DONO s.m.

0.1 dauno, ddono, do, doim, dom, domny, don, don', done, doni, donne, donno, dono, donoi, donora, dónora, donu, donym, doym, dum, dun, duni, dunni, dunno, duno, dunora, dunu, duon, duone, duoni, duono.

0.2 Lat. donum (DELI 2 s.v. dono).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 4.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Doc. fior., 1272-78; Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., 1298; Siribuono giudice (ed. Contini), XIII sm. (pist.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); a Lett. lucch., 1300 (5); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Lett. pist., 1320-22; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Lett. mant., 1282-83 (?); Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.); Stat. chier., 1321 (2); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Doc. udin., 1354; a Stat. ver., 1380; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Stat. castell., a. 1366; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. addomandare in dono 1.2.4; avere in dono 1.2.3; chiedere in dono 1.2.4; chiedere per dono 1.2.4; dare in dono 1.2.2; dono di tempo 7.1; far dono 1.2.1, 3; in dono 1.2.5; offrire in dono 1.2.2;prendere in dono 1.2.3; ricevere in dono 1.2.3; togliere in dono per moglie 1.2.6.

0.7 1 Trasferimento gratuito ad altri della proprietà di qsa. 1.1 Offerta fatta per spirito di carità; elemosina. 1.2 Locuz. e fras. 1.3 [Dir.] Donazione. 2 L'oggetto di cui viene trasferita la proprietà. 2.1 Omaggio offerto come espressione di stima, di rispetto, di riconoscenza. 2.2 Plur. Gli oggetti che, oltre alla dote, venivano dati alla sposa. 2.3 [Con rif. alle risorse fornite dalla natura (o, tramite essa, da una divinità)]. 2.4 Il seme maschile ricevuto dalla donna nel rapporto sessuale. Estens. La fecondazione. 3 Fig. Concessione di un favore, di un privilegio; il bene stesso concesso (e anche il piacere, la grazia). 4 Dote, virtù, bene fisico o morale (concesso da Dio, o ricevuto dalla fortuna o dalla natura). 5 Ciò che si dà (o si promette) in cambio di qsa di utile, di un favore (anche amoroso); ricompensa. 5.1 Ciò che si dà come riconoscimento di un merito; premio. 6 [Econ./comm.] Tributo, imposta. 7 [Econ./comm.] Interesse maturato sopra una certa somma. 7.1 Locuz. nom. Dono di tempo.

0.8 Paola Picecchi 06.12.2006.

1 Trasferimento gratuito ad altri della proprietà di qsa.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 350, pag. 574: Non è mai tal amigo êl mond, qi ben ie pensa, / como 'l don qe fa l'omo en celad o a mensa.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1420, pag. 225: ché dare tostamente / è donar doppiamente, / e dar come sforzato / perde lo dono e 'l grato...

[3] Siribuono giudice (ed. Contini), XIII sm. (pist.), 3, pag. 333: non per merto di tu' don, ch'i' non quegli / son che 'l possa sodisfar, né s'avegna, / ma per lo tu' valor che m'ha pres'egli, / il faccio, c'Amor me far ciò si degna.

[4] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1591, pag. 394, col. 1: et quilli che ricchi sonno, / che appetano per mi dono, / tu li guarda da male / e da pena eternale / e da rea operatione / e da mala congregatione / e de omne gratia preterito / et infine li dà merito.

[5] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 4, par. 30, vol. 1, pag. 32.24: non possa, né degga alcuno de la dicta famelgla per sé overo altre tolglere, auferire, tollere, auferire overo tolglere fare per sé overo enterposta persona piubecamente, secretamente, directamente, overo per obelico, alcuno ensenio overo presente overo alcuno dono overo alcuna quantitade de pecunia overo alcuna cosa per cagione de spese overo victualie...

- Fare doni.

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 24 (85), pag. 247.16: Ma lo guardiano del çardino (con)tradisse s'eo no li facessi doni placeveli (e) honesti.

[6] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 6: no(n) volemo che la n(ost)ra larghessa p(er) fare doni porti altrui da(n)pno, acciò che quello che si dà no(n) s'appicchi (con) da(n)no altrui.

- Fig.

[7] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz..14, pag. 61: E più che nulla gioia, ciò m'è viso, / sì ricco dono Amore m'à donato, / che mi ne fa tuttora in gioia stare, / che 'nfra esti amanti m'à sì bene as[s]iso, / che più che meo servir m'à meritato.

[8] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 4.9, pag. 64: Amor non vole ch'io clami / merze[de] c'onn'omo clama, / né ch[e] io m'avanti c'ami, / c'ogn'omo s'avanta c'ama; / che lo servire c'onn'omo / sape fare nonn- à nomo, / e no è in pregio di laudare / quello che sape ciascuno: / a voi, bella, tal[e] dono / non vorria apresentare.

[9] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 45.15: E questo don qe tu me fai è molto meiore ke se tu me donase una citade.

- Estens. Atto di liberalità.

[10] Novellino, XIII u.v. (fior.), Prologo, pag. 117.2: Questo libro tratta d'alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di be' risposi e di belle valentie e doni, secondo che per lo tempo passato hanno fatto molti valenti uomini.

1.1 Offerta fatta per spirito di carità; elemosina.

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 223.35: e ello, per Longobardia e per Tuschana potente mente vignando a Roma, del papa, dela chieresia et del puovolo da Roma honorevol mente el fo recevudo e coronado in imperador; molte done feze ale chiesie.

1.2 Locuz. e fras.

1.2.1 Locuz. verb. Far dono di qsa.

[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 4.41, pag. 207: ma Deo di guerigion feceli dono, / ed el fe' lor perdono...

1.2.2 Fras. Dare, offrire in dono qsa.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 52, pag. 271.28: O la fatica mia darò così in dono?'

[2] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 4, vol. 1, pag. 36.13: E dopo molti dì dipo' la lor nazione, quando Caino offeriva delli frutti della terra in dono al Signore Iddio...

1.2.3 Fras. Avere, ricevere, prendere in dono qsa.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 1.103, pag. 6: Ché de fare amistate / certo lo tardare pareme matto; / e comperato accatto / non sa sì bon, como quel ch'è 'n don priso...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 8 rubr., pag. 95.4: Come Domizio e i suoi cavalieri si difesero prodemente, ma invano; e com'egli, fatto prigione e condotto dinanzi a Cesare, n'ebbe in dono, suo mal grado, la vita.

[3] Stat. pis., 1304, cap. 55, pag. 690.4: Et che nessuno lanaiuolo della città di Pisa [[...]], possa nè debbia comparare nè ricevere in acomandisia, vel in dono, per sè nè per altrui, in alcuno modo, alcuna lana pettinata di fuore della città di Pisa.

1.2.4 Fras. Addomandare in dono; chiedere in, per dono qsa.

[1] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 2.14, pag. 39: ché 'l fallo non vuol più che pentimento, / ed io forte mi doglio s'ò falluto, / cherendo perdonanza per gran dono.

[2] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 27.12, pag. 745: per ch'io ti chero e addomando in dono / ch'a umiltà s'acconci il tu' volere / ver' me, o ttal bieltà di te to' via.

[3] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 45, pag. 50.10: Lo imperadore, che le conoscerà e vedrà che vagliono assai, per non lo inganare gliele chiederà in dono...

1.2.5 Locuz. avv. In dono: senza ricevere compenso, gratuitamente.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 108, S. Domenico, vol. 2, pag. 926.15: E non potendo trovare veruno rimedio sopra ciò, botossi a Dio e a messere san Domenico, che s'elli il ne liberasse, sì 'l farebbe lavorare in dono a l'opera de la chiesa de' frati che si facea allora.

[2] Lett. fior., 1375 (5), pag. 175.35: Vo' fare ragione di servire il Chomune anche 6 mesi in dono: sì che, se in questo io no' metto di quello da chasa, mi parrà avanzare.

1.2.6 Fras. Togliere in dono per moglie: prendere in sposa.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 32, par. 3, pag. 395.18: e ciò fatto (ell' erano per altro belle), vennele una ventura di due ricchi fratelli, che lle tolsono in dono per molgliere...

1.3 [Dir.] Donazione.

[1] Stat. sen., Addizioni 1298-1309, Aggiunta 28, pag. 337.18: Item, a ciò che 'l dono che fece el Comune di Siena de la fonte de la Vetrice, si riconosca in bene possedere et acconciare...

[2] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1308], pag. 466.3: Del detto dono fecie carta ser Maso Lagi del popolo Saiacopo tra le fosse il detto dì 24 d'agosto, e mandalile a Napoli conpiuta...

2 L'oggetto di cui viene trasferita la proprietà.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 21, pag. 62.27: Unde se uno uomo di grande affare volesse ordinare una chiesa nell'onore di Dio, o donare alcuno dono ad alcuna persona che ne fusse degna...

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 1, pag. 79.10: 'Dimanda zo ki voy, e cum grandi doni tornatinde alla terra tua'.

[3] Stat. cass., XIV, pag. 116.24: Per nullo modo sia licitu a lu monacho recevere voy dare littere voy done p(re)ciose, voy alcune altre cose, nè de li parente soy nè de nullo homo nè <littere> uno de l'artro sencza lu co(m)mandamento de lu abbate.

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 35, pag. 294.18: Donolle anchi multi altry doni, argento et auro assay che le potesse bastare in fine che iongesse in lo suo ryamo, pregandolo multo ne la partencza che ipso andasse a lo re Anthenore, lo quale affectava multo de lo videre.

- [Prov.].

[5] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 212, pag. 303: Karo si vende / lo dono che si prende.

2.1 Omaggio offerto come espressione di stima, di rispetto, di riconoscenza.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 271.23: Et in Sitegramantes et Ethiopia ve mandaro legati con grande dunora.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 650, pag. 45: Oro et incenso et mirra offrén, / Quest'è lo don ked illi ge fen.

[3] a Lett. lucch., 1300 (5), 1, pag. 102.9: penssa(m)mo (e) di p(re)sente ma(n)da(m)mo Ricca(r)dino Gottori (e) Vanni Rosscio(n)pelo co(n) l.re (e) co(n) belli doni (e) orrevili al vesscovo (e) a mess(er) Ticcio...

[4] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 9, pag. 36.12: et audendu la vinuta di li Cristiani, zo è di li Normandi, ki eranu cristiani, foru multu allegri et ascuntraruli cum multi presenti et doni...

2.2 Plur. Gli oggetti che, oltre alla dote, venivano dati alla sposa.

[1] Doc. fior., 1281-97, pag. 548.4: Ricordanza ke diedi <in dotta> in dota a la Chalizia mia filiola quando la diedi per molglie a Bartolo di Filipo Maghaldi, co' doni ked io le diedi...

2.3 [Con rif. alle risorse fornite dalla natura (o, tramite essa, da una divinità)].

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 250.11: Adunque, poi che ti seranno venuti in parte li doni dello detto idio Bacco...

[2] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, 6.14, pag. 38: Chè Bacco serba la sua fede intera / Ad autunno, a cui i suoi doni / Ha conceduto, e allor gli spera.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 124.23: entrorono nella casa reale, e posti gli alti tappeti, presono i doni di Ceres col liquido Bacco.

[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 17, pag. 263.30: Infiniti sono i loro doni. Gli uccelli del cielo, e quelli ancora che più familiarmente conversano con noi, ne danno le loro uova, la loro piuma, non solo a giacervi suso utile, ma a molte altre cose, e dànone se medesimi in cibo.

2.4 Il seme maschile ricevuto dalla donna nel rapporto sessuale. Estens. La fecondazione.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 13.27, pag. 368: Dal dì che 'l tuo marito (attendi, donna!) / Starà con teco, insino a ssette giorni, / Lo dono ch' el ti fecie sta in latte.

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 14, par. 2, pag. 370.18: Altri sono che dicono, che la similitudine si contrae nel primo avenimento cui vede dopo il dono: onde cierte maestre donne quando ricievono il don dal marito, gli guardano in viso; è cierte altre che, mentre che ssenton le creature, tutto tenpo attendono a guardare e a pensar de' mariti.

3 Fig. Concessione di un favore, di un privilegio; il bene stesso concesso (e anche il piacere, la grazia).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De peccatore cum Virgine, 79, pag. 51: Se molto grang iniurie tu he per mi habiudho, / Per mi da l'oltra parte tu he tant recevudho / De don e de servisij, ke mai no fo vedhuo / Ki recevess tal gloria com tu n'he possedhuo.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 249, pag. 220: El dis ke la Regina sí g'á fag cotal don / K'ella no vol k'el moira senza confessïon.

[3] Lett. mant., 1282-83 (?), 3, pag. 16.28: e sapiè che non ò abiù da vui de dono che gran perigolo fu pluxora fiatha in maro.

[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 13: vero è quello che si dice, che molte mogia di sale si co(n)viene ma(n)giare ansi che lo d[on]o del'amistà co(m)piuto sia.

[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 8, pag. 16.23: Il terzo male si è, che i prenzi debbono dirittamente partire ed egualmente e i loro beni e i loro doni, secondo la dignità e la bontà della persona.

[6] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 101.13: Ed esso solo fo el più largo e debonaire emperadore ch' a Roma fosse mai, e che più alegramente gratie e doni facea.

[7] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 188.1: Questo Elyo Pertinaxe, homo de gran tempo et in tute chosse drito, uncha mai no tolse doni, e uncha mai non fo seduto a vendegarse...

[8] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 24.12, pag. 383: Queste carni m'hai offerte; / i' le ricevo e questo don ti faccio, / acciò che le tue opere sien certe: / che ogni tuo ben far già mai non taccio.

[9] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 19, pag. 20: La dompna demanda un duno che·lli è assai caro ad avere: / «Figlio, multu prègote, se ène lo tou volere, / tri iurnj nanti che mora, me·llo fa' adsapere...

[10] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 18, pag. 181.15: ma né di ciò la vostra libertà ne perde il suo dono, ché quello ch'io dissi della ragione della compera e del debito dell'amore, no 'l dissi quasi perch'io ne credesse essere degno e perché 'l volesse per prezzo...

[11] Lett. pist., 1320-22, 14, pag. 58.38: E dintorno a ciò quelle belle paraole che tuo saprai dire e aoperare; e dire: questo dono che voi mi fatte no' vi ghosta neientte, ché lo santto padre no' meterà nelle vostre terre se no' chi voi vorrette.

[12] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 54.11: O Feton, la tua volontà non è sicura: tu domandi grandi cose, e doni che non si convengono a queste forze, nè a così teneri anni.

[13] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 7, pag. 226.42: Nui ve pregemo e sì ve domandemo dono e gracia...

[14] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 491, pag. 33: E se pur non volete far perdono / al mio dolze fiol, oimè, ve priego, / al men per grazia feme questo dono: / tolete mi, e fe ch' io muora siego, / però che mai non averò alegreza / alguna al mondo, s' el non serà miego.

[15] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 17.10, pag. 43: Apri lo arcano, et spira alcun soave / sòno, che a me fie dono, a te salute...

- Locuz. verb. Far dono di una pena: condonarla.

[16] Stat. venez., 1366, cap. 178, pag. 92.6: E colui lo qual contrafarà ale predicte cose cadat de soldi dexe per livra del valor de l'argento, dela qual pena no se possa far dono, gratia over remission, sotto pena de libre mille per çascaduno che ponesse over che consentisse parte in contrario.

- [Con rif. alla verginità].

[17] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 6, cap. 50, pag. 181.8: È istata la tua sposa appo me, e con quella medesima onestà è stata servata, che appo i tuoi suoceri e suoi parenti, acciò che inviolato dono, e degno da dovere da me essere donato e da te ricevuto, far ti potessi.

- [Con rif. alla morte (in quanto sollievo, liberazione)].

[18] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 13: et se tu puoi ponere che la morte sia dono in nela natura, la paura dela morte no(n) ti può pu(n)gere né stimulare.

[19] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 1.28, pag. 544: Quando 'l dolor m' assal tanto, che morte / me vol servir de quel don ch' io desio, / per natura nel cor timor s' accende, / onde s' apprendon gli occhie a peggior sorte, / mirando quel che giamai non oblio...

4 Dote, virtù, bene fisico o morale (concesso da Dio, o ricevuto dalla fortuna o dalla natura).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 540, pag. 619: Quëuncavoia del corpo sea 'vegnuo, / lo spirito meo voio qe sea renduo, / sì serà elo s'el me fi atenduo / lo rico don qe m'è emprometuo, / k'entro 'l guagnelio asai l'ò entenduo.

[2] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 26 (88), pag. 248.23: Grande dono d(e) celo serave ali homini sup(r)a la t(er)ra s'elli fosseno d(e) ta(n)ta co(n)co(r)dia e bona volu[n]tade, ch'avixend(e)vele m(en)te fesseno quelle cose ch'elli ènno tenuti, çença q(ue)stione e greveça.

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 3.13: Sia lo començo de questa presente opera in nomine domini da lo quale onne dato optimo e onne dono perfecto da esso procede et a ttucti dao e dona e distribue bone gratie e non impropera a chi lo suo consilio permicte.

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 21, pag. 86.14: Et se l'uomo averà molti di beni di questo mondo, e de' doni de la ventura, e la vita sua serà diserta e abbandonata dagli amici, non potrà mai esser fresca nè allegra.

[5] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 23, pag. 269.17: Et questo è per ragione, che la moglie è da amare, perch' ella è dono di Dio...

[6] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 16: et se quelli dimorano, ch(e) si diceno doni di ventura, la vita è beata, et abandonata la vita dali amici no(n) può essere piena di ioco(n)dità.

[7] Poes. an. urbin., XIII, 22.90, pag. 587: «O dolcissimo mio fillo, / o dolçe mio Creatore, / dolçe mio aiuto e cconsillo, / dolçe Pate redentore, / in dono e gratïa pillo, / k'ài degnato per mio amore / perdonare - a cki se potea dannare / per la sua follia».

[8] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 1.12, vol. 1, pag. 86: Cortese, ke fai grandi doni, / l'amor tuo mai non ci abandoni: / pregànte che tu ne perdoni / tutta la nostra villania.

[9] Disciplina Clericalis, XIII ex. (fior.), pag. 79.23: E un altro filosafo disse: Divisi son li doni di questo mondo: ki à avere, ki à savere.

[10] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 32, pag. 80.17: Profittabile cosa è dipartita in tre cose, in Bontà di cuore, in Bontà di corpo, et in Doni di avventura.

[11] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 2, pag. 611.21: O anima misera, vedi che continuamente distruggi i doni di Dio, e menigli guerra di quello che t'ha dato.

[12] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 7, pag. 33.26: ma 'l nostro sermon se parla mò a gli homi, a chi per divin don e gratia è dachia la raxon e l'intendemento...

[13] Doc. udin., 1354, pag. 328.21: Inprimamentre elo sì è divignudo da Dio e dala sancta mare madona sancta Maria e de li xii apostoli e di tuti li sancti e di tute le sancte e di tuta la cort di cel, da li quali sì diven tuti li donoi e tul [sic] beni e tute le gratie chi noi avemo in questo mondo...

[14] Stat. castell., a. 1366, pag. 122.12: Et si elli fosse pure tentato dal nemico dela umana natura, che 'l priore e 'l sopriore liberamente debbiano quello cotale cassare et radere del libro et da tanto dono et gratia che Iesù (Cristo) li demostrarà.

- [Relig.] Dono (dello Spirito Santo): ciascuna delle sette disposizioni (sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio) infuse da Dio, che rendono l'anima sensibile agli stimoli dello Spirito Santo.

[15] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 2.62, pag. 8: Lo don de la forteza t'ha data stabeleza / portar tanta dolceza ne l'anema enfocata!

[16] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.413, pag. 170: ma si co li Doni pò far patto, / ha deliverato de essercire: / ensemora demanna questo tratto / a Cristo, che ce deia sovvenire.

[17] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 21, pag. 394.8: E però che da ineffabile caritate vegnono questi doni, e la divina caritate sia appropiata allo Spirito Santo, quindi è che chiamati sono Doni di Spirito Santo. Li quali, secondo che li distingue Isaia profeta, sono sette, cioè Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietade e Timore di Dio.

[18] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 143, pag. 382: Lo fondamento d' esse oggimai vede: / e' septe doni dello spirito santo / eran que' lumi che 'nnançi procede.

- [Con rif. alle grazie concesse alla Vergine Maria, in partic. l'immacolata concezione].

[19] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 71, pag. 348.4: Di tutte lasceremo, e diremo pur de la prima, cioè de' doni e de le grazie singulari ch'ella ebbe da tutti gli altri.

[20] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 73, pag. 355.8: Cioè quanto ai doni che fuoro in lei ne la concezione...

- [Per antifrasi, con rif. ai vizi o ai mali provenienti dal diavolo].

[21] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 156, pag. 109: Or[a] te guarda, re, ke teno castigato, / ke queste sun le done ke t'enpromete 'l falso, / le inimico de Deu ke tant' è anuncïato.

[22] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 125, pag. 643: A lo re de l'inferno per gran don lo trameto, / et el lo guarda dentro e molto cria al messo...

[23] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 31, par. 7, pag. 195.4: Ella rispose: «Gli occhi no' mmi furono dati per usarli male; e quanti più son coloro che s' ingiengniano di menarli a sua guisa, tanto conviene a mmè di più chinarli, sì perché sono finestre del chuore d' onde porriano entrar malvagi doni ed inganni...

5 Ciò che si dà (o si promette) in cambio di qsa di utile, di un favore (anche amoroso); ricompensa.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 4: La fede p(er) nessuna necessità è costrecta d'inganare, p(er) nessuno dono si co(r)ro(m)pe...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 11, pag. 297.35: Il secondo insegnamento che 'l prenze die avere si è, ched elli metta alcuno conduttore dell'oste che sappia bene le vie, promettendo a lui gran doni e gran fatti, sed elli adopera bene, e gran pericoli, s'elli facesse il contrario...

[3] Stat. sen., 1298, dist. 7, rubricario, pag. 136.1: Di non dare alcuno [dono] ai portatori.

[4] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 9.5, pag. 62: Infra le gioi' piacenti / considerando sono / a ciascuno amadore / li dolci intendimenti, / unde si move dono, / che merita l'amore.

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 134.113, pag. 525: no te par gran vilania, / quando un segnor, per cortexia, / a un so servo fa far / un bello vestir per so usar, / e si ge porze per so dom / qualche delicao bocum...

- [Con connotazione neg., in rif. a quanto dato o preteso illecitamente in cambio di un favore].

[6] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 23, pag. 188.1: Li signori del mondo vogliono grandissimi servigi et doni quando elli perdonano alcuna cosa.

[7] Stat. chier., 1321 (2), pag. 347.9: E se dener o sea ceyns o rassoign de colla compagnia perveran a le vostre magn, colle tal cosse salveray e feray salver e varder e cola tal monea e rassoign no laseray ocuper a gnunna perssona, né de colla feray alcun don.

[8] Stat. venez., 1366, cap. 167, pag. 82.36: E se alcuno deli dicti Carradori fidesse trovado in alcuna fraude de malicia, imperçò che fosse stado contaminado per dono, preghi over presio in tassare lo peçoramento de quelle legne...

[9] a Stat. ver., 1380, pag. 404.34: Item che i diti capotanii no onso to(r)ro da alguna p(er)sona né comu(n) che sio soto so officio né che habia a faro a so officio algu(n) dono o p(re)sento altro che frute soto pena de X lb. p(er) çascauna fià, la q(u)al pe(n)a sio la mità di seg(n)ori e l'altra mità de l'acusaoro.

- Offerta fatta alla divinità per impetrare una grazia.

[10] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 167.17: E poi che elli fuoron giunti al tenpio della dea Venus, e viddero le belle offerende e lli belli doni li quali li Greci facieano ad onore della dea.

5.1 Ciò che si dà come riconoscimento di un merito; premio.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 3, pag. 144.6: Per ciò che di tutte le cose che si fanno, quello per che ciascuna si fa, essere il merito di quella cosa con ragion vera si può vedere; sì come a chi corre il palio, il dono, per che si corre, è apparecchiato.

- [In partic.:] onorificenza concessa a chi si sia distinto per valore militare.

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 80, pag. 121.12: Or vi dirò degli doni ch'egli fece a li baroni che si portaro bene nella battaglia, e quello ch'egli fee a quelli che furo vili e codardi.

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 61.2: Gayu Sestenniu fici mittiri in publica prisunia, et ficili mittiri li ferri, a Marcu Corneliu, lu quali era statu emeritu di sua furtissima cavallaria, et in nomi di virtuti di fortiza era statu quatru volti hunuratu da lu imperaduri per doni hunurati, però que issu conmittiu strupu con unu juvinzellu nobili.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 5, cap. 7, pag. 20.31: nè gli fosse per grazia di virtù donato alcun dono militare, nè fosse in Italia.

- [Per antifrasi:] castigo per una colpa commessa.

[5] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 17 (66), pag. 242.30: de questa robbaria voglà i(n)chedere e trovare v(er)ità, façando scì che le cose sciano restituite alo nostro me(r)cada(n)te, e i robatore per la sua fatiga di(n)g[n]e done recevano scì como se (con)vene.

[6] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 277.12, pag. 330: Infine temo il fortunoso dono / del carcere, che mai più non provai.

6 [Econ./comm.] Tributo, imposta.

[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 32, pag. 19.14: Firenze fece libera d'osti e di cavalcate, di dazj e di doni reali e di personali gravezze, e dielle mero e misto imperio.

7 [Econ./comm.] Interesse maturato sopra una certa somma.

[1] Doc. fior., 1272-78, pag. 457.23: E deono dare p(er) dono e p(er) guadangno infino a die x usce(n)te febraio nel lxxv, in fiorini, lib. xxxv.

[2] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 13, pag. 37.17: E lo Ros dis: «Sì, voio», (e) caçè en concordi', che Marco deva aver la taverna a S(anc)ta Maria da le Scole, (e) lo Ros de' darlila cu(m) s. C in du' anni d(e) dono, (e) chi sen pentiva deva pagar X lib. l'una part a l'autra».

7.1 Locuz. nom. Dono di tempo.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 32, pag. 76.22: e hanno battezzata l'usura in diversi nomi, come donodi tempo, merito, interesso, cambio, civanza, baroccolo, ritrangola e molti altri nomi: le quali cose sono grandissimo errore, però che l' usura sta nell' opera e non nel nome.

[u.r. 29.05.2018]