FURIA s.f.

0.1 ffuria, furi, furia, furïa, furie, furïe, furii.

0.2 DELI 2 s.v. furia (lat. furia).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. a furia 2.3.1; a furia di popolo 2.3.3; concepire la furia 1.1; concepire le furie 1.1; con furia 2.3.2; con furie 1.1; di furia 2; gettarsi in furia 2; in fretta e in furia 2.3.1; in furia 2.3.1, 2.3.3; in furia e in caccia 2.3.3; in gran furia 2.3.1; levare in furia 2; levarsi in furia 2; mettere in furia 2; montare in furia 2; montare in gran furia 2.1; muovere in furia 2; porre in furia 2.2.

0.7 1 Ciascuna delle tre figure mitologiche impersonificanti la vendetta dei delitti di sangue (tramite il rimorso lancinante che attanaglia il colpevole, portandolo a uscire di senno; spesso indicate collettivamente al plur.). Estens. Creatura infernale. 1.1 Estens. [Associato a un'azione di trasporto o di possesso esercitata su qno:] personificazione di un sentimento o stato d'animo che induce ad un comportamento violento, smodato, inconsulto. 1.2 Estens. Persona dal comportamento violento, sconvolto (dovuto ad un intenso moto d'animo). 2 Perturbazione o sconvolgimento d'animo che induce ad un comportamento violento, sregolato, inconsulto. Meton. Comportamento violento, sregolato, inconsulto. 2.1 [Specif.:] stato d'insania (reso manifesto da azioni violente). 2.2 [Con rif. al sentimento amoroso o al desiderio carnale:] stato di forte tensione emotiva o fisica verso qno, tale da indurre ad un comportamento sregolato. 2.3 Movimento impetuoso e incontrollato, foga. 2.4 Estens. [Con rif. allo scatenarsi di un fenomeno naturale (o generic. di natura fisica) di particolare violenza (spec. vento)]. 3 Stato di violenza e coercizione. 4 [Med.] Patologia che provoca crisi convulsive (?).

0.8 Elisa Guadagnini 29.06.2007.

1 Ciascuna delle tre figure mitologiche impersonificanti la vendetta dei delitti di sangue (tramite il rimorso lancinante che attanaglia il colpevole, portandolo a uscire di senno; spesso indicate collettivamente al plur.). Estens. Creatura infernale. Furia infernale. || Lo stesso che Eumenidi e Erinni.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 136, pag. 156: Illó no è montanie ni vai ni guastature [[...]] ni spaguros figure / Ni fantasie ni furie ni anc altre pagure. / Ma el g'è planur mirabile e li losi plasivri / E li arborsei bellissimi e molt meraveivri...

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 44 rubr., pag. 77.17: Del consiglio ch'ebbe Satanasso co le Furie infernali.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 9, 1-9, pag. 258, col. 2.4: l'A. [[...]] per allegoría mette tre Furie infernali, le quai portano pene da serpenti e da bixe venenose...

[4] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Isifile, pag. 53.26: Ma ora m' avveggio io che Giuno non vi fue nè Imeneo; ma Proserpina, trista furiainfernale, vi fu, e sanguinosa colle maladette facelline vi soprastette.

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 16.8: Distrutta fue una casa, ma non fu degna di perire quella sola: per tutta la terra regna la crudele furia infernale Erinis.

[6] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 115.25: Et illocu sunnu li tavuli nobilimenti apparichati, in li quali sunu misi diversi vidandi, et staynu dananti li occhi di li affamati: ma veramenti li Furi infernali stanu actornu et non li lassanu mectiri manu a prindiri di killi vidandi.

[7] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 9, pag. 45.18: E pone Dante, che trovò questa Medusa nel più basso e nel più obscuro luogo dello 'mferno, con la quale trovò le tre furie infernali.

[8] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 32, pag. 503.22: Appo noi, li quali siamo in mezzo tra 'l cielo e lo 'nferno, e perciò si deono per noi intendere gli uomini di mezzano stato, son chiamate «Furie» e «Eumenide»: e questo per ciò che esse con più focosa noia incendono il perturbato, in quanto, essendo stimolato, per ciò che ricever gli pare ingiuria da chi non gli par che più di lui vaglia, e però parendogli equivalere e non potere secondo l'appetito, correndo, pervenire alla vendetta, tutto in sé si rode...

[9] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 9, 31-42, pag. 254.15: cioè Aletto, Tesifone, e Megera, [[...]] per comune vocabolo le chiama furie, perch' elle fanno perturbare la mente: furia tanto è quanto perturbazione di mente.

- [Detto delle Parche].

[10] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 475.2: Di queste tre furie, Cloto, Lachesis, ed Antropos è scritta l'esposizione nella [chiosa] del IX canto d' Inferno.

1.1 Estens. [Associato a un'azione di trasporto o di possesso esercitata su qno:] personificazione di un sentimento o stato d'animo che induce ad un comportamento violento, smodato, inconsulto.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 53.16: Mossa per le selve, con grande moltitudine delle sue compagnie, Progne era terribile; e menata dalle furie del dolore, o Bacco, facea vista d'avere le tue furie.

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 73.12: Oy me dulenti, kì tantu mi ardi lu to amuri ki li Furi mi portanu a modu di pacha.

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 122.26: Io ricevetti lui cacciato e fadigato in mare, bisognoso della terra; ed io folle locai lui in parte del regno: io rinovai il perduto navigio, e li compagni suoi liberai da la morte. Oh io so portata dalle Furie, incesa e infiamata!

[4] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1072, pag. 69: Chossì dizendo e lagremando forte, / el zonse i chavalieri de Pilato, / chomo cholor che par che furia porte.

[5] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 9, cap. 18, pag. 409.26: Queste pene ha avuto la Dea degli spogliatori del suo tempio; nè prima si rimarrà di stimolargli tutti con furie, che fia riposta la sacra pecunia ne' suoi tesori.

- Fras. Concepire le furie, la furia.

[6] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 4, pag. 236.34: Adunque, poi che vinta dal dolore concepea le furie, ha fermo di morire; ella istessa con seco trovò il tempo e il modo.

[7] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 75.23: Ultimamenti, poy ki Dido si vidi in lu sopnu lassari sula da lu crudili Eneas, cunvinta di unu inextimabili [duluri], cunchippi brevimenti la furia, et firmausi di vuliri muriri...

- Locuz. avv. Con furie: con estrema violenza.

[8] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 1, pag. 221.28: Nella notte con furie il dolor troppo crudele infuriisce contra me, il quale con maggior piaga passa il mio cuore.

1.2 Estens. Persona dal comportamento violento, sconvolto (dovuto ad un intenso moto d'animo).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.22, vol. 1, pag. 509: Ma né di Tebe furie né troiane / si vider mäi in alcun tanto crude, / non punger bestie, nonché membra umane, / quant' io vidi in due ombre smorte e nude...

2 Perturbazione o sconvolgimento d'animo che induce ad un comportamento violento, sregolato, inconsulto. Meton. Comportamento violento, sregolato, inconsulto. || Spesso in dittologia con ira.

[1] Poes. an. urbin., XIII, 34.18, pag. 613: De vitio e de luxuria, / de superbia e de furia / fact'aio grande iniuria / a cCui dibbi amare.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 453, pag. 576: Plusure volte li homini recepen no[cu]mento / de lo vino, chi bévende extra temperamento, / oy vene da la furia de vino violento; / ma tu schifare potilo, se fai mio documento; / l'acqua frange la furia de onne vino, / nè tanto sia fumuso o citrino.

[3] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 180.26: grande danno e grande angoscia e grande dolore e grande tenpesta e grande persecuzione avenne in [Troia], quando così [alta] giente e così nobile e ccosì valentri chavalieri erano a tanta furia giudichati.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 143.84, pag. 602: Per re' guardo [[...]] scandaro, brega o tenzon / de che tu sei stao caxon, / se, per ira o per furia, / cometesti greve injuria...

[5] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 10, pag. 11.20: El terço modo si è quando l'omo abraxado de ira o de furia se mete in perigolo. Costu' a modo de bestia salvaça ardidamente se mete en li perigoli e molto è semejante a quelu' lo qual è forte. Ma questu' no à miga verasia forteça, perçò ch'el no se mete en lo perigolo deliberadamente, ma sì è portado a çò da ira e da furia.

[6] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 31, pag. 68.29: Zalla guardau a sanctu Benedictu cum furia, et acconmenzau a gridare cum grandi vuchi...

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 159.28: Et Nabuchodonoxor [[...]] fa un mal peglio e per la gran furia el no poeva ben alainar le parole ma a gran penna disse...

[8] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 149, pag. 120: Non è chara la cosa se non chosta, / e se lla nostra moneta non basta / ai chierice ricche ponete l'inposta, / chè troppo è melglio ch'entrare alla guasta; / forse semarà la furia loro / che spessamente l'abondanza adasta.

[9] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 50.10, pag. 595: Per ciò che 'l mastro fin de le saiette / venuto è encontra me con furia grande, / e quatto poi ver me l' arco suo pande.

[10] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 48.1: Et dichendu chisti paroli lu Duca a lu populu, li plui savii mitigaru la furia di lu populu dichendu: «Mittimulu in prisuni et sia beni guardatu per fina chi di nostru consiglu deliberamu chi diyamu farindi».

[11] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 10, pag. 36.26: Onda el entrà in una capella de la verçene Maria, e començà cum molte lagreme chiamare misericordia a la verçene Maria, ch' ella lo tresse de la segnoria e de le man del diavolo. E i demonii venne cerca lui cum gran furia, e parea ch' i lo volessen quasi maniare e dissege: «Soço ladro desliale, com t' e' potù partire da nu, che nu t' abiemo fato de piçolo grande e de povero richo, e de miseria t' avemo conduto in gran stao.»

- [Come personificazione].

[12] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 437.1, pag. 262: Monna Furïa e monna Violenza / monna Inconstantia e monna Socheza / cum sua çente cavalcavano a freça / ver' la cytà voyta [de] providenza...

- Fras. Gettarsi, levar(si), montare in furia: assumere un comportamento sconsiderato, violento (conseguentemente ad un forte perturbamento d'animo).

[13] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 12, proemio, pag. 216.10: hano signoria, e sono maliziosi; la qual malizia non è temperata con senno, perchè non l'hanno, e perciò si gittano in furia, e cercano mali consigli da' giudici...

[14] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 142, vol. 3, pag. 287.12: All'entrante di giugno del detto anno per ingiurie ricevute da certi grandi si levò in furia il popolo minuto d'Ancona, e si levò a romore e assaliro i nobili e grandi di loro città...

[15] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 107, pag. 213.12: Vedendol questo Meleagro montò in tanta furia, che tramenduoi li ammazzò.

[16] Dom. da Monticchiello, Rime, 1358 (sen.), 3.154, pag. 45: Erode vidi, el traditor fallace, / colla moglie del frate aver lussuria, / ripreso lui dal Batista verace; / e vidi lui per ciò levare in furia, / e al Batista far tagliar la testa / per vendicarsi della detta ingiuria.

- Fras. Mettere, muovere in furia (spec. pass.): turbare qno (al punto da fargli perdere il controllo di sé).

[17] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 289.11: le cavalle son mosse in furia e per rimoto ispazio, per luoghi divisi per lo fiume, seguitano i cavalli. || Cfr. Ov., Ars. am., II, 437: «in furias agitantur equae».

[18] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 119.21: sì come Thyas sacerdotessa di Bacco va furiando, desta e mossa per le cose sacre rinovate, poi che udito Bacco le sue sollennità di tre anni la stimolano e mettono in furia, e Bacco nella notte chiama il monte Citheron gridando.

[19] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 21.24, pag. 396: Questa / gente fa come lupa in sua lussuria, / che 'l più cattivo, quando dorme, desta». / Poi il domandai se fanno altrui ingiuria. / Rispuose: «No, se per alcuno oltraggio, / sì come avièn, non fosson messi in furia».

- [Detto di persona:] locuz. agg. Di furia: atto a perdere facilmente il controllo di sé e assumere un atteggiamento o un comportamento aggressivo.

[20] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 970, pag. 432.6: Li quali ambasciadori furono eletti più volte, e niuno vi volea ire, considerato che li Sanesi sono uomini di furia, e non molto perfetti amici de' Fiorentini.

2.1 [Specif.:] stato d'insania (reso manifesto da azioni violente).

[1] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, pag. 761.18: avvenne a quel tempo che Atamante re de' Tebani, essendo diventato furioso, vedendo la moglie ch'avea nome Ino, venire verso lui con due figliuoli in braccio, l' uno dall'un braccio, e l'altro dall' altro, parveli in quella furia che la moglie fosse una leonessa e figliuoli fossono leoncini, e però gridò: Tendiamo le reti sì ch'io pigli la leonessa e ' leoncini...

- Fras. Montare in gran furia: abbandonarsi ad un comportamento inconsulto, imprevedibile e violento (conseguentemente alla completa perdita di senno).

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 7, pag. 32.23: hii poveri, per voler-se ainguar a i richi, devenan sì rabiosi ch'i no se pòn guarir, bench'i fossan scotai con la chiave de san Bassan da Loe, e insan for de seno e montan in gran furia e de[ve]nan frenetichi e mati da caina...

2.2 [Con rif. al sentimento amoroso o al desiderio carnale:] stato di forte tensione emotiva o fisica verso qno, tale da indurre ad un comportamento sregolato.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 1, pag. 607.16: Non è maraviglia se a costui Esopo tragedico dovea dare anzi in adozione il suo figliuolo, che lasciarlo erede de' suoi beni; giovane non solamente di perduta lussuria, ma ancora di lussuriosa furia.

[2] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 83, pag. 970.14: Mirra [[...]] venne in sozza furia di lussuria, sicché il diavolo le [si] mise in cuore e infiammolla, sicché sozzamente s'innamorò di Cinares suo padre...

[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 261-70, pag. 83.12: In luogo d' ira e di superbia ebbero mansuetudine e umiltà; e la rabbiosa furia della carnale concupiscenzia con astinenzia mirabile domarono e vinsono, prestando maravigliosa pazienzia alle temporali adversità e a' martiri.

[4] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 8 [lussuria].5, pag. 51: I' son la scelerata de lussuria [[...]] I' son foco portato pien de furia; / li Greci e li Troian giá mal me videro; / l' anima perdo e 'l corpo mio n' assidero; / io vivo con malie e con aguria.

- Fras. Porre in furia: agitare violentemente (per una forte tensione amorosa o erotica).

[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 28.32: Ma Venus pensa nel cuore suo nove arti, e nove consigli: come Cupido, mutato la faccia e la persona, venga in vece del dolce Ascanio, ed accenda la reina co li suoi doni e ponga in furia, e 'l foco dell'amore involla nell'ossa sue...

[6] Maramauro, Canz., p. 1374/78 (napol.>tosc./sett.), 2.3, pag. 194: Per ch'io no m'abia sì de rime armato, / quanto bastasse per dir mal d'Amore, / che 'l mondo e 'l cielo à posto in tanta furia, / io pur dirò, sì come ò già pensato, / del fuoco, de la fiamma e de l'ardore / de due figle de Loth e de l'ingiuria / commessa al padre per usar luxuria...

2.3 Movimento impetuoso e incontrollato, foga.

[1] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 19, pag. 40.32: Questo tigro significa una partita d'omini correnti che non àno stabilità neiente; ché quando lo dimonio [[...]] li à tolta l'anima per alcun peccato mortale, [[...]] sì connosceno che sono in malo stato e briganosi di raquistare l'anima con grande furia, digiunando, affligendo lo corpo in pelegrinaio...

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 26, pag. 101.21: E tanta polvere coperse l' aria con la sua nebbia per la furia de' correnti cavalli, quanta ne manda il vento di Trazia nella soluta terra.

2.3.1 Locuz. avv. A, in (gran) furia: in modo impetuoso, disordinato, incontrollato.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 327, vol. 2, pag. 497.18: Il popolo di Bologna a furia voleano uscire fuori, ma da loro capitano furono ritenuti, acciò che non compiessono la loro infortuna d'essere afatto isconfitti, e perdessono la terra...

[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 12, pag. 5: Lo popolo ad armare in gran furia ne gio / Et talliaro tucti ad peczi chi non se nne fugio.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 50, vol. 1, pag. 92.6: e contradicendo i· rre e il suo consiglio la furiosa presunzione de' giovani baroni e de' popoli napoletani, in furia s'aparecchiarono dell'arme.

[4] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 806, pag. 335.24: E come fu questo parlamento, così fatti furono gli altri, colle spade in mano, e niuno ordine di parlamento si fece, come si dee fare ordinato, ma a furia. Si disse: «Volete voi così?». Ogni uomo dicea «sì»; e niuno avrebbe osato dire no per la vita.

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 16, pag. 40.21: avendo a comprare ronzini, quelli de' vicini non vogliamo, che ci paiono pieni di difetti, e quelli de' Tedeschi che vanno a Roma, in furia comperiamo.

- Locuz. avv. In fretta e in furia: in modo estremamente rapido e disordinato (senza una preparazione adeguata).

[6] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 196.4: E per questo aviene che in fretta e in furia spesso conviene che ssi soccorra il nostro Comune, e cche più l'antico ordine, e il grande fascio della nostra comunanza, e lla fortuna, governi e regga la città di Firenze, che 'l senno e lla provedenza de' suoi rettori.

2.3.2 Locuz. avv. Con furia: in modo eccessivamente impetuoso, senza una preparazione adeguata o un'adeguata riflessione; frettolosamente.

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 10, pag. 81.1: Acciò dunque possiamo meglio, e più agevolmente mutare i cuori, convienci mostrare, che la nostra correzione da amore proceda, e non da odio. Oltre ciò non si vuol questo fare con furia, come fanno alcuni, che ogni mosca vogliono tagliare con la spada. Ma vuolsi ogni cosa considerare...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 117, vol. 1, pag. 581.26: il conte Artese e' suoi Franceschi [[...]] vedendosi dispregiare a' Catalani e a' Ciciliani, presono isdegno, e con furia e sanza ordine montarono in galee...

[3] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 158.1: ll' Inghilesi, chon furia, sanza aspectare né popolo né masnada n' andaro insino a' serragli de' Fiorentini...

- [Prov.].

[4] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 212.104, pag. 266: Chi impresa fa con furia / Talor si spezza il capo.

2.3.3 Moltitudine scalmanata di persone che fanno ressa, tenendo un comportamento incontrollato, imprevedibile, spesso aggressivo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 18.92, vol. 2, pag. 307: E quale Ismeno già vide e Asopo / lungo di sé di notte furia e calca, / pur che i Teban di Bacco avesser uopo, / cotal per quel giron suo passo falca, / per quel ch'io vidi di color, venendo, / cui buon volere e giusto amor cavalca.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 18, 76-96, pag. 361, col. 2.17: quando avvenía che la contrada avesse secco, che temesseno che lor vigne perdesseno loro frutto, la notte ensíano de for tutti li Tebani, e su per le rive de quisti fiumi andavano cridando: 'Aqua, aqua!'; ed erano in tanta multitudene e furia, che passava omne mesura.

[3] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 55.23: E Tomagi Malenotti fu morto d'uno quadrello nell'entrata, quando s'entrò dentro in Piano Chastagniaia per la gran furia che v'era nell'entrare.

- [Con rif. ad un'azione violenta condotta da una folla scalmanata:] fras. A furia di popolo.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 26, rubr., vol. 1, pag. 509.1: Come il tribuno di Roma fu morto a furia di popolo.

- [Associato a verbi di movimento:] locuz. avv. In furia: con i modi violenti di una moltitudine agitata e aggressiva.

[5] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 27, pag. 131.9: Quegli dell' oste, vedendo questo, v' entraro in furia ne la terra, e intesero a robbare e a prendare agio.

[6] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 592, pag. 214.39: Ed ancora giovò molto che tutto il poggio di S. Giorgio, di cui i Bardi si fidavano, veggendo il popolo diretto in furia contro a' Bardi e dire loro: «Venite a guadagnare con noi», tutti presero l'arme con loro...

- Locuz. avv. In furia e in caccia: con l'impeto violento di una folla scalmanata.

[7] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 18, 85-96, pag. 428.19: E fa una similitudine, dicendo che questa gente andava in furia e in caccia, come andavano li Tebani lungo li loro fiumi; cioè Ismeno et Asopo, quando faceano sacrificio a Baco loro iddio, per avere dell'acqua per le loro vigne, dicendo così: E quale furia e calca Ismeno et Asopo...

2.4 Estens. [Con rif. allo scatenarsi di un fenomeno naturale (o generic. di natura fisica) di particolare violenza (spec. vento)].

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, cap. 3e, pag. 76.9: Nella quinta parte si domanda onde vene al vento tanta furia e inpito che atterra edifizia e sradica alberi e fa grandi pericoli.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 522.4: de' quali il primo [[scil. Isaia]], non profezia, ma Evangelii mi pare ch' egli tessa; il secondo [[scil. Geremia]] verga [ign]ea accesa dalla f[ur]ia d' aquilone, e leopardo spogliato de' suoi colori nunzia...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 347.23: Egli sì come scoglio fermo di sasso, il quale appare nell'alto mare contra le furie de' venti, posto a rimpetto alle fortunose tempeste del mare, esso non movendo si sostiene ogni violenzia, e le minaccie del cielo, e del mare...

[4] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 106.26: E inchontanente chome el potestà gli ebbe cavati fuora inchominciò e' butigari e 'l populo, el quale era in sul Chanpo, a trare di molti sassi, e de' sette che erano presi ne tolsero sei al potestà. E fu tanta la furia de' sassi che molti della famiglia del potestà furo feriti.

[5] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 146, pag. 54.29: e fue sì grande la furia e l'impeto dell'acqua che il ponte di S. Trinita e quello della Carraia caddono e per lo piano di sotto fece molto danno.

- [Con rif. alla febbre o altri eventi fisiologici].

[6] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 67.133, pag. 335: E tu, Dïana e Proserpina casta, / nemica di pigritia e di lusuria, / ne la cui bela curia / viven sperando i presti a' fatti magni, / col tuo suave fredo sì contasta / a ogni forza che li fa ingiuria, / e mitiga la furia / di febre e di ferite e d'altri lagni!

[7] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 214, pag. 226.4: E chi mete questa somença intriega in l'aqua e laga(r)la stare una note o un dì, po açunçerge un puocho de çucharo e beverlo, l'asmorça la furia de le fievre acute e la se', e ressolve el ventre.

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 129, pag. 256.7: Alcuna fiata advene ch(e) l'ung(n)a lesa ad tuctu se p(ar)te da lu tuello et q(ue)llo àne b(e)n p(er) la fu(r)ia d(e) m(u)lti humuri (con)c(ur)renti ad l'ung(n)a.

3 Stato di violenza e coercizione. || Cfr. furore 2.1.

[1] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 5, 27.3, pag. 65: Ben hai, om, molto / da laudare e sempre ringrazïare / el tuo Signor Iesù Cristo, che tolto / t'ha dall'onferno [[...]] esso era Dio e[d] [e' sì] volse / diventar uom per te, el rede[n]tore, / e da infernal furia sì ci disciolse...

4 [Med.] Patologia che provoca crisi convulsive (?).

[1] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 108v, pag. 72.20: Fren, indeclinabile... quedam exagitacio furoris, que dicitur furia vulgariter vel gucta.

[u.r. 20.04.2010]