recan., 1351-96; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); a Apologhi reat., XIV; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Per a ferro e a fuoco > ferro; a ferro e fuoco > ferro; a ferro o a fuoco > ferro; con ferro e con fuoco > ferro; con ferro e fuoco > ferro; gire al fuoco eternale > gire 1; per ferro e per fuoco > ferro.

Locuz. e fras. a fuoco 1.3; a fuoco e armi 4; a fuoco e a fiamma 4; a fuoco e ferro 4; a fuoco lento 3.2; aggiungere fuoco a fuoco 4; a lento fuoco 3.2; al fuoco! 3.5, 4; al fuoco! al fuoco! 3.5, 4; andare a fuoco 4; battere fuoco 3; battere il fuoco 3; battesimo di fuoco 5.1.1.1; cacciare fuoco 4; cerchio del fuoco 2.1; cielo di fuoco 2.1; circolo del fuoco 2.1; città di fuoco 1.8; condannare al fuoco 3.5; condannare nel fuoco 3.5; con fuoco e con ferro 1.3.6.1; con fuoco e ferro 4; covare il fuoco 3; crescere legna a fuoco 3.1; da fuoco 3.2, 3.2.1; dannare al fuoco 3.5; dare fuoco a 3.2; dare fuoco a cencio 1; dare il fuoco a 1.3.6.1; di fuoco 1.1, 1.3.4, 1.5.1, 3.2, 4.1; di fuoco e di coltello 4; donare fuoco 3.5.1; durare come fuoco in paglia 3.1; emisfero del fuoco 2.1; essere a fuoco 1; essere cenere senza fuoco 1; essere esaminato col fuoco 1.3.2.1; essere esaminato di fuoco 1.3.2.1; essere fuoco e fiamma 1; fare fuoco 1; fare fuoco di 1; fare fuoco di paglia 3.1; fuoco di sant'Antonio 6; fuoco! fuoco! 4; fuoco grecesco 4.1.1; fuoco inferiore 1.8; fuoco sacro 6; fuoco selvatico 6; fuoco temperato 4.1.1; gettare fuoco 4; giudicare al fuoco 3.5; luogo del fuoco 3; mal fuoco l'arda 3.5; mandare al fuoco 3, 3.5; mettere a fuoco e a ferro 4; mettere a fuoco e a fiamma 4; mettere fuoco 1.3.5, 4; mettere il fuoco 4; mettere in fuoco 5; mettere legna al fuoco di 3.1; mettere legna nel fuoco di 3.1; mettere a fuoco 4; mettere in fuoco 4; mettere nel fuoco 3; morte di fuoco 3.5; pena del fuoco 3.5; per fuoco e ferro 4; per fuoco e per ferro 4; per fuoco e per coltello 4; porre fuoco 4; prendere fuoco 1; prova del fuoco 1.3.2.1; regione del fuoco 2.1; rosso fuoco 1.4; saggio del fuoco 1.3.2.1; sentenziare al fuoco 3.5; sfera del fuoco 2.1; sopra il fuoco lento 3.2; trarre dalla brace e gettare nel fuoco 3; trarre fuoco dall'acqua 1.2;trarre fuoco chiaro da fredda neve 1.2; trarre l'acqua dal fuoco 1.2; uscire dalla brace e rientrare nel fuoco 3.

0.6 T Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.): Il mulinello a ppiè di Pietramala è del nostro Comune, e Baragazzo, e il Poggio del Fuoco delle valli...

0.7 1 Fenomeno che si produce durante la combustione di un corpo, percepibile specificamente come sprigionamento di luce e calore (veicolati da fiamme); lo sprigionarsi di luce e calore (in forma di fiamma), assimilabile per le sue manifestazioni all'effetto della combustione. 1.1 Locuz. agg. Di fuoco: infuocato, in fiamme (anche fig.). 1.2 [In antitesi all'acqua (anche in contesti fig.)]. 1.3 [Con rif. specif. al calore (in quanto aspetto o effetto notevole della combustione); anche in contesti fig.]. 1.4 [Con rif. specif. al colore rosso vivo dominante nella fiamma (in quanto aspetto o effetto notevole della combustione)]. 1.5 [Con rif. specif. alla luce (in quanto aspetto o effetto notevole della combustione)]. 1.6 [Con rif. all'assenza di una forma definita e stabile nel tempo]. 1.7 [Con rif. alla pericolosità, come cosa da cui fuggire (anche in contesti fig.)]. 1.8 [Come arredo dei luoghi infernali; meton. Inferno]. 1.9 Fig. [Per le sue caratteristiche di calore, luminosità, mutevolezza e attivismo:] fuoco spirituale: sostanza e principio vitale dell'animo umano. 2 [Filos.] [Con rif. alla teoria cosmologica medievale (di tradizione aristotelica):] l'elemento caldo e secco. [Astr.] La sfera più esterna del mondo sublunare. 2.1 [Astr.] Locuz. nom. Cerchio, circolo, emisfero, regione, sfera del fuoco; cielo di fuoco: la sfera più esterna del mondo sublunare. 2.2 [In sequenza con altre componenti fondamentali del mondo fisico, per indicarne la totalità]. 3 Sorgente di luce e calore costituita da un corpo o una massa in combustione (anche fig.). 3.1 [In relazione ai diversi materiali combustibili (legna, paglia, stoppia, sostanze oleose), con rif. alla prontezza o alla voracità della sorgente in combustione (anche in contesti metaf. o con significato fig.)]. 3.2 [Adoperato specif. per cuocere cibo o far bollire preparati:] sorgente di calore accesa nel camino (a scopo culinario). 3.3 [Dir.] Nucleo abitativo e familiare (che è oggetto di tassazione, che vale giuridicamente un'unità). 3.4 Falò destinato a scopi rituali o beneauguranti. 3.5 [Adoperato come forma di tormento o di pena capitale]. 3.6 [Con rif. alla luminosità:] sorgente luminosa artificiale. 3.7 Estens. Lampo, folgore. 3.8 Fig. Sorgente interiore di forza e fiducia. 4 Violenta reazione combustiva che tende a diffondersi ampiamente e velocemente con azione distruttiva, incendio. 4.1 [Adoperato come arma (per appiccare incendi)]. 4.2 Fig. [In contesti metaf. (spesso associato all'immagine della favilla):] principio di rovina e devastazione materiale, causa o principio di rivolta o sovvertimento dell'ordine costituito. 5 Fig. Sentimento, sensazione o moto d'animo intenso e totalizzante (atto ad infondere forza e calore o a provocare tormento); trasporto (verso qsa o qno) tale da riempire di sé l'animo di chi lo prova (inducendolo a stravolgere il proprio comportamento o le proprie convinzioni). Specif. Passione amorosa. 5.1 [Relig.] [In contesti di argomento relig., detto del sentimento dovuto dall'uomo a Dio o del modo di essere di Dio nei confronti dell'uomo (con valore sempre pos.)]. 5.2 [Con rif. al peccato (specif. la lussuria):] violento impulso che spinge al male o a specifiche azioni moralmente riprovevoli. 6 [Med.] Locuz. nom. Fuoco di sant'Antonio, fuoco selvatico: eruzione cutanea accompagnata da un violento bruciore (herpes zoster).

0.8 Elisa Guadagnini 10.05.2007.

1 Fenomeno che si produce durante la combustione di un corpo, percepibile specificamente come sprigionamento di luce e calore (veicolati da fiamme); lo sprigionarsi di luce e calore (in forma di fiamma), assimilabile per le sue manifestazioni all'effetto della combustione.

[1] S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 17, pag. 33: Laudato si', mi' Signore, per frate focu, / per lo quale ennallumini la nocte: / ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

[2] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 12, pag. 568.20: Ad lato ad lo palazo ene uno loco lo quale se dice Inferno, inperzò ke ne lo tempo antiquo ne gessia lo foco, et facea granne male ad li Romani.

[3] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 4.10, pag. 461: e prende amore in gentilezza loco / così propïamente / come calore in clarità di foco.

[4] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 7, pag. 172.13: E già fo veduto uscire fore uno fiume de fuoco de la bocca del monte de Mongibello, e questo fiume corse per spazio de cinque millia e più per fine entro lo mare...

[5] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 8.60, pag. 224: Ahi, che non fuste nati / di quelli, iniqui schiavi, e vostra terra / fusse in alcuna serra / de le grande Alpi che si trovan loco! / e là poria pugnare / vostro feroce affare, / orsi, leoni, dragon' pien' di foco.

[6] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 267, pag. 497: Ma poï ch' i' non posso racontare / le mïe gravi pene in questo mondo, che farag[g]io? / Ma deg[g]io pur tacendo consumare, / sì come l' albero c' ha nome ranno, / che face uscir de le sue spine foco / e arde sé medesmo in questo modo?

[7] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 507.4: La madre era in molto orribile luogo, e uno ramo di fuoco l'entrava di sotto nel corpo e rescivale per la bocca, e rescivale incontenente adietro.

[8] Microzibaldone pis., XIII/XIV, 7, pag. 204.9: Trovò Allexandro arte di .M. spechi di ferro forbiti, [[...]] sì che, ferendovi dentro lo sole in quelli spechi, .C. braccia dinançi ad sé et fine in .x. migla da lunga accendean sì come fuoco. E così le castella, gli omini, lo bestiame e li loro vestimenti per quella arte sottile di spechi, in ogna modo ogna cosa di suoi nimici arse.

[9] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), Prologo, pag. 143.16: Silex cioè la petra che gietta fouco.

[10] Cucco Baglioni, XIV pm. (perug.), 13.4.4, pag. 798: curo di te men che di luia / ch'èsse del fuoco e non fa alcuno dannaggio.

[11] Gl Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 166.5: fuoco significa uno trapassamento di caldo e uno accendimento.

[12] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 298.24: hic focus, ci, el fuocho.

[13] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 38, pag. 53.12: E qua(n)do le se cuxe cum lo vino e fasene empiastro, çoa a le ulceration aspere che ven per scotaùra de fuogo.

[14] Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 106.2: Hec favilla, le id est la luta del fuoco.

- Fuoco e fiamma (anche con valore fig.). Fras. Essere fuoco e fiamma: eccitare.

[15] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 4.11, pag. 76: Tant'è 'l foco e la fiamma, che 'l meo core abonda, / che non credo che mai si potesse astutare...

[16] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 9.4, vol. 1, pag. 122: Dami conforto, madre de l'amore, / et mette fuoco et fiamba nel mio core: / k'i' t'amasse tanto a tutte l'ore / k'io ne transmortisse spessamente!

[17] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 7, pag. 667.15: egli, che piacevole uomo era, incontanente a lei venne e, poi che alquanto con amorevoli parole confortata l'ebbe, con una sua viuola dolcemente sonò alcuna stampita e cantò appresso alcuna canzone, le quali allo amor della giovane erano fuoco e fiamma là dove egli la credea consolare.

[18] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 59.24: E sì nce so' duy buoy e uno drahone che gettano fuoco et flamme incindienti per le boche e per le nasce...

- [In diverse formulazioni che esprimono la necessità che ci sia fuoco dove c'è fumo o viceversa]. Fuoco e fumo.

[19] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 23, pag. 90.12: Et Seneca disse: già mai colà ove lungamente è stato fuoco non vi viene meno fummo...

[20] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 15, vol. 3, pag. 269.8: Seneca dice: Là ov' il fuoco è dimorato lungamente, tutto dì v'ha fuoco e fumo.

[21] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 33.97, vol. 2, pag. 579: dal fummo foco s'argomenta...

[22] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 8, 58-75, pag. 189, col. 1.17: el monte che è dalla parte del golfo de Venesia si è Vulcano, sovra lo qual monte si è continuo fogo e fumo...

- [Habitat della salamandra (spec. in contesti fig., per analogia con la situazione dell'amante o di chi vive nel peccato)].

[23] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.28, pag. 12: La salamandra audivi / che 'nfra lo foco vivi - stando sana...

[24] Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.), 15, pag. 292: Amore, poi che ti piacie, / fatto sono salamandra / e tutora vivo in foco...

[25] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 1.8, pag. 75: Da lei neente vogliomi celare: / lo meo tormentar [cresce], / como pien è, dicresce / e vivo in foco como salamandra.

[26] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 22.19, pag. 140: Como la salamandra sempre vive nel fuoco, / così par che lo scandalo te sia sollazzo e gioco...

[27] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 40, pag. 53.25: Et è da considerar ke [paciencia] è molto savia da marcadandar, chè de vil cose ella incambia per tropo preciose, çoè desplaxeri per gloria eterna, e colu' che è paciente è sì co lo pesce, ke receve bon norigamento d' acqua solsa, e sì co l' orso, ke de bocte s' engrassa, e sì co la salamandra, ch'en fogo se purga.

- [Ambiente in cui si consuma e rinasce la fenice].

[28] Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.), 1.37, pag. 86: E sì com' omo dice / de la fenice - che si rinovella / in foco, eo così faccio, / che 'n fiamma e 'n pena e 'n ghiaccio - mi rinovo...

[29] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 23.10, pag. 25: Così del mio fin dubbio ardendo spero / nel fuoco rinnovar come fenice, / e questo d'ogni doglia è medicina.

- [Con rif. alla mitologia classica, come appellativo di Vulcano:] dio del fuoco.

[30] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 4, pag. 81.13: Li gentili le chiama[va]no Dei e Dee [[...]] sì come a Vulcano, lo quale dissero dio del fuoco, ed a Cerere, la quale dissero dea della biada.

[31] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 14, pag. 143.13: gli giganti combattendo avrebbero vinto, se Giove, sí come maggiore e signore delli altri iddii, soccorso cosí non avesse, gridando a Vulcano idio del fuoco che saette folgore in quantità fabricasse, colle quali i giganti finalmente fosser percossi.

- Fras. Dare fuoco a cencio: [dall'uso di portare un cencio nella casa cui si vuol chiedere il fuoco, per non recare disturbo e privare di brace:] fare un modesto favore (fig.).

[32] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 10, pag. 393.5: e bene che io nol [[scil. il tempo]] perdessi tutto, [[...]] io pur non feci ciò che io avrei potuto fare, di che quando io mi ricordo, veggendomi fatta come tu mi vedi, che non troverei chi mi desse fuoco a cencio, Dio il sa che dolore io sento.

- Locuz. verb. Essere a fuoco: bruciare.

[33] Pacino Angiulieri (ed. Carrai), XIII sm. (fior.), 8e.13, pag. 83: Se 'n voi riprende fosse dellerato, / ripreso v'averia in tale loco / ov'eravate tutto disarmato / a dire c'ogn'om fosse inamorato: / inanti fosse tutto 'l mondo a foco / e quanto este in abisso perfondato.

- [Detto della cenere spenta (in analogia con un sentimento):] essere senza fuoco. Fig. Fras. Essere cenere senza fuoco: essere completamente e definitivamente estinto.

[34] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 367.3: Non pensare che basti essersi partito, ma starai asente sanza fretta di ritornare, infino che l' amore perda le sue forze e sia cenere sanza fuoco, però che qualunque sia assente con desiderio e con sete di ritornare, reddirae, e ogni spazio consentirà al suo danno. || Cfr. Ov., Rem. Am., 244: «sitque sine igne cinis».

[35] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 148.16: sta' lento assente, finché l' amor perde fòrse e la cennare sia senza fuoco.

- Fare come fuoco: incendiare, rendere ardente (anche fig.).

[36] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 261, pag. 333: Tante sagecte mandali, par pur un nuveleri / che occupa omne locu; / la tarça in bracçu ruppeli, fessela in tri terçeri / e feceli un tal iocu / ke, facta como focu / de ferute scaldata, / grida per la contrada / succursu da la gente.

- Locuz. verb. Fare fuoco: bruciare.

[37] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 30.4: e trovamo altre minerie assai, come la minera del solfo, ch'arde sempre e fa foco, e de quella che non fa foco; e questo foco se vede per stasione fumare e uscire fore de la terra.

- Locuz. verb. Fare fuoco di qsa: bruciare qsa.

[38] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 63.8, pag. 28: In quinto loco è da verno la zambra / ove fuoco si fa pur di fin' ambra: / carbonchioli vi rendono sprendore.

[39] Virtù del ramerino (ed. Bénéteau), 1310 (fior.), pag. 249.18: Se serpe o serpente fosse in alquno buco, e tu ttorai de· rramerino e fara'ne fuoco sì che 'l fumo entri in quello buco, sì nne usciràe fuori o vi morrà entro.

[40] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 96.29: Item tuo' lo rosmarin e fa' nde fuogo e lo so fumo metillo per lo buxo là che tu sas che sé lo serpente et in(con)tenente insirà fora.

[41] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 56.19: Se serpe o serpente fosse in alquno bucho, e tu torai i' ramerino e faràne fuocho, sì che il fumo entri in quel bucho.

- Mantenere, tenere il fuoco: bruciare (a lungo) senza spegnersi, fino a consumarsi completamente.

[42] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 101, pag. 161.14: Egli è vero che per tutta la provincia del Catai àe una maniera di pietre nere, che ssi cavano de le montagne come vena, che ardono come bucce, e tegnono più lo fuoco che nno fanno le legna. E mettendole la sera nel fuoco, se elle s'aprendono bene, tutta notte mantegnono lo fuoco.

- Locuz. verb. Prendere fuoco: infiammarsi, mettersi a bruciare.

[43] Jacopo Mostacci (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), 20, pag. 142: candela si rischiare / prendendo foco e dona altrui vedere...

[44] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 6, pag. 18.33: Intravenj chi unu iornu per nigligencia prisi focu in la chitati, ed ardia la dicta citati.

1.1 Locuz. agg. Di fuoco: infuocato, in fiamme (anche fig.).

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 62.14: Ecco Neoptolonio lo pacto confirmao e fecero lo faro de lo foco et Attenor Neoptolio gero a lo palaço de Priamo. || Cfr. Liber Yst. Rom., p. 61: «lumen ostendunt».

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 76, pag. 372.14: per ogne peccato ti sarà arroto una trave di fuoco, e catuna trave sarà eternale. Or fa' bene de' peccati, ragùnati bene de le travi adosso!

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 21, pag. 734.19: una giovane donna, nello aspetto altiera e di fuoco così come il carro lucente, armata di bellissime arme, con uno cappello d' acciaio con alta cresta e con iscudo, vidi reggente quello...

[4] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Cupidinis I.23, pag. 181: Sovr' un carro di foco un garçon crudo / Con arco in man e con saette a' fianchi; / Nulla temea, però non maglia o scudo, / Ma su gli omeri avea sol due grand' ali / Di color mille, tutto l' altro ignudo...

- Isola del fuoco: Sicilia (per la presenza del vulcano Etna).

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 19.131, vol. 3, pag. 324: Vedrassi l'avarizia e la viltate / di quei che guarda l'isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate...

[6] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 19, 124-135, pag. 440, col. 2.7: L'isola del fuoco. Questa si è Cicilia, ed è appellada 'de fogo' per lo monte Vulgano.

- [Con rif. all'iconografia agiografica delle assunzioni in cielo, e spec. a quella del profeta Elia].

[7] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 46, vol. 1, pag. 124.10: Egli montò in ver lo cielo in un carro di fuoco.

[8] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 26, pag. 445.10: Elia profeta, rapito per la virtù divina, saliva in Cielo in su un carro di fuoco...

[9] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 35, pag. 72.18: Standu intentu a vidiri killa luchi, victi in menczu killa luche la anima de unu episcupu de Capua, ki si chamava Germanu, in una spera de focu, ki era portata da li angeli in chelu.

[10] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 13.87, pag. 465: Elia [[...]] Di santa vita fu e molto feo / di miracoli belli; al fin sul carro / del foco il suo discepol lui perdeo.

- [Con rif. all'arma del cherubino posto a guardia dell'Eden o estens. all'arma impugnata dagli angeli].

[11] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 51, pag. 629: lì su sta per guarda un angel kerubin / cun una spaa en man k'è de fogo divin, / e corona à en cò tuta de iacentin...

[12] Novellino, XIII u.v. (fior.), 36, pag. 211.5: «Non mi battere: vedi l'angelo di Dio con una spada di fuoco in mano, che non mi lascia andare!».

[13] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 92, pag. 110.1: \[D.]\ Or me di', magistre: ke vore dire kerubin e gladio de fogo ke fon metudi denanze lo paradis? \M.\ Lo muro de fogo del quale fo segno [atorno] lo paradis pox lo peccao fi apelado gladio, la guarda de li angeli ke fon metudi a guardà lo paradis fi apelado kerubin, lo fogo per vedare lo paradixo a li corpi, la guarda de li angeli per li malvaxi spiriti.

[14] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 7, proemio, pag. 88.33: Dopo il peccato del primo uomo collocòe Idio il Cherubino, avente spada di fuoco scrollante a guardare la via del legno della vita...

1.2 [In antitesi all'acqua (anche in contesti fig.)].

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 561, pag. 582: Altresì como l'aigua 'morça lo fog ardent, / fai lemosna 'l peccado, qi la fai dretament.

[2] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 4.26, pag. 462: Così prava natura / recontra amor come fa l'aigua il foco / caldo, per la freddura.

[3] Neri de' Visdomini (ed. Panvini), XIII sm. (fior.), 5.10, pag. 253: Credo che 'l meo distino / e la forte ventura / ricontri a la pietanza / com'agua fred[d]'a lo calor del foco.

[4] Inghilfredi, XIII sm. (lucch.), 7.11, pag. 133: Partomi da sollazo e d'ogne gioco / e ciascun altro faccia a mia parvenza, / ca dentro l'aigua m'ha abrusciato il foco, / mia sicurtate m'ha dato spavenza.

[5] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 21.32, pag. 136: A me lo morbo caduco / de cadere en acqua e 'n fuoco, / e ià mai non trovi luoco / che io affritto non ce sia.

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 5, vol. 1, pag. 31.16: Onde dice l' Ecclesiastico: Dio creò l' uomo dal principio, e lasciollo in suo arbitrio. E poi soggiunge: Hatti posto innanzi l' acqua ed il fuoco, or porgi la mano a quel che ti piace più. Dinanzi all' uomo è la vita e la morte, ed il bene ed il male; ciò che gli piace gli fia dato.

[7] Lucidario ver., XIV, I, pag. 73.5: [139]. D. Perqué fece-si baptiçare in aqua? M. Però che l'aqua sì è contraria al foco, e 'l pecao sì è foco, [[...]] e però che questo foco si' spanto sì semo baptiçati in aqua...

- [In antitesi alla neve, al ghiaccio].

[8] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.53, pag. 149: E se [...], madonna mia, / amasse io voi e voi meve, / se fosse neve - foco mi parria, / e notte e dia / e tuttavia - mentre c'avraggio amore...

[9] Fiore, XIII u.q. (fior.), 34.7, pag. 70: pena de· ninferno è riso e gioco / Ver' quella ch'i' soffersi a la stagione / C[h]'Amor mi mise a tal distruzione / Ch'e' no· mi die' sog[g]iorno as[s]à' né poco: / Un'or mi tenne in ghiaccio, un'altra 'n foco.

[10] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 34.6, pag. 393: e ben seria de bon savere affranto / chi fredda neve giudicasse fòco...

- [In diverse formulazioni che descrivono l'immagine poetica dell'acqua o della neve che nasce dal fuoco o viceversa].

[11] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 2.7, pag. 14: D'agua ven foco e foco se ne spegne; / tai cose son laudat'e non son degne, / ché 'l poco foco gran sel[v]a divora: / chi troppo parla, credo, invan lavora. || Per l'immagine del fuoco che nasce dall'acqua (e viceversa) cfr. Menichetti, p. 308 n. ai vv. 12-13.

[12] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 10.16, pag. 50: Ma come, s' tu per tal donna mi segui, / ch'io non poria fuggirti inanzi un passo / ch'i' non tornassi ver te più di mille, / d'allora in qua che l'ardenti faville / nacquer di neve, ch'ardon il cor lasso? / Ond'io son alto e basso / sol per colei che non ne sa parole: / e pur già quattro corsi ha fatto il sole. / Ben cominciai, allor che pria m'avvenne / che della neve nacque ardente foco, / a dir di lei alquanto in rima e 'n prosa; / ma un pensier discreto mi ritenne: / veggendo lei da molto e me da poco, / posi silenzio alla mente amorosa.

- Fras. [Come iperbolica esaltazione della propria abilità (sempre detto in prima persona):] trarre l'acqua dal fuoco, trarre fuoco dall'acqua (dalla neve).

[13] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 5.9, vol. 1, pag. 270: Ma eo, che trag[g]o l'aigua de lo foco / (e no è null'om che lo potesse fare), / per lacrime ch'eo getto tutto coco, / chiare e salse quant'è acqua di mare.

[14] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.75, pag. 894: So cavagli ben ferrare, / stormenti faccio e so sonare, / oro et argento so afinare / e da l' acqua fuoco trare; / fo strali e lance.

[15] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 21, pag. 268.10: «Con soprasforsato affanno traggho foco chiaro de fredda neve, e dolce aigua de mare, d'ira benvogliensa, e di piangiere ghaudio entero, e d'amaro dolcie savore...

[16] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini 1935), XIII sm. (tosc./faent.), 4.70, pag. 100: discaccio voluntieri / noiosi, falsi, di virtù dispersi / [...] / per dimostrarmi grave a tali vili / e' tengoli sotili; / faccioli fini e trago d'acqua foco, / e curo talor poco / se tra due falsi son salti leggeri.

1.2.1 [Per traduzione di Ovidio, con rif. all'uso latino di donare simbolicamente alla sposa, nel giorno del matrimonio, la coppia di elementi opposti necessaria alla vita:] il fuoco e l'acqua: il matrimonio. || Cfr. Ov., Ars. am., II, 598: «Ista viri captent, si iam captanda putabunt, / Quos faciet iustos ignis et unda viros».

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 295.6: Non tendete le reti all'altro suo amante, né non prendete le segrete parole scritte co la mano. I mariti prendano queste cose, s'egli crederanno ch'elle sieno da pigliare, i quali il fuoco e ll'acqua facciano giusti mariti.

[2] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 100.18: E però voi non ponete lacciuoli ai vostri compagnoni e non mirate le segrete paraule notate con mano. Queste cose prenderano, se penserano che siano da prendere, li omini li quali lo fuoco e l'acqua fan giusti.

1.3 [Con rif. specif. al calore (in quanto aspetto o effetto notevole della combustione); anche in contesti fig.].

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 647, pag. 550: l' amor de le poncele non este miga çogo, / mai pene crudeliseme qe arde plui de fogo...

[2] Guido Cavalcanti (ed. Contini), 1270-1300 (fior.), 27.52, pag. 527: La nova qualità move sospiri, / e vol ch' om miri 'n non formato loco, / destandos' ira la qual manda foco / (imaginar nol pote om che nol prova), / né mova già però ch' a lui si tiri, / e non si giri per trovarvi gioco...

[3] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 93.27: a pied' iscalzo istavano in sulla terra, la quale era calda come fuoco. E tanto dolore e tanta pena v'avea, ch'a pena potrei credere che tanta ne fosse in inferno.

[4] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 17, cap. 2, par. 3, pag. 408.18: Ancora dicie: «Chi non sa ch' elgli è melglio ad ardere del fuoco delle febri, che del fuoco de' vizi

[5] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 508.11: Gionti sono nel tribulato luogho da lato destro de quella gran via, dove erano paludi d'acqua puççulente, più erano calde che fuoco ardente.

[6] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 22.11: qual medico s' ingegnerà di cacciare l' aguta febre col fuoco, o il freddo delle medolla dell' ossa col ghiaccio o con la neve?

- Locuz. agg. A fuoco: rovente.

[7] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 27, par. 3, pag. 393.11: Questa donna non si lavava conn acqua calda a fuoco, ma colla chotta e riposatasi; e colla troppo fredda no, ma tenevala in luogo caldo.

1.3.1 [Per indicare un rapido struggimento:] come cera, cero, candela al fuoco.

[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 3.3, pag. 102: La mia vit'è sì fort'e dura e fera / ch'eo non posso né viver né morire, / anzi distrug[g]o come al foco cera / e sto com'on che non si pò sentire...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.15, vol. 1, pag. 260: La gioi' ch'eo perdo e lasso, / mi strugg' e mi consuma / como candela ch'al foco s'accende; / e sono stanch' e lasso...

[3] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 9.68, pag. 64: io consommo com'al foco cero, / né cosa ma' ispero / mi possa, desdignand'ella, far sano.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.5, pag. 366: Arde ed encende, nullo trova loco: / non pò fugir, però ched è legato; / sì se consuma como cera a foco; / vivendo mor, languisce stemperato...

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 29, pag. 236.2: Ma che avvenne? Sì come lo fuoco strugge la cera, così venne intorno la puntura, fugendo la carne, dilatando la piaga, infino a tanto che ne rimase carne o nerbi o merolli, e l'osse rimasero tutte tonde et innude.

1.3.2 [In relazione al metallo (che il calore intenso rende malleabile)]. Estens. Fucinatura.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 11-3.5, vol. 1, pag. 280: l'un ferro vince l'altro per aciero, / cioè lo flor del ferro che si sprima / per foco, fin ch'è blanco, ch'era nero...

[2] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 3, pag. 210.28: 'l ferro quando egli è di f[uo]co ben caldo sempre si lavora meglio che quando egli [è] freddo...

[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 293.16: Venus [[...]] fece scherne de' piede del marito e ffecesi beffe delle mani di colui dure o per lo fuoco o per l'arte de la fabrica.

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 189.4: Quella, più crudele che 'l mare turbato da' venti austri, e più dura che 'l ferro cotto dal fuoco greco [[...]] lo dispregia, e scherniscelo... || Cfr. Ov., Met., XIV, 712: «durior et ferro, quod Noricus excoquit ignis...».

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 14, proemio, pag. 327.35: Marte [[...]] hae ogni magisterio di fuoco, cioè quello che si fa per fuoco e per ferro, sì come è battere con martelli, e apparecchiamento d'armi.

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 17, vol. 1, pag. 124.31: Maledetto sia quell' uomo, lo quale fa scultile, o conflatile, cioè idolo sculto, o fuso a fuoco, e ponelo in secreto, e adoralo.

- [In contesto metaf.].

[7] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 22, pag. 43.18: Qual metallo è sì duro che il fuoco no lo incenda e rechilo a sua natura? Se questo fuoco ch'è appo noi lavora così nel duro ferro, come credi che 'l fuoco de l'amor divino ch'è di virtù maravigliosa lavori nell'anima?

- Arte del fuoco: la corporazione dei fabbri (?).

[8] Stat. sen., 1324, Pt. 3, cap. 29, pag. 257.4: Anco è statuto et ordinato, che quando morisse alcuno maestro de l' Arte del fuoco, sia tenuto e debba andare uno maestro per ciascuna bottiga de la detta Arte de' Chiavari a la sepoltura di quello cotale morto...

1.3.2.1 [In relazione all'oro o all'argento, come mezzo per valutarne la bontà].

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 21, pag. 266.1: Come 'l foco mostra di che valuta è ll'auro, mostra tribulassione di che vertù è ll'omo...

[2] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 63, pag. 29: Purga enn- acqua la toneca, l' argentu ne lu focu.

[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 5.13, pag. 125: E' consumando vòmi a poco a poco! / Quest'è lo mio dolor: ch'io non fenisco, / ma pur afino come auro nel foco.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 70.29, pag. 297: Iustizia conestregne lo prossimo d'amare; / ca, si è verace amore, loco se vol mustrare: / como l'auro a lo foco se fa paragonare, / cusì se vol provare l'amor c'agi albergato.

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 21, pag. 43.22: elli sono simigliati all'oro che rafina in del fuocho.

[6] Amore di Gesù, XIV in. (ver.), 246, pag. 53: lo to amor unca per nesun tempo / no deventa reo nè puçolento, [[...]] enperçò k' ell' è mejo provà / ke en lo fogo non è l' or colà...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 11, pag. 47.37: lo vraxo oro abraxao in fogo s'afina e deven puro e rende-sse pù neto...

[8] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De eodem, vol. 1, pag. 177.11: l'oro ne se pò proar senza fogo...

- Fig. Fras. Essere esaminato col, di fuoco: essere provato, sicuro, certo. || Cfr., nella Bibbia, Ps, 18.31: «eloquia Domini igne examinata...».

[9] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 5, pag. 193.13: o Dio meio sanza macula è la via tua! E 'l parlare di Domenedio è col fuogo examinato; è difenditore di tutti quelli che sperano in lui.

[10] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 5: Et altro si dice: sia la mia vita no(n) bructa et li parlame(n)ti del Signore siano examinati di fuoco, [8] (et) Elli è difenditore di tucti quelli che sperano in Lui.

- Fras. Prova, saggio del fuoco: prova che saggia la purezza di un metallo (anche fig.).

[11] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 29, 109-120, pag. 752.11: chi l'usa [[scil. l'alchimia]] commette falsità e merita d'essere arso, perch'ella mostra quel che non è, come si conosce poi alle pruove del fuoco.

[12] a Stat. lucch., 1376, L. 4, cap. 62, pag. 160.18: Et che a boctoni et ogni altro lavoro d'argento là u entrasse saldatura abia di remedio in fine in quarre tre di unce per libra, sì che al sagio del fuoco risponda per lo meno once octo quarre tre per libra.

[13] Stat. cass., XIV, pag. 23.7: Sengiore Dio, tu noy ài p(ro)bato con lo foco, et abe noy examynato con l'argento i(n)tra lu foco, et ày noy menato dintro lu laczo et à' posito tribulacione sup(ra) lu dorso nostro».

1.3.2.1.1 [Miner.] Meton. Sessione di lavorazione e raffinamento di un metallo prezioso.

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 331.39: Fatto ciò riprendi lo tuo oro e da capo il metti nella detta pignatta di terra ove lo mettesti in prima, sì lo rimetti per lo modo di prima a cimento, e da capo gli dà fuoco uno giorno e una notte per lo modo di prima; e secondo che lo tuo oro è basso, tanti fuochi gli darai d'uno giorno e d'una notte il fuoco tanto che si possa battere a martello.

1.3.3 [Con rif. a laterizi (cotti dall'alta temperatura), in una frase sentenziosa].

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 47.2: siccome disse Iob: il fuoco fa i tegoli duri.

1.3.4 [Con rif. all'operazione della marchiatura (come mezzo per arroventare il marchio o il sigillo)]. Locuz. agg. Di fuoco: arroventato.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 21, pag. 135.20: Et li barrile siano suggellate del suggello Reale del fuoco in ciaschuno tempagno del barrile, a quella pena che si contiene in del Capitolo.

[2] Reg. milizie, 1337 (fior.>lucch.), pag. 506.2: et quelli cotali cavalli marcare fare in della coxia diricta con ferro di fuocho con evidente segno; et quelli palafreni, ronzini et muli che così si consegneranno, marcare fare con ferro di fuoco con evidente segno in della coxia manca di catuno di quelli per li decti officiali della condocta.

- Segnare con fuoco: contrassegnare con un marchio arroventato.

[3] Stat. sen., 1298, dist. 3, cap. 6, pag. 232.7: Item statuimo et ordinamo che ciascheuna bottiga de li conciatori de li panni abbia una canna dricta e leale per misurare li panni [[...]] Et sia ferrata la decta canna nell' uno capo e nell'altro; et sia segnata con fuoco, come l'altre canne dei mercatanti.

[4] Doc. pis., 1368, pag. 356.33: Lo diricto dei moduli delle teghule, embrici et tavelle le quali fanno li fornacciai di Pisa et del contado. Tucti dènno essere scandiglati col modulo altenticho dell' opra di santa Maria e segnati con fuocho del segno dell' opra soprascripta...

1.3.5 [Miner.] [Con rif. ad una pratica di scavo del terreno duro, consistente nell'affocare la roccia e raffreddarla repentinamente con acqua per renderla friabile (in opposizione allo scavo senza fuoco, lavorato a ferro con i picconi)]. Fras. Mettere fuoco.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 26, pag. 201.30: Ordiniamo, che se alcuna fossa volta fusse in alcuna montagna, e alcuno boctino le fusse vicino a passi XIIII o meno, e lo boctino fusse in lavoro di tenero sensa fuoco passi XVIII, e in lavoro di fuocho passi XII: e altramente non possa fare rivedere l' una l' altra.

[2] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 106, pag. 239.35: Et se advenisse che tra li maestri delle fosse alcuna lite fusse di volere mectere fuocho fra la septimana una volta o piò, di ciò sia a providimento delli Maestri del Monte; sì veramenti, che se advenisse che festa principali fusse in martidì o in giovidì, che in nessuna fossa si possa mettere fuocho piò che una volta quella semana; salvo se fusse in concordia col suo vicino, o con colui a cui li fuochi impedisse...

1.3.6 [In ambito med., con rif. alla pratica della ventosa (che deve contenere aria riscaldata)].

[1] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 20, pag. 30.13: [4] Item la ventusa, misa supra lu ventri cum focu per uri quatru, leva omni fluxu di ventri. || Ed. «quattru leva,».

1.3.6.1 [Med.] [Adoperato per cauterizzare (spesso unito a ferro)]. Fras. Dare il fuoco a qno: cauterizzare qno.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 9, cap. 30, vol. 4, pag. 377.11: Sopra li malefici, dee egli seguire la maniera del medico, che al picciolo male pone picciolo impiastro, e alli maggiori più forti, e alli molto grandi mette il fuoco e 'l ferro.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 75, pag. 188.28: Lo 'nfermo [[...]] non si rallegra più per essere venuto alle mani di medico bel parlatore [[...]] E' mi convien guerire per cura di fuoco, e di ferro, e per astinenzia...

[3] Rim. Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), pag. 148.1: Per ricomperarti lo corpo patrai ferro e fuochi e, avendo sete, non ti lavrai l' arida bocca con acqua; e per ricomperarti l' animo negrai di patire alcuna cosa? Questa parte ha magior pregio che lo corpo.

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 6, cap. 7, pag. 196.7: Legato 'l giovenco, e fattolo cadere, stringonsi i nervi con un regol di legno, e poi si ricidono i granelli con ferro tagliente a ciò fatto. È anco meglio se 'l detto ferro si scalda, e così arzente ricide e' granelli lungo la detta regola. E non n' esce sangue, e non duol cotanto, e più tosto risalda, e la margine indurata per lo fuoco difende i nervi tagliati.

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 35, pag. 596.37: E sachi ki, cunzò sia cosa ki lu focu sia dirritanu remediu e cura di tutti li midichini di li cavalli, sempri li righi di li cocturi si divinu fari cunvinivilimenti profundi, sì ki, da ki li ài facti una fiata, non sia bisognu a turnarili poi da capu a farili una altra fiata.

[6] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 100, pag. 215.17: Se le gambe d(e) retro se to(r)ce i(n) de(n)tro, int(r)iferendo l'unu pede co l' alt(r)o anda(n)do, dialise lu foco (con)venevelem(en)te (con) fer(r)i, a çò da la p(ar)te da entro dalle cosse, app(re)ssu li tisticuli, face(n)do dall'una e l'altra p(ar)te tre rige de lu d(ic)to foco p(er) traverso...

- [In contesti fig.].

[7] Stat. cass., XIV, pag. 68.14: l'abbate facza como lu sapio medico: si have facto fomenta, idest si ave |r(e)p(re)so| secretamente r(e)p(re)su, si unguenta, idest si l'abbate a luy ave p(ro)positu (et) amonitu (con) la sacra Scriptura (et) parole dulce; a l'ultimo si have facto con lu foco de la sco(m)mu(n)icacione...

- Fig. Fras. Con fuoco e con ferro: in modo netto e definitivo.

[8] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 1, pag. 289.19: Addunque, acciò che tu possi fuggire tanti ma' vizii, de' al postutto da l'animo tuo lo smoderato amore d'avere de' talliarlo dal core tuo con fuoco e con ferro et cun tutto lo 'ngegnio tuo.

[9] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 12: la cupidità in tucti li facti è da rimuovere (et) da fugire, (et) co(n) fuoco (et) co(n) ferro da succidire...

1.4 [Con rif. specif. al colore rosso vivo dominante nella fiamma (in quanto aspetto o effetto notevole della combustione)].

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 3 parr. 1-9, pag. 12.10: me parea vedere ne la mia camera una nebula di colore di fuoco, dentro a la quale io discernea una figura d' uno segnore di pauroso aspetto a chi la guardasse...

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 6, ott. 23.2, pag. 182: E questo detto, diventò vermiglio / come fuoco nel viso, e, la favella / tremante alquanto, in terra bassò 'l ciglio...

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 112.12: Lo re de Persia fo homo de grande statura, appe la face grassessema e lintiniosa, li capilli e la barba russi commo a fuoco.

- Locuz. agg. Rosso fuoco.

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 14, pag. 336.2: lla stella di Marte è di colore roggio, rosso fuoco.

1.4.1 Il pianeta Marte (che si presenta di colore rosso). || Cfr. ED s.v. fuoco.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.38, vol. 3, pag. 261: Da quel dì che fu detto 'Ave' / al parto in che mia madre, ch'è or santa, / s'allevïò di me ond' era grave, / al suo Leon cinquecento cinquanta / e trenta fiate venne questo foco / a rinfiammarsi sotto la sua pianta.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 16, 28-45, pag. 362, col. 1.5: quel fogo dove erano, çoè 'l pianedo de Marte...

1.5 [Con rif. specif. alla luce (in quanto aspetto o effetto notevole della combustione)].

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 26, 25-33, pag. 623, col. 2.13:Luzole si èno vermexelli a modo di mosche, di quai luxe 'l corpo come fosse fuogo...

[2] Poes. an. pis., XIV, 28, pag. 6: Ancor vorre' io anco [[...]] [trovare] una montagna [[...]] E vorrei che lucesse come il fuogo / tutta d' intorno intorno, / sí che la notte e 'l giorno / da tutte parti veder si potesse.

- [Con rif. a Bacco, la cui madre Semele fu incenerita per aver voluto vedere Giove in tutto il suo splendore].

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 152.3: e danno i sacrifici, e chiamano e Bromio, e Lieo, ingenerato nel fuoco, nato due volte, e solo di due madri.

1.5.1 Fig. [Con rif. agli occhi, per indicare uno sguardo ardente (con valore pos. o neg.)]. Locuz. agg. Di fuoco.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 17.11, pag. 479: Ah, prender lei a forza, ultra su' grato, / a bagiarli la bocca e 'l bel visaggio / e li occhi suoi, ch'èn due fiamme de foco!

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 445, pag. 116: Li og en pur fog ardente, dond par ke illó dalfina, / Ke stizan le filapole apres con tal rüina / Com stiz de ferr cosente ke buie in la fusina: / Da quii punaz ne guarde la nostra grand regina.

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 57, pag. 93.12: s'adirò sì fortemente, che gittava schiuma per bocca come fosse cavallo, e per lo volto e per li occhi fiamme di fuoco...

[4] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 3, 100-111, pag. 101, col. 2.10: Charon [[...]] aveva i ochi de fuoco con grandi rote de fiamma acexe intorno.

[5] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 4, pag. 164.15: era sì furioso, che appena eziandio con le catene si poteva tenere, e parea che gittasse quasi fuoco per gli occhi, tanto era acceso di furore...

[6] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 239.24: e guardò dintorno cogli occhi risplendienti di fuoco.

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 8, pag. 51.10: a czo chi li mictissj pagura, prindia lu demoniu forma et colorj nigru et avia li ochi tucti allumati de focu, et paria ky volissj jnvadiri a sanctu Benedictu...

- Estens. [Con rif. all figura mitologica di Medusa:] luminosità distruttiva. || Cfr. Ov., Ars. am., III, 504: «Lumina Gorgoneo saevius igne micant».

[8] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 332.8: Il volto s'enfia per ira, le vene si anerano per lo sangue, li occhi rilucono più crudelmente del fuoco del Gorgone.

1.6 [Con rif. all'assenza di una forma definita e stabile nel tempo].

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 248.13: Sùbito se mutava nella faccia, sùbito suoi uocchi se· lli infiammavano. Mutavase de opinione. Così se mutava sio intellietto como fuoco.

1.7 [Con rif. alla pericolosità, come cosa da cui fuggire (anche in contesti fig.)].

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 5.6, vol. 1, pag. 270: A me adovene com'a lo zitello / quando lo foco davanti li pare, / che tanto li risembla chiaro e bello, / che stendive la mano per pigliare; / e lo foco lo 'ncende, e fallo fello, / ché no[n] è gioco lo foco to[c]care: / poi ch'è pa[s]sata l'ira, alora e quello / disïa inver' lo foco ritornare.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 20.20, pag. 76: Donna, di voi m'avene / a semblanza del foco / che 'mprima pare gioco, / ma chi lo toc[c]a ha pene...

[3] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 65.11, pag. 183: Ancor [[la povertà]] m'ha fatto vie più sozzo gioco: / ché tal solev'usar meco a diletto, / che s' i' 'l pur miro, sì li paio un foco.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 21, pag. 104.21: Da oro e da ariento guardê-ve chomo dal fogo».

[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 13.82, pag. 126: Cristiano fu e fuggì come il foco / ogni scommettitore, ogni discordia, / e pace disiava in ciascun loco.

- Giocare con il fuoco.

[6] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 38, pag. 524: Mai quand l' om è scotato de fort ardente flama, / fol è se con lo fuogo mai de çuga[r] abrama.

1.8 [Come arredo dei luoghi infernali; meton. Inferno].

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 6, pag. 600: Sire Deu, qi T'onfende dé aver grand paor, / s'el li remembra del fogo e del calor / qe la scritura dis e li nostri antecesor / qe èn en inferno en la grand tenebror.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 590, pag. 196: e piovvero in inferno / e 'n fuoco sempiterno.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 280, pag. 65: Lo corp ha fag capitulo, le membre el ha avocao, / Tut zo ke g'ha dig l'anima el g'ha arregordao, / Comanda k'el se guardano ni fazan mai peccao, / Sí k'el al fog dr'inferno no fiza tormentao.

[4] Poes. an. urbin., XIII, 26.57, pag. 601: O peccatur' del mondo, dicete, or ke farite, / quanno quella sententia cusì dura odarite: / «Nel focodell'enferno, maledicti, ne gite»?

[5] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 106, pag. 642: Ked i çeta tutore, la sera e la doman, / fora per mei' la boca crudel fogo çamban, / la testa igi à cornua e pelose le man...

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 36.74, pag. 131: Non te 'ncresca, anema, a far qui penetenza, / ché tutte le vertute con lei ò convegnenza: / si tu qui no la fai, oderai la sentenza, / andarai en perdenza nel foco a tormentare.

[7] Poes. an. bergam., XIII ex., 106, pag. 70: Oy dolz Madona, [[...]] ke vo' n'aydé dal fog ardent, / day tenebrî e day serpent': / aydé-n in gloria!

[8] Poes. an. aret., XIV in. (?), 3.6, pag. 383: Dollioso mi partio e foi racordato / d'Adamo ke fue posto en paradiso, / ke preise quello ke vi fo vietato / laonde perdeo lo ben là 'v'era miso; / e 'nfin a tanto ke fue amendato / in foco et in tormento fue asiso.

[9] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 20, pag. 156.33: Lo ricco peccatore [[...]] come legno secco sarà messo nel fuoco eternale e sarà maladetto da Dio.

[10] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 62.20, pag. 352: Ma quela soza marvaxe / pegazâ de tar brutura, / certannementi procura / che lo demonio la baxe, / chi conseigo abita e jaxe, / tirandola in preixon scura / de penna chi semper dura, / enter l'etenrnar fornaxe; / unde no è zà mai paxe, / ma dolor senza mesura, / spuza, tenebre e calura, / solfaro e fogo pinaxe.

[11] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1416, pag. 86: Perçò io no sso altro che dir, / Se non che a ti laldo, misier, / Et alla vergene Maria / La recomando tuttavia, / Che lla guarda e si mantegna, / Che per pechà, che lly avegna, / L'anema soa non sia in inferno / Danada in quello fogoeterno».

[12] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 60, pag. 378: Poi la seconda parte del quaderno, / tutto che la ragione ancor lo mena, / sí come fece per lo focoecterno, / Caton lo 'nvia per la gioiosa pena, / che purga quelli spirti che pentuti / diventan pria che sia l' ultima cena.

[13] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 46, pag. 173.21: Killi li quali sirrannu gictati una fiata a killu focu jnfernali, sempri ardirannu?».

[14] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 3, pag. 455.29: Ancora è detto gehenna, cioè luogo di fuoco e dal zolfo...

[15] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 5, pag. 22.6: quî chi continuan in la necheza e perseveran in la lor malicia son deputai al fogho d'inferno.

[16] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1390, pag. 90: se zo farete, dichove per zerto, / che fuzerete da l' eterno fuocho, / e vegnirete nel beato luocho.

[17] Stat. cass., XIV, pag. 15.14: q[ualiter] contempnentes Deum Gehenna de peccatis ince[ndat]: quomo lu foco i(n)fernali i(n)cende quilly [...] peccati li quali spreczene Dio...

- Fuoco inferiore: la parte più bassa dell'inferno.

[18] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 49.15, pag. 110: E Iuda adesso incontinente fe' un laço corsore, / per la golla s'apende quello falso traditore; / l'anima soa èe inter lo fogoinferiore, / perch'el morì in despera, quello falso peccadore.

- [Con rif. alla città di Dite, nell'Inferno dantesco:] fras. Città di fuoco.

[19] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 10.22, vol. 1, pag. 161: «O Tosco che per la città del foco / vivo ten vai così parlando onesto, / piacciati di restare in questo loco.

[20] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 10, 22-30, pag. 282.2: per la città del foco; cioè per la città Dite, ove è continuo foco...

1.8.1 [Come arredo e strumento del purgatorio].

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 20, pag. 105.19: il fuoco di purgatorio purga e ha virtù di purgare per la grazia di Dio che v'è.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3. quaestio 8, pag. 185.17: \[D.]\ Quente è lo fogo de purgatorio?

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 40, pag. 169.10: Petru fa unu adimandu a sanctu Gregoriu e dichi: «Eu vurria essiri insignatu si, poy de la morti, sia focu purgatoriu».

- [In contrapposizione al fuoco eterno dell'inferno:] fuoco temporale: purgatorio.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 27.127, vol. 2, pag. 475: in me ficcò Virgilio li occhi suoi, / e disse: «Il temporal foco e l'etterno / veduto hai, figlio; e se' venuto in parte / dov' io per me più oltre non discerno.

1.9 Fig. [Per le sue caratteristiche di calore, luminosità, mutevolezza e vitalità:] fuoco spirituale: sostanza e principio vitale dell'animo umano.

[1] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 60, pag. 102.11: \[D.]\ Or me di', magistre, de la substantia spirituale de l'omo. \M.\ Del fogo spirituale è faga l'anima de l'homo, sì com nuy crezemo; in la qualle è la ymagene de Deo e la soa similitudene expresa.

2 [Filos.] [Con rif. alla teoria cosmologica medievale (di tradizione aristotelica):] l'elemento caldo e secco. [Astr.] La sfera più esterna del mondo sublunare.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 815, pag. 204: Altresì tutto 'l mondo / dal ciel fi· lo profondo / è di quattro aulimenti / fatto ordinatamenti: / d' aria, d' acqua e di foco / e di terra in suo loco...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 2, pag. 26.30: natura diè due potenze al fuoco, cioè calore e leggerezza [[...]]; e così delli altri elementi...

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 3.11, pag. 493: Planga lo sole, planga la luna, / planga planeta onenessuna, / l' aire, lo foco cun facça bruna / siano a lo planto ke ss' araduna.

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 38, vol. 1, pag. 331.1: Qui dice dell'elemento del fuoco. Appresso l'intorniamento dell'aere si è assiso il quarto elemento, cioè il fuoco, il quale è un aere di fuoco, senza nullo umidore. E stendesi infino entro la luna, e aggira questo aere dove noi siamo. Di sopra a questo fuoco si è la luna in prima, e tutte le altre stelle, che sono di natura di fuoco.

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 18, pag. 38.26: Quatro sono le creature che Dio ave criato in questo mondo, che non pigliano nutrimento se non di quatro elementi di che 'l mondo è formato, cioè de terra e d'aqua e d'aire e di fuoco.

[6] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 20, pag. 92.26: Lo quarto dì fé Deo lo dì temporale, zoè lo sole e la luna e le stele in lo sovranno elemento, zoè in lo fogo.

[7] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 1, pag. 608.13: Consideri dunque l'anima, ch'ella è più nobile che 'l cielo o che 'l sole o la luna o veruna altra stella, o che veruno altro corpo di qualunque cosa sia più che terra o che aria o che acqua o fuoco o pietra preziosa...

[8] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 114.4: Et Dio poi subsequentemente seperao e fece esse quatro elementa de la ditta confusa materia de yle zoè lo foco, l'airo, l'acqua et la terra et tutte l'altre cose che sono ne le predicte quactro elementa, le quale se poto vedere et toccare dall'omini. Ma l'altre cose che stago sopra la spera del foco le fece Dio de la quinta materia et però quelle so nobilissime et non recepo corruptione.

- [Astr.] [Con rif. ai segni zodiacali del Leone, dell'Ariete e del Sagittario].

[9] Paolo Gherardi, Corso luna e sole, XIV po.q. (fior.), pag. 74.1: I tre di questi XIJ singnalj sono della natura dell'uno de' quattro alimentj cioè del fuocho e sono chaldi e secchi, questi sono dessi: Aries e Leo e Sagittaris.

[10] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 87.32: Perché ello sì è dito de li XIJ segni del çello che alltri se pertien a fuogo e sì disemo cossì, che quando la Luna è in segno de fogo ello se fasse lo te(n)po per raxion challdo e secho e bonaça se stella novella non lo vastase o per vento o per nevolle o per bloba...

[11] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 2, pag. 102.21: Chosì come Aries e Leo e Sagittario, che sono di natura di fuocho.

2.1 [Astr.] Locuz. nom. Cerchio, circolo, emisfero, regione, sfera del fuoco; cielo di fuoco: la sfera più esterna del mondo sublunare.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 19, pag. 29.10: E deppo' lo trovamento de li otto cieli stellati, se noi venemo scendendo giù enverso la terra, trovamo quatro spere, li quali so' chiamati quatro elementi, come la spera del foco e quella de l'aere e quella de l'acqua e quella de la terra...

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 5, 31-45, pag. 80, col. 1.16: altri [[vapuri li quali esseno della terra]] èno che [[...]] asciendeno tanto ch'elli per la vicinità del cercolo del fogo ... sí s'acendeno...

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 5.2: La forza del piegato cielo di fuoco, e sanza peso, risprendeo sopra l'altre, e elessesi luogo ne la somma altezza. L'aria ee prossimana per leggierezza e per luogo...

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 63.21: altri [[vapori]] sono, che [[...]] salgono in tanto, che per la vicinità del cerchio del fuoco dal movimento s'accendono...

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 3, vol. 1, pag. 65.15: l'aquila è sovra ogni uccello, e vede chiaro più ch'altro animale, e vola infino al cielo dell'emisperio del fuoco...

[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 19, ch., pag. 203.17: l'asub che sale in su si ingenera del vapore ch'è già salito in alto e, per la vicinanza ch'hae col fuoco, si riscalda e infiammasi e sale in su a la regione del fuoco.

2.2 [In sequenza con altre componenti fondamentali del mondo fisico, per indicarne la totalità].

[1] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 21.3, pag. 80: Quella crudel staxon ch'al çudegare / virà 'l Nostro Signore tuto 'l mondo, / el tramarà la terra e 'l foco e 'l mare / et avrirasse 'l çel per lo gran pondo...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 51.5, pag. 202: La Veretà envita tutte le creature / che vengano al corrotto ch'è de tanto dolure: / cielo, terra e mare, aiere, foco e calure / fanno granne romure d'esta cosa scontrata.

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 2.38, pag. 20: In prima chi creò la terra e 'l mare / E l' aria e 'l vento e 'l fuoco e l' altre cose, / Sanza le qua' non potremmo abitare...

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 28.5: Lu mundu esti cosa cumposta da cuntrarii: terra et acqua, airu et focu, nocti et iornu, stati et invernu; et tamen non esti mortali, sicundu li philosofi.

3 Sorgente di luce e calore costituita da un corpo o una massa in combustione (anche fig.).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 152, pag. 529: Et un Roman set' ani cercando andà li regni, / scrivendo de le femene le art e li ençegni; / e poi una vilana lo sc[h]ernì com ençegni, / ch' arder li fe' li libri en grand fogo de legni.

[2] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.29, pag. 590: Sì me noia [[...]] piçol fog en larga caminadha; / piçol past e grande masenadha.

[3] Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), canz..53, pag. 93: Poi che sì lungiamente / ag[g]io amato, già mai non rifinai: / tardi mi risvegliai - a disamare; / ché non si può astutare / così sanza fatica uno gran foco, / ma si consuma loco - per neiente.

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 463, pag. 19: A quest parol Zené, k'al fog se demorava, / Odí cotal streminio e sop ke incontrava; / Da pe del fog illora se part a tuta fiadha / E á pïá in man maza dexmesuradha.

[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 6: [29] Dela co(m)pa(n)gnia (et) servitudine (et) uzansa deli potenti, deli ricchi, (et) dei sup(er)bi, (et) deli dughi schifare da molti savi siamo amaiestrati; [30] però disse uno phylozofo: cosa è simigliante al fuoco, al quale se troppo serai p(ro)ximo arderàti et se al tucto ne serai rimocto affrederàti.

[6] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 218, pag. 37: [LV] Da quela cosa pàrtite, ke bidi ke tte noce: / Per meu consiliu, cèssate, se lu focu te coce; / Fuge l' omo na tenebre, se la luce li noce.

[7] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 7b.13, pag. 64: A grado, c'alto grado più non ave, / foc'ò di lume, e lume do pe' scienza, / di simile vertù ch'aver tu pare.

[8] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 50, pag. 148.9: E, per Deo, non dormiati, ke 'n piçola hora se pote apprendere gran foco, ma sì li è maior hora misteri ad amortare poi k'el è apreso.

[9] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 95.216, pag. 447: Lo zogo fa tanto pecar, / che dî se pò per solazar, / e, se no l'avei a greve, / dir ve vojo, un cointo breve: / un che e' vi aver perduo / quanto el'avea, in braghe nuo / zo fo de noite a un zogo: / mester li era e roba e fogo.

[10] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 9, pag. 273.30: molto è grave cosa a conversare apresso al fuoco che h(om)o non si scaldi.

[11] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 154.23: quanto il fuoco più si cuopre, tanto più si riscalda.

[12] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 12.9, pag. 433: [E] fuoco non vi sia, ma fango e gesso, / se no 'n alquanti luochi di romiti, / che sia di venti miglia lo più presso...

[13] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 26, pag. 125.20: e morti essi, quegli de la città feciero una grande pira, e miservi dentro li due corpi, e ardendo la fiamma si divise, sì che pareva e erano due fiamme in uno fuocho.

[14] Passione genovese, c. 1353, pag. 33.34: E partì se sam Per delle parolle de questa femena, lo più tosto ch' ello poé, e zé se ne a 'ssetar apé de lo fogo e sì se aschadava, inperzò che era freydo.

[15] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 13, col. 2.18: Delle cose nocive agli occhi: fummo, raçi di sole, [[...]] sedere molto al fuoco, latte, cascio...

[16] Stat. venez., 1366, Tavola capp., pag. 9.16: De no podere tegnire fogo in l'isola de Riolto. LXXXVII capitolo. Che li beccheri e li barberi possa tegnire fogo. LXXXVIII capitolo.

[17] a Apologhi reat., XIV, 2.17, pag. 669: Trovò ne la via lu serpente, / era quasi morto e non si moveva niente, / jace ne la neve assiderato [[...]] portòlu a casa et puselu a lo fuoco.

[18] Matazone, XIV sm. (lomb.), 281, pag. 801: Del mese de novembre [[...]] quando el ven al foco, / falo mudar [de] locho. / E con questa [fa]tiga / el mal vilan se castiga.

- [Prov.].

[19] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 44.39: neuno puote il fuoco in suo seno riporre ch'elli non arda la roba.

[20] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 4, pag. 379.21: Or può l' uomo nascondere il fuoco in seno, che non s' ardano le vestimenta?

[21] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la forteza, vol. 1, pag. 174.26: como dixe Salamon: nigum pò in lo so sem lo fogo alogar che la roba no arda.

[22] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 6, vol. 5, pag. 624.11: [27] Saria possibile, che l' uomo potesse asconder il fuoco nel seno suo, e le sue vestimente non s' abruciasse?

- [Prov.] Da una piccola favilla nasce un grande fuoco (e sim.).

[23] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 20, pag. 343.10: spesse fiate le piccole cose uccidono le grandi, e muovele, et di picciola favilla nasce grande fuoco...

[24] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 31: dala piccula favilla nasce gra(n)de fuoco, et lo picculo incomi(n)ciame(n)to ge(n)nera gra(n)de cose.

[25] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 4, pag. 16.1: E voi sapiti et è certo que picula favilla engenera grande foco, e ke plù viaço s'amorta e tol via lo piçol mal ke lo grande.

- Camino, fornace di fuoco (ardente).

[26] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 30, pag. 150.27: Manderà Iddio li angioli suoi, e coglierano nel regno suo tutti gli scandoli, cioè coloro che averano comesso peccato, e metteragli nel camino del fuoco arzente».

[27] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 6, pag. 196.16: Imperciocchè eglino veramente non erano nè oro, nè ariento da pruovare nella fornacie del fuoco, nè da riporre nel tesoro del sommo Re...

[28] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 35, vol. 1, pag. 332.6: Il Dio nostro, lo quale adoriamo, ci può scampare dal camino del fuoco, e dalla signoria tua...

[29] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 160.18: e pigliòn 'sti tri santi çovin calççai e vestii con gli capeli in testa e gli ligòn ben forte e po' hi butòn in meçço de la fornaxa del fogo ardente.

[30] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 13, pag. 41.15: pigliate la cenere del cammino del fuoco e tu Moise la spargi dinanzi a Faraone...

[31] Framm. Milione, XIV pm. (emil.), 3, pag. 504.26: illi tolno de una vena de tera ch'è in quella contrada e sì la meteno in una fornaxe de fogo ardente.

- Fuoco vivo: sorgente di luce e calore caratterizzata da un intenso sprigionarsi di fiamme.

[32] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 1.141, vol. 3, pag. 19: Maraviglia sarebbe in te se, privo / d'impedimento, giù ti fossi assiso, / com' a terra quïete in focovivo».

[33] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 1, pag. 28.11: sarebbe maraviglia vedere in fuocovivo alcuna materia stare quieta, cioè sanza mutazione alcuna.

[34] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 1, 136-142, pag. 35.20: lo fuocovivo; cioè lo fuoco acceso in fiamma...

- Fras. Battere (il) fuoco: accendere un fuoco (colpendo la pietra con l'acciarino).

[35] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 32, pag. 442.37: Queste prie è prie d'agusare. Alguni dixe che le sè prie fogare, cum le qualle se bate el fuogo.

[36] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 199.11: trovai uno pesce molto grande, e aveva quattro piedi e aveva in bocca una pietra focaia e uno fucile da battere el fuoco e esca da inpigliare il fuoco e dinanzi a sé aveva uno fascio di legne secche da impigliare el fuoco.

[37] San Brendano ven., XIV, pag. 198.21: parevame ch'io doveva bater fuogo e inpiarlo e cuoser questo pesie...

- Fras. Covare il fuoco: rannicchiarsi al focolare (per il freddo).

[38] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 401-10, pag. 111.27: E se tu, come io lo più delle mattine la vedea, veduta l' avessi [[...]] col mantello foderato covare il fuoco, in su le calcagna sedendosi, con l' occhiaia livida, e tossire e sputar farfalloni, io non temo punto che [[...]] quello vedendo cento milia cotanti disamorar non t' avesse fatto.

- Locuz. nom. Luogo del fuoco: focolare.

[39] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 43, gl. c, pag. 29.12: Lari [[...]] erano idii del luogo del fuoco, ond'elli [[scil. li pagani]] tenevano le loro ymagini di drieto al fuoco...

- Locuz. verb. Mandare al fuoco; mettere nel fuoco: bruciare.

[40] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 30, pag. 150.29: dice il Vangelo: [[...]] «Ogni legno che non farà buon frutto sarà tagliato e messo nel fuoco e arso».

[41] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 10, pag. 84.2: Quando li Romani viddero queste maravillie, sì mandaro per Toscana cherendo indivini e maestri di sorte [[...]] Airone [[...]] incontanente comandò che mettessero di tre maniere di bestie che nascessero contra comune usaggio, et immantanente fu fatto, e misele nel fuoco.

[42] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 235, pag. 27: Tu sai cha li Iudei me tengo ad vilitade: / guardate lu meo sepulcro, per vero lo sacciate, / cha lu meo corpu arderao, se bene no·llo guardate, / cha ne àu portata e portanu gran gola / de méctereme nel focu nuda sola.

[43] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 178, pag. 110: Monda la vite da ogni sichume, / E questo abij senpre in costume. / Poi tutti li capi non li dar loco, / Tagliali via e mandali al fuoco.

[44] Gl Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 15, pag. 127.23: i pisani isdegniarono contro a' fiorentini e non volendo ch'ellino avessino sì bella cosa chome erano quelle cholonne, sì lle abruciarono, cioè le missono nel fuocho...

- [Con rif. ad una prassi per attizzare un fuoco:] soffiare nel fuoco (anche in contesti fig.).

[45] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 12, pag. 223.21: Et imperciò con que' cotali non devemo contendere; perciò che intendono ad la ragione, secondo che 'l foco, che, quanto l'uomo più vi soffia, tanto più crescie; così 'l reo uomo, quanto elli più udirà la ragione, tanto più crescie in malizia.

[46] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 4, pag. 16.5: E sapiti et viditi apertamente que molte persone serebe que soplerebo in questo foco, açò ke ben ardesse.

[47] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 3, pag. 31.10: Et quanto lo peccatore più pecca, più soffia in del fuoco et più cresce lo fuoco.

[48] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 31.8, pag. 390: E l'uno contra l'altro isguarda e spiace / lo suo essere e stato e condizione; / fra voi regna il pugliese e 'l Ganelone / e ciascun soffia nel fòco penace.

[49] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 52, pag. 434.3: Manifesto è che quanto più nel fuoco si soffia più s' accende, e sanza soffiarvi s' amorta...

- Fras. Uscire dalla brace e rientrare nel fuoco, trarre dalla padella e gettare nel fuoco: passare da una situazione difficile ad una ancor peggiore.

[50] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 171.11: Ma procedendo il difetto da' Sanesi, e anche da' Perugini, non potavamo più, sì che volontieri ne venimmo; ma uscimmo della bracia, e rientrammo nel fuoco: però che avendo fatta informazione a' Priori e a' Collegi di ciò che bisogno facea, subitamente a messer Antonio e a me fu comandato, tornassimo ad Arezzo; e là stemmo, si può dire, in pregione più d' uno mese...

[51] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 1, pag. 77.39: Male abbiam procacciato; noi abbiamo costui tratto della padella e gittatolo nel fuoco.

3.1 [In relazione ai diversi materiali combustibili (legna, paglia, stoppia, sostanze oleose), con rif. alla prontezza o alla voracità della sorgente in combustione (anche in contesti metaf. o con significato fig.)].

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 657, pag. 551: Entro la secca paia ben s' aprende lo fogo: / cusì fasen le moneche putaria quand à logo.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 24: et p(er)ò disse phylozofo: chi vuole lassare lo mondo gua(r)disi che no(n) ne rite(n)gna alcuna cosa che sia suo riposo, p(er)ò che se lo facesse tanto li vale come se cola paglia spengnàse lo fuoco.

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 22, pag. 336.15: E così questa battaglia cittadina non maggioremente per la umilità di Catulo, che per fastidio della crudeltà di quelli di Silla, secondochè 'l fuoco nella stoppia, come tosto arse, così si spegnoe.

[4] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 6.29: Ricchesse cresciere ad archa, ad animo no è piò che legnie cresciere a ffoco.

[5] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. V, pt. 10, pag. 171.16: Onde troviamo d'uno santo prete che essendo in transito, e una donna li chiudeva li occhi, incontanente invigorò la natura e gridò «Cessa la paglia che ancho vive il fuoco».

[6] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 45, pag. 129.11: E Salomon dice: «Sì como li carboni a le spine e le legne al foco, così l'omo plen d'ira suscita rixa»...

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 12, pag. 122.12: Io non saprei essere senza battallia, più che fuoco senza legna, o più che 'l vento senza arbori a cui possa percuotare.

[8] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2, ott. 85.2, pag. 65: Ma come noi, per continua usanza, / per più legne veggiam foco maggiore, / così avvien, crescendo la speranza, / assai sovente ancor cresce l'amore...

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 79.18: chomo le legne mantennan 'l fogo chusì gli servixij e gli beneficij mantennan l'amor.

[10] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 24, pag. 59.20: se queste tre, cioè temere Dio, amare la verità ed odiare l'avarizia, non sono con la potenza, ad eleggere cotale iudice è, come mettere l'olio nel fuoco e lo coltello nel veleno.

- Legna, legname da fuoco: legna (secca) particolarmente adatta a bruciare.

[11] Stat. pis., a. 1327, L. 2, cap. 50, pag. 110.37: Ordiniamo, che alcuna persona non possa nè debbia comperare alcuno legname da fuoco, o di campana, caprioli, o altro legname, d' alcuno carratore o d' altra persona fuora di Villa di Chiesa...

[12] Stat. venez., 1366, Tavola capp., pag. 13.21: Che legne da fogo non se debia incanevar per vendere.

[13] Doc. padov., c. 1379 (2), pag. 70.17: Sapiè che maistro Bortolamio se chaçà entra la casa contra mio volere e sì guastà molte cose che precedeva e altre mie cosse che era entra la ca' com'era legname da ovra (e) legname che era da fogo, e boteselle da vino...

- Fig. Fras. Fare fuoco di paglia: condurre un'azione eclatante ed effimera.

[14] Poes. an. tosc., a. 1368, 44, pag. 12: E or va, Ballata, a Parma et a Cremona [[...]] e fa lor sensa / ch'i Visconti àn credensa / di salvarle a tutte ore: / e Papa e Imperadore / fuoco di paglia si troveran fare.

- Fras. Durare come fuoco in paglia: avere una scarsa durata.

[15] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 11.1364, pag. 210: Però tu prendi la giusta battaglia / Contro lo male e pensa nel tuo stato / Lo qual non dura come fuoco in paglia.

- Fras. Mettere legna al, nel fuoco di qno; crescere legna a fuoco: fomentare, fornire argomento o pretesto (a qno) per un'azione o un comportamento distruttivo, riprovevole.

[16] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 12, pag. 223.8: Et anche: chi [odia] la loquacità ammorte malizia. Et anche disse: con l'uomo lingoso non parlarai, e non metterai nel suo fuoco legnia.

[17] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 7: Et altro disse: co(n) h(om)o linguardo no(n) parlare et alo suo fuoco no(n) mectere legna; se co· lui [non] favellerai la sua amistà tener no(n) puoi.

[18] Lett. volt., 1348-53, pag. 186.17: E non dovete credere tu e gli altri savi huomini di Siena a' mali raportatori, [[...]] sì che per le novità che sono al presente ci pare che s'ingegnino di crescere legna a fuoco.

3.2 [Adoperato specif. per cuocere cibo o far bollire preparati:] sorgente di calore accesa nel camino (a scopo culinario).

[1] Ricette mediche toscane, XIII (tosc.occ.), Ricetta 2, pag. 155.1: e fa bollire e metevi vetriola e malve [[...]] e fa ben chucere e leva dal fucho e mete inn un tino...

[2] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 9, pag. 248.5: Topacium [[...]] si tol lo bollir a la caldera qui boil sore lo fo.

[3] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 128, pag. 45.23: allora sia tanto fatto fuoco dall'uno lato del paiuolo ke bolla molto piano...

[4] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 49.6: prendi di buona pece liquida, ed altrettanto di buon lardo o di sevo, e faraili bollire insieme, tanto che si schiumino, e poi li leverai dal fuoco.

[5] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 21.11, pag. 380: E po' tornar a casa e dir al cuoco: / - To' queste cose e acconcia per dimane, / e pela, taglia, assetta e metti a fòco; / ed abbie fino vino e bianco pane, / ch'e' s'apparecchia di far festa e giuoco...

[6] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 58.25: Prendete pesci vastevili a nossa cena et arrostiteli al fuoco.

[7] Ricette per lattovari, 1310 (fior.), pag. 248.13: Queste erbe fa pestare insieme in u· mortaio, e poi le metti nela pinta del vino co· l'erbe, e poni a fuoco e fa bollire tenperatamente, sì che no· s'ispandesse.

[8] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 383.14, pag. 235: 'l senno a somo stato fa sì pocho / come per coçer carne a lupo focho.

[9] Rime Arch. Not. Bologna, 1302-33 (bologn.), [1311] 32.4, pag. 167: Ser Arrigho arregha de' fichi dal foco.

[10] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 14, pag. 70.33: al çentil stomegho ven lo gran desdegno [[...]] quando in la vianda el trova qualche vermo [[...]]: benché l'altro cibo chi è romaso al fogo sia çentil e nobel delitioso e accepto al gusto no 'l pò suffrir a veçer né ughir mentoar per una soççura ch'el gh'à trovó meschiaa.

[11] Ricette di cucina, XIV m. (fior.), 1, pag. 5.24: Questa torta vuol esere gialla e bene grassa, lardata, e poderosa di spetie: per più gente o per meno, a questa medesima ragione. Se sono testi di rame, vuole esere poco fuoco di sotto e assai di sopra; e in testi di terra assai fuoco di sotto e di sopra.

[12] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 967, pag. 222: Ad cavallio ad cavallio loco bibero un poco, / Con qualeche morsellitto, non vidanna de coco; / Et poy ne gero ad Popoli, et loco se dero loco / Per fi che se lli cocesse la vidanda al foco.

[13] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 29, pag. 594.6: e misca beni omni cosa insembli, e mittili a lu foccu, e tantu chi staa fini ki è beni cocta...

[14] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Bestiario, cap. 27, pag. 433.27: E po la mete sovra un fuogo leçiero in uno vassello de ramo e boyela leçieramente.

[15] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 99, pag. 67.8: [1] Pigla acqua rusata drami .xij., vinu russu et blancu drami .xiiij., tucia drama una e un pocu di muscu et pistalu beni e mictilu sparti ad unu pingnatu novu cum acqua rosata et cum lu vinu et fallu bugliri con focu claru fini ki si consumanu fina a la tercza parti...

- [Con rif. al metodo di cottura più idoneo per una pietanza o preparato:] fras. A fuoco lento; a, con il lento fuoco; sopra il fuoco lento: fornendo un calore moderato.

[16] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 18, pag. 11.36: il quale sciroppo a lento fuoco senpre mestando dee bollire...

[17] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 56, pag. 25.14: intendasi da far tanto bollire ke nnon ardessi, e sempre col lento fuoco...

[18] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 78, col. 1.15: e sse le vuoli più forte poni lo verderame quanto lo coperoso, pone il vino e 'l mele al fuoco lento e sì fa' bollire alquanto...

[19] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 108, pag. 227.7: le vitella d(e) l'ova cocte durissimam(en)te et pisi i(n) una patella d(e) fe(r)ro ponase sup(ra) lu foco le(n)to, et ta(n)to se coca fine adta(n)to ch(e) n'esca l'olio.

- [Con rif. ad una pietanza:] locuz. agg. Da, di fuoco: che ha subito una cottura.

[20] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 187, pag. 322: se tu mang con cugial, / No dibli infulcir trop pan entro mangial. / Quellú ki fa emplastro entro mangial da fogo, / El pó fastidïar a quii ke 'g mangia aprovo.

[21] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 69, pag. 96.22: E sì vi dico che quando egli è bisogno, eglino cavalcano bene X giornate senza vivanda di fuoco, ma vivono del sangue delli loro cavagli, ché ciascheuno pone la bocca a la vena del suo cavallo e bee.

[22] San Brendano ven., XIV, pag. 188.21: E mo' io è trovado qua uno servo de Dio [[...]] Avegna ch'elo sia così vieglio, per molti ani è stado in questa piera, nì manzà pan nì manzà vin nì cusinato da fuogo; et elo è ancora belo e fresco e sta san de lo corpo...

- Fras. Dare fuoco a qsa: fornire calore a qsa (in modo da cuocerla adeguatamente).

[23] Ricette di cucina, XIV m. (fior.), 7, pag. 8.20: e togli il sugnaccio, strutto con poco fuoco e bene colato, e fuoco a questa torta di sotto e di sopra.

3.2.1 [Detto di oggetti domestici:] locuz. agg. Da (del) fuoco: atto ad essere esposto al fuoco (del camino o del forno).

[1] Doc. pist., p. 1291, pag. 132.3: It(em) due caldaie di rame da fuoco.

[2] Doc. pist., 1297-1303, pag. 166.5: Achoma[n]doe il <s> chastaldo a Giunta Rosso da Cicigniano una asschure e due maroncelle e uno marrone e una chatena da fuocho e una pala e uno paio di molli da fuocho e due choltrici e una falgara, a dì vij di genaio.

[3] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 308.11: hoc vertiprunium, la pala del fuoco.

[4] Doc. orviet., 1339-68, [1353], pag. 136.6: una padella, una chatena da fuochu, unu paiu di chatenelle, unu spitu di ferru, unu paiu di moglie da fuochu, unu paiolettu di rame...

[5] Doc. imol., 1362, pag. 330.28: Item dise dona Zoana che mandona Beltramina una tinela da farina una padela e uno scrignolo e chadene de fero da fuogo e una pidria da vino.

[6] Doc. padov., a. 1379 (5), pag. 66.5: it(em) u(n) laveço d(e) brondo (con) do chaene e J.a moiete da fogo e J speo...

3.3 [Dir.] Nucleo abitativo e familiare (che è oggetto di tassazione, che vale giuridicamente un'unità).

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 77, pag. 16: Lo pacto quale fecero con re Carlo intanno: / Che la terra concedali, como petuto li ànno, / Che prendano casalina quantunca ne li vando, / Et uno casalino a foco si vadano assenando [[...]] E de omne casalino allo re sia dato / Dudici bon carlini per uno fiorino contato. / Quindici milia focora foro quilli che dero...

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 6, vol. 2, pag. 22.3: E già avea fatta smisurata preda, però che assai ville di cinquecento e di mille fuocora, e di più e di meno, avea vinte...

[3] a Doc. ver., 1381 (5), pag. 425.15: l'utilità d(e) q(ue)sta chiavega specta a q(ui)gi comu(n)i (e) altri d(e) chi i fa mention, che seravo co(r)tesia che li agiesso pagaro q(ue)sta spesa d(e)la gua(r)da e che la spesa fia pagà a raxo(n) d(e) fogo p(er) Cologna, Baldaria, Zumella, P(re)xana, Albare', San Zeno(n) e Mene(r)be.

[4] Itinerarium volg., XIV sm. (tosc. occ.), cap. 32, pag. 164.9: Poi ànno questo modo: X o XII famiglie fanno uno fuoco, e questi XII non pagano se no per uno fuoco. E questi fuochi sono LXXXV tuman, e anco IIII tuman di saracini, sì che montano ottantanove tuman. E cateuno tuman àe X.M fuochi. Li altri sono cristiani e mercatanti e trappassanti.

- Bando, divieto, interdizione di fuoco: proibizione di accendere un fuoco proprio; (spesso unita a quella dell'acqua:) proibizione di risiedere in un determinato luogo; esilio.

[5] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 4, cap. 37, vol. 2, pag. 168.19: Et chiunque del contado di Siena diventarà cittadino di Siena et habitarà, secondo la forma de lo statuto di Siena, et coloro de la terra unde sarà venuto, faranno allui alcuno divieto di fuoco, d'aqua o vero d'altre cose, malitiosamente, o vero che non li favellino li vicini, la podestà sia tenuto loro inde fare rimanere a la rinchiesta di colui a cui fatto fusse cotale divieto...

[6] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 186, par. 1, vol. 2, pag. 264.24: Dicemo e ordenamo se [[...]] se ordenasse ke 'l castello overo villa overo rectore d'esse conosciessero overo entendessero d'alcuna questione da vinte solde en su overo se fecessero alcuna enterdictione de fuoco overo d'acqua overo de conversatione de vicine overo de lavorecce de terre, la podestà overo el capetanio a cotale castello overo villa sia tenuto de togliere per nome de pena e de bando cinquecento libre de denare e al consolo e al rectore d'esso castello overo villa cento libre de denare, se lamentança de ciò sirà denante ad esse posta.

[7] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 324.19: ogni persona che avesse grano o biada il debbia avere rechato nella città di ivi ch' andò il bando infra diece dì, a pena e a bando del fuoco e d' esserli tolto il grano.

[8] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 625, pag. 225.12: Questi due furono arsi, e con loro i detti furono richiesti, e come contumaci ebbono bando del fuoco.

[9] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 152.18: Lo podestà di Pisa prociedecte sopra gli dicti ma[l]fattori, di che Bindaccio et Potente ebbono bando del chapo, gli altri che cho' llui furono ebbono bando del fuocho.

[10] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 4, pag. 15.19: Che se Postumio innanzi calen di Maggio non comparisse, e quel dì richiesto non rispondesse nè fosse scusato; che giusta cosa pareva lui dovere essere in esilio, e che i suoi beni si vendessono, e a lui fosse interdetta l' acqua e 'l fuoco.

[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 23, pag. 216.11: E privao li colpevoli delli officii e beneficii e dignitate, toizeli acqua e fuoco.

3.3.1 Estens. Nucleo amministrativo, centro gestionale unitario (dei rapporti fra un insieme di persone, di un patrimonio). Prov. Chi ha tutto in un luogo ha tutto in un fuoco.

[1] Lett. sen., 1294, pag. 64.25: a me parrebe il meglio, che i fatti d' Andeli e di Roeme e gli altri nostri, che avemo chon techo da Parisgi, fussero tuti una chosa chomuna insieme; e assetarvi suso per tuto chapitali di ciaschuno, tuti insieme, e fuse uno monte: chè chi à tuto inn uno luogho, sì à [tu]to inn uno fuocho.

3.4 Falò destinato a scopi rituali o beneauguranti.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7 cap23, pag. 229.25: Era usanza in Roma, quando alcuno principe moriva, d'ardere lo suo corpo [[...]] Non potendo così fare del nobile corpo di Pompeo, in rimembranza di quello uso fecero grandissimi fuochi in quella isola...

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 303.1: la sera che noi facemmo la sezaja festa per lo cavallo del legname, Elena stava di sopra nella rôcca, e, facendo fuoco in segno di letizia, chiamava i Greci... || Cfr. Aen., VI, 518: «flammam media ipsa tenebat / ingentem...».

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 70, vol. 2, pag. 94.11: Avenne che essendo i· Ravenna corsa la novella come la gente del legato avieno per forza vinta la murata di Cesena, il signore, ch'allora era all'ubidienza del legato, comandò che ' cittadini ne facessono festa di fuoco e di luminaria.

[4] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 298.12: Lo dicto miser Gherardo se n' andò di poi, lo dicto dì, in cittadella et di questo si fe' per la città di Pisa grande falò, fuochi et festa.

3.4.1 [Come arredo degli altari pagani (spec. della dea Vesta; funzionale ai sacrifici) o veterotestamentari].

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 9, pag. 82.18: Uno fuoco che ardeva di lungo tempo in su uno altare d'una deessa che aveva nome Vesta, si divise in due parti, e molto montò alto per due volte.

[2] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 56.11: e racomandavi quello fuoco senpiterno de p(er)petuo di Vesta; e racomanavi i tenpî e ' luoghi sagri di tutti gli dii...

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 13.19: Una virgini monaca dedicata a la dea Vesta, però ca una nocti era stata pocu curusa et sullicita di lu fucu eternali di lu qual issa era guardiana, parsi a Liciniu, summu pontifici, que issa la virgini se divia mittiri a lu focu ad ardiri.

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 48.14: Così parlò Ettor, e co' le mani trae fuore de secreti templi le bende e la potente Vesta e 'l fuoco eterno.

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 31, pag. 146.15: E questo fu figurato nel Levitico, nel quale si dice, che Iddio comandò che nel suo altare sempre ardesse fuoco, ed acciocchè non si spegnesse, il sacerdote ogni mattina vi giugnesse legna, sicchè fosse fuoco perpetuo.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 16, pag. 80.9: alcuna grassa che sta incerco al cor e al figao de la bestiola faseva mete' De' sul so' santo fogo chi era in l'altar chi fo mandó da cel miraculosamente e voleva De' ch'el ardesse sempre...

[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 23.15: l'altari erano sanza fuoco.

[8] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 2, pag. 33.20: Et zo dictu, Hector prisi la potenti vistitura et lu eternu focu... || Cfr. Aen., II, 297: «Sic ait et manibus uittas Vestamque potentem / aeternumque adytis effert penetralibus ignem».

- [Detto di Vesta:] dea del fuoco.

[9] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 82, pag. 166.24: Vesta fu una femina figliuola di Saturno, la quale, perchè non volse mai conoscere uomo, fu dea del fuoco deificata ed appellata. Nel cui tempio servivano vergini; che, come del fuoco non nasce alcuna cosa, così della vergine non si dé aspettare figliuoli.

3.4.2 Rogo funebre, pira su cui (in antico o in alcune culture) si ardono i morti. Falò acceso in onore di un defunto.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 260.14: puoi pusero lo cuorpo suo in aera et fecero grande fuoco de olivano con grande fume...

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 170, pag. 258.24: Ancora v'à un altro costume, che quando neiuno uomo morto s'arde, la moglie si gitta nel fuoco e arde co lui...

[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 267.6: a te, o bellissimo giovane, verranno li capelli canuti, e già ti verranno le crespe nella faccia. Afforza oggimai l'animo e ordina la bellezza: l'animo solo dura infino a l'ultimo fuoco. || Cfr. Ov., Ars. am., II, 120: «Iam molire animum, qui duret, et adstrue formae: / Solus ad extremos permanet ille rogos».

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ipermestra, pag. 136.16: o tu, poi ch' io avroe finita la vita, onora la mia morte di furtivi fuochi, e seppellisci le mie fedeli ossa...

[5] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 75.5, pag. 319: I' vo' che all' ombre infernali / possi di me miglior testimonianza / render, che quelli eccelsi e gran reali, / a' qua' negavi con grande arroganza / gli ultimi onori e' fuochi funerali, / di te non posson, per la tua fallanza.

3.4.3 Falò o fiaccola accesa per celebrare un matrimonio.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Isifile, pag. 53.23: Lassa! Dov' è ora la promessa fede? Ov' è ora il giurato matrimonio? Ov' è ora la facellina più degna d' ardere matrimoniali fuochi?

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 128, pag. 516.28: O Imineo, o Iuno, o Venere, i quali io l' altra notte, se io non errai, vidi per la lieta camera portanti i santi fuochi del novello matrimonio...

3.5 [Adoperato come forma di tormento o di pena capitale].

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 32.177, pag. 88: Languendo gauderea, como gaudea / in fede intera ed in amor corale / Lorenzo al foco ed alla croce Andrea.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 66, pag. 153.35: Tu dirai [[...]] che meglio è, e maggior bene allegrezza, che animo forte, e presto a sostenere tormenti di piaghe, e di fuoco.

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 32, pag. 156.18: E lu malatu sì avia veduto una grandi catasta de ligna, e paria ki killu previti carnali - zo è killu ki avia nomu Tyburtiu - chi fussi misu da supra, e da sucta [li] ligna si fachìa unu grande focu, et jn kistu focu ardia killu previti.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 3, pag. 194.29: e lasciamo stare che io facessi, ma se io pur pensassi cosa niuna che contro al suo onore o piacer fosse, niuna rea femina fu mai del fuoco degna come sare' io.

- [Con diverse formulazioni, in dichiarazioni iperboliche del proprio zelo, della propria dedizione o del proprio attaccamento nei confronti di una causa o di una persona].

[5] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 112.6, pag. 689: A ciò, ti prego, metti tua virtude, / pensando ch' entrerei per te in un foco...

[6] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 45.49, pag. 828: E così come il cor non è diviso / di noi da te, benché non siam presenti, / così da noi il tuo non sia deciso / fin che del buon voler, che ora senti, / ti meritiam, trasportandoti in loco / dove si danno interi godimenti, / faccendo l' uom felice dentro al foco.

[7] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 26.12, pag. 571: ché contento seria de star nel foco, / lei potendo servir...

[8] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 17, pag. 68.7: Vanni si gittarebbe per voi nel fuoco, et a ogni gente fa una storia de' fatti vostri.

[9] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 31, pag. 391.10: Io certamente credo che Cristo fosse povero, e per questo n'andrei per lo fuoco, s'altro no mi nocesse, salva sempre ogni cosa che nne tenesse la santa madre Chiesa catolica e apostolica.

- [Con intento aggressivo (rogo, incendio dell'abitazione):] locuz. escl. Al fuoco! (Al fuoco!).

[10] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1, cap. 16, pag. 143.37: I cittadini, che intesono il fatto, stimorono l' avesse fatto per pecunia, e che fosse nimico del popolo; e spezialmente gli adversari di messer Corso gridarono a una voce: «Muoia il podestà! Al fuoco, al fuoco!».

[11] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 320.23: E così correndo con disperata provisione quelli poveri sanza novero al maggiore palazzo, dove quelli comandamenti dinanzi erano fatti, giu[n]giendo gridavano: «Misericordia!»; chi: «Al fuocho!»; chi: «Muoia!»...

[12] Ingiurie lucch., 1330-84, 187 [1361), pag. 56.7: - Al fuocho, al fuocho! Su brigata, moiano questi traditori.

- Fras. Condannare, dannare, giudicare, mandare, sentenziare al (nel) fuoco: condannare alla morte sul rogo.

[13] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 87.11: quando lo 'nperadore ebbe tutto udito e la 'nperadricie confessò che così era, ella fu condannata al fuoco e così morì...

[14] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 230.31: Azzolino di Romano [[...]] uscìe del parlamento, ch'era chiuso di legname; giudicandoli al fuoco, gli fece tutti ardere.

[15] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 55, pag. 438.11: Ma per accidente avvenne che ingiusta accusa di costei fu posta da' suoi parenti nel cospetto del nostro signore, e, appresso, per iniqui testimoni provata: per le quali inique prove ella meritò d' essere al fuoco dannata.

[16] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 1, pag. 6.20: chi mette fuoco in una casa, secondo il mondo è giudicato al fuoco...

[17] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 61, par. 1, vol. 2, pag. 101.15: Glie mangiante la carne [[...]] en glie dì quaraesemaglie [[...]] se deggano per lo primo delicto overo per la prima condannagione en quatrocento libre de denare per ciascuno. E se le dicte quatrocento libre de denare enfra el termene en la condannagione contenuto non pagheronno, al fuoco siano condannate e arse sì ke muoiano. E se più oltra cie falleronno overo peckeronno al fuoco siano condannate e arse sì ke moiano.

[18] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 58, vol. 3, pag. 431.29: il Comune e popolo di Firenze, per levare le baratterie alli inquisitori, feciono dicreto e legge [[...]] che niuno inquisitore si potesse intramettere in altro che nel suo uficio, e nullo cittadino o distrettuale condannare in pecunia, chi ssi trovasse eretico mandarlo al fuoco.

[19] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 13, pag. 49.34: - Figliuolo; questa doglienza si dimostra per la reina, la quale è sentenziata al fuoco ad arderla e dibruciarla; e tutto è perch'ella ti voleva fare morire in tale maniera - .

[20] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 122.13: E chosì ne deteno altulità al chonte Simone da Battefolle potestà, che a richiesta di misere lo veschovo e dello inquisitore e di quegli venerabili dottori fuse asaminato, e se non si coregiesse fuse tratato sichondo la legie che condanna nel fuocho.

[21] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 29, pag. 436.3: Unde che magistro Griffollino confessò che non sapea volare, ma che esso avea bene falsificato metalli e venduti per veri: de che fo condempnato al foco per lo dicto vescovo.

- Darsi al, gettarsi nel fuoco: bruciarsi vivo, uccidersi in un rogo.

[22] Novellino, XIII u.v. (fior.), 65a, pag. 277.17: et inanzi darei me medesima al fuoco, ch'io unisse così nobile re com'è monsignor lo re Marco.

[23] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 8, pag. 499.2: Alcide Ercule sè medesimo gitta nel fuoco con istrabocchevole salto...

[24] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 19, pag. 37.17: Didone [[...]] innanzi si volle gittare in fuoco che rompere fede al suo marito Sicheo, o che maritare si volesse».

- Distruggere, mettere nel fuoco qno: ardere sul rogo qno.

[25] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 51, pag. 165.27: E quando il re Lisimaco fu messo nel fuoco per li suoi peccati che fatti avea, lo suo cane vi si gittò entro con lui, e lasciovvisi ardere con lui.

[26] Legg. S. Caterina, XIV in. (tosc.), str. 34.2, pag. 497: Lo re fece dare lo giuditio, / che nel fuoco fossono distructi...

[27] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 3, pag. 103.29: Il cherico non volendosi confessare e rimanendo ostinato, la sirocchia confessò i peccati suoi con molta contrizione. Ed essendo messi nel fuoco, e legati l' uno e l' altro a uno medesimo palo, il cherico disperato immantanente fu divampato e arso.

- Fras. Morte di fuoco: morte sul rogo.

[28] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 95.146, pag. 443: Acor in li tempi antigi / fon malvaxi previ e inigi, / chi de la terra eran segnor: / e zuegàm con gran furor, / vojando far ovre torte, / santa Susana a greve morte / de fogo, per no consentir / de lo lor voré re' compir.

[29] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 6, pag. 370.17: Essi furono, secondo il comandamento del re, menati in Palermo e legati a un palo nella piazza, e davanti agli occhi loro fu la stipa e 'l fuoco apparecchiata per dovergli ardere all'ora comandata dal re. [[...]] gli sventurati amanti, amenduni vergognandosi forte, stavano con le teste basse e il loro infortunio piagnevano, d'ora in ora la crudel morte del fuoco aspettando.

- Fras. Pena del fuoco: condanna al rogo.

[30] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 4, pag. 42, col. 22.15: Et questo perfecto amore toglie non tanto le communi fatiche e pene dell' operatore: ma egli transforma la pena del fuoco in refrigerio. Et di ciò habbiamo certezza per lo glorioso sancto Laurentio...

[31] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1115, pag. 259: Fórovi facti li homini che alli casali gessero / Ad fare la inquisitione et lo grano scrivessero; / Et poi li commandasse, et venire lo facessero, / Ad pena dello foco et tucto lo perdessero!

[32] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 795, pag. 325.20: E innanzi che venissero a combatterlo, si mandarono a tutte l'Arti a comandare, che a pena del fuoco, che venissero a loro in Belletri a S. Bernaba co' loro gonfaloni.

- Locuz. escl. (Il) mal fuoco l'arda.

[33] Fiore, XIII u.q. (fior.), 52.5, pag. 106: A Gelosia, che mal fuoco l'arda, / Fa 'l somigliante, se lla puo' vedere: / Largo prometti a tutte de l'avere, / Ma 'l pagamento il più che puo' lo tarda.

[34] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 147, pag. 105: Femena vana de ogn' omo s' enbarda, / no l' amare senpre te varda, / lasalla andare che 'l mal fogo l' arda / lo rustigano.

[35] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1374] 3.50: Ben se' crudel, se tu non cridi omei / de la cavallaria fatta bastarda! / Così mal fuoco l'arda, / come, per tema ch'à di farsi honore, / s'alunga dal voler d'ogni bon core.

3.5.1 [In contesti fig., per indicare una situazione dolorosa, difficilmente sostenibile (spec. la condizione amorosa).].

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 3, pag. 177: «Rosa fresca aulentis[s]ima [[...]] tràgemi d'este focora, se t'este a bolontate; / per te non ajo abento notte e dia, / penzando pur di voi, madonna mia.»

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 3.55, pag. 905: Rispose el fellone [maledetto]: / «Noi non volemo tuo disdetto / e ch' à' negare ciò k' ài detto. / Noi te faremo povaro e bretto, / sì ke no ti rimarrà kasa né tetto». / Ed io risposi in bassa boce: / «Mercé, per Deo ke venne in croce! / Kesto fuoko assai mi kuoce; / a voi non giuova e a me sì nuoce.

[3] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 8.13, pag. 701: Ch' io non vi dico s' io vi porto amore: / ch' io sono in fuoco ed in grande tormento, / e son già quase morto del dolore.

[4] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball.71.10, pag. 186: Adunque, Amor, che sai lo stato mio / e che mi fai nel foco esser beato, / deh, fa' che nel bel viso, il qual io / con voci assa' piatose t'ho chiamato, / che per me vi ti veggia a giusto grato, / a ciò che men non vegna nel dolore.

- Fig. Fras. Donare fuoco: tormentare.

[5] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 22.17, pag. 512: Lasso! che lo deo fare? / C'Amor mi dona foco, / dolor mi reca in gioco / e sollazo, ché more / vivendo lo mi' core - in ben amare.

[6] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 35.2, pag. 27: Con sì alto valor questa regina, / la quale al cor mi desti, dona foco, / Amor, che sovra te mostra regina...

3.6 [Con rif. alla luminosità:] sorgente luminosa artificiale.

[1] Comm. Arte Am. (B, Laur. XLI 36), XIV td. (fior.), ch. 64, pag. 827.2: Qui pruova che non di notte ma di dì si vogliono veder le donne, le pietre preziose e la porpore, e per consequente tutte cose nelle quali è altra la vista del dì e altra quella del fuoco. La notte ti cuopre tutti i difetti e 'l dì ti mostra tutte le tecche.

[2] Stat. fior., 1334, L. II, cap. 25, pag. 310.21: E che nelle dette botteghe di notte non si accenda fuoco se non in candele o lucerne o per altra necessità che stringesse...

[3] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 776, pag. 60: remase Ihesù sença fele / enfra quella gente crudele, / ke tucta nocte lo guardaro / a grande fuoco e non cessaro / finké lo giorno fo venuto / et lor consellio fo convenuto...

- Fuoco di bracia: modesta sorgente luminosa.

[4] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 828, pag. 353.20: la seconda notte si rimandò, e vennono, e come detto è, al buio, al fuoco di bracia, sanza lume...

- Lavorare a fuoco: lavorare al lume di una sorgente artificiale.

[5] Stat. sen., 1324, Pt. 3, cap. 20, pag. 251.13: Anco è statuto et ordinato, che neuno de la detta Arte possa nè debba lavorare di notte da l' ultimo suono de le tre volte, cioè dal posciaio innanzi in fine a la campana del dì. Salvo che del mese di ottobre, novembre, dicembre e gennaio si possa lavorare a fuoco dalla campana de' frati che suona a la meza notte innanzi, senza pena e senza bando.

[6] Stat. sen., Addizioni 1328-65, [1365], pag. 269.17: Anco provedemo al capitolo che parla del veghiare, che si possa lavorare a fuoco del mese d'ottobre, sì come gli altri tre mesi.

- Luce, lume di fuoco: chiarore dovuto a una sorgente luminosa in combustione (in opposizione alla luce naturale).

[7] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 4.19: a conosciere nero da biancho, vole lucie de foco o di pianeta.

[8] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 29, pag. 277.22: Item statuimo et ordinamo, che neuno nell'Arte nostra possa báctare ad arco, o vero camaitare, a lume di fuoco, ad pena di X soldi chi contra farà.

[9] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 22, pag. 411.2: Dimi, [co]n quale lume diurno, cioè di Sole, o notturno, come è di fuoco, lev[asti] le tue tenebre, che tu ti adrezzasti dietro a san Piero, maestro della fede?

[10] Stat. fior., 1357, cap. 51 rubr., pag. 361.33: Di non lavorare d'opera di lino ad lume di fuocho.

3.6.1 [Adoperato come segnale visibile a distanza].

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 5, pag. 88.10: Ed ancora sono segni muti fuoco di notte, e fumo di die, per li quali a' compagni si significa certe cose, le quali per messo non puoi loro fare assapere.

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 179, pag. 280.19: E d'un alt[r]o paese che v'è allato, ch'à nome Gofurat, ed esce bene ogni die ben C navi di corsali, [[...]] e sono tanti che pigliano ben C miglie e più del mare, e fannosi insegne di fuoco, sicché veruna nave non può passare per quello mare che non sia presa.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 22, 1-12, pag. 530, col. 2.41:Cenni, cioè: singni de castella, come de die bandere bianche, negre, rosse etc. e cum fumi; e se ll'è de notte con foghi.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 233, vol. 2, pag. 414.12: e credendosi avere vinta la terra, e già n'avea scritto a Lucca, quegli di Fucecchio feciono la notte cenni di fuoco per soccorso a le castella vicine, ov'era la guernigione de' soldati de' Fiorentini...

[5] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 14, pag. 27.29: E con fuoco fecero cenno alle navi ch'erano in mare in aguato, come la terra era presa.

[6] <Doc. ven., 1359>, pag. 276.39: Et sapi che nui avemo chomesso al dicto Zugno che, ogni fiada che tu farasi li servigi ordenadi, zuè fumo de dì et fogo de nocte, che de presente el debia mandar de Zupana homini LX...

[7] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 769, pag. 303.32: Di che il Vicario, come furioso, suonò all'arme, e fece cenno di fuoco e soccorso alle castella, che n'ha diciotto.

3.6.2 [Ciò che attira irresistibilmente la farfalla (provocandone la morte)].

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 167.1, pag. 231: Gioncell'a fonte, parpaglione a foco / per ispesso tornare si consuma...

[2] Gonella Antelminelli, XIII sm. (lucch.), XI.1.14, pag. 278: D'ogn'arte de l'alchimia mi disfido / e d'om che muta parlar per ac[c]ento: / non trae per senno al foco la farfalla.

[3] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 1.13, pag. 321: E vi credete più bel ch'Ansalone: / Come sovente le farfalle al foco, / Credete trar le donne dal balcone.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 80.28: tanto vae l'orcio dell'acqua, che si rompe, e tanto vola il parpaglione sopra 'l fuoco ch'elli s'arde.

3.6.3 [Relig.] [Con rif. alla liturgia pasquale, che prevede la benedizione di una sorgente luminosa (in quanto immagine di Cristo):] fuoco benedetto, santo.

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 376.19: Questi Ughi furono nobili cittadini, da' quali si dice ch'è dinominata una chiesa, ch'è nella città di Firenze, ch'è appellata santa Maria Ughi, la quale dàe il segno il dì di Sabato Santo ad acendere il fuoco benedetto nella cittade...

[2] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 34 rubr., vol. 1, pag. 99.5: Come si fa la festa il venerdì santo in Ierusalem, cioè il fuoco santo.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 23, vol. 1, pag. 89.27: e 'l giorno di sabato santo, che si benedice ne le dette fonti l'acqua del battesimo e il fuoco, ordinato che ssi spandesse il detto fuoco santo per la città a modo che si faceva in Gerusalem, che per ciascuna casa v'andasse uno con una faccellina ad accendere.

3.6.4 [Con rif. agli astri].

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 44.23: E passa li suoi etiopi, e gl'indi posti sotto' fuochi delle stelle. || Cfr. Ov., Met., I, 778: «Aethiopasque suos positosque sub ignibus Indos / sidereis transit patriosque adit inpiger ortus».

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 7, pag. 74.28: L' Aurora avea rimossi i notturni fuochi e Febo avea già rasciutte le brinose erbe, quando Lelio, chiamata Giulia, lieti si levarono da' notturni riposi...

[3] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 14, pag. 26.27: O voi, eterni fuochi, cioè, sole e luna; e voi, altari, sopra li quali si fanno li sacrifici de gli Dii; e voi, crudeli spade, le quali i' ho fuggite, chiamo, e priego che mi sia licito, e non mi torni a peccato, di rivelare e di manifestare li secreti consigli e li sagrati fatti de' Greci.

- [Con rif. alla mitologia classica:] Carro del fuoco: carro del sole (trainato da Apollo).

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 54.19: Tu non sai quello che tu disideri: pognamo che ciascuno si vanaglori della sua signoria, non è alcuno che possa stare in sul carro del fuoco, fuor ch'io.

3.6.5 [Nel Paradiso dantesco:] un'anima beata o l'entità soprannaturale (rappresentate come fonte luminosa per il valore pos. della luce).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 9.77, vol. 3, pag. 145: Dunque la voce tua, che 'l ciel trastulla / sempre col canto di quei fuochi pii / che di sei ali facen la coculla, / perché non satisface a' miei disii?

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 23.90, vol. 3, pag. 385: Il nome del bel fior ch'io sempre invoco / e mane e sera, tutto mi ristrinse / l'animo ad avvisar lo maggior foco...

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 7, 1-15, pag. 156, col. 1.4: Oi Salvadore, del quale della toa luxe illustri, çoè reschiari de quisti rigni felici li fug[h]i, anime, bendetto si' tu»...

3.7 Estens. Lampo, folgore.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 3.26, pag. 458: Madonna, audivi dire / che 'n aire nasce un foco / per rincontrar di venti; / se non more 'n venire / in nuviloso loco, / arde immantenenti / ciò che dimora loco...

[2] Caducità , XIII (ver.), 292, pag. 665: Envolto en una toa cativa vesta, / dita la mesa, en la fosa ig<i> t'aseta / et en tal freça terra ados te çeta / com'el vegnìs da cel fogo e tempesta.

[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 32, pag. 203.2: Pittagora [[...]] fece una tavola per istorlomia la quale, secondo i dodici segnali, v'erano molte significazioni d'animali: quando li uccelli s'azzuffano, quando uomo truova la donnola nella via, quando lo fuoco suona...

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 169.7: Lo thron no è neguna altra colsa se no amorzament del fog ila nuvolia, ch'el vapor sech siant levà su e siant inflamà dal calor de l'aier, quand el entra in me' la nuvolia aquosa, viazament s'amorza, e ilora s'inzenera lo strepit e 'l sonor del thron...

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 14.12: alquanto tempo inanzi a questa pistilenzia, nelle parti dell'Asia superiore, uscì della terra, overo cadde da cielo un fuoco grandissimo, il quale stendendosi verso il ponente arse e consumò grandissimo paese sanza alcun riparo.

- [Associato ad un sost. che specifica la forma assunta dal fenomeno:] bordone, colonna, dragone, fiamma, gomitolo, trave di fuoco. Fuoco ritto.

[6] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 5, pag. 190.25: E da che noi avemo detto de sopra del vento, e la casione che 'l move, ponendo mente sempre e·ll'aere, per stasione vedemo la notte córrare entro per l'aere fiambe de fuoco, e desòlvare e venire meno.

[7] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 17, pag. 317.18: Perchè, sotto il nascimento del sole, una grande fiamma di fuoco diede grande fragore al cielo dalla parte di settentrione.

[8] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 9, pag. 82.7: L'arie era chiarissimo; draconi di fuoco ardevano per l'aire un'ora grossi et un'ora sottili: le pietre che sogliono cadere, che l'uomo dice che so' folgori, cadevano sovente senza neuno turbare di tempo.

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 120, vol. 3, pag. 561.6: Nel detto anno, a dì XX di dicembre, la mattina levato il sole, aparve in Vignone in Proenza, ov'era la corte del papa, sopra i palazzi e abituri del detto papa, quasi com'una colonna di fuoco, e dimoròvi per ispazio d'una ora...

[10] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 18, ch., pag. 200.8: Dico dunque che la matera del vapore in alcuna parte è grossa e in alcuna è sottile [[...]] e imperciò mostra alli occhi nostri figura d'una colonna ritta, la quale disopra sia sottile e disotto sia grossa, e chiamasi dai fisolafi fuoco ricto, ma da' popolari si chiama colonna.

[11] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 19, ch., pag. 205.12: E l'asub che discende riceve molte figure accidentali, e Seneca lo chiama alcuna volta [[...]] gomitolo di fuoco imperciò che, quando la matera è ragunata insieme e non è scevera quando si conmuove, sì ss'infiamma, e alotta pare come uno gomitolo di fuoco che ssi giri e che vada in su e in giù...

[12] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 44, vol. 1, pag. 272.29: E in questo medesimo mese di dicembre aparve la mattina anzi giorno, a dì XVII, un grande bordone di fuoco, il quale corse di verso tramontana in mezzo dì.

[13] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 176, S. Pelagio papa, vol. 3, pag. 1579.28: Al tempo di costui fu veduta in cielo una trave di fuoco maravigliosamente grande, la quale correa inverso il sole in quella su ch'elli inchinava al tramontare, e poi cadea a terra quella trave.

3.7.1 [Specif. di origine divina (come punizione, annuncio dell'Apocalisse, segno di gradimento di un sacrificio)].

[1] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 30, pag. 38: Lo templo santo àbbero desirtato, / ke 'n grandi onori foi 'deficato, / e foco da celo l' abbe afflambato.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quindecim miraculis..., 46, pag. 193: Lo di quatordesen dé caz lo fog ardente, / Ke devrá ard lo mondo e l'airo incontinente, / E le figur del mondo den caz tut in nïente.

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 5, pag. 32.3: Prima che la cittade di Roma si facesse anni MCLX, una regione nel confine d' Arabia, che allora Pentapoli era chiamata, di fuoco celestiale arse...

[4] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 1, pag. 220.35: E si lo fous venea de cel e el ardea, adun saveien que Deus avea receù lor sacrifici, e si lo fos no venea, saveient que Deus no n'avea cura.

[5] Piero Alighieri, 1364 (fior.), Non si può dir.36, pag. 49: Tu festi Gezzi lebbroso, e Simone / Magho san Pier dannò; e 'l focho santo, / ch'arse sott'acqua tanto, / nel tempo bambillonicho amorzasti, / per breve simonia.

[6] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 118.13: E là connube del futuro iuditio, zoè de la fine de lo mundo, che devea finire per foco.

- [Associato ad un sost. che specifica la forma assunta dal fenomeno:] colonna, fiamma di fuoco.

[7] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 47, pag. 246.20: Santo Gregorio, fuggito di Roma, in una caverna nascoso e cercato da la gente e dal popolo, e non trovandolo, una colonna di fuoco da cielo sopra Santo Gregorio si vedea...

[8] Giudizio universale, XIV in. (ver.), 137, pag. 60: la scriptura el dis sença mentir / ke 'l mundo e la terra e 'l mar de' transir, / lo cel plegarse, [[...]] gran flame de fogo / de cerca sirà per ogna logo / e tompesta e glaça e nevo e vento / per ardro e consumro tuta çento...

[9] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 33.10: E li miracoli di questa Fede e Legge s' incominciarono per fino da Abele giusto figliuolo di Adamo in ciò, che come si narra nel Genesi, Dio miracolosamente mandò certa fiamma di fuoco sopra il suo sacrificio.

[10] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 62.6: Quel manna, la cologna del fogo, quella gran multitudin d'uxeli tanto nobeli e tute le altre nove meraveglie eran chomo un libro chiar e averto denance a quel povol novicio grosso broscho e bidaso...

[11] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 16, pag. 57.28: Et alò como el fo ensù fora de Roma e de la veça, el s' ascondè en una caverna e tri die stete oculto, ma per voluntà de Deo el aparse sovra quel logo, o' l' era, una colunna de fogo, per la qual un remito vide i angeli desmontare sovra Gregorio.

- Giudizio del fuoco.

[12] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), Prologo, par. 3, vol. 1, pag. 111.23: Nebrot Gigante del seme di Cam, [[...]] fatto verso Iddio superbo, credendo, come molti Savj stimano, fuggire il giudicio del fuoco, [[...]] nel campo di Sennaar raunò, e incominciò la inconsumabile opera della Città, e Torre di Babel.

[13] Diatessaron veneto, XIV (tosc.-ven.), cap. 144, pag. 122.23: Serpenti, generatione de vipere, como fugiri voi dal zudisio del focho?

3.7.2 [Apparenza che assume lo spirito santo il giorno di Pentecoste (in forma di lingue o di raggio di fuoco)].

[1] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 12, pag. 259.11: Or significa aquest saint iorn e·l qual ven lo saint Espirit sore los apostoil. E en qual figura i ven? En semblanza de lengue de fo; quar il forun espres e aluminai divino et spiritali igne.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 18, pag. 39.25: L'una si è di tutti quelli che sono infiammati de l'amore del spiritu sancto, sì como se mostra quando lo nostro signore infiammò li apostoli del spiritu sancto, in ispetie di lengue de fuoco per la pasqua del cinquesimo, che diventono sì ardenti del suo amore che da quello dì innançi andonno per tutto lo mondo predicando la salute de l'humana generatione e d'ogni lingua intendiano e parlavano.

[3] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 89, pag. 95.8: Quando la terra ebe crolato sotto i cristiani che nel palagio erano in orazione così come voi avete udito, sì discese il Santo Ispirito là entro e venne in sembianza come s'uno raio di fuoco fosse isparto dinazi a ciascuno.

[4] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 8, pag. 270.3: [16] E adpresso la sua gloriosa assentione mandó lo Sancto Spirito sopra li suoi discepuli in sembransa di fuoco, e incominciono a predicare la novella legge e a bbactegiare la gente in del nome del Padre e del Filio e del Sancto Spirito.

[5] Columba da Vinchio, XIV (piem.), lauda.45, pag. 99: Prega la Virgina lo salvaor, / de cel ge manda lo so ardor, / lenge de fogo cum grande amor...

[6] Poes. an. savon., XIV, 1.58, pag. 16: Spirito sancto amoroso / lengue de fogo sì descese / e li discipuli tuti accese / chi l'aspitavam cun amore.

3.8 Fig. Sorgente interiore di forza e fiducia.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.17, vol. 1, pag. 260: e sono stanch' e lasso: / meo foco non alluma, / ma, quanto più ci afanno, men s'apprende...

4 Violenta reazione combustiva che tende a diffondersi ampiamente e velocemente con azione distruttiva, incendio.

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 405.32: Ancho XII den. nel dì a' portatori che recharo i panni da chasa di domino Salenbene quando robamo la bottiga per la chasione del fuocho.

[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 93.7: Et nel MCXV anni, del mese di maggio, s'apprese il fuocho in Borgo Sancto Appostolo in Firençe, e arse insino al Vescovado, e quasi la maggior parte della cictade; onde molta gente morì di fuogo.

[3] Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV, pag. 250.16: E in quello anno fue lo fuoco a Sancto Piero Cigholo; e lo fuoco di San Giovanni fue lo die di Santa Giustina dove arsero molte case.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 57.21, pag. 342: Chi sente venir fogo / a la maxon de so vexim / ben dé pensar, per san Martim, / d'aver semejante zogo.

[5] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 188.34: I capi di parte nera aveano ordinato un fuoco lavorato, pensando bene che a zuffa conveniano venire: e intesonsi con uno ser Neri Abati priore di San Piero Scheraggio, uomo reo e dissoluto, nimico de' suoi consorti, al quale ordinorono che mettesse il primo fuoco.

[6] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 195, par. 1, vol. 2, pag. 270.26: Dicemo statuente ke se alcuno de nocte curresse overo andasse al fuoco, quando alcuna casa overo alcune s'ardessero overo de nocte curresse, e alora offeso sirà en persona, l'ofensore degga essere condannato en quactrotanto de la quantità de la quale punire e condannare se devesse secondo la forma deglie statute per quillo peccato overo malefitio se ad altro tempo quillo avesse conmesso.

[7] Doc. sen., 1294-1375, [1355], pag. 240.14: esse contrade sonno in grande necessità di buona aqua per la vita delli huomini e persone d'esse contrade, le quali sonno in non picciolo numero, sì anco per difecto del fuocho, il quale Idio cessi...

[8] Doc. padov., a. 1379 (2), pag. 64.9: It(em) mis(er) Tramo(n)tano, io Domenego Negro degano e y mie' çuray sì digemo chosì che da l'altra pa(r)te de Çanbon da Cha(n)pagna elo ne pare ch'elo en sia sì de mo(r)ti cho(n)' dala pa(r)te che fo el fuogo.

[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 6, pag. 91.2: Or avene che un iorno per casso in la dita citae d' Ancunna s' aceise lo fogo, per lo quar amortà' agn' omo corea.

- Fras. A fuoco e a fiamma: con un grande incendio; mettere a fuoco e a fiamma: incendiare.

[10] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 29, vol. 1, pag. 292.14: ellino furo cacciati di loro terra, e le loro case furon messe a fuoco ed a fiamma e a distruzione.

[11] Giudizio universale, XIV in. (ver.), 13, pag. 57: lo dì novissimo e drean [[...]] nui aspetemo a man a mano, / quand' el mondo tuto a flama et a fogo / à [a]rdro e consumar per ogna logo.

[12] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 64, pag. 134.31: la città guastaro e misero a fuocho e a fiamma, lo tesoro e l'avere ne portaro tutto.

[13] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 3, pag. 19.17: l'imperadore [[...]] subitamente a forore cum tuta la soa gente muntò a cavalo e tuti armadi a fero, metando çascuno, piçoli e grandi, maschi e femene, al taio de le spade, ardando a fogo e a fiama tuta la cità de Bologna.

[14] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 61.23: E da ogne parte intròn dentro per forçça, e homi e femene e tuto bestiame chi havesse vita in corpo menòn per fil de spaa [[...]] e po' metèn la terra a fogo e a fiama.

[15] Ingiurie recan., 1351-96, [1363], pag. 486.7: Per la potta de Dio, ch'elli è mestiro ch'io metta a fuoco et a fianba tucta questa contrada.

[16] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 7, pag. 18.2: E se questo non fati, anci che la candela sia arsa, e' çuro per le budelle de la mia madre che meterò a foco et a fiama questo monastero.»

- [Per segnalare il divampare di un incendio o come esclamazione nell'attizzarlo:] locuz. escl. Al fuoco! (al fuoco!); fuoco! fuoco!.

[17] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 23, pag. 107.10: Lu Duca, zo videndu, cridau «focu, focu», mittendu focu a la chitati. Non potendu li Romani risistiri a la flamma, illi fugiru.

[18] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 10, cap. 31, vol. 2, pag. 497.1: A dì VIIII di febraio [del] detto anno alle quattro ore di notte in aire aparve sopra la città di Firenze uno vapore grosso infocato di tale aspetto, ch'a molti parve che fosse fuoco apresso nella città vicino a loro vista, e per tanto cominciarono a gridare: «Al fuoco!»...

- Fras. Andare a fuoco: bruciare, consumarsi per combustione.

[19] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 578, pag. 206.1: Andarono così furiosi alla camera del Comune, e quella rotta, intrarono dentro, ed ogni scrittura arsono e stracciarono, donde al Comune ne fu gran danno, sì perchè v'erano molte ragioni che 'l Comune avea in più luoghi ed altri brivilegi, li quali tutti andarono a ruba ed a fuoco.

- Locuz. verb. Cacciare, gettare, mettere, porre (il) fuoco: appiccare un incendio, provocare l'accensione e lo scatenarsi di un incendio.

[20] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 84.10: Dice l' uno contra l' altro: «Tu mettesti fuoco nel Campidoglio»; et esso risponde: «Non misi». Di questo nasce una cotale questione, se elli fece questo fatto o no...

[21] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 3, pag. 79.4: Questo Mars cum questa sua gente avarà oficio e delettarasse de méttare lo foco e d'occìdare e de spàrgiare lo sangue...

[22] Novellino, XIII u.v. (fior.), 84, pag. 322.4: Quando fu il die della ragunanza, i siniscalchi suoi furo tra lloro con le gonnelle e con la vivanda, et a uno a uno li facea spogliare e scalzare tutto a ignudo, e poi li rivestia di panni nuovi e davali mangiare. Quelli rivoleano i loro istracciati, ma neente valse: ché tutti li mise in uno monte, e cacciovi entro fuoco.

[23] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 289 rubr., vol. 2, pag. 354.28: De la pena di chi mettesse fuoco ne la città.

[24] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 223.8: MCCCXXVIIIJ In quisto millesemo, die XXV de lulglo, gietòse fuoco de notte tempo ello palaçço de la podestade e arserse tutte le camore del palaço de la podestade...

[25] Lett. sic., 1341, pag. 116.18: sì cursiru ad aiutari et difendiri lu castellu di la lignami ki avianu lassatu in killu locu medemmi undi l'avianu minatu et li nostri di Milazu inchi eranu issuti et misunchi focu...

[26] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 13, pag. 24.16: Signori Troiani, a me pare che di questo cavallo noi tegnamo una di queste tre vie, ovvero di gettarlo in mare, ovvero di cacciarvi fuoco entro, ovvero di pertugiarlo e sapere che v' è dentro.

[27] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 321, pag. 70: A Samuci nne annaro delli nostri uno matino; / Miserovi lo foco et fecerelo taupino.

[28] <Doc. ven., 1364 (5)>, pag. 24.6: Et se vui presenterì ca lo castello deve vignire in mano de Catharini, et vui ordenè cum li homeni de Poverscho et façè poner fuogo al mangano che è al Castello, et fèlo abrusare.

[29] Esopo ven., XIV, cap. 14, pag. 16.5: E la volpe [[...]] trovoe assai stipule e legne seche e circondò tuto l'alboro e cacioli fuogo dentro, e lo fuogo e lo fumo li facea grande ingiuria ali aguiati.

[30] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 25, pag. 213.11: E Paris et Troylo [[...]] commandaro che fosse puosto fuoco alle nave de li Grieci...

- [Dir.] Camerlengo, notaio (dell'officio) del fuoco; officio del fuoco: carica o ufficio pubblico preposto al tempestivo spegnimento degli incendi divampati nella città di Firenze.

[31] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 36, pag. 229.2: Li gonfalonieri delle compagnie del popolo di Firençe [[...]] possano e a loro sia licito diputare in ciascuno quartiere della cittade di Firenze una camera a l'oficio e per l'oficio del fuoco, fornita di masseritie e d'arnesi bisognevoli e necessarii ad spegnere lo fuoco...

[32] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 36, pag. 230.10: et a ciascuno che apuntato sarae sia ritenuto per ciascuna apuntatura s. x di pic. del loro e di ciascuno di loro salario, così apuntati per lo camarlingo del fuoco che per lo tempo sarae.

[33] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 36, pag. 230.23: E 'l camarlingo de l'oficio del fuoco possa e debba della pecunia alle sue mani pervenuta e che perverrae pagare quelle quantitadi di pecunie per quelle cagioni e per alcuna di quelle delle quali si conterrae nelle deliberationi, provisioni o stantiamenti predetti, una volta o più volte...

[34] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 36, pag. 230.33: E 'l notaio de l'oficio de' gonfalonieri che per lo tempo sarae sia tenuto di scrivere li nomi e li sopranomi di coloro che così si trarranno, li quali così tratti e ciascuni di loro siano tenuti e debbano giurare, dinanzi dal notaio de l'oficio del fuoco che per lo tempo sarae, di fare bene e lealmente lo loro oficio...

- Campana del fuoco. || Cfr. campana 1.

[35] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 43, pag. 60.47: Et di po' li decti tre tintilli, non incontinenti ma mettendo in mezo alcuno spacio di tempo, et non perciò troppo grande, siano tenuti et debbiano sonare la suprascripta campana a destesa una grande pessa et grande sono; et chiamesse quello sono «la Campana del fuogo»: acciò che si faccia memoria alle persone della suprascripta Villa di Chiesa, che abbiano guardia del fuogo.

- Fras. Con (a, per, di) fuoco e (con, a, per, di) ferro/armi/coltello: mediante incendi e omicidi. Estens. In modo violento. Fras. Mettere a fuoco e a ferro: distruggere mediante incendi e omicidi. Estens. Annientare con atti di estrema violenza.

[36] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 1, pag. 273.18: E però la maiore parte del popolo consumata per fuoco e per ferro, il rimanente sotto corona fuoro venduti.

[37] Cronica fior., XIII ex., pag. 124.32: La mortalitade fu grande, e la terra fu quasi tutta presa; e sed e' non fossero stati misericordiosi, tutta la poteano distruggere a ffuoco ed a ferro.

[38] Cronica fior., XIII ex., pag. 137.24: Un'altra partita di genti, dove [erano] pulçelle e fanciulli in quantitade di X.M persone, si ri[n]chiuso' nel cerchiovito del tenpo; finalmente da' Saracini fuoro messi a fuoco ed a ferro.

[39] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 7, pag. 204.20: Uomo biasima che voi avete corso a Roma e sopra vostro paese a fuoco ed arme...

[40] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 197.10: prese Roma, e a fuogo e ferro la guastà...

[41] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 55.3: et assediò la terra, et combattella più volte, et tanto la strinsero, che l'ebbero per forza, et combattendo a dì XX di Maggio, et tutta per fuoco et ferro la destrussero...

[42] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 63, pag. 375, col. 2: Qualunqua no vennesse / ad tale pena jacquesse / como è custoditu; / dello seo scia scaltrito; / de foco et de coltellu / li darremo flagello.'

[43] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 129.5: Io ardirei d'andare per li fuochi e per le coltella: ma a questo non bisognia d'andare nè per fuoco nè per coltella...

[44] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 142.8: e quella provincia prima, e poi Bittinia con fuoco e ferro guasta...

- Fras. Mettere a, in fuoco: incendiare.

[45] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 8.219, pag. 735: un borgo pim e grasso, / murao, merlao tuto entorno, / che lì susa era, ê men d' un jorno / com bozom missem a basso; / e tuto l' atro casamento, / stalo e maxon de quello logo / fon cremae e misse a fogo, / rüina e disipamento.

[46] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 30, pag. 106.25: come la gran città di Troia fu messa a fuocho e a ruina.

[47] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 94, pag. 293.43: Molt'uomini sono, che pigliano per forza Castella, e Città, e mettonle a fuoco, e abbattono le gran rocche, e le gran fortezze, che lungo tempo son difese sanza potere essere prese per forza...

[48] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 12, pag. 67.20: Actille fu di Schiavonia, e con molta gente venne in Aquilea, e disfeciela, e Padova mise in fuocho...

[49] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 154.4: E questo fu di chonchordia de' Sanesi, e chosì cho' Perugini di chavalchare infino a Buonchonvento e metere a fuocho e pigliare prigioni e fare chuello che volevano.

- Morire di fuoco: perire bruciato in seguito a un incendio.

[50] Cronica fior., XIII ex., pag. 93.10: Et nel MCXV anni, del mese di maggio, s'apprese il fuocho in Borgo Sancto Appostolo in Firençe, e arse insino al Vescovado, e quasi la maggior parte della cictade; onde molta gente morì di fuogo.

[51] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 84, pag. 39.22: E se persona ci morisse de fuco, ch' el malfactore sia arso.

- Fig. Fras. Aggiungere fuoco a fuoco: agire peggiorando la situazione.

[52] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 21, pag. 268.1: Merciè, charo Padre, merciè de voi stesso! Non foco giungete a foco, a guiza de mizero hom, ma acqua; nè tribulassione a tribulassione, ma bon conforto.

4.1 [Adoperato come arma (per appiccare incendi)].

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 24, pag. 138.20: E due cavalieri colle catafratte al carro s' aggiugneano, e con grandi lancioni gittavano addosso alle dette bestie cencj accesi di fuoco, e guerniti di ferro, nè temeano le quadrella balestrate da coloro che in sulle bestie stavano...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 16, pag. 128.26: ma più li danneggiava lo fuoco che altra cosa, ch'elli era acconcio con pece, e sì s'aprendeva al zappino de la nave, sì che sormontava l'acqua, ciò è che non avevano podere d'amortarlo.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 418.10: La reina poichè de' palagi suoi vede venire il nemico alle mura della città, i fuochi volare in alto alle case, e in nullo loco contra i Rutoli non vede alcuna gente di Turno...

- [In contesto metaf., con rif. al desiderio amoroso].

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 133.10, pag. 185: I pensier' son saette, e 'l viso un sole, / e 'l desir foco: e 'nseme con quest'arme / mi punge Amor, m'abbaglia et mi distrugge...

- [Detto di un proiettile:] locuz. agg. Di fuoco: infuocato.

[5] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 254, pag. 333: Intando lu adversariu clamò li balesteri / con moschecte de focu, / con gavallocte et arcora armati cavaleri, / et adpressòse un pocu.

[6] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 19.5, pag. 8: De' Bardi scese questa per grandezza, / piú ch'altra donna graziosa e vaga, / la qual per sua virtute ognor s' avezza / di fare a tanti cuor la dolze piaga, / quant' ha canton di fuoco per altezza / ne l' arme sua, che giá mai non si smaga; / cosí, ferendo con franca giustizia, / nel mondo spegne dolore e tristizia.

- [Con rif. alla figura mitologica della chimera].

[7] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 300.2: Centauri vi sono ne' campi, [[...]] e la Chimera armata di fuoco...

[8] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 108.5: et la Chimera era armata di focu, et eranunchi li Arpii, li Gurguni...

4.1.1 [Armi] Locuz. nom. Fuoco grecesco, temperato: miscela altamente infiammante lanciata con un proiettile contro il nemico.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 20, pag. 309.19: Donde primamente l'uomo die fornire le castella ch'aspettano il sedio, di molto olio e di pece e di solfo, e di fuoco grecesco, per ardere gl'ingegni delli avversari.

[2] Fiore, XIII u.q. (fior.), 218.5, pag. 438: Venusso ben matin v'è su salita, / E sì sacciate ch'ell'era guernita / E d'arco e di brandon ben impennato; / E seco porta fuoco temperato.

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 13, pag. 125.2: quelli dentro argomentavano con macine e con fuoco grecesco, e fecero tanto che di torre in palazzo lo fuoco s'aprese tanto, che si distese in fino a la foresta talliata...

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 11, pag. 46.32: lo mal deven sì fero e sì forte ch'el no se pò portar, et è fogo greesco che no se pò amortar, dolor sença remedio che no se pò sanar... || Cfr. G. Crisostomo, Neminem, 11.3: «ignis extinguibilis, dolor sine remedio...».

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 71, vol. 2, pag. 134.1: ser Neri Abati [[...]] con fuoco temperato in prima mise fuoco in casa i suoi consorti in Orto Sammichele...

4.2 Fig. [In contesti metaf. (spesso associato all'immagine della favilla):] principio di rovina e devastazione materiale, causa o principio di rivolta o sovvertimento dell'ordine costituito.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 24, pag. 345.5: Della facellina di quello di Mario il fuoco della pistolenzia di Silla nacque; di questo fuoco mortalissimo, cioè della battaglia cittadina e di Silla, per molte parti del mondo molti tizzoni ne fuoro isparti...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 7.57, pag. 24: Vedete li periculi con breve comenzate, / che nasco l'omecidia e guastan le casate. / Guardatevo a le 'ntrate, che non intre esto foco! / Si se ce annida loco, nol porrai scarporire. / Or vedete lo frutto del mal delettamento...

[3] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 29, pag. 847: Çascuna crida forte cum remore; / l'una dixe :«A Forlì è 'l megliore!»; / e l'altra dicea :«A Modena sença tenore / farén trapello!» / Sì che tra loro vene un foco sì fello, / un tosego forte de mapello, / che sete setemane durò 'l zambello / d'ambe le parte.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 86.67, pag. 418: Per compir so re' voler / monti omecidii g' è faiti, / per segnorezar l'un i atri. / A la maire tanto bona / àm misso man in la persona / per gamaitar e per firir, / e àn squarzaoli lo vestir. / Tanto è crexua questa tempesta: / l'orar li àn levao de testa; / vegnui son in tanto fogo, / amor ni paxe no g' à logo.

[5] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 43, pag. 48.36: [1] Il maestro Antonio domandò Merlino e disse: «Io ho udito che, al tempo del gran dragone, saranno le terre tutte disfat[t]e e guaste». Disse Merlino: «Metti in iscritto che ne' paesi di Toscana cresceranno II fuochi che guasteranno gran parte di quegli paesi: e caccerà fuori l'uno l'altro, e quegli che andrà fuori non userà pure guatare il paese.

[6] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 49, pag. 116: nell'anno di Dio mille / trecento sette poi che fu chiavato, / surser di guerra picciole faville [[...]] Poi cresce tanto quisto foco acceso / che non vogava lengno Venetiano / da Nigroponte che non fosse preso...

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 39.29: Assai abbe fatto e ditto, che abbe acceso lo fuoco tra Veneziani e missore Mastino.

4.2.1 Fig. [Con rif. ad un sentimento divorante e distruttivo (odio, invidia, dolore o ira) o alla sua manifestazione].

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 19 (74), pag. 244.4: p(re)gemove affectuosa m(en)te che del maleficio facto da cutale vostro (con)tadino i(n) p(er)so(n)a d'Alb(er)to n(ost)ro citadino voglati fare ve(n)decta i(n) tale guisa che noi ne possemo essere (con)tenti, e lo scandalo che è i(n) la n(ost)ra t(er)ra s'amo(r)ti, e de questa favilla no sea fogo d(e) malivolentia e d'odio spetiale.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2631, pag. 266: Amico, or ti provedi, / ché tu conosci e vedi / che d' orgogliose pruove / invidia nasce e muove, / ch' è fuoco de la mente.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 3: con omo linguto no(n) avere parlame(n)to, acciò che no(n) amaestri la sua lingua in fuoco...

[4] Poes. an. urbin., XIII, 8.11, pag. 553: Unqua mai femena onesta / non menò sì gran tempesta, / ne lo plangnar non dà resta: / creio de dolla morrà. / Però ke solo uno poco / a lo plangnar non dà loco, / è ssegno d'ardente foco / ke consumando la va.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 13.6, pag. 43: Socce tenebre de 'nvidia: a onne ben post'ha ensidia; / de ben non ce arman vestigia, sì la mente ha ottenebrata. / Ècce acceso fuoco d' Ira, che a mal far la voglia tira: / vòlvose d'entorno e gira, mordenno co arrabiata.

[6] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 127, pag. 328: Con esse erracompangnase false Emulatïone / cum Curïoscitate, / lu focu de la Invidia con grande Anbitïone / de ria prosperitate, / coperta sanctitate / de falsa Ypocrescia / et perfida Riscia / de la Fede tradente.

[7] Immanuel Romano, XIII/XIV (tosc.), 4.3, pag. 320: Io, che trassi le lagrime del fondo / de l'abisso del cor che 'n sù le 'nvea, / piango: ché 'l foco del duolo m'ardea, / se non fosser le lagrime in che abbondo.

[8] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la cu(n)fessione, vol. 1, pag. 180.25: peccao si è um fogo chi no pò esser amortao so no p(er) lagrimoxa confessiom.

5 Fig. Sentimento, sensazione o moto d'animo intenso e totalizzante (atto ad infondere forza e calore o a provocare tormento); trasporto (verso qsa o qno) tale da riempire di sé l'animo di chi lo prova (inducendolo a stravolgere il proprio comportamento o le proprie convinzioni). Specif. Passione amorosa.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 1.24, pag. 12: Lo meo 'namoramento / non pò parire in detto, / ma sì com'eo lo sento / cor no lo penseria né diria lingua; [[...]] foc'aio al cor non credo mai si stingua; / anzi si pur alluma...

[2] Poes. an. sang., 1270-71, 1, pag. 69: Ardente foco al core s'è ap(re)so: / disaveduto mai nol vidi tale; / e tanto forte i(n) ello s'è acceso / che no(n) discende ma tuttora sale...

[3] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 3.12, pag. 457: Sacciate in veritate / che sì pres'è 'l meo core / di vo', incarnato amore, / ca more di pietate, / e consomar lo faite / in gran foch' e 'n ardore.

[4] Memoriali bologn., 1279-1300, (1287) 19.13, pag. 37: Mostrandome 'l cler viso me inflamai / de foco, ché de morte azo paura / s'el me s'ascura - lo vostro splendore.

[5] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 85.16, pag. 237: Amor, merzé di me pur solo um poco: / ca llei, cui dato m'ài a vassallag[g]io, / la preghi che mi traga d'esto foco.

[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 131.25: egli, assottigliato per l'amore, si distrugge, e a poco a poco ee consumato dal coperto fuoco.

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 112, S. Lorenzo, vol. 2, pag. 962.23: Ebbe neente di meno il santo martire, come dice quel santo Massimo, tre fuochi dentro, per li quali vinse tutt'i fuochi di fuori per lo maggiore incendio. Il primo fuoco fue la grandezza de la fede, il secondo l'ardente amore, il terzo il vero conoscimento di Dio...

- Fuoco d'amore.

[8] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.46, pag. 113: quell'è lo focod'amore / c'arde lo fino amadore / quando e[llo] non à sollaccio.

[9] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 59.19: Per lo costume de madona Venus, çoè delo amore, perde una poncela tosto lo so aunore, enperçò qe lo furore de quelo fogodelo amore no sa aver né guardar nesun muodo.

[10] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 50.11, pag. 121: Qual uomo ama di cor perfettamente, / nonn- ha mai conoscenza né misura, / tant'è lo foco de l'amore ardente.

[11] G. N. da Polenta, Rime, a. 1330 (ravenn.>ven.), 5.8, pag. 216: Così porto 'l desio com'è lla vista / che l'alto imaginar nel cor depenge / quand'aver gli ochi pò sì dolce vista; / onde foco d'amor la mente cenge, / sì che tutt'ardo...

[12] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 26.7, pag. 571: se, per mercé, pietà non ve conduce / a 'mmaginar come se strugge 'l core, / nel qual s' accende el gran focod' amore, [[...]] saver devete ch' él pò durar poco / en tal cor vita...

- Fuoco amoroso.

[13] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 2.16, pag. 74: Dura 'l meo core ardore / d'uno foco amoroso, / che per voi, bella, sento.

[14] Poes. an. umbr., XIII/XIV (2), 8: Vactend', a!, a lo ciù-gente! / Che, per suo 'more, mi trange in suo loco! / Et di' che la mia mente / tucta l'à presa d'amoroso foco.

- Fras. Mettere in fuoco: far innamorare (assegnando una situazione tormentosa).

[15] Picciòlo da Bologna, Canz., XIII sm. (tosc.), 18, pag. 70: Nel tempo ch'è 'n Bologna ballo e gioco, / ballando quella che l'aire innamora, / veggendo li acti soi gentili allora, / movendo li occhi Amor mi mise in foco.

[16] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.29, pag. 38: E par che verso lui [[scil. Amore]] mi faccia avante / gridando: - [[...]] Or ch'io vorrei ogni mio atto onesto / per lo tempo e per l'abito legale / (il qual portando indegnamente vesto), / e tu, crudele, iniquo e disleale, / m'à' messo en foco dond'ero già uscito / e secur mi tenea d'ogni tuo strale. -

5.1 [Relig.] [In contesti di argomento relig., detto del sentimento dovuto dall'uomo a Dio o del modo di essere di Dio nei confronti dell'uomo (con valore sempre pos.)].

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 7.23, pag. 82: O amor, devino amore, / amor, che non s' è amato! [[...]] Amor, divino foco, / amor de riso e ioco, / amor, non dài a poco, / ch' èi ricco esmesurato.

[2] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 951, pag. 54: E Margarita en sto torment / Pregà Deo omnipotent: / 'De lo fogo del to amor / Tu m' ày flamà la ment' e 'l cor / Ch' el no ge stea nexun peccà / Che no sia arso e desfantà.'

[3] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 14, pag. 118.14: Et quanto l'omo più patisce et sostiene tanto àe più in sé del fuoco dell'amore di Dio, lo qual consomma molte cose, ché tucti li odij et tucte le male volontà consomma, unde consommando, mostra la sua potentia.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 72.28: Et par ben che 'l fogo de l'amor de Cristo si è morto in tuto, né la çenere è pù calda, né in questo romosuglio de cristianismo chi è anchor in 'sto mondo chomo in fogolar fregio se pò pù trovar a penna carbon chi sia vivo né falupola acexa de l'amor de Cristo.

[5] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 7, pag. 33.28: Ago paenitentiam in favilla et cinere: Io fo penitenzia nella favilla del fuoco e nella cenere. Dove dava ad intendere che la sua penitenzia era di fuoco d' amore accesa, e era di cenere d' umiltà disprezzata.

[6] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1375] lett. 39, pag. 160.23: io pregarò [[...]] la somma etterna bontà di Dio [[che]] accesa di fuocod' amore perveniate, dalla signoria di questa misera e caduca vita, a quella perpetua città di Gerusalem visione di pace...

- Fuoco di carità .

[7] Poes. an. tosc.-pad., XIII, 3, pag. 29: Vergine glorïosa, matre de pïetate, [[...]] focode caritate, / alteza de virtude, radice de sanctitate...

[8] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 725.24: in Paradiso se' a noi beati una fiacola d'uno fuoco di caritade lucentissimo...

[9] Stat. castell., XIV pm., pag. 208.15: la fede catholica [[...]] la prechiara devotione de li discepoli de Cristo ardente de fuoco de caritade amaestrò con paraula de solecita predicatione...

[10] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 18, pag. 75.15: fra voi e con tutte le creature vi prego che 'l parlare di Cristo ritorni in tutto e per tutto, però che in voi si accendarà nuovo fuoco di carità , e ardarete tutte d'amore...

- [Con rif. a Dio, a Cristo, a un angelo].

[11] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 1, pag. 425.8: Nato è Cristo, [[...]] veragemente fuoco arzente, il quale chi il seguita l' allumina, e arde chi 'l tenta.

[12] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 3.69, vol. 3, pag. 44: mi rispuose tanto lieta, / ch'arder parea d'amor nel primo foco: / «Frate, la nostra volontà quïeta / virtù di carità, che fa volerne / sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta. || Cfr. ED s.v. fuoco.

[13] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 8.7, pag. 14: O sole eterno di vera iusticia, [[...]] tu, via e vita e fuoco, che consumi / ne l'aere nostro ciascuna inmondicia, / infondi la tua lume nel mio petto...

[14] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 28, proemio, pag. 606.37: Uriel, ch'è detto fuocodi Dio; questi è mandato quando da Dio è mostrata alcuna cosa per segno, che per quello sia intesa.

[15] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 24, vol. 1, pag. 187.27: L' anima, la quale in se è fredda, conosce, che Dio è fuoco, quando da lui infiammar si sente.

[16] Poes. an. sic., 1354 (?), 177, pag. 29: O focu ki sempri ardi et mai non ti astuti, / amur ki mai non falli, a tutti doni aiuti, / a li humani li panni et lu locu di tua virtuti, / misiricordia spandi, sublevani caduti.

[17] Considerazioni stimmate, XIV ex. (tosc.), 4, pag. 259.6: Allora santo Francesco, sentendo questo, sì gli ebbe compassione; e in fervore di spirito stende la mano sua addosso a costui, e toccalo. Mirabile cosa! Di subito ch'egli l'ebbe toccato colla mano incesa e forata dal fuoco serafico, si partì ogni freddo e tanto caldo entrò in costui dentro e di fuori, che gli parea essere presso alla bocca d'una fornace ardente...

5.1.1 [Con rif. allo Spirito Santo].

[1] Orazione ven., XIII, pag. 129.10: O dolce spirito sancto, tu è un fogod' amor; ven a l' anema mia e covrila de splendor, fala tuta devina e lusente plu cha lo sol...

[2] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 29.3, vol. 1, pag. 199: Lo Spiritu sancto è focoardente: / lo cor alumina e la mente, / ch'elli è l'alto amor potente / lo qual passa omgne dolçore.

[3] Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.), 297, pag. 95: mo sì ne prego quel bon glorioso / Spirito santo [[...]] k' ello en lo so amor deba abrasar en mi / sì com el fe' li Apostoli en quel dì / quand' êl devin fogo li enspirà, / stagando tuti doxo en una ca'...

[4] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 71, pag. 190.3: Quelli fue lo malvagio sergente et lo disleale et lo malvagio sermonatore et lo malvagio ipocrito co·llo malvagio cuore, et lo fuoco dello Santo Spirito non introe anco in colui et perciò no poté 'lli scadere dell'amore di Dio Nostro Signore, cioè fue colui a cui fue anunçiato la santa Parola.

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 22, vol. 1, pag. 150.16: comu lu sacrificiu di Helias, lu quali significau ki focu di Spiritu Santu divia viniri da chelu, et per virtuti di Spiritu Santu si divia fari lu sacrificiu di Messias.

5.1.1.1 Locuz. nom. Battesimo di fuoco.

[1] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1375] lett. 36, pag. 151.20: io voglio che poniate dinanzi da voi la memoria del sangue del Figliuolo di Dio, sparto con tanto fuoco d' amore, el quale sarà a noi uno continuo battesmo di fuoco, el quale purifica e scalda sempre l' anima nostra in tollendole ogni lordura e freddezza di peccato.

- Battezzare in fuoco.

[2] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 13, pag. 216.18: Egli vi battezzerà in Spirito santo e in fuoco. || Cfr. Mt, 3.11: «ipse vos baptizabit in Spiritu Sancto et igni».

5.2 [Con rif. al peccato (specif. la lussuria):] violento impulso che spinge al male o a specifiche azioni moralmente riprovevoli.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1454, pag. 74: E sì devem tuti saver / Q'a mantegnir la castitad / Se vol forçar la volontad: / Quel è bïato qe s'esforça / E qe quel fogo en si amorça; [[...]] Qé la luxuria asai n'engana: / Per quel pecato molti se'n dana.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 13.14, pag. 44: La Lussuria fetente, ensolfato foco ardente, / trista lassa quella mente, che tal gente ci ha 'lbergata.

[3] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 26, cap. 2, par. 6, pag. 415.27: Innocenzio, de vilitate conditionis humanae. O fuoco che non si spegne, cupidità insaziabile! chi fu mai contento del primo suo disiderio?

[4] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 139, pag. 122.4: \D.\ Perqué voss -El [fì] batezà in agua? \M.\ L'aqua è contraria al fogo e questo fogo spetialmente si è per significanza lo peccao; spezialmente la ira in l'animo, la concopiscentia in la carne è com fogo. E per asmorçare questo fogo vosse Criste ke lo So batesmo fisse in aqua.

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 15.1709, pag. 231: Al foco della femmina la terra, / L'abisso inferno, dicon, non gli basta, / Ma senza fine l'appetito sferra. / Ma se la fine del desìo carnale / Consideri, sarà la mente casta / Veggendo senza frutto lo gran male.

[6] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 21, pag. 297.26: Tucti li maestri e li servidori che sono intorno al tuo filiolo falli cacciare, e abbiamo le pió belle femmine e le pió avenante che possiamo trovare, e quelle stiano co llui a sservirllo lo die e la nocte, e io vi mectró deli spiriti che sono adornati a quel mistieri, che vi mectano lo fuoco dela luxuria.

[7] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 2, pag. 658.8: La donna non dee ubbidire al suo marito contro al comandamento di Dio [[...]] né fare disordinati toccamenti l'uno all'altro, né lusinghe, né piacevolezze, le quali mettano fuoco di lussuria nelle loro carni...

[8] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 12, pag. 137.32: Sintendu lu previti ki killa li acustava, ià sia zo ki illu fussi tantu debilj ki quasi non putia parlari, sfurzandusi dissi a la privitera: 'Pàrtiti da mi, kì ancora lu focu di la cuncupiscencia sì vivj in mj, et jn pir zo leva la pagla!' - zo è a ssi midemj: ca la fimina si è accasunj di inflamari lu focu di la cuncupiscencia carnali a li hominj -.

[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 164.23: Che cusì e pù 'sto mondo bruxa e arde de mal fogo, çoè de luxuria d'avaricia de superbia d'invidia e de vanna gloria, chomo ardesse mae fornaxa o forno de fogo de legne.

[10] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 281-90, pag. 88.12: La lor bellezza non t' inciterà al disonesto fuoco, anzi il caccerà via, e i lor costumi ti fieno inreprobabile dottrina alle virtuose opere.

[11] Legg. Sento Alban, c. 1370 (venez.), pag. 65.16: O impietade de luxuria sença fren, o fuogo devorador de raxon, perché consumes-tu lo afeto e lo amor de pietà con flama de luxuria?

[12] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 7, 50.1, pag. 469.19: Ma come che in altro fosse valorosa donna, fu nondimeno di tanto venereo fuoco accesa, che vedendo Nino, suo figliuolo, bellissimo giovane, si condusse a giacere seco...

[13] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 2, pag. 115.7: una vota avea Beneto vista in lo mundo una bella femena, la qua l' enemigo li reduse a le memoria, e formàli inte' l' imaginacium in tar modo la beleça de quella femena e de tanto fogo li accese l' animo, che la fiama de l' amor apenna li stava in lo peto, e quasi poco men, vençuo de desordonao amor, deliberava de lasar l' eremo.

6 [Med.] Locuz. nom. Fuoco di sant'Antonio; fuoco sacro, selvatico: eruzione cutanea accompagnata da un violento bruciore (herpes zoster).

[1] Ingiurie lucch., 1330-84, 18 [1335], pag. 22.4: Vaitende sossa fuia, che fuocodi S(an)c(t)o Antonio ti possa venire nele tuoi ca(r)ni (e) di figluocti et possi ardere co(n) tucti li tuoi beni...

[2] Gl Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 32, pag. 38.12: E quando le se mesea cum el sale e metese sovra el fugo sacro, çoè una malatia chiamà ignis sacer, sì lo cura...

[3] F Mesue volg., XIV (tosc.): Confectione di medicina scripta da Amec e vale a ogni passione facta da collera et flemma salso, come è fuoco salvatico, volatica lepra, cancro corrodente e simili... || Mesue, Opera, c. 73 r.

[u.r. 30.07.2023; doc. parzialm. aggiorn.]