GAETTO agg.

0.1 gaeta, gaetta.

0.2 Etimo incerto: i commentatori intendono da gaio, etimo rifiutato da ED (che cita però solo il medio prov. caiet 'screziato'). DEI propone un poco verosimile *gallius 'variopinto come la penna del gallo'; riconduce il lemma al sost. prov. gajet 'ghiandaia, uccello dal piumaggio variopinto' Malato, Saggio, p. 32.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

0.6 N Att. solo in Dante e nei commenti.

Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Detto del manto della lonza:] screziato, maculato.

0.8 Elisa Guadagnini 19.06.2007.

1 [Detto del manto della lonza:] screziato, maculato. || Cfr. Inf. 1.33: «una lonza leggiera e presta molto, che di pel macolato era coverta»; Inf. 16.108: «la lonza a la pelle dipinta».

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.42, vol. 1, pag. 9: Temp' era dal principio del mattino, / e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle / ch'eran con lui quando l'amor divino / mosse di prima quelle cose belle; / sì ch'a bene sperar m'era cagione / di quella fiera a la gaetta pelle / l'ora del tempo e la dolce stagione...

[2] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 1, pag. 93.2: Essendo ocupato nell'animo da' sopra detti vizî, alcuna cagione di speranza l'ora del tempo, gli dava e la dolce stagione e della fiera la gaetta pelle; immaginando che la chiarezza del felice lume gli avea incominciato a raggiare nella mente nel prencipio del dí, sí come in principio di luce e fine d'oscurità; [[...]] e simigliantemente immaginando, alla vaghezza della gaetta pelle pensando, ché la naturale par che conceda che, dove piú è valore, piú cotale fuoco s'accenda, avegna che ciò acettare non si debbia, se non come vizio.

[3] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, pag. 94.15: Mostra D. ragionevelmente essere impedito da luxuria, e però che D. dice per questo vicio fu tal volta volto a tornar indreto; ma a bene sperare gli era cagione la gaeta pelle de quella leonza [[...]] Considerare che D. dice qui che 'l sol era congionto col signo de Ariete, el quale è casa del pianeto de Marte; el quale Marte è signo opposito de Venus. E però dice che li era cagione de bene sperare la gaetta pelle, cioè li primi moti o le prime apparentie del vitio de luxuria, el quale intrinsicamente è sozo e ville ed extrinsicamente par bello e delectevele.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. I (i), par. 32, pag. 25.35: «Sì ch' a bene sperare». Questa lettera si vuole così ordinare: «Sì che l' ora del tempo e la dolce stagione m'era cagione a sperare bene di quella fiera alla gaetta pelle»; o vero, se la lettera dice «di quella fiera la gaetta pelle», si vuole ordinare così: «m'era cagione a sperare bene la gaetta pelle di quella fiera». Ciascuna di queste due lettere si può sostenere, per ciò che sentenzia quasi non se ne muta.

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 1, 31-42, pag. 33.9: E dice: a bene sperar la gaetta pelle; cioè leggiadra e vaga del detto animale s'intende d'avere la gaetta pelle, e però s'intende di vincere e prendere lo detto animale et ucciderlo: imperò che per la pelle avuta, s'intende preso l'animale e morto.

[u.r. 17.06.2009]