DÒMINE escl.

0.1 domine.

0.2 Lat. domine, vocativo di dominus ( DEI s.v. domine).

0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Novellino, XIII u.v. (fior.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

0.5 Locuz. e fras. non poter dire «Domine aiutami» 1.1; senza poter dire «Domine aiutami» 1.1.

0.7 1 [Con funzione vocativa, per rivolgersi a Dio]. 1.1 Fras. Non, senza poter dire «Domine aiutami»: non avere (senza avere) il tempo necessario per mettersi in salvo. 2 [Come esclamazione generica]. 2.1 [In espressioni come Domine, dagli il malanno, Domine, fallo tristo, esclamazione generica, per lo più per esprimere disappunto].

0.8 Francesco Sestito 16.04.2008.

1 [Con funzione vocativa, per rivolgersi a Dio].

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 12: Et lo profeta, volendosi fare amico di Dio, sapendo che li amici provati sono migliori che li altri, disse: D(omi)ne, provame (et) tentame, arde le mie rene (et) lo mio cuore.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 8, pag. 14.13: «Miserichordiam et iudicium cantabo tibi domine», (id est) 'io chanterò di te, domine, miserichordia e iustitia'.

[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 74, pag. 298.1: E quando il fico li venia presso all'occhio, e quelli gridava: «Domine, te lodo».

[4] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 13, 112-129, pag. 253, col. 1.3: e cum vede alcuna cosa de bon tempo, dixe: 'Non ti temo, Domine, ch'insido sum de l'inverno'. Cussí la predicta donna, cregendo che la possança de Deo no se extendesse più inanci, fo audace com'è ditto...

1.1 Fras. Non, senza poter dire «Domine aiutami»: non avere (senza avere) il tempo necessario per mettersi in salvo.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 160, pag. 389.8: appena poteo dire: «Domine, aiutami»; che come elli avesse morti tutti e' beccai, così con gran furore ne lo menorono.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 173, pag. 426.7: costoro furono tutti presi, sanza poter dire: «Domine aiutami»...

2 [Come esclamazione generica].

[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 3, pag. 12.19: Esso si svegliò, e vedendo questa fighura dell'angielo con quello chiarore, rispose: domine, chi mi chiama?

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 101, pag. 225.23: Giunto là, picchia la ruota. - Domine, chi è? - Risponde: - Sono il vostro Giovanni dello 'nnamorato.

2.1 [In espressioni come Domine, dagli il malanno, Domine, fallo tristo, come esclamazione generica, per lo più per esprimere disappunto].

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 451-60, pag. 123.9: Egli è di vero uscito del seminato e vuole essere tenuto savio. Domine, dagli il malanno! Torni a sarchiar le cipolle e lasci star le gentildonne!

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 1, pag. 76.6: il quale, veggendolo ridirizzato e riconosciutolo, subitamente cominciò a ridere e a dire: «Domine fallo tristo! Chi non avrebbe creduto, veggendol venire, che egli fosse stato attratto da dovero?»

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 8, pag. 239.24: Disse allora Ferondo: «Domine, dalle il buono anno! Io le voleva ben gran bene anzi che io morissi, tanto che io me la teneva tutta notte in braccio e non faceva altro che basciarla e anche faceva altro quando voglia me ne veniva»...

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 8, pag. 239.28: e poi, gran voglia avendone, cominciò a mangiare e a bere, e non parendogli il vino troppo buono, disse: «Dominefalla trista! ché ella non diede al prete del vino della botte di lungo il muro.»

[u.r. 26.01.2021]