0.1 fiameçava, fiamegente, fiameggiano, fiamegia, fiamegiar, fiamegio, fiammeçano, fiammeggia, fiammeggiando, fiammeggiano, fiammeggiante, fiammeggianti, fiammeggiar, fiammeggiare, fiammeggiarsi, fiammeggiasse, fiammeggiava, fiammeggiavano, fiammeggio, fiammeggiò, fiammegiar.
0.2 Da fiamma.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Metaura volg., XIV m. (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Dom. Scolari, c. 1360 (perug.).
0.7 1 Produrre una fiamma; emettere fiamme. 2 Emettere luce (detto soprattutto di astri). 2.1 [Per luce riflessa]. 2.2 [Con rif. a una luce soprannaturale]. 3 Rendere luminoso (fig., con rif. alla luce ideale dell'amore).
0.8 Francesco Sestito 24.10.2007.
1 Produrre una fiamma; emettere fiamme.
[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 6, pag. 186.9: Quella città per fuoco perire doveva, e dal cielo movente e fiammeggiante, e con gravi troni e saette.
[2] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 19, ch., pag. 206.28: quando si congiungono queste due pianete, Marte e Iove, e alotta ne l'aiere fiameggiano questi cotali fuochi.
[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 3, 82-99, pag. 99.38: Per questo mostra che Caron avesse li occhi che fiammeggiavano d'intorno, e facevano ruote di fuoco intorno a sé.
- Sost.
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.28, vol. 1, pag. 316: Qual suole il fiammeggiar de le cose unte / muoversi pur su per la strema buccia, / tal era lì dai calcagni a le punte.
[5] Dom. Scolari, c. 1360 (perug.), 184, pag. 15: Uno fiamegiar d'enfinite candele / vidi denanze al santo tribunale / e fulminar la spada de Michele.
2 Emettere luce (detto soprattutto di astri).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.16, vol. 2, pag. 38: Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio, / rotto m'era dinanzi a la figura, / ch'avëa in me de' suoi raggi l'appoggio.
[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 22.11, pag. 24: poi quand'io veggio fiammeggiar le stelle / vo lagrimando, et disiando il giorno.
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 278.24: quale la nube cerulea quando fiammeggia per li raggi del sole, e risplende a lunga...
2.2 [Con rif. a una luce soprannaturale].
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.130, vol. 3, pag. 169: Vedi oltre fiammeggiar l'ardente spiro / d'Isidoro, di Beda e di Riccardo, / che a considerar fu più che viro.
[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 28, 22-39, pag. 620, col. 2.22: Cui men, çoè quanto era lo cerculo piú presso al centro, tant'era piú lucido, chiaro e fiamegente.
- Sost. (anche nella forma pron.).
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 18.25, vol. 3, pag. 295: così nel fiammeggiar del folgór santo, / a ch'io mi volsi, conobbi la voglia / in lui di ragionarmi ancora alquanto.
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 12.23, vol. 3, pag. 191: Poi che 'l tripudio e l'altra festa grande, / sì del cantare e sì del fiammeggiarsi / luce con luce gaudïose e blande, / insieme a punto e a voler quetarsi [[...]] si mosse voce...
3 Rendere luminoso (fig., con rif. alla luce ideale dell'amore).
[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), II, ott. 17.7, pag. 26: Antonia, Antonia col viso giocondo [[...]] Amor di tanti raggi ti fiammeggia / che 'l cieco veder fai chi ti vagheggia.