CALORE s.m.

0.1 callor, callore, calo·, caló, calor, calor', calore, calori, calur, calure, caluri, caror, cchalore, challor, challore, chalor, chalore, chalori.

0.2 DELI 2 s.v. calore (lat. calorem).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.2.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Nocco di Cenni, XIII sm. (pis.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Lucidario lucch., XIII/XIV; Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Auliver, XIV c. s.d. (trevis.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Lucidario ver., XIV; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. cass., XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. a calore di 3.1; mettere calore 2.3.

0.7 1 Elevata temperatura (percepibile o percepita da un soggetto senziente esplicito o implicito). 1.1 [Rif. specif. al sole:] potere o azione di elevare (mediante l'irradiamento) la temperatura dei corpi o dell'ambiente. 1.2 [Rif. alla temperatura atmosferica o ambientale (spec. estiva)]. 2 [Filos.] [Con rif. alla fisica aristotelica:] una delle quattro qualità sensibili primarie della materia (assieme al freddo, l'umido e il secco). 2.1 [Med.] [Con rif. alla fisiologia umana o animale:] temperatura del corpo o di una sua parte necessaria e conseguente all'espletamento delle funzioni organiche, alla vita (considerata più elevata durante la giovinezza). Calore naturale. 2.2 [Med.] Aumento della temperatura del corpo o di una sua parte per cause contingenti e transitorie (specif. patologiche). 2.3 [Med.] [Detto di un alimento o una bevanda (specif. vino):] potere o azione di aumentare la temperatura corporea di chi lo ingerisce. 3 Fig. Sensazione di benessere, sicurezza, fiducia o conforto. 3.1 Estens. Stato di profonda fiducia e sicurezza, tale da stimolare un det. soggetto ad agire o comportarsi in un det. modo. Locuz. prep. A calore di qno: su stimolo, sollecitazione di qno. 4 Fig. [Rif. agli effetti di un sentimento, specif. l'amore (spesso equiparato al fuoco):] stato di forte tensione emotiva verso qno o qsa, trasporto ardente verso qsa o qno. 4.1 [In contesti relig.:] sentimento provato dall'uomo verso Dio o percezione del modo di essere di Dio nei confronti dell'uomo, caratterizzato dall'estrema intensità (che può risultare finanche penosa). 4.2 [Con valore neg.:] violento impulso che spinge alla perdita del controllo di sé, che induce ad azioni irragionevoli, spesso violente e moralmente riprovevoli.

0.8 Elisa Guadagnini 10.03.2008.

1 Elevata temperatura (percepibile o percepita da un soggetto senziente esplicito o implicito).

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 26.4, pag. 309: A l'aire claro ò vista ploggia dare, / ed a lo scuro rendere clarore; / e foco arzente ghiaccia diventare, / e freda neve rendere calore...

[2] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 4.10, pag. 461: prende amore in gentilezza loco / così propïamente / come calore in clarità di foco.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 35, pag. 57.18: L'aquila [[...]] quando ella è invechiata sì ssi briga di ringiovanire in cotale maniera, ch'ella vola tanto alto in aire quant'ella può, sì che lo calore che è in aire sì l'arde e strina tutte le penne...

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 169.8: Lo thron no è neguna altra colsa se no amorzament del fog ila nuvolia, ch'el vapor sech siant levà su e siant inflamà dal calor de l'aier...

[5] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 93.11: Se tu vos far e scrivere letera sença ingllostro [[...]] E se tu vos veder la veritade, tuo' questa carta e va a lo fogo e desbraxa lo fuogo e ten questa carta sovra le braxe che lo challor li dia e vederas insir le letere fora cossì ben como elle fosse scrite cum ingllostro e questa sì è cosa provada.

[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 15, pag. 642.31: è impossibile che dalla neve si prenda calore...

[7] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), incipit, pag. 16.40: disse allo so fante ch' ello fesse un gran fuogho per saver çertamente s' ella era morta, ch' ella sentisse lo chalor de quello.

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 65.9: Iasone [[...]] vedeo li buoy che gittavano flamme abrusante per bocha [[...]], per che Iasone non avea potere né audatia de se appressemare a li buoy per lo spotestato calore.

- [In contesto fig., per indicare una forza ardente].

[9] Legg. S. Caterina, XIV in. (tosc.), str. 11.9, pag. 489: Di parlare erano disdegnosi, / ciaschuno guardava ch' ella cominciasse; / sempre li savi sono invidiosi / l' uno in ver l' altro quando disputasse. / E quella colli senbianti amorosi / come angelo pareva che parlasse, / e disse:«Cominciate, se vi piace, / chè d' esta guerra tosto sarà pace, / lo calore de la vostra fornace / priego Idio che l' umiliasse ».

1.1 [Rif. specif. al sole:] potere o azione di elevare (mediante l'irradiamento) la temperatura dei corpi o dell'ambiente.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 33.27: E vedemo lo calore del sole levare sù fumi e vapori da l'acqua e da la terra...

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 43, vol. 1, pag. 349.7: Sole [[...]] è fontana di tutti lumi, e di tutto chiarore, e di tutto calore.

[3] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 3, pag. 88.19: In lo solo è tre cosse: substanza de fogo, splendore e calore.

[4] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. II, 11, pag. 123.1: Adunque quella regione ch'è fra' due tropici non si può abitare per lo troppo calore del sole che sempre discorre in questa parte...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 74.5: le foglie [[...]] fan scuo che l'aqua che piove no fa marcì' le fruite e temperan lo fogo e lo calor del sol...

[6] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 18.10, pag. 680: Ciaschedun dé' fuggire a le merigge, / quando 'l calor del sol la terra fende...

[7] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 14.6, pag. 37: D'intorno il sol la irraggia et fa più bella, / ch'el mondo aluma, et col vital calore / produce ciò che qui vivendo more, / et regge et salva più d'ogn'altra stella.

- [Con esplicito rif. agli effetti su un soggetto senziente:] accaloramento.

[8] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 17, pag. 113.5: e sia ciasquno di questi cietornici grandi a modo di lupini, e tenghasi in boccha nel chamino, e li llasci fondere, perciò che questo è rimedio contro ala sete e -l chalore.

[9] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 17, pag. 152.25: Cristallo [[...]] è bon a tore sete et a refredar tosto el gran calor.

[10] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 82, pag. 88.18: E quando el se mesea cum ulio roxò, mittiga el dolore de la testa, el quale ven per lo calore del sole.

1.2 [Rif. alla temperatura atmosferica o ambientale (spec. estiva)].

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 207, pag. 568: Sì con' la nef no dura d'istat per lo calore, / sì desdes ad un mato s'el à gloria et onore.

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 150.28: Et infra tucti li homini de lo mundo li galli so più forti ke li altri homini ne lo commensamento, ma lo loro potere cetto vao via e sempre volseranno tempo nubiloso perçoké nullo calore non poto sofferire.

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 463, pag. 192: Per quel trapassamento / mantenente fu miso / fora di Paradiso, / dov' era ogne diletto, / sanza neuno espetto / di fredo o di calore, / d' ira né di dolore...

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 218, pag. 10: Quiloga parla Zunio in braga e in camisa, / Sudao per grand calor e stang per grand fadhiga...

[5] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 50, pag. 146.3: per lo tempo del gran calore se convene a çascuno bono masaro a provederse de la fridura ke dé venire...

[6] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 1425, pag. 86: Cossí stette in bona veritade / Molto longo tempo in briga, / En gran pena et in gran fatiga / Chossí guardando le blave di e notte, / Ch'elle non sia guaste ni rotte, / Sofrando alla fiada challor, / Fame e sede e gran fredor.

[7] Paolo Gherardi, Corso luna e sole, XIV po.q. (fior.), pag. 82.16: Kalendi Giennaio quando viene il Lunedì sarà il verno mescholato di vento e di ghiaccia, la state sarà ventosa, sarà pocho vino et saranno grandi chalori che nnoceranno quasi ad ongnj chosa.

[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 58.18: Quinci va: tu vedrai le manifeste orme della ruota. E acciò che 'l cielo e la terra sostengano iguali calori, non menare lo carro troppo basso nè troppo ad alti.

[9] Stat. cass., XIV, pag. 91.18: S(et) da le Penthecosten tuta l'estate, si ly monachi no(n) avenu labore i(n)nelli campi, voy ly grandi calore de l'estate no(n) li turbasse, la q(ua)rta (et) la sexta feria ieiunenu da qui a nona.

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 21, pag. 193.17: in quilli iuorni era la 'state, la quale fo sì scalfante et affannosa che per lo suo gran calore sopervenne a li Grieci, chi stavano a lo campo scopierti, grande mortaletate...

[11] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 31, comp. 5.5, pag. 73: Quivi, per carcho e per calor nocivo / e per lo latte ch'a' soy figli dava, / la dea per sete molto se agravava / desiderando l'acqua d'algun rivo.

[12] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 52, pag. 173.22: Adeve' alli cavalli varie infirmitate in l'occhi [[...]] Alcuna fiata nugula, la q(u)ale ène humuri scu(r)reti all' occhi; fase alcuna fiata da casone da i(n)tro, como ène de frigiditati, voi de calore dissogliente li humuri.

1.2.1 [Come stato tormentoso, strumento di martirio e di pena dell'Inferno o meno frequentemente del Purgatorio].

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 6, pag. 600: Sire Deu, qi T'onfende dé aver grand paor, / s'el li remembra del fogo e del calor / qe la scritura dis e li nostri antecesor / qe èn en inferno en la grand tenebror.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3. quaestio 8, pag. 185.24: \[D.]\ Quente è lo fogo de purgatorio? \M.\ [[...]] Altri fin purgadi i[n] l'altro mondo per penne de grande calore on de grande fregi on per altra generatione de penne...

[3] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 5.27, pag. 723: Li cor son pim de sentina, / de peccae e de puor, / e àm un pertusaor / chi tropo ha sotir verrina, / per tirà donde se straxina / chi serà so seguïor / cum desmesurao calor / che tem l' enfernal foxina.

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 45, pag. 173.17: lu caluri de lu jnfernu [[...]] ad alcuni plu punisce, ad alcuni minu, sicundu la varietati de li peccati.

- Estens. Tormento.

[5] Laudi Battuti di Udine, XIV m. (tosc.-ven.), 3.24, pag. 33: Tutti la pregemo de bon core / ch' ella n' à tratti de gran calore, / e de la man de Faraone / che li avea in soa bailia.

2 [Filos.] [Con rif. alla fisica aristotelica:] una delle quattro qualità sensibili primarie della materia (assieme al freddo, l'umido e il secco).

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 819, pag. 204: Altresì tutto 'l mondo / dal ciel fi· lo profondo / è di quattro aulimenti / fatto ordinatamenti: / d' aria, d' acqua e di foco / e di terra in suo loco; / ché, per fermarlo bene, / sottilmente convene / lo fredo per calore / e 'l secco per l' omore / e tutti per ciascuno / sì rinfrenar a uno / che la lor discordanza / ritorni in iguaglianza: / ché ciascuno è contrario / a l' altro ch' è disvario.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 2, pag. 26.30: noi vedemo che natura diè due potenze al fuoco, cioè calore e leggerezza, sì che [[...]] per lo calore potesse contrastare a le cose che i possono impedire il suo diletto, cioè d'andar su nel suo proprio luogo naturale...

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 10, ott. 13.6, pag. 571: 'l chiaro Appollo, ancora che tutta ebbe / l' arte con seco e seppe il ghiaccio e 'l foco / e l' umido e 'l calor e che potrebbe / ciascuna erba o radice...

[4] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [29.5], pag. 34.13: La vertù soa prima è che l'è de pucha calidità. E questo fermento [.i. levamento] dito è cumposito de vertù contrarie, de le quale l'una è freda per la soa accetosità che l'à, e l'altra è calda per lo calore so naturale, el quale è per lo sale e per la farina che è in quello, e per la calidità putrefactiva.

- [In sequenza con altri costituenti del mondo fisico, per indicarne la totalità].

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 51.5, pag. 202: La Veretate piagne, ch'è morta la Bontate, / e mustra le contrate là 've è vulnerata. / La Veretà envita tutte le creature / che vengano al corrotto ch'è de tanto dolure: / cielo, terra e mare, aiere, foco e calure / fanno granne romure d'esta cosa scontrata.

2.1 [Med.] [Con rif. alla fisiologia umana o animale:] temperatura del corpo o di una sua parte necessaria e conseguente all'espletamento delle funzioni organiche, alla vita (considerata più elevata durante la giovinezza). Calore naturale.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 1, pag. 109.14: i giovani sono caldi ed ànno il cuore e le membra molto infiammate del calore naturale ched ellino ànno, per la quale cosa essi ànno buona isperanza e osano intraprendere molte cose.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 20, pag. 40.21: quella è detta buona cena, che per necessità del corpo si piglia solamente: ché, con ciò sia che li omori del corpo si consumino e disecchino tuttavia per lo calore naturale, sì fa bisogno di pigliar tanto cibo che ristori quelli omori desiccati...

[3] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 139, pag. 567: La fridura [d]e l'airo revoca lo calore, / entro lo corpo includilo, che no essa de fare; / allora poti cocere la vidanda megllore / e le nocte longhesseme passare in gran vigore; / lo tiempo frido fa paidare bene / per caldo natural che dentro teme.

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 222.21: Nel calore sta la vita, e questo è in ogne animale; mei de' pesci, che tti paiono cosa fredda, sì hanno il calore naturale dentro, altrimenti non viverebbono.

[5] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 166.13: Quest è y seng de quest humor melanconic segnoreçant in alcun corp: in prima che 'l calor de la codega se cambia in negreça e in livedeça...

[6] Lucidario lucch., XIII/XIV, pag. 45.13: Disse lo discipulo: di che fue facto lo homo? Disse lo maestro: di spiritale e di corporale sustansia. Disse lo discipulo: di che fue corporale? Disse lo maestro: di iiij elemente che lo homo à la carne de la tera, de l' [a]qua si àve lo sangue, del' aire la lena, e del fuoco lo calore.

[7] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 6, pag. 131.10: E no ssia di vostra intenzione che lla vivanda si quocha nella bocha delo stomacho, ciò è ala forciella, ma il propio luogo di quociere la vivanda sì è nel fondo; e ciò è per lo challore del quore e del feghato e degli altri menbri che sono ivi intorno, però che di ssua natura no potrebe elli quociere la vivanda sanza il chalore degli altri menbri che noi avemo detti.

[8] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 45, pag. 60.25: Li boni costumi de li fenti si è questi, ka elli è liberali [[...]] perk' elli abonda molto en calor natural. Ancora elli è magnanimi per quel medemo calor; onde sì co lo fogo cossì eli vol parer sovra i altri.

[9] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 662.3: Giammai neuno doverebbe dormire tanto presso che 'l calore delle carni si sentisse l'uno dall'altro, e sempre tenere alcuno vestimento, solo o accompagnato che sia...

[10] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 2, pag. 41.2: in la ytati juvenalj li temptationj de la carne sì su ferventi, e poy li chinquanta annj in susu lu caluri naturalj accominza a rrefridarj...

[11] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 12.35: E quali fora l'homu qui non cur[i]ssi a bassari quilla manu, la quali, essendu ià quasi murtificata, abastau a lu abrazamentu di unu grandissimu exercitu plù per grandi humanitati sua ca per vivitati di spiritu oy di caluri naturali?

[12] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 34, pag. 280.7: E già lo corpo suo in tutte le estremitati era morto, ma sopra il petto era un poco di calore vitale, per lo quale anco un poco fiatava...

[13] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 19, pag. 115.27: E quando viene lo terço giorno, lo spirto de Vivante se parte e remane suo corpo de suo calore freddo.

[14] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 27.10, pag. 63: è da sperar fin ch'el sintilla, / come tu say, el calor naturale.

[15] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 7, pag. 32.21: quanno l'omo stao in luoco moito aito [[...]] lo calore della cotica se parte dalla circonferenzia e vao allo spesso de mieso per salvarese...

[16] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 10, pag. 142.3: Ma de lo seme multo frigido et humido no(n) se fa conceptione, perciò che lu calore operativo se [...] soffoca...

- [In contesto fig.].

[17] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 40.21: Abbiamo grandissimo argomento di tua salute - cioè la vera sentenzia del governo del mondo, che quello non a disordine di casi, ma a divina ragione suddito credi. Adunque di niente temere. Già di questa picciolina favilla calor vitale in te risplende; e perciò che de' più fermi rimedii usare ancor non è tempo; e che questa natura è delle menti, che quando elle gittano le vere, di false oppenioni si vestono...

- Fig. [Rif. all'anima:] ciò che sostiene e garantisce la vita spirituale.

[18] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 222.27: Dicono i santi che 'l calore de l'anima si è l'amore di Dio, nel quale calore sta la vita de l'anima, e privata l'anima di questo calore, sì è privata de la vita.

2.1.1 [Con rif. alla fisiologia vegetale].

[1] Nocco di Cenni, XIII sm. (pis.), 13, pag. 319: Siccome l'àlbor pò far, ch'è silvaggio, / frutto per sua natura / mai bon per sé tanto di su' lignaggio, / se non che 'nsetatura / ched è lui fatta 'l fa ed el notrica / (donque non per sé mica / lo fa, m'a su' calor nasce 'l flor pria, / unde poi 'l frutto vène)...

2.2 [Med.] Aumento della temperatura del corpo o di una sua parte per cause contingenti e transitorie (specif. patologiche).

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 21, pag. 167.3: Anco lo calore dell'anima corropto induce nell'anima cadimento però che la infragilisce tanto che la fa cadere, sì come fa lo malo homore et lo mal calore che è nel corpo.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 6, pag. 168.13: Porcielane [[...]] vagliono a cholloro ch'ànno lo stomaco e la vescicha e le reni chalde, e menova il grande challore della febre.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.99, pag. 308: par rema o per freidor, / o per un poco de calor, / lo misero corpo è derocao.

[4] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 58, pag. 36.21: Elli onoravano gli altri idii a bene fare, ma la Febre adoravano ne' templi a meno nuocere, [[...]] e ne' decti templi si portavano li rimedii ch'erano apposti a' corpi degl'infermi, i quali rimedi erano pensati con alcuna ragione d'uso ad umiliare gli calori.

[5] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 381, pag. 388.12: Chi avesse calore al fegato e fosse di colore giallo, e anche fosse rognoso, pigliasse acqua di cicoria...

- [Insieme al gelo, per indicare le possibili cause naturali di un decesso].

[6] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 31 parr. 8-17.19, pag. 128: Ita n' è Beatrice in l' alto cielo [[...]] no la ci tolse qualità di gelo / nè di calore, come l' altre face, / ma solo fue sua gran benignitate...

2.2.1 [Med.] Pulsione sessuale che spinge persone o animali di sesso femminile all'accoppiamento con il maschio; libidine congenita o seguente un naturale ritmo ciclico.

[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 26.9, pag. 13: è la sua [[scil. del topazio]] vertude molto casta, [[...]] la sua vertude affredda chi la tasta, / ed in Arabia nasce e llà si cria. / Somiglia d'onestà la donna mia, / ch'a lo calor superfruo contasta.

[2] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 13, pag. 235.12: La qua seando induta a remarià' [[...]] ella elese pu tosto de copularse e conçunçese a Dee per matrimonio spiritual [[...]]. Or seando ella de una moto cada natura, dise li megi che, s' ela no se mariase, per lo tropo calor meterea barba como a omo, e così avene.

[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 14, pag. 144.16: Conciosiacosa che multe fiate avenia che la cavalla sostenia sopre se lo cavallo; tame(n) non se vole coprire la quale cosa abe p(er) defecto de soiu calore en verso de le cose naturali, avenga che la natura recerche illa, tame(n) la frigidità de le membra loro refuda lo coprire..

- [Rif. esplicitamente alla lussuria].

[4] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 31, pag. 130.7: Pernice [[...]] molto sono peccatrici per lo calore della lussuria.

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 34, Quaresima, vol. 1, pag. 301.14: La terza si è acciò che 'l mal calore de la lussuria, il quale per l'accrescimento soperchio de li uomini e per lo sopravvegnente calore del tempo massimamente rinvigorisce ne la primavera, s'attuti e abbassisi per lo digiuno.

- [Per indicare specif. l'atto sessuale o i suoi percepibili effetti corporei].

[6] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. I, pag. 234.7: Il vino aparechia li animi e falli acconci alli calori amorosi...

[7] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 8, pag. 500.11: ella iddea con bianche braccia d'ogni parte comprende Vulcano con dilicato abbracciamento. Quelli incontanente ricevette l'usata fiamma, e 'l conosciuto calore entrò nelle medolla e discorre per le riscaldate ossa.

[8] Contemptu mundi (I), XIV sm. (tosc.), cap. 1, pag. 82.6: «l' uomo è formato di polvere, di loto, di cenere, e d' una cosa ancor piú vile: di spurcissimo seme umano; è stato concetto in pizzicore di carne, in calore di libidine, in puzzo di lussuria e in macchia di peccato...

[9] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 30, vol. 1, pag. 157.3: E togliendo adunque Iacob verghe populee verdi [[...]] puose quelle ne' canali dove si spandea l' acqua, sì che quando venissero le greggie a bere, innanzi agli occhii avessero le verghe, e nello aspetto di quelle concepessero. [39] E fatto è così, che in quello calore del coito le pecore che si congiungevano vedessero le verghe, e partorissero maculose e variate, di diverso colore ripiene.

2.3 [Med.] [Detto di un alimento o una bevanda (specif. vino):] potere o azione di aumentare la temperatura corporea di chi lo ingerisce.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 2, pag. 140.22: il pigiare si fa perciò che il challore ch'è nel vino vuole la grossa e viscosa matera dipartire e purifichare.

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.164, pag. 579: Ma dir te vojo de lo vin, / chi è pezo ca venin. / Como da fogo te ne guarda, / che lo so caror no te arda.

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 83, pag. 228.31: 'l mosto rompe le vasella, e mescolasi sotto sopra per la forza del su' calore...

- Fras. Mettere calore.

[4] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 6, pag. 66.17: questo frutto [[...]] mette calore, avegna che sia umido.

3 Fig. Sensazione di benessere, sicurezza, fiducia o conforto.

[1] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 61, pag. 38.20: l'oste della decta cittade non soleva andare a combattere se inanzi non traessero nell'animo calore e vigore di conforto per suono di trombe...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 4, vol. 2, pag. 77.8: Quisti aminazzi di un sul homu, et arinderu lu calur primeru a li animi qui languianu, et non sufferseru que Ytalya se levassi ad egualari la rasuni di la citati con nuy insembla.

3.1 Estens. Stato di profonda fiducia e sicurezza, tale da stimolare un det. soggetto ad agire o comportarsi in un det. modo. Locuz. prep. A calore di qno: su stimolo, sollecitazione di qno.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 9, terz. 64, vol. 1, pag. 105: Al tempo di costui nel seguente anno, / i Pisani, a calor del Re Manfredi, / rupper la pace, non senza lor danno, / e sopra Lucca andar, come quì vedi.

4 Fig. [Rif. agli effetti di un sentimento, specif. l'amore (spesso equiparato al fuoco):] stato di forte tensione emotiva verso qno o qsa, trasporto ardente verso qsa o qno.

[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 5.22, pag. 108: Imagine di neve si pò dire / om che no ha sentore / d'amoroso calore: / ancor sia vivo, non si sa sbaudire.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 11.13, pag. 84: Ma ben sarebe cortesia d'amore / se 'l gran calore, ond'io sono alumato, / fosse incarnato sì com'è 'n figura.

[3] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 46.6, pag. 113: ma quand'eo parto sì mi stringe Amore / ch'io non saccio che via deggia tenere. / E di tornar mi sforza lo volere, / sì m'ha 'nfiammato Amor del suo calore; / e poi, quando mi parto, lo dolore / alor ritorna, e partesi il piacere.

[4] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 7, pag. 60.7: L'amore non è altro che uno calore, unde se l'omo vuole amare conviene che ssi riscaldi.

[5] Auliver, XIV c. s.d. (trevis.), 15, pag. 509: Tut el servir pert e 'l son fait desconça / chi serf Amor, [[...]] el son calur, ch'ard plu che viva bronça, / con' l'om plu 'l sent, et adès in su ràpega; / tut altrui fait e plasir li par nuglia...

[6] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 4.4, pag. 697: TRE anni e più fa mo', ch' Amor mi prese, / MA 'N ben so' certo che mai non mi lassa; / BALenò uno splendor, ch' ogn' altro passa: / FREdd' era il tempo e di calor m' accese.

- [Come stato tormentoso].

[7] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 106.8, pag. 179: Ohimè, ch'i' ho amato troppo questo amore, / Ohimè, ch'io credia ad amor gentilisco, / Ohimè, che tante pene sofferisco, / Ohimè, ch'io sento al cor tanto calore.

4.1 [In contesti relig.:] sentimento provato dall'uomo verso Dio o percezione del modo di essere di Dio nei confronti dell'uomo, caratterizzato dall'estrema intensità (che può risultare finanche penosa).

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 33.72, vol. 1, pag. 223: Ardore ke consumi ogni freddura / e purghi et illumini la mente, / ogn'altra cosa fai parer obscura / la qual non vede te presentemente: / et già mai altro teco amar non cura, / per non cessar l'amor da te nïente / et non ratemparal dal tuo calore. / Calor, sì fai l'anima languire / et struggere lo cor di te inflammato, / ke non è lingua ke 'l potesse dire / né cor pensare, se no· ll'à provato!

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.38, pag. 266: ben so che a morire questo amor sì te mena, / da puoi che non allena, né cessa suo calore. / Ià non fo mai veduto amor sì smesurato...

[3] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 32, pag. 236.15: Lo sangue di Cristo àe in sé calore grande non corporale ma spirituale, cioè l'amore di Dio, lo quale amore è calore che scalda...

[4] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 337.20: Voi siete angeli terrestri, i quali come gli angeli abandonate le richezze mondane e non pigliate moglie. E quegli che ll'hano, chiamati dallo Spirito Sancto nel calore della fede, s'astengono da essa; le quali tutte cose sono sopra natura.

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 23, par. 3, vol. 2, pag. 103.24: A lu mezzuiornu Cristu muriu tinendu mezzu di summa iusticia, tinendu summu caluri et ferrvuri di caritati di Deu et di lu proximu, fu plui prontu a liberari ki a puniri.

[6] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1372/73] lett. 9, pag. 40.23: Così desidera l' anima mia con grandissimo desidero, che voi siate quello figliuolo alluminato del lume e calore dello Spirito santo, condito col sale del vero conoscimento e sapientia, sì che cacciate con perfetta sollecitudine el peccato e' dimoni delle tenebrose anime delle creature.

4.2 [Con valore neg.:] violento impulso che spinge alla perdita del controllo di sé, che induce ad azioni irragionevoli, spesso violente e moralmente riprovevoli.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 26, pag. 49.2: Invidia è un mal calore che nasce all'uomo del bene e de la felicitade altrui, che lo incende e dibatte malamente e fallo dolere.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 1, pag. 615.5: Tolommeo re visse nel calore stemperato de' suoi vizii, e però fu chiamato Fiscone.

[3] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De le virtù cardinale, vol. 1, pag. 151.25: Queste som le IIIJ cosse chi fam l'omo seguro: [[...]] la te(n)pera(n)za sì lo governa de ver mezo die co(n)tra li marvaxi calori...

[4] Lucidario ver., XIV, I, pag. 73.6: [139]. D. Perqué fece-si baptiçare in aqua? M. Però che l'aqua sì è contraria al foco, e 'l pecao sì è foco, ché nuy avemo ira intel coro e 'l calore e desideramento...

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 169.117, pag. 175: tanto ha di possa questa sola [[scil. la gola]] / che chi la segue in molti vizi corre; / con tanto cieco e bestial calore / il ventre si soccorre / come dovesse caminar satollo / per non morir<e> cercando mortal crollo.

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 2, pag. 115.33: Ma, poa ch' eli sum vegnui a una tranquilitae de mente e partio lo desordonà calor de la tentatium, devenem guardiam de la vaselle, çoè dutui e paire de le anime.

[7] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 1, pag. 216.12: Ma se algun per malicia o per calor de ira ad alguno d'i compagni nostri offenderae, i altri della compagnia, i humeri soi sotometando, virilmente lo compagnone offexo segondo iustixia defenda.

4.2.1 [Rif. ad un'azione o un comportamento:] l'essere impulsivo, eccessivo, incontrollato.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 10, pag. 573.20: Gajo Gracco, più felice d' eloquenza che di proponimento, [[...]] quante volte arringoe al popolo ebbe dopo sè uno suo servo ammaestrato d' arte musica, lo quale occultamente con una sampognetta di vivorio formava li modi de la sua pronunziazione, o levando li troppo levati, o rivocando quelli ch' erano comossi più che ragione non comportava. Però che lo calore del suo dire e l' impeto de la azione non lo lasciavano essere attento stimatore di questo temperamento.

[u.r. 19.12.2017]