PULCRARE v.

0.1 pulcro.

0.2 Lat. pulcher.

0.3 F Dante, Commedia (ed. Lanza), a. 1321: 1; Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.): 1.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.6 N Variante di più mss., fra cui il Trivulziano 1080, base dell'ed., preferita da Lanza ad appulcro (v. appulcrare). L'att. nel corpus del Maramauro è cit. dantesca dipendente dalla stessa lezione.

0.7 1 [Ret.] [Abbellire:] aggiungere per abbellimento.

0.8 Pietro G. Beltrami 12.05.2007.

1 [Ret.] [Abbellire:] aggiungere per abbellimento.

[1] F Dante, Commedia (ed. Lanza), a. 1321, Inf. 7.60: Mal dare e mal tener lo mondo pulcro / ha tolto loro, e posti a questa zuffa: / qual ella sia, parole non ci pulcro. || Lanza, Commedìa, p. 61.

[2] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 7, pag. 186.9: «E quale essa sia, cioè la buffa, parole non te pulcro», cioè polisco o adorno; et declinatur pulcro, pulcras, pulcrat.