CALDO agg./s.m.

0.1 cada, cado, cala, cald, calda, calde, caldi, caldissima, caldissime, caldissimi, caldissimo, caldo, caldu, calla, callda, calldo, calle, calli, callissima, callo, callu, cally, calt, carda, caud, cauda, caude, caudi, caudu, ccaldo, chalda, chalde, chaldi, chaldissima, chaldissimo, chaldo, challda, challdo, chalt, cold, colda, coldo, colldo, galt.

0.2 Lat. caldus (DELI 2 s.v. caldo).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Poes. an. fior., c. 1269; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Doc. prat., 1288-90; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Lett. pist., 1320-22; Lett. garfagn., 1328/32.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Memoriali bologn., 1279-1300, (1299-1300); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Esercizi cividal., XIV sm.

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Stat. cass., XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. a caldo di 1.3.2.3.1; al caldo 1.3.2.1; andare in caldo 2.2.5.2; avere freddo e caldo 1.3.1; battere il ferro mentre è caldo 1.2.1; caldi caldi 2.1.1.3; caldo caldo 1, 2.1.1.3; con caldo 1.3.1.1; con il caldo di 1.3.2.3.1; di calda natura 2.2.5; disfare due chiodi a un caldo 1.2.1.1; essere caldo 1.3.2; essere in caldo 1.3.2.3.1; fare caldo a 1.3.1; fare grande caldo a 1.3.1; fiera calda 1.3; non essere frigido né caldo 3; non fare né freddo né caldo 1.3.1; per caldo di 1.3.2.3.1; piangere a calde lacrime 3.3; pigliare il ferro caldo 1.2; stare al caldo 1.3.2.1; stare caldo 1.3.2; tenere caldo 1.3.2.2; tenersi caldo 3; tutto caldo 1.

0.6 A Doc. sen., 1235: Ugolino del Chaldo; Doc. prat., 1275: messere Caldo podestade di Charmi(n)gnano; Doc. pist., 1300-1: Giraldo d(i)c(t)o Caldo da Chalameccha.

T Stat. sen., 1280-97: fossato d'Acqua calda; Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.): la casa di la ruga Calda.

0.7 1 Che ha o sprigiona una temperatura elevata; che si trova, per cause naturali o artificiali, ad una temperatura superiore a quella abituale o superiore a quella di un soggetto senziente (esplicito o implicito). 1.1 [Con rif. all'uso di immergersi in acqua ad alta temperatura per scopi igienici o estetici:] bagno caldo. 1.2 [Detto di un metallo o di un oggetto metallico:] rovente, incandescente (atto spec. a marchiare o cauterizzare). 1.3 [Detto della temperatura atmosferica o ambientale]. 1.4 [Detto del cibo:] che si è guastato, marcio. 1.5 Sost. Stato di elevata temperatura. 2 [Filos.] [Con rif. alla fisica aristotelica:] una delle quattro qualità sensibili primarie della materia (assieme a freddo, umido e secco). 2.1 [Filos.] [Med.] [Secondo la dottrina fisiologica di tradizione aristotelica, con rif. all'essenza costitutiva del corpo o di un organo:] che presenta la qualità sensibile del caldo (in opp. al freddo, in possibile combinazione con l'umido e il secco). 2.2 [Detto del corpo o di una sua parte:] che si trova ad una temperatura superiore a quella fisiologica per cause contingenti e transitorie (specif. patologiche). 2.3 [Detto di un alimento o una bevanda (specif. vino):] che provoca in chi lo ingerisce un aumento della temperatura corporea. 3 Fig. [Detto di una persona o di un suo gesto o modo di essere:] che ha o dimostra una viva propensione, affetto o interesse per qsa o qno. 3.1 [Detto di una persona:] che ha un temperamento ardente, facile all'ira, all'entusiasmo, all'azione anche violenta. 3.2 Sost. Forte tensione verso qsa, vivo desiderio di qsa. 3.3 Che traduce o manifesta un sentimento intenso (detto spec. delle lacrime). Fras. Piangere a calde lacrime. 4 Occorso da poco, recente.

0.8 Elisa Guadagnini 09.01.2008.

1 Che ha o sprigiona una temperatura elevata; che si trova, per cause naturali o artificiali, ad una temperatura superiore a quella abituale o superiore a quella di un soggetto senziente (esplicito o implicito).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 75, pag. 602: molto tost [[la anema]] è portaa entro l'infern ardente, / en quel pessimo fogo, q'è sì caud e bugente / qe quel d'una fornase ve parrïa resente.

[2] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 18, pag. 12.7: Dassi il laxativo nel dichinamento dele febri, nell'ora del matotino; coll'acqua calda togle la sete e l'amarore dela boccha e l'anxietade.

[3] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 508.11: Gionti sono nel tribulato luogho da lato destro de quella gran via, dove erano paludi d'acqua puççulente, più erano calde che fuoco ardente.

[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 63.25: Valesiu [[...]] andandu a lu focu a pilyari aqua calda per quisti infirmi, agenuchlaussi et pregau li dei familiari soy qui transfirissiru supra la sua capu lu periculu di li citelli.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 72.29: 'l fogo de l'amor de Cristo si è morto in tuto, né la çenere è pù calda...

[6] Stat. palerm., 1343, cap. 14, pag. 24.15: lu piccatu di la ingratitudini [[...]] è unu ventu caldu ki dissica la funtana di la pietati e di la gracia...

[7] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 15, pag. 68.3: et may non cessa di fari tantu terribili ventu, per fina chi killa persuna [[scil. chi è morso da una tarantola]] non è misa intra unu furnu caldu, oy intra di unu caldu locu altru...

[8] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 98, pag. 104.6: E quando el [[scil. droèla]] se brustola al fuogo e po fasene calefacturio de questo caldo, çoa al dolore pungitivo e a le turciom e a li altri dolori.

[9] Stat. cass., XIV, pag. 119.7: S(et) noy credemu <bastare> a li monachi i(n)nelli lochi che no(n) sony trope frede, nè trope calde, bastare p(er) cziascheduno la cuculla et la tonica...

[10] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 29, pag. 40.3: [4] Item lu sangui di la crapa, factu caudu a lu focu e datu a biviri a lu tropicu, sana perfectamenti.

- Locuz. agg. Tutto caldo.

[11] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 17, pag. 33.21: prende di mele e di bello burro e de l'erba ch'àe nome celidonia, tanto de l'una come de l'altra, e lla erba sia bene mundata e minuta, e meschiala con lo pasto tuto caldo, e di pepe pesta, e dalilo altresì...

- Caldo caldo.

[12] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 79, pag. 199.20: et dein(de) le sp(ar)gi sop(ra) unu poco de vino et poi lo fa callo callo, q(uan)to lo pò substine(re) [[...]] et siali posto sup(ra) li reni...

- [Con rif. a corsi d'acqua, sorgenti o bacini naturali alimentati da acque che si trovano spontaneamente ad una temperatura superiore a quella corporea].

[13] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 30.1: cercando entro per lo corpo de la terra, trovamo acque fredde e acque calde, e vedemole uscire fore de la terra.

[14] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 36, vol. 1, pag. 319.5: E quando egli fiede nelle vene solforate, lo solfo iscalda e apprende di sì gran calore, che l'acqua che corre per quelle vene diventa calda come fuoco. E di ciò sono li bagni caldi, che l'uomo trova in diverse terre.

[15] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 57, pag. 181.9: sì esti appressu una terra ki se chama Taurina. In kistu locu che eranu bannj de vapuri e currìanuche acque caude; e quandu fachìa bisonnu a kistu previte de lavaresi, andava a kisti banni e lavavasi.

[16] Framm. Milione, XIV pm. (emil.), 1, pag. 504.1: Et è-lli molti bagni caldi de aqua sorgente et èno molto boni ala rogna et a molte altre malatie.

[17] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 23.19, pag. 319: Chiare fontane e caldibagni molti / trovammo nel paese e gran pianure / e diversi animali in boschi sciolti.

- [Detto dell'acqua, con rif. ad una det. tecnica di conciatura di cuoio e tessuti].

[18] Stat. pis., 1302 (2), Esordio, pag. 979.5: ad honore e buono stato di tutta l' arte de li Coriarii dell' acqua calda de la città di Pisa.

[19] Stat. sen., 1329, cap. 67, pag. 322.20: Anco statuimo e ordiniamo, che ciascuno possa levare e sia licito de levare ogne coiame d' aqua calda in ciascuno dì lavoratoio.

[20] Stat. fior., 1357, Rubricario, pag. 337.1: Di non raconciar panni con sapone o con acqua calda o vero di non sodare a ceppo.

1.1 [Con rif. all'uso di immergersi in acqua ad alta temperatura per scopi igienici o estetici:] bagno caldo.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 51, pag. 110.13: Che abbiam noi a fare di questi bagni caldi, per diseccare, e sottigliare il corpo? Chi vuole sudare, affatichisi.

- [Con rif. specif. alla morte di Seneca].

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 288.21: Seneca scele la morte de lo vanio callo e poi se fece sanguinare e in questo modo finio.

[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 71, pag. 291.19: Nerone [[...]] cotanto li fece di grazia, che li disse: «Aleggiti di che morte vogli morire»; e Seneca chiese di farsi aprire tutte le vene in un bagno caldo.

- [Con rif. al luogo pubblico adibito a lavaggi e cure termali].

[4] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 55, pag. 282.13: ello, andando a un certo bagno caldo in quela contrâ spese vote per sua necesitae, un iorno ge trovà un che mai non avea visto apareiao a lo so servì'.

1.2 [Detto di un metallo o di un oggetto metallico:] rovente, incandescente (atto spec. a marchiare o cauterizzare).

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 188, pag. 292.15: Li cristiani di questa provincia si ànno tre segnali nel volto [[...]] E questi segni si fanno con ferro caldo...

[2] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 42.26: et quando toccha il nuvolo molle, spengnesi et fa tuono, siccome il ferro caldo quando cade nell'acqua.

[3] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 9, pag. 582.35: e cochi la firita cun ferru caldu tutta intornu la ruptura.

[4] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 294, pag. 324.2: E quando el fi metù suxo el luogo morsegò de anemale venenoxo, como fi metù el fero caldo, el ge fa g(r)ande çoamento.

[5] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 43, pag. 46.9: A tutte gotte tollere e rimovere fa questa medicina: del mese di marzo falli de sotz los olhs, çoè di sotto da l'ochio, una cottura con uno ferro caldo, e un'altra in cima de la testa, e un'altra in la pianta del piede.

[6] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 55, pag. 176.8: Item se lu cavallo p(er)desse la veduta p(er) alcunu accide(n)te pogli lu fe(r)ro caldo su l' occhio [[...]] et sanarà.

- [Con rif. specif. all'uso di acconciare i capelli].

[7] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 400.28: dà' ch'io abbatta il corpo del mezzo uomo di Frigia, e ch'io laceri la lorica divelta da forte mano, e ch'io ladisca nella polvere i capelli suoi increspati col ferro caldo e bagnati di mirra.

- [Come strumento di tortura].

[8] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 3, pag. 107.16: Ma essendo molto sospetti d' errore, furono esaminati per lo giudicio del ferro caldo, come era nel paese costuma.

- Fig. Fras. Pigliare il ferro caldo: eseguire azioni delicate.

[9] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 183.18: Messer Rosso temea l' abbominio de' Toscani, [[...]] e temea il nome che avea della parte, che il popolo non si turbasse: teneasi col popolo grasso, però ch' erano le sue tanaglie, e pigliavano il ferro caldo.

1.2.1 [Con rif. all'uso di riscaldare un metallo per renderlo lavorabile]. Fig. Fras. Battere il ferro mentre è caldo: cogliere l'occasione senza farsela sfuggire.

[1] A. Pucci, Dè gloriosa, 1342 (fior.), 45, pag. 9: Battete 'l ferro, mentre che gli è caldo, / Chè 'l tempo mai non avrete sì saldo...

1.2.1.1 Sost. Fras. Disfare due chiodi a un caldo: fondere due chiodi con un'unica sessione di riscaldamento; fig. Conseguire due scopi con un solo mezzo.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 10, cap. 83, vol. 2, pag. 558.12: essi sottilmente pensarono di fare disfare due chiovi a uno caldo col fuoco della guerra, l'uno, d'unire il popolo consueto nimico de' Fiorentini e sopra modo parziale colla guerra, l'altro, che seguendo pace della guerra, come suole, patteggiare nella pace la tornata del porto...

1.3 [Detto della temperatura atmosferica o ambientale].

[1] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 91, pag. 566: La vera è calda et humida, temperata e suave...

[2] Lett. garfagn., 1328/32, pag. 258.21: èmi molto caro che Orsina vengna ad vedere noi, poi che noi no(n) avemo bondade de venire ad lei, ma ella àe più ragione (e) caxone d(e) venire quassuso, p(er)ché ella v'àe molti parenti (e) amici, (e) ancho àe deli soi rendetali che no(n) la videro ancho. (E) ancho v'àe miglore fare p(er) questo te(n)po caldo p(er) lei.

[3] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 17.11: l' apa [[...]] havi a ffari lu meli in lu tempu caudu et quietu...

[4] Lucidario ver., XIV, I, pag. 51.11: E tuto questo tempo era cum estate et era tempo axevolo né tropo caldo né tropo fredo, et era habundantia de tute cose, et tute remas per lo peccato deli homini.

[5] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 36.14, pag. 85: ma in Dio por speme, et con justicia et zielo / tener domin[o], qual fie constante et pieno / di gran leticia, al caldo tempo e al zielo.

[6] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 29, pag. 157.17: In dellu t(em)po troppo callo no(n) gli i(n)pona sella troppo grave, voi pandello, né cosa ch(e) possa m(u)lto scallare lu cavallo...

- Fras. Fiera calda: fiera che si tiene in estate.

[7] Doc. prat., 1288-90, pag. 168.21: Diedi, i quali ricevette Lutteri Bonfante nella fera di Tresi la calda, p(ar)titam(en)te, lb. DLXXXIIIJ s. XV tor.

[8] Doc. fior., 1296-1305, pag. 678.3: Ànne dato, ne la fiera chalda novantotto, lb. IIJC...

[9] Doc. merc. Gallerani, 1304-1308 (sen.), [1306] 6, pag. 222.5: Donotto die dare i· fiera di Proino di magio IIJ C V: per Anessa la Guidarella 4 lb. per mille ciento ottanta e nove lb. diciotto s. diece d. ala fiera carda debia avere. 1189 lb. 18 s. 10 d..

- Fig. [In rif. ad una condizione amorosa tormentosa:] ardente.

[10] Dante, Rime, a. 1321, 46.60, pag. 170: Omè, perché non latra / per me, com'io per lei, nel caldoborro? / ché tosto griderei: «Io vi soccorro»...

1.3.1 Sost. Alta temperatura atmosferica o ambientale (dovuta alla natura del luogo, alla sua esposizione, al periodo dell'anno o ad altri fattori).

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), son. 11-3.11, vol. 1, pag. 280: Sentenza dia l'aucel che fece il nido / quando la gran fredura fi col vento, / ca per lo caldo ciascun ride e balla.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio rose cum viola, 95, pag. 80: Eo pairo ben a hora, / Il temp dra primavera, ke tuta zent me honora, / Ke 'l cold no brusa tropo ni è trop freg illora...

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 13, pag. 139.5: E noi vedemo avenire per stasione e·llo mondo grandissimi freddi, e per lo suo oposito grandissimi caldi; e vedemo per stasione grandissime seccitadi, e per lo suo oposito s'atendono e·llo mondo grandissime umiditadi.

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 1, pag. 128.23: conviene che perciò che l'uomo è di più nobile complessione, e può più tosto magagnarsi o infermare per alcuno caldo o per alcuno freddo, che li altri animali, che 'l suo vestire sia diligentemente e sottilmente apparecchiato.

[5] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 6, pag. 16.23: Ma questo vi faccio per lo vostro peccato: che stiate oggimai in su la terra [[...]] e patiate oggimai fame e sete e freddo e caldo...

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 16.20, pag. 56: Sostenette povertate, freddi, caldi e nuditate...

[7] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 8.10, pag. 412: Di luglio in Siena [[...]] trar buon tempo e buona vita, / e non uscir di fuor per questo caldo...

[8] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 78, pag. 173.15: Doncha Deo ge à dado fame e sede, fregio e coldo e altre necessitade azò che per forza el afadiga e per la fadiga possa tornà a la vita beada.

[9] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 39.7, pag. 242: Quando un bom paire à so fijor, / chi obier a lui non vor, / ni star con si ni abitar, / ma per lo mondo vanezar, / degno è cair, per gram folia, / em porvertae e gram famia, / sostegnando freido e cado, / como vir e croio rubado...

[10] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 61, pag. 87.15: Da .VIJ.. anni deschia a li .XIIIJ.. elli se de' metre a scola, et è ben da vardar ke li fantolini no se apprexe tropo de studiar per tempo, e specialmente o en gran coldo o en gran fredo, ka per questa caxon dise Boetio de disciplina de li scolari ke alguni è embrigadi de cresser, alguni è facti levrosi, alguni è cazudi en altre malatie.

[11] Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.), pag. 192.3: E questo anno chiaciò lo lacho di Masa Cucori per lo isconcio fredo, et poi fu sconcisimo caldo, che isteo messi otto, che non piove.

[12] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Lu modu..., pag. 570.39: Ancora si divi allazari in tempu friscu e nebulusu, kí, si si piglassi in tempu di forti caldu, si purria dampnari in alcunu so menbru, tantu si miniria.

[13] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 170.16: era mesa state de luglio, quanno lo callo stao infervente.

- Fig. Fras. Avere freddo e caldo: patire continui rovesci della propria situazione.

[14] Fiore, XIII u.q. (fior.), 154.4, pag. 310: «Molte volte mi disse quel ribaldo / Per cu' i' eb[b]i tanta pena e male, / Ched e' ver[r]eb[b]e ancor tal temporale / Ched i' avrei spesso fredo e caldo.

- Fig. Fras. Non fare né freddo né caldo: essere indifferente.

[15] F Giordano da Pisa, Prediche, 1303-1309 (pis.>fior.): Di verità, a Dio di nostro bene, e di nostro danno a lui non fa né freddo né caldo... || Moreni, vol. 1, p. 257.

1.3.1.1 [Come condizione spiacevole, ardua da sopportare]. Impers. Fras. Fare (grande) caldo a qno.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 21.6: E sappiate che in India [[...]] altri v'è che hanno pure un piè, e si chiamano cidoplei [[...]] Ma loro piedi non sono fatti come quelli delli uomini, anzi è un piede sì ampio e sì fatto, che quando ad alcuno fa caldo, egli si pone a sedere, e ponselo sopra capo e fassene ombra.

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 3, pag. 14.13: uno giorno lo ree Meliadus si era coricato nel letto per dormire e ffaciagli grande caldo...

- Fig. Locuz. avv. Con caldo: in modo agitato, difficoltoso.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 87, terz. 96, vol. 4, pag. 142: Poi di Novembre, per falso trattato, / fu dato loro una porta di saldo, / per la qual, come prima era ordinato, / il Capitan lor, Conte Marcovaldo / dentro passò, con trecento soldati, / i qua' fur presi, ed el passò con caldo...

1.3.1.2 [Con rif. ad uno dei tormenti inflitti ai dannati].

[1] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 113, pag. 642: Ma poi ke l'omo è lì e igi l'à en soa cura, / en un'aqua lo meto k'è de sì gran fredura / ke un dì ge par un anno, segundo la scriptura, / enanço k'eli el meta en logo de calura. / E quand ell'è al caldo, al fredo el voravo esro, / tanto ge pare-l dur, fer, forto et agresto...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 3.87, vol. 1, pag. 49: i' vegno per menarvi a l'altra riva / ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.

- Meton. Inferno.

[3] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 23.5, pag. 144: Frate Ranaldo, do' si' andato? / De quolibet sì hai desputato. / Or lo me di', frate Ranaldo, / ché del tuo scotto non so' saldo: / si èi en gloria o en caldo / non lo m' ha Dio revelato.

1.3.2 [Con valore pos., rif. ad una persona che si trova in condizioni ambientali ideali per la vita (anche fig.)].

[1] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 11, pag. 75, col. 22.23: Egli conversò magro, assetato, freddo, povero e vituperato. Et io sono grasso, abbeverato, caldo, riccho e honorato.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 35, terz. 34, vol. 2, pag. 125: Nel tempo che a Firenze stetter saldi, / erano in grande stato i Fiorentini, / e Popolani, e Grandi grassi, e caldi.

- Tenere caldo qno: garantire a qno una temperatura confortevole, proteggere dal freddo.

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 74.27: hi fantin chi son tanto tenerin e fraola cossa, se convenan [[...]] tegnir-li ben caldi d'inverno...

[4] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 18, pag. 48.19: Iddio andava loro innanzi per guida e sopra loro avea distesa una nebbia, la quale lo giorno li copria dal sole e tenevali freschi, e la notte li resplendia contra le tenebre e tenevali caldi...

- Fras. Essere, stare caldo: non patire freddo, trovarsi in un ambiente confortevole. Fig. Trovarsi in una situazione prospera, agiata.

[5] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1130, pag. 65: Mai non è ioco ben partito / D'antre lo nüo e 'l ben vestito. / Lo ben vestïo è molto baldo / E cre' c'ogn'omo sëa caldo [[...]] el san no cree a l'amalato, / Né 'l ben pasüo a l'afamato...

[6] Poes. an. urbin., XIII, 21.65, pag. 584: Pena ke ppaço parme nigente, / ka lo dolçore ke pune la mente / fàme star caldo, forte e valente, / so' consolato e nno sento rancore.

- Piazza calda.

[7] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 46.167, pag. 877: Del mese di dicembre i buon briganti, / ch'usano in piazza calda, sono insieme / e chiamano un signor di tutti quanti...

1.3.2.1 Sost. Luogo confortevole. Fras. Stare al caldo: trovarsi in una situazione confortevole, stare bene.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 75.51, pag. 317: «Tu stai al caldo, ma eo sto nel foco; / a te è deletto, ma eo tutto coco; / co 'n la fornace, trovare pò loco: / si non c' èi entrato, non sai quign'è stare».

- Locuz. avv. Al caldo: in casa, al riparo.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 42, terz. 87, vol. 2, pag. 207: Essendo stati insin passata Nona / senza mangiare, e senza bere al caldo, / ciascun pensò di campar la persona.

1.3.2.2 [Rif. a un capo di vestiario:] che preserva dal freddo e mantiene il corpo ad una temperatura confortevole. Locuz. verb. Tenere caldo.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 15, pag. 108.33: Nella primavera dee l'uomo esere vestito di robe che no sieno troppo chalde, sì come di pani lini, di robe in acia foderate d'angnieline.

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 50, pag. 152.10: al povarello la grossa gonnella tiene caldo, e se la perde muore di freddo e sta male.

[3] San Brendano ven., XIV, pag. 188.12: io porto indoso bon abito de munego, lo qual me cuovre la carne e tieme colda la persona...

[4] Esercizi cividal., XIV sm., 44, pag. 108.10: Lu myo mantel, galt e grant e di doy colors, com è 'l to, costà, lu braç, un flurin, no uadagnat di me [c]enço fadio. Mee clamidis, calide et magne et duorum colorum...

1.3.2.3 Fig. Che si trova in una condizione di benessere, sicurezza, sostegno o conforto (grazie a qsa o qno); che prova una profonda fiducia e sicurezza.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 108.2, pag. 226: Quando Ner Picciolin tornò di Francia / era sì caldo de' molti fiorini, / che li uomini li pareano topolini, / e di ciascun si facea beff'e ciancia.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 73, vol. 1, pag. 140.16: Ma i giovani, caldi nella signoria e poco savi, [[...]] dimostravano atto tirannesco per tenere in paura più che in amore i loro terrazzani.

1.3.2.3.1 Sost. Condizione o sensazione di benessere, sicurezza, sostegno o conforto (da parte di qno). Estens. Stato di profonda fiducia e sicurezza, tale da stimolare un det. soggetto ad agire o comportarsi in un det. modo.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2583, pag. 265: o se t' insuperbisti / o in greco salisti / per caldo di ricchezza / o per tua gentilezza / o per grandi parenti / o perché da le genti / ti par esser laudato...

[2] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 95, pag. 43.27: Anco statuto e ordinato si è, che qualunque persona di Chiarentana o del destrecto o che ivi abitassi, receptasse alcuno sbandito o a llui desse mangiare o bere, o aconpagnasse o desse caldo o vigore o baldança, se quello cotale spandito sirà sbandito in persona, sia condempnato el receptatore e punito per ongni volta in XXV lb. de denari cortonesi...

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 139.12: L' oste di quella [stessa] cittade non solea prima discendere a combattere, che per lo suono delle tibie e per lo modo di percuotere a terra il piede avessero tratto a lo suo animo uno caldo di confortamento, e ch' elli fossero stati amoniti d' assalire arditamente il nemico con ispesso e vivo suono di percosse.

[4] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 100, pag. 740.9: Giovanni dello Agnello, tutto sollevato e disposto dal consiglio e caldo di messer Bernabò a farsi signore di Pisa...

[5] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 12, pag. 45.18: E così appunto fa Cristo colla sua anima, [[...]] dàlle prima un caldo e una dolciezza di sè medesimo, faciendola tutta inamorare et inebriare di sè, in tanto che l'anima tutta giubila, tutta s'inamora di Cristo dolce suo isposo...

[6] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 195.5: sentendosi non volere servire il Comune, davano materia a' loro nimici e altri d' imprendere contra loro, non avendo il caldo del Comune, come eglino sel toglievano.

- Fras. Essere in caldo: trovarsi in una condizione prospera.

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 2, vol. 2, pag. 13.13: In questo tempo che 'l popolo di Firenze era fiero e in caldo e signoria, essendo fatto in Firenze uno eccesso e malificio, e quello cotale che 'l fece si fuggì e stava nella terra di Prato, per lo Comune di Firenze fu mandato a quello Comune che rimandasse lo sbandito.

- Locuz. prep. A, con il, per caldo di qno: su stimolo di qno.

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 62, vol. 1, pag. 355.10: Negli anni di Cristo MCCLVI [[...]] i Pisani per caldo e sodducimento del re Manfredi ruppono la pace ch'era tra lloro e' Fiorentini e' Lucchesi...

[9] Doc. fior., 1311-50, 49 [1349], pag. 656.10: Del quale [[canonicato]] àe la possessione, e la prebenda avrebbe avuta, se non fosse uno frate de' Servi col vostro caldo, che dice ch'è Procuratore d'uno Provenzale, che dice essere Canonico per lectere di Legato...

[10] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 10, terz. 2, vol. 1, pag. 111: Calen di Agosto, ovver di Luglio al fine / era nel mille dugencinquantotto, / quando gli Uberti, e Case Ghibelline / trattar, che 'l popol fosse guasto, e rotto / a caldo di Manfredi, e d' altri strani, / che' Guelfi volien mettere al disotto.

1.4 [Detto del cibo:] che si è guastato, marcio.

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 456.5: Questo grano si vendé perché era riscaldato ed era per guastarsi tutto e infracidare perch' era molto fiatoso e caldo.

1.5 Sost. Stato di elevata temperatura.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 215.9: «Che è il sole?» «Il sole è occhio del cielo, cerchio di caldo, splendore sanza abassare, ornamento del die, dividitore dell'ore».

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 30: Intendo du(n)qua lo male essere co(n)trario al bene, la pace ala gue(r)ra, la discordia ala co(n)cordia, lo freddo al caldo, et cusì infiniti exe(m)pli si potrebbeno pon(er)e.

[3] Memoriali bologn., 1279-1300, (1299-1300) App. e.46, pag. 95: tutto quanto lo core mi struge e stende / come la cera quando 'l caldo prende.

[4] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 7, pag. 497.29: 'l forniere traie la bragia del forno quando ène caldo, e puoi la tura immantenente perché 'l caldo non esca fuore...

[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 7, pag. 29.21: Differenzia hae dal caldo al calore [[...]] e è tale che l'uno può mancare, ma l'altro no. [[...]] la cosa calda può perdere il caldo, o diventare fredda, ma il calore non mai.

[6] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 81.11: lo Sol sì è lo plu chaldo planeto che sia e per lo so calldo nui avemo la challura...

1.5.1 [Con rif. al procedimento di cottura di una pietanza:] l'essere sottoposto ad un'alta temperatura per un det. lasso di tempo.

[1] Ricette di cucina, XIV m. (fior.), 7, pag. 8.21: dà fuoco a questa torta di sotto e di sopra. E quando àe avuto uno caldo, scuoprila, e fora la crosta...

1.5.2 Fig. [Con rif. al peccato (equiparato implicitamente o esplicitamente al fuoco)].

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 30.8, pag. 148: Così potre' i' viver senz'amore [[...]] come Migo, ch'è tutto d'errore, / ch'e' non morisse di caldo di fuoco.

[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 50, Annunciazione, vol. 2, pag. 434.10: Io sono mandato annunziarti che tu conceperai arimagnendo vergine, non a mostrarti espressamente il modo. Ovvero adombrerà, cioè che ti rifrigerrà dal caldo di tutti i vizii».

2 [Filos.] [Con rif. alla fisica aristotelica:] una delle quattro qualità sensibili primarie della materia (assieme a freddo, umido e secco).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 19, pag. 29.21: E li doi de questi quattro elementi trovamo opositi e contrari a li altri doi, come lo foco ch'è caldo e secco a l'acqua ch'è fredda e umida, e l'aere ch'è caldo e umido a la terra ch'è fredda e secca...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 1, pag. 109.38: il fuoco e l'aire [[...]] sono elementi caldi per natura, e stanno al disopra dell'acqua e della terra che sono elementi freddi.

[3] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 168.10: lo thron [[...]] è impression inzenerada ila aquea substancia de la nuvolia per lo demenament del vapor cald e sech...

[4] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 2, ch., pag. 159.22: Li altri principii corporali sono quattro, secondo che sono iiij le qualitadi che sono principi d'operare e di patire, cioè caldo e freddo, umido e secco.

[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 1, pag. 3.16: La vertù de la carne sì è calda e humida in lo primo gra', secondo Avicena, benché 'l dixe che alguni la mete freda e humida.

- Sost.

[6] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 403, pag. 540: Per Dieu qe sta en gloria, no è savio nïente / ki en pantano semena ceser o fava o lente: / contrario è 'l fred al caldo, no se covien nïente.

[7] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 30, vol. 1, pag. 293.6: la natura delle cose del mondo [[...]] è stabilita per le quattro complessioni, cioè, caldo, freddo, secco e umido, onde tutte cose sono complessionate.

2.1 [Filos.] [Med.] [Secondo la dottrina fisiologica di tradizione aristotelica, con rif. all'essenza costitutiva del corpo o di un organo:] che presenta la qualità sensibile del caldo (in opp. al freddo, in possibile combinazione con l'umido e il secco).

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 9, pag. 98.14: in fra tutti gli uccelli cacciatori [[...]] li maschi [[...]] sono sì caldi per la maschiezza e sì orgogliosi, che a pena prendono, se non ne viene loro voglia. Ma la femina, ch'è fredda per natura, è tutto giorno volenterosa di prendere, però ch'ella è fredda, e la freddura è radice di tutta cupidità.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 7, pag. 134.3: Li sengni dela chalda conplexione del feghato sì è d'avere le vene larghe ed infiate, e -l petto piloso, e grande talento di mangiare e di bere...

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 17, pag. 23.15: E lo siropo de stichados [[...]] à a conturbare quelù che à complexion collerica, çoè calda, e falo evomere.

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 1, pag. 135.2: Lu cavallu è de natura calda et temperata. Che sia caldu demustrase p(er) la sua legiereçça et velocitade et audatia et p(er) longa vita, perciò che vive più che lgi altri animali.

- Sost.

[5] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 218.22: «Che è fegato?» «Il fegato è guardia del caldo».

2.1.1 Che si trova alla temperatura necessaria e conseguente all'espletamento delle funzioni organiche, alla vita (anche in contesti metaf.).

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 204.20: A un' otta si rimase la bocca di parlare, e d'essere: e mutato lo corpo, gran pezzo stettero caldi gli ricenti rami.

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 157.9, pag. 213: La testa òr fino, et calda neve il volto, / hebeno i cigli, et gli occhi eran due stelle...

2.1.1.1 Sost. Temperatura fisiologica (di un corpo o di un organo). Caldo naturale.

[1] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 108, pag. 215.8: sono due cose nell'uomo, nelle quali due cose sta la vita nostra, cioè l'umido radicale e lo caldonaturale...

[2] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 24, ch., pag. 277.23: E davano exempro ne l'animale ove sono due omori ingenerati dal cibo: l'uno è grosso, [[...]] l'altro è omore sottile, il quale dal caldo digestivo si lieva da la massa del cibo, e trâsi per le vene a la carne e dae notricamento ai membri.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 10, pag. 66.18: Il quale, essendo già vecchio di presso a settanta anni, tanta fu la nobiltà del suo spirito, che, essendo già del corpo quasi ogni natural caldo partito, in sé non schifò di ricevere l'amorose fiamme...

[4] Benuccio da Orvieto, a. 1396 (tosc.), [a. 1388] 237a.16, pag. 278: paura [[...]] in un punto nel cor si tresanda; / e come intorno 'l sangue gli s' avella, / e mai non si disvella / finché 'l sicuro caldo non rivene.

[5] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 11, pag. 143.8: lo troppo luxuriare fa cecto envecchiare om(n)e animale et mancare nanti te(m)po, perciò che consuma la s(u)bstantia et la humiditade endebilisce le virtudi et ra(m)morta lu caldunaturale et fa lu stallone effiatare, onde ne sequita la mo(r)te.

2.1.1.2 [Con rif. al tepore del sangue appena versato o di un corpo da poco defunto].

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 10, pag. 628.9: Pallas indarno trae il caldo lancione della fedíta, imperciò che 'l sangue e l'anima seguitano in una medesima via...

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 8, vol. 2, pag. 147.18: riscaldò la lancia, calda della morte del primo fratello, col sangue dell' altro fratello.

[3] Boccaccio, Caccia di Diana, c. 1334, c. 4.32, pag. 20: La bella donna il forte uccel riprese / ed alla lonza trasse il caldo cuore / e l'aquila pascé...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 303.5: E tutta la gente corre a essi corpi, e cognoscono e veggiono gli uomini morti, e il luogo caldo della fresca occisione, rivi pieni schiumare del sangue.

2.1.1.3 Fig. [Detto di un'azione compiuta su una o più persone:] locuz. avv. Caldo caldo, caldi caldi: subito.

[1] Ingiurie lucch., 1330-84, 282 [1374], pag. 77.11: - Ve' questo soso traditore ladro de Nicolao di Iacopo da San Miniato, che io lo farrò i(m)picchare p(er) la gola caldocaldo!

[2] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), IV, ott. 29.5, pag. 229: Messer Perin Grimaldi, / co' suoi guardava il mare infino a foce; / quando ad alcuna Terra stavan saldi / gridavan, Viva i Fiorentini, in boce, / e se Pisan trovavan, caldi, caldi, / che poco valie far di braccia croce, / incontanente eran morti, e rubati, / e molti in mar ne furon mazzerati.

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 122, pag. 271.15: Messer Giovanni da Negroponte, avendo un dì perduto a zara ciò ch' egli avea, essendo grandissimo e valente uomo di corte, caldocaldo, con l' ira e con l' impeto del giuoco, andò con un coltello a trovare uno che facea dadi, e sì l' uccise.

2.1.2 [Con rif. alla giovinezza, periodo della vita in cui il corpo ha o sviluppa un maggior calore].

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 335.15: Quelli che fia vecchio cavaliere, amerae sentitamente e saviamente, e sosterae molte cose le quali non sono da sostenere al nuovo cavaliere. Costui non romperà l'uscia, né andrae con crudeli fuochi, né coll'unghia assalirae le tenere gote de la donna; né non isquarcierae le sue vestimenta, né quelle de la giovane; né i tirati capelli fieno cagione di piagnere. Queste cotali cose si convengono a li fanciulli caldissimi per la etade e per amore...

- Sost.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 68, pag. 161.6: La nostra età è convenevole a sì fatto studio, perocch'ella ha combattuto, e i vizj, che nel caldo della giovanezza erano forti, e ardenti, ella gli ha cacciati, e passati...

2.2 [Detto del corpo o di una sua parte:] che si trova ad una temperatura superiore a quella fisiologica per cause contingenti e transitorie (specif. patologiche).

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 34, pag. 254.11: Se lo sano àe per alcuno defecto sete, cioè di calore naturale perké abbia troppo mangiato et lo stomaco arda troppo o per fegato troppo caldo o per altro defecto ch'è segondo calore naturale, che sarebbe nel suo essere sì come dee, neuno arebbe mai sete.

[2] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 19, pag. 113.29: E mentre dicie quiste parole non puote tenere la testa alta sopra de sè, però che li omore calde erano sopre suo capo ed era molto agravato: oggie li medicie dicono e apellano febre.

[3] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [35.2], pag. 44.21: Uno auctore dixe che el vino de la uva aserba dito è bon al stomego caldo e <taia> el fluxo colerico.

2.2.1 [Per la fatica o l'alta temperatura ambientale:] accaldato.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 527.9: Narcisso, [[...]] caldo della caccia, e riposandosi a una fontana, [[...]] vedendo l'immagine sua nell'acqua, fue innamorato di quella...

[2] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di la guardia..., pag. 572.23: E guarda simiglantimenti ki a lu cavallu sudatu, oi ki sia tropu caldu, nun li dari a maniari ni a biviri alcuna cosa sin ki lu suduri non li cessa da dossu...

[3] Tristano Veneto, XIV, cap. 197, pag. 176.12: E Tristan, lo qual era caldo et talento [avea de ber] et avea gran ssede, beve la copa tuta plena...

[4] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 23, pag. 217.10: De questi divierzi vini lo cardinale, callo per lo cavalcare, bebbe e bene, perché aveva sete.

2.2.2 [Con rif. alla reazione fisiologica ad un'emozione].

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 36, cap. 8, par. 4, pag. 519.2: Alli adulatori nostri noi volentieri consentiamo, e avvegnaché noi rispondiamo che non semo degni, e avvegnaché il caldo rossore per vergogna ci tinga la faccia, neentemeno dentro si diletta l' anima della loda sua.

2.2.3 [Per l'ira].

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 124.9: Plato essendo troppo caldo contra uno suo servo per offensione che li avea fatta, temendo di non passare il modo de la vendetta, commise a uno suo amico l'albitrio del gastigamento.

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 375, pag. 341.5: quello non se sentiva miga granmentre de quela plaga, como chului lo qual era caldo et irado.

- Sost.

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 4, par. 3, pag. 99.10: E dietro a queste parole con molte altre séguito a me dicendo, e in esse accendevami di fiera ira, la quale con tumorosissimo caldo sì m' infiammava l' animo, che quasi ad atti rabbiosissimi m' induceva.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 6, cap. 49, vol. 1, pag. 769.22: I· re nel caldo del suo furore, non pensando che lla città era sua e antica ne· Regno, la fece ardere e disfare...

2.2.4 [Con rif. al sentimento amoroso o specif. al desiderio sessuale].

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 3, ott. 62.6, pag. 99: Io ardo più che mai, e questo foco, / ch'io sento nuovo, è d'altra qualitate / che quel di prima: el mi rinfresca gioco / sempre nel cor, pensando alla biltate / che n'è cagion, ma vero è che un poco / le voglie mie più calde che l'usate / fa di tornar nell'amorose braccia, / e di basciar la dilicata faccia. -

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 18, pag. 84.28: Ch'el no fo mae homo sì mato de femena né sì caldo d'amor chi se metesse a far sì forte né tanto straveante cose chomo ha fachio lo figlio de De' per nu.

[3] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 77, pag. 286.2: e cosìe Dinadano, ch'era freddo e disamorato, appressandosi alla dama, ch'era bella e onesta e calda d'amore, sì lo prese dello amore suo.

[4] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 210.9, pag. 258: Adunque, Amor, più caldi sproni al fianco / Non porre a me; bisogna lei ferire; / Ch'io son pur suo...

- Sost.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 5.1, vol. 3, pag. 67: «S' io ti fiammeggio nel caldo d'amore / di là dal modo che 'n terra si vede, / sì che del viso tuo vinco il valore, / non ti maravigliar, ché ciò procede / da perfetto veder, che, come apprende, / così nel bene appreso move il piede.

[6] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 19, pag. 34.7: O Madonna, cessate dall' oratione, perciò che già tutto vengo meno di caldo d' amore.

[7] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1374] lett. 23, pag. 97.13: Non pare che lo stolto uomo senta né vegga tanto caldo e calore d' amore che, se fussimo di pietra, doveremmo già essere scoppiati.

2.2.5 [Rif. specif. alla lussuria, anche animale]. Locuz. agg. Di calda natura.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 31, pag. 130.10: Pernice [[...]] molto sono peccatrici per lo calore della lussuria [[...]] quando le femine sono di calda natura, elle concepono di vento che viene da lato del maschio.

[2] <Cavalca, Trenta stolt., a. 1342 (pis.)>, cap. 22, pag. 236.27: Veggiamo uomini sì casti di natura, che non si curano della carne: e veggiamo alquanti sì caldi, e sì tentati, che non trovano luogo.

[3] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De eodem, vol. 1, pag. 204.25: Doncha tu dei savé che in IIJ caxi pò l'omo far l'ovra de mariezo qua(n)to a l'anima. [[...]] Lo IIJ si è qua(n)do l'omo requere la soa femena p(er) guardala de peccao; e chi co(m) questa intentiom lo fa, quello si fa bem, zoè se ello cognosce che ella fosse caudade natura e v(er)gognoxa.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 79, pag. 292.12: la quale Medeas era la più lussuriosa dama del mondo e la più calda di suo corpo.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 2, pag. 454.17: negli ampi campi gli sfrenati cavalli e d'amor caldi le cavalle di Partia assaliscono...

[6] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 107, pag. 150.14: I cani sono di più caldanatura che altra bestia; e del loro calore, quando eglino si congiungono, eglino si rinflabiliscono; e si giungono e s'apigliano, altressì come due pezi di ferro rovente...

[7] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 13, pag. 235.11: Or seando ella de una moto cada natura, dise li megi che, s' ela no se mariase, per lo tropo calor meterea barba como a omo, e così avene.

2.2.5.1 Sost. Disposizione o tendenza ad avere rapporti sessuali.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 4, pag. 116.27: così come il corpo si smuove a fare le opere di lussuria, per lo caldo ch'elli à, così ei desiderii d'esso, cioè della lussuria, sono rimasi, quando il corpo è raffreddato ed à perduto il suo calore naturale.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 17, pag. 40.13: e ne' boschi li timidi cervi, fatti tra sé feroci quando costui li tocca, per le disiderate cervie combattono, e mugghiando, delli costui caldi mostrano segnali...

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 39, terz. 59, vol. 2, pag. 172: Di Gianni scesero i Conti d' Analdo; / di Guido i Conti di Fiandra per certo / della suo prima sposa, e di suo caldo; / ciò fu Guiglielmo, Filippo, e Ruberto.

2.2.5.2 Sost. [Rif. alla fregola animale].

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 159, pag. 384.4: E così chi di qua e chi di là, e chi per un verso e chi per un altro, si cominciarono a ingoffare, facendo molte mislee da più parti; e con queste mischie uscirono fuori de Orto San Michele le scuccomedre, non essendo ancora attutato il caldo del bestiale amorazzo del cavallo, anzi più tosto cresciuto, e forse con alcune pugna che ebbe Rinuccio e quello della ronzina, giunsono, così percotendosi, e con busso e con romore, su la piazza de' Priori.

- Fras. Andare in caldo: andare in calore, entrare nel periodo dell'accoppiamento.

[2] f Libro della cura delle malattie: Fa di mestiere prenderle prima, che le vipere vadano in caldo. || Crusca (3) s.v. andare.

2.2.6 Sost. Eccitazione, impulso trascinante.

[1] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 8, pag. 116.10: Dopo questi teniamo che siano al postutto peggiori i barattieri e quelli che vanno dietro alle sozzure delle meretrici; i quali poi che 'l caldo del gioco de' dadi, e la compiacenza delle varietadi gli avrà tratti a povertade, conviene per necessitade che diventino ladroni e rubatori.

2.2.7 [Med.] Sost. [Rif. alla febbre:] temperatura corporea più alta dei valori fisiologici normali.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 3, pag. 10.31: Il calore disordinato è cagione di febre, e quando la febre è venuta ancora rimane il caldo, però che la febre è con caldo.

[2] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 103, pag. 109.29: E strençe el stomego, quando l'è relaxò per lo vomito, e asmorça el caldo de le fievre.

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 29, S. Paola, vol. 1, pag. 273.11: del mese di Luglio, quando è il grandissimo caldo, le venne un caldo di febbre...

2.2.8 [Med.] [Detto di una malattia (spec. della febbre):] che provoca un innalzamento patologico della temperatura.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 1, pag. 138.15: fatello usare a tutti quelli che vogliono ingrassare e che per chalde malatie sono magri...

[2] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 31, pag. 157.6: Epitites [[...]] descaza la tenpesta da luntano e gli spiriti et onne febre calda e rematica.

[3] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 21, col. 1.5: et è buono allo ardore e aspreççe d'occhi e alle infermità calde o di caldio calda cagione...

2.3 [Detto di un alimento o una bevanda (specif. vino):] che provoca in chi lo ingerisce un aumento della temperatura corporea.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 12, pag. 174.28: 'l vino si è caldissimo: donde per la sua troppa calidità, si smuove li uomini a distemperanza ed a lussuria...

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 361, pag. 573: Li palumbi me mostrano caldo notrimento, / li piçuni plu caldo extra temperamento, / lo vino agro togllele toste so nocimento, / cogllandre similiter, cridime, ca no mento...

[3] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 8, pag. 135.28: Cose chalde per usare a coloro ch'àno il quore fredo sono queste, ciò è zettovario, moschado, anbra, seta, zafferano, gherofani, siloe, ghardamone, qubebe, foglie di ceperi, foglie inde, enula.

[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 3, pag. 660.9: L'altra buona opera è il digiuno ordinato [[...]] e fare astinenzia delle cose dilettevoli e che facciano ingrassare e sieno calde, né di troppa spesa, né ghiotte per arte d'apparecchiare...

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22, pag. 108.1: O quante bonne raixe se trova in quest'orto pù chalde cha de çençavro e de maior virtue!

2.3.1 [Detto di una persona, con rif. agli effetti di un eccessiva ingestione di vino:] ebbro. Caldo di vino.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 83, pag. 228.32: Siccome 'l mosto rompe le vasella, e mescolasi sotto sopra per la forza del su' calore; così l'uomo caldo di vino, getta fuori, e manifesta ciò, ch'egli ha nel cuore.

[2] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 154, pag. 105: A ber lo vin sopercllo è gran pechato: / quando l' omo è challdo innevriato / perde l' omo e cade strabuchato...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XII (i), par. 76, pag. 577.2: Fu costui [[...]] crudelissimo ucciditore non solamente de' nemici, ma ancora degli amici, de' quali, già caldodi vino e di vivanda, ne' conviti e altrove, molti fece uccidere...

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 49, pag. 111.20: - Doh, messer lo cavaliere, noi venghiamo dalle nozze e siamo caldi; quello che noi diciamo, diciamo per sollazzare.

3 Fig. [Detto di una persona o di un suo gesto o modo di essere:] che ha o dimostra una viva propensione, affetto o interesse per qsa o qno.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 543, pag. 257: Ancora san Grigol si narra d'un fantin / K'avea nom Bonifacio, ke stet mintro in fin / Benegn e lemosné e cold dr'amor divin...

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 36, pag. 408.29: chi credesse e amasse operrea caldo, solicito e vigorozo, e verrebbe promente de bene a meglo; ma tiepidi siemo, e quazi ghiacciati a bono, e tal fiata, ch'è peggio, chaldi a male.

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 46, pag. 241.17: Egli fece e ordinò i canti nell' Officio, e 'l Gregoriale, ordinò tutti i Vangelii per l'anno, e fece l'Entroito de la messa e i Prefazii, e tutto quasi l'Officio che cantiamo. Vedete come fue caldo e exercitato in queste cose! Pascéasene.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 30.72, vol. 2, pag. 521: regalmente ne l'atto ancor proterva / continüò come colui che dice / e 'l più caldo parlar dietro reserva: / «Guardaci ben! Ben son, ben son Beatrice.

[5] Lett. pist., 1320-22, 7, pag. 43.27: Credo, e senza dubio, ti convegna di queste cose guardare da messer Filippo da Prato per l'amistà di ser Vanni Armaleoni, ch'è in quelle cose molto caldo.

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 29, pag. 141.18: lu chi era romito e stava al dexerto non era tanto caldo de piaxer a Cristo né se studiava chusì ferventemente de vegnir in gracia del so' Segnor altissimo...

[7] Lett. napol., 1356, 6, pag. 130.4: conoscemo qua(n)to lu bonu animo tuo e lla tua volu(n)tate ène calda allo n(ost)ro placere...

[8] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 36, pag. 122.24: Unde io non mi penso molto stare, e voi mi raccomandate a Cristo, e pregovi che sempre sollecitiate quelle dentro e quegli di fuore, che tutti stiano caldi di Cristo, però che sì grande pena è la cecchità del mondo, che più ratto è da eleggiere la morte, che questo vedere.

- [In esplicita opposizione al freddo].

[9] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 242, pag. 36: L'anima e 'l corpo se gueria, / Çascun vol prendre la soa via [[...]] L'omo á in si una cosa / Ke nol vol laxar star en possa: / L'anima è l'una e 'l corpo è l'altra / Ke 'l fa speso de freda calda. / L'anima vol stare in penitentia / Et aver grande affligentia, / Vol Deo servire et onderare / Et ali soi comandamenti stare. / Lo corpo no vore de ço far niente...

[10] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 136.262, pag. 553: E no aver lo cor de jaza: / l'amor de De' cado te faza, / sote cui man tu dei caer.

- Fras. Non essere frigido né caldo: essere ignavo.

[11] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), Ap 3, vol. 10, pag. 500.14: [15] Io so le opere tue; perchè tu non sei frigido nè caldo; volesse Dio che tu fosti frigido ovver caldo! [16] Ma perchè tu se' tiepido, e non se' frigido nè caldo, io cominciarò a vomerti fuora della bocca mia.

- Fras. Tenersi caldo: stare all'erta, pronto a fare qsa.

[12] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 3, pag. 600.2: «Vattene e dì a Calandrino che egli si tenga ben caldo, e io verrò a lui incontanente e dirogli ciò che egli ha e ciò che egli avrà a fare.»

3.1 [Detto di una persona:] che ha un temperamento ardente, facile all'ira, all'entusiasmo, all'azione anche violenta.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 58, vol. 2, pag. 106.3: e lui venuto, il feciono loro generale capitano dell'oste, e come gente calda, e baldanzosa della vittoria da Coltrai, s'apparecchiaro di tende, e padiglioni, e trabacche...

[2] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 81, pag. 702.5: Costoro tutti giovani, e per la maggiore parte nati e acresciuti nelle lunghe guerre tra' Franceschi e Inghilesi, caldi e vogliosi, usi alli omicidi e alle rapine, erano correnti al ferro, poco avendo loro persone in calere...

3.2 Sost. Forte tensione verso qsa, vivo desiderio di qsa.

[1] Poes. an. fior., c. 1269, 7, pag. 471: io per caldo di parte sì non ardo / che tutto il ver non voglia mentoare.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 7, pag. 203.19: E poi Cesare raguardò la sua gente, sì che el grande caldo di combattare rafredò alquanto, con tutto che 'l suo ardimento li aveva promesso la vettoria de la battaglia.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 54, vol. 1, pag. 494.22: ma poi che fue chiamato papa Niccola III, fu magnanimo, e per lo caldo de' suoi consorti imprese molte cose per fargli grandi, e fu de' primi, o il primo papa, nella cui corte s'usasse palese simonia per gli suoi parenti...

3.3 Che traduce o manifesta un sentimento intenso (detto spec. delle lacrime). Fras. Piangere a calde lacrime.

[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 2, par. 2, pag. 55.10: e similmente trassi gli occhi più volte da riguardarlo, acciò che le calde lagrime cadenti da quelli, venendo sopra di lui, non gli dessero materia di sentire ch' egli fosse da me veduto.

[2] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 62.3: Queli della cittade eno tuti dollenti e piançeno a chalde lagre[me], como quelli che credeno veramente che Palamides sì sia venchudo...

- Caldo sospiro.

[3] Botrico da Reggio, Io vidi raggi, XIV s.-t.d. (emil.>ven.), 70a.14, pag. 129: a lei fisso mirar tuto vi desti / cum un viso pietoso e pien di bramma, / e molti caldisospir vi trahesti.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 153.1, pag. 209: Ite, caldi sospiri, al freddo core, / rompete il ghiaccio che Pietà contende...

4 Occorso da poco, recente.

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 411, pag. 96: Però che fo sbannita la parte de ser Lalle, / L'altra parte colliendola sotto et caponaballe, / Però che dalla corte sempre aveva le spalle; / Sempre loro novelle da corte erano calle.

[u.r. 26.03.2024; doc. parzialm. aggiorn.]