CÀLIDO agg./s.m.

0.1 calida, calide, calidi, calido, calidu, callida, callide, callidi, callidissimo, callido, challido.

0.2 Lat. calidus (DEI s.v. calido).

0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 2.

0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.); Ricettario Laurenziano, XIV m. (sen.).

In testi sett.: Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.).

In testi mediani e merid.: Stat. cass., XIV; Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Allotropo dotto di caldo.

0.6 N Gli ess. del Libro delle segrete cose delle donne e del Libro della cura delle malattie, cit. a partire da Crusca (4), passati a TB e in parte a GDLI, potrebbero essere falsi del Redi: cfr. Volpi, Le falsificazioni, pp. 73-76.

0.7 1 Che ha o sprigiona una temperatura elevata; che si trova, per cause naturali o artificiali, ad una temperatura superiore a quella abituale o superiore a quella di un soggetto senziente (esplicito o implicito). 1.1 Sost. Stato di elevata temperatura (difficilmente sopportabile); fig. Condizione di sofferenza e affaticamento. 2 [Filos.] [Con rif. alla fisica aristotelica:] una delle quattro qualità sensibili primarie della materia (assieme a freddo, umido e secco). 2.1 [Filos.] [Med.] [Secondo la dottrina fisiologica di tradizione aristotelica, con rif. all'essenza costitutiva del corpo o di un organo:] che presenta la qualità sensibile del caldo (in opp. al freddo, in possibile combinazione con l'umido e il secco). 2.2 [Med.] [Detto di un alimento o una bevanda (specif. vino):] che provoca in chi lo ingerisce un aumento della temperatura corporea. 3 Fig. [Detto di una persona o di un suo gesto o modo di essere:] che ha o dimostra una viva propensione o un interesse per qsa o qno, che tende ardentemente a qsa.

0.8 Elisa Guadagnini 07.03.2008.

1 Che ha o sprigiona una temperatura elevata; che si trova, per cause naturali o artificiali, ad una temperatura superiore a quella abituale o superiore a quella di un soggetto senziente (esplicito o implicito).

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 10.9, pag. 117: Non ciò che Tago di molt' oro lieto, / Ed Ermo con la ripa rilucente, / E 'l propinquo Indo al calido pianeto, / Che col suo corso veloce e corrente / Mescola insieme con le perle bianche / Le verdi gemme, e prender le consente, / Donan, potrebbon con tutto 'l mondo anche / Chiarir le menti, ma con molta brama / Le fan per voglia ingorda ancor più stanche.

[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 8, pag. 147.20: Et ià lu calidu suli tinia lu mezu chircu di lu chelu, quandu da longa vidianu claramenti li mura di la chitati cum tucti li tecti di li casi...

[3] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 44, pag. 53.16: e la mattina ti lava la facchi cum aqua calida e fa' quista midichina per quattru iorni...

- [Con rif. all'uso di immergersi in acqua ad alta temperatura per scopi igienici]. Acqua calida.

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 1, pag. 606.13: Gajo Sergio Orata fu il primo che ordinò li bagni pensili. La quale spesa cominciata con lievi principii, passò infino che si facessero d' acqua calida suspensa ne li mari. || Cfr. Val. Max., IX, 1, 1: «C. Sergius Orata pensilia balinea primus facere instituit. quae inpensa a leuibus initiis coepta ad suspensa caldae aquae tantum non aequora penetrauit».

- [Detto spec. della temperatura atmosferica o ambientale].

[5] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 86.20: quando la Luna renova in allgun de questi IIJ seni [[scil. Cançer, Schorpio e Pisses]] lo te(n)po sì se fasse fredo e molle londe le aire se torba de mollte nevolle e tal fiade se fasse challido e tal fiada ploba e tal fiade lo te(n)po se schura forte com' ello vollesse plovere.

[6] Stat. cass., XIV, pag. 119.3: Le vestimente a li fratri siany dati secu(n)do lu qualitate de ru, inp(er)czò che i(n)nelle pagese frede se habenu plu besongi che i(n)nelle calide.

[7] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 30, pag. 157.24: Ma ène da sape(re) che in dello t(em)po troppo callido, çoè da meçço si' allu fine de agustu, lu cavallo se no(n) deve cavalcar(e) i(n)crissivam(en)te...

1.1 Sost. Stato di elevata temperatura (difficilmente sopportabile); fig. Condizione di sofferenza e affaticamento.

[1] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 12, pag. 54.12: Li Normandi, essendu debilitati per fami, per fridu, per vigillari continuu, per calidu et affannu, a zo ki non parissinu a li inimichi essiri sconfortati, si sforczanu et munstravanu grandi alligricza.

2 [Filos.] [Con rif. alla fisica aristotelica:] una delle quattro qualità sensibili primarie della materia (assieme a freddo, umido e secco).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 26, pag. 117.9: E 'l sangue ène homore ke àne qualità (et) convenientia cum l'aere, k'ène elemento, cum la primavera, k'ène tempo, (et) cum la infantia, k'ène etate. Tutte quatro queste cose sono callide (et) humide.

[2] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 118, pag. 246.18: n(e) le cose d(e) socto abenti reuma àne miste(r)o de e(ss)e aiutate da cose frede et sech(e), voi da cose callide et temp(er)ate sicch(e).

- [Rif. ad un medicamento].

[3] f Libro delle segrete cose delle donne: Appetiscono i medicamenti molto calidi. || Crusca (4) s.v. calido.

- Sost.

[4] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 9.31, pag. 109: Tu gli elementi leghi con bell' arte, / A proporzione di noveri estensi, / Ch' a certa concordanza gli comparte; / Sì che col freddo il calido conviensi, / E 'l liquido col secco osserva pace, / Congiunti a' nostri corporei sensi; / E che gravezza la terra non face / Più sotto stare, e che puro foco / Non sia di più altezza mai rapace.

2.1 [Filos.] [Med.] [Secondo la dottrina fisiologica di tradizione aristotelica, con rif. all'essenza costitutiva del corpo o di un organo:] che presenta la qualità sensibile del caldo (in opp. al freddo, in possibile combinazione con l'umido e il secco).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 2, pag. 124.13: ei peli, se noi consideramo bene, sono per superfluitate [di sangue] surgente e nascente per resolutione d'umori per callida conplexione, onde l'omo quanto più ène virile (et) callido più ène peloso...

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 379.3, pag. 233: Leone lo capo e capra lo meço, / serpe la coda fu de la cimera: / calida se nota la prima fera / e l'altra, temperata, vive en greço, / l'ultima freda molto...

[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 141, pag. 275.23: lo q(ua)le male [[scil. lo verme]] se cria d(e) rei humu(r)i sup(er)flui et callidi, lo(n)tano t(em)po adunanti e(n)semu(r)a et scu(r)re(n)ti aleq(ua)nte glandule...

[4] f Libro della cura delle malattie: Mentre hanno ottenuto dalla natura un temperamento calido, e secco. || Crusca (4) s.v. calido.

2.1.1 Che si trova alla temperatura necessaria e conseguente all'espletamento delle funzioni organiche, alla vita (con rif. specif. al tepore del sangue appena versato).

[1] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 179.11: Et in quello de Arezo fo veduta una altra grande maraveglia, che li homini de quella terra tagliando et rompendo el pane, ne habundava grande quantitate de sangue, sì como habunda dalle calide ferute.

2.1.2 [Con rif. alla giovinezza, periodo della vita in cui il corpo ha o sviluppa un maggior calore].

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 302.407, pag. 363: Con questo giunto son presso al cubiculo / di morte, ov'io, pensando ciò, formiculo; / come 'l dì passa e lo tempo abrevia, / e del tornar<e> speranza non m'alevia; / e quand'io penso a li dì preteriti / e' non mi par<e> che mai nessun ben meriti, / se 'n picciol tempo io non faccia valido / a satisfar de' mal<i> quand'era calido.

2.2 [Med.] [Detto di un alimento o una bevanda (specif. vino):] che provoca in chi lo ingerisce un aumento della temperatura corporea.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 449.11: Vidi messer Marchese ec. Questo cavaliere della più vile parte di questo vizio fue affondato, cioè nel bere; e dice che fu da Forlì, ed ebbe spazio di bere, ma neentemeno mai non se ne vide sazio; però che la natura di questo bere vino è tale, come quella dell' avarizia a l' avaro; che quanto più bee, per la disecazione che fa il vino per la sua natura calida, e per la vaporositade de'fummi che montano al celabro, tanto più asciuga [i]l fegato e le parti interiori, e tanto più bere richiede.

[2] Ricettario Laurenziano, XIV m. (sen.), 24, pag. 164.2: Et la sua carne si ene calida ed ene sì come canina. Et se alcuno omo s'ungerae le sue reni col grasso de lo leone, non temerae alcuno lupo et etiandio non poteranno venire a llui.

[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 70, pag. 186.7: Cressione et alt(re) erbe callide ch(e) pò scaldar(e) et assuctilgiare li humuri li se dé ad mangnar(e) si è d' estate...

3 Fig. [Detto di una persona o di un suo gesto o modo di essere:] che ha o dimostra una viva propensione o un interesse per qsa o qno, che tende ardentemente a qsa.

[1] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 2.21, pag. 42: Piramo, Tisbe e quella di Cartagine, / ch' ebbor la voglia tanto a morir calida, / mi dicean: «Dalli, dá, / dalli il tuo core e vienne al nostro novero».

[u.r. 08.10.2020]