0.1 fulgida, fulgidi, fulgido.
0.2 Lat. fulgidus (DELI 2 s.v. fulgere).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Dotato di estrema luminosità (anche in contesto fig.). 1.1 Fig. [Detto di una persona o della sua fama:] che si distingue per l'eccellenza delle proprie qualità.
0.8 Elisa Guadagnini 13.11.2007.
1 Dotato di estrema luminosità (anche in contesto fig.).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 26.2, vol. 3, pag. 425: Mentr' io dubbiava per lo viso spento, / de la fulgida fiamma che lo spense / uscì un spiro che mi fece attento...
[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 26, 1-12, pag. 572, col. 1.5: Uscí uno spiro, çoè una voce ensí della fulgida e chiara luxe dello Evangelista.
[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 589.18: tu non se'atto a ricevere la [luce] fulgida del mio mistico parlare.
[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 338.16: Ma Pallante pinge l'asta con grande potenza, e trae della vagina la spada fulgida.
[5] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 1.38, pag. 11: Fiso pareva a me rimirar questa / ed ascoltare intento sue parole, / quando s'alzò alla sua bionda testa, / ornata di corona più che 'l sole / fulgida, l'occhio mio, e mi parea / il suo vestire in color di viole.
[6] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 15, 1-15, pag. 349.22: quando la cosa visibile è contemperata a la vista dell'occhio, l'occhio la vede sensa fatica; ma quando la cosa fulgida avansa la potenzia visuale, l'occhio abballia per lo superchio e non può ragguardare l'eccessivo splendore...
[7] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 26, 1-12, pag. 690.8: De la fulgida fiamma; cioè della risplendente fiamma...
[8] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball.118.13, pag. 219: Oh quanta chiara e fulgida ti sembra / quella veloce stella di Minerva!
1.1 Fig. [Detto di una persona o della sua fama:] che si distingue per l'eccellenza delle proprie qualità.
[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XV, par. 94, pag. 684.31: Io lascerò stare i fulgidi nomi d'Euripide, d'Eschilo, di Simonide, di Sofocle e degli altri che fecioro nelle loro invenzioni tutta Grecia maravigliare...
[u.r. 26.03.2024]