FORSENNERÌA s.f.

0.1 forsenaria, forseneria, forsennaria, forsenneria.

0.2 Da forsennare.

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.).

In testi sett.: Tristano Cors., XIV ex. (ven.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Gesto o comportamento incontrollato e irrazionale; fatto o effetto dell'essere fuori di senno.

0.8 Elisa Guadagnini 27.03.2008.

1 Gesto o comportamento incontrollato e irrazionale; fatto o effetto dell'essere fuori di senno.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 67.17: molto n' è grande mattezza e forseneria somettere al parliere in guisa di picciole cose quelle nelle quali noi troviamo essere consumata la somma dello 'ngegno de' filosofi con grandissima fatica.

[2] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 72.4, pag. 216: Con' più m'allungo, più m'è prossimana / la fazzon dolce de la donna mia, / che m'aucide sovente e mi risana / e m'àve miso in tal forsennaria, / che, 'n parte ch'eo dimor' in terra strana, / me par visibil ch'eo con ella sia, / e or credo tale speranza vana / ed altra mi ritorno en la follia.

[3] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 42, vol. 1, pag. 188.31: I Padri contradicevano alla legge; e dubitavansi che il popolo non divenisse troppo baldanzoso, se la legge si fosse confermata: però che assai aveva in loro di forsenneria senza la legge.

[4] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 83.11: «Meser Dinadan, ve pare ch'io me sia ben delivrado delli quatro cavalieri?». Meser Dinadan, che ben sa donde ciò li ven, li responde: «Si m'aÿ Dio, miser Palamides, vostra forsenaria de testa e vostra rabia ve valse ça alguna volta, e sì à 'lla fato a questo ponto».