0.1 deçuzato, desusa, desusarla, desusato, desusò, desussar, dexusa, dissusati, disusa, disusai, disusando, disusare, disusarono, disusassero, disusata, disusate, disusati, disusato, disutato, dizuzandotene, dizuzare, dizuzato.
0.2 Da usare.
0.3 Oddo delle Colonne (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 2 [6].
0.4 In testi tosc.: Oddo delle Colonne (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Guido Orlandi, 1290/1304 (fior.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
0.7 1 Non mettere in atto (un comportamento); non praticare. 1.1 Non intervenire (su un oggetto concreto); lasciare abbandonato. 2 Perdere la consuetudine (con un comportamento, con uno strumento); disabituarsi. 2.1 Far perdere la consuetudine (con un comportamento); rendere inusuale.
0.8 Francesco Sestito 15.05.2008.
1 Non mettere in atto (un comportamento); non praticare.
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 21, pag. 267.14: Cierto, Padre mio caro, tanto lunghamente avete uzato travaglio e dizuzato poso: accioché lungha uzansa torna a natura, deverìa el corpo vostro e l'animo anco tenere dizagio ad agio...
[2] Guido Orlandi, 1290/1304 (fior.), 5c.15, pag. 134: Io per lung'uso disusai lo primo / amor carnale: non tangio nel limo.
1.1 Non intervenire (su un oggetto concreto); lasciare abbandonato.
[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 2, cap. 61, vol. 1, pag. 300.13: tanto si disusarono i campi della coltura, tanto si consumarono i frutti ricolti, che l'isola in qua addietro fontana d'ogni vittuaglia, per inopia e per fame facea le famiglie de' suoi popoli in gran numero pellegrinare negli altri paesi.
2 Perdere la consuetudine (con un comportamento, con uno strumento); disabituarsi.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 27, pag. 285.10: E però de' subitamente lasciare l'amistà loro; ma, [chella] lasciando a poco [a poco], disusando pianamente, lascialo al tutto...
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 78, pag. 378.19: Volle Idio per umiliarli, e che riconoscessero da llui la vittoria, e che non diventassero pigri, ma sempre stessero exercitati e in paura, e non disusassero l'arme.
[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 140.177, pag. 580: No usar beiver la matin, / che monti omi mar [è] lo vin, / che per usaza che eli àn / perden seno e quato 'li àn. / Chi lo vor poi desussar / no pò l'usanza mai laxar, / e como pu l'omo invegise / questo mar pu rezovenise.
- Pron.
[4] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 23: no(n) lassare l'amistà subitame(n)te né malvagiame(n)te, ma lassala dizuza(n)dotene a pogo a pogo, no(n) dicendo lo p(er)ché...
[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 33, pag. 55.13: chi non si disusa da vitii mentre ch'è giovene, quando elli invecchia non n'escie mai...
- Sost.
[6] Oddo delle Colonne (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7, pag. 91: e certo s'io son pensuso, / non è da maravigliare: / c'Amor m'à usato a tal uso / che m'à sì preso la voglia, / che 'l disusare m'è doglia / vostro piacere amoruso.
2.1 Far perdere la consuetudine (con un comportamento); rendere inusuale.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 10.2, vol. 2, pag. 155: Poi fummo dentro al soglio de la porta / che 'l mal amor de l'anime disusa, / perché fa parer dritta la via torta, / sonando la senti' esser richiusa...
[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 10, 1-6, pag. 172, col. 1.3: Poi fummo. Dixe come fono dentro a la soia della porta che 'l maor male ch'hano aipù le aneme in la prima vitta dexusa çoè desusa...