FOGGIA s.f.

0.1 foçça, fogge, foggi, foggia, foggie, fogia, foza, fozza.

0.2 Etimo non accertato, forse fr. forge (con assimilazione -rg- > -gg- non attestata altrove)?. || Così Cella, Gallicismi, pp. 409-410; Castellani, Gramm. stor., p. 117: «foggia, che deriva da forgia, voce attestata nel Dugento col senso di 'taglia, misura'». DEI e DELI 2 considerano il lemma di etimo incerto e riportano, alternativa all'etimo francese, l'ipotesi di una derivazione dal lat. fovea 'fossa' (poco convincente per ragioni semantiche e geografiche - fovea sembra diffuso esclusivamente al sud). Per 2 cfr. Cella, Gallicismi, p. 410: «In tale accezione [scil. 'fascia del cappuccio ricadente di lato'] la voce sembra sconosciuta al francese. [...] Probabilmente l'accezione specifica si sviluppa dal signif. generico di 'tipo, modo' della prima voce di prestito, passando ad indicare un tipo preciso di copricapo divenuto di moda...».

0.3 Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Dante, Commedia, a. 1321; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?).

In testi mediani e merid.: Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

0.5 Locuz. e fras. a foggia 1, 1.3, 2; di bella foggia 1; di buona foggia 1; mutare foggia 1.1.

0.7 1 Insieme di caratteristiche (spec. esteriori) che individuano un oggetto, un modo di essere. 1.1 [Con rif. specif. al modo di porsi o di agire di una o più persone:] atteggiamento o comportamento. 1.2 Insieme di circostanze esterne che caratterizza o determina la condizione del soggetto. 1.3 [Con rif. specif. alla tenuta vestimentaria:] modo in cui un capo d'abbigliamento è tagliato e confezionato, stile. 2 Striscia di tessuto ricadente a lato del cappuccio. 2.1 Meton. Cappuccio.

0.8 Elisa Guadagnini 05.11.2007.

1 Insieme di caratteristiche (spec. esteriori) che individuano un oggetto, un modo di essere.

[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 168.8, pag. 70: Dopo quel colpo la vallea e 'l piano / e 'l mondo tutto parea grid' e pianto; / l'aire e la terra e 'l mondo a mano a mano / parea fondesse in quell'or d'ogni canto; / i dardi spessi più che nulla pioggia, / l'aire coprir saiette d'ogni foggia: / da ogne parte i cavalier moriàno.

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 7.172, pag. 48: El voler vostro a questo non se apoçça, / perché colue che di sopra se cole / cognosse ben de tutti noi la foçça: / prima che il dimandate del bisogno, / quel si provede de staro et de moçça».

[3] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 105.13: Hec effigies, ei id est la foggia.

- [Per esprimere la somiglianza o la conformità a un modello o a un termine di paragone (espresso con un agg.):] locuz. avv. A foggia.

[4] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), II, ott. 29.5, pag. 252: E donna Berta facíe la fantina / celatamente star senza disagio; / e po', crescendo, a foggia mascolina / la faceva vestire e stare ad agio...

- Locuz. agg. Di bella, buona foggia: bello.

[5] Fisiognomia, c. 1320 (tosc.), cap.08, pag. 33.16: chi ha lo visagio che non è ben fatto nè di bella fogia, a gran pena può essere bene acostumato...

[6] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 86.8: Simone di Taddeo fu uno fresco uomo e bello, bene fatto; non troppo grande, ma di buona foggia.

1.1 [Con rif. specif. al modo di porsi o di agire di una o più persone:] atteggiamento o comportamento.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 105.13, pag. 223: Se fia cortese, diverralli avaro; / e ancora ci ha una foggia più nuova: / di se medesmo servir è l'uom caro.

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 74.5, pag. 406: e disse: - Palemon, gran ragione hai / di mal volere a chi per te sospira, / ma d' altra foggia ti sarò omai...

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 107.1, pag. 102: Poca vertù, ma foggie ed atti assai, / i' veggio ognora in te, vaga Fiorenza...

- Fras. Mutare foggia: cambiare comportamento o stile di vita.

[4] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 41, terz. 40, vol. 2, pag. 192: e della povera gente Cristiano / non ci campava, se mutata foggia / il Comun non avesse a mano, a mano...

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 105 rubr., pag. 235.21: Essendo amunito messer Valore, che muti foggia, mettesi il cappuccio a gote, che mai più non l' avea portato. || Con bisticcio con 2: cfr. p. 237.4: « impossibile era che mutasse foggia dell' animo: quella del cappuccio fu agievole a mutare».

1.1.1 [Con rif. a comportamenti o usi det.].

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 21.38, pag. 396: Gli Antropofagi son questi c'hai scorti, / tanto crudeli e di sì triste foggi, / che mangiano de l'uomo i corpi morti».

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 41, pag. 334.32: Solevano gli Italiani, mentre che le troppe dilicatezze non gli effeminarono, dare le leggi, le fogge e' costumi e' modi del vivere a tutto il mondo...

1.2 Insieme di circostanze esterne che caratterizza o determina la condizione del soggetto.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 11.75, vol. 1, pag. 184: perché non dentro da la città roggia / sono ei puniti, se Dio li ha in ira? / e se non li ha, perché sono a tal foggia?».

1.3 [Con rif. specif. alla tenuta vestimentaria:] modo in cui un capo d'abbigliamento è tagliato e confezionato, stile.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 86, pag. 134.11: Lo Grande Kane lo giorno della sua nativitade si veste di drappi d'oro battuto, e co lui si veste XIJ.M baroni e cavalieri d'un colore e d'una foggia, ma non sono sì cari.

[2] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 3.14, pag. 152: Però me piase l'amorose veste, / cantar d'amore per sole o per pioza / e done remirar vaghe e oneste. / Di ciò dolce salute al cor s'apoza: / donca chi vol si vada a le foreste, / ché io mi vo' vestire a questa foza.

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 16.14: Però che vacando in ozio usarono dissolutamente il peccato della gola, i conviti, taverne e dilizie con dilicate vivande, e giuochi, scorrendo alla lussuria sanza freno, trovando ne' vestimenti strane e disusate fogge e disoneste maniere, mutando nuove forme a tutti li aredi.

[4] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 58, pag. 338.25: elle si dipingono, elle si adornano, elle si azimano e con cento varietà di fogge sé ogni giorno transformano...

- Locuz. avv. A foggia: in modo ricercato, affettato, stravagante.

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 12, vol. 2, pag. 244.20: Onorati procedono delli beni del Signore loro Cristo, al quale nientemeno onore non rendono, anzi vanno affaitati, e puliti, come meretrici, vestiti a foggia come giullari, e uomini di Corte, forniti, e adobbati come re, e baroni.

2 Striscia di tessuto ricadente a lato del cappuccio.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 23, terz. 84, vol. 1, pag. 267: e' Genovesi a Genova tornati, / poser da canto la foggia a lattuga; / e con certe galee bene armati / andando, per guastar Porto Pisano, / trovarono i Pisan sì apparecchiati, / che per lo lor migliore, a mano a mano / dieder la volta...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 178, pag. 445.13: Che è a vedere le giovenette che soleano andare con tanta onestà, avere tanto levata la foggia al cappuccio che n' hanno fatto berretta, e imberrettate, come le mondane vanno, portano al collo il guinzaglio, con diverse maniere di bestie appiccate al petto.

- [Detto di un cappuccio:] locuz. agg. A foggia: dotato di una striscia di tessuto ricadente a lato.

[3] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 185.22: e se io fossi stato armato, com' io era disarmato con cappuccio a foggia, di vaio, in testa, per certo io sarei stato morto...

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 105, pag. 236.12: egli intendea di portare il cappuccio a gote, che sempre l' avea portato a foggia. E trovatone uno largo, la mattina sel mise, e uscì fuori col cappuccio a gote, e andando per Firenze, pensate nuova cosa che parea, ché sempre l' avea portato a foggia.

2.1 Meton. Cappuccio.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 155, pag. 367.3: E fra gli altri era in questi tempi in Prato un medico antico e assai grosso di quella scienza, il quale sempre portava una foggia altissima, con un becchetto corto da lato, e largo che vi serebbe entrato mezzo staio di grano, e con due batoli dinanzi che pareano due sugnacci di porco affumicati.

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 122.11: Come tu vedi, al vento e a la piogia / m'à giunto a star la mia forte ventura, / senza mantello atorno o in capo fogia...

[u.r. 15.09.2015]