PAVONEGGIARE v.

0.1 paoneggia, paoneggiando, paoneggiar.

0.2 Da pavone.

0.3 Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.); Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Ostentare un vano compiacimento di sé o del proprio aspetto.

0.8 Demetrio S. Yocum 11.07.2008.

1 Ostentare un vano compiacimento di sé o del proprio aspetto.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 5.73, pag. 102: Il petto paoneggia d'un colore / di porpora e il dosso suo par foco / e com'aguglia è grande e non minore.

[2] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 1.36, pag. 4: Da poco stante a guisa d' una spera / dinanzi a l' altre la ne vidi andare, / paoneggiando per le verdi piagge.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 7, pag. 224.13: oggi le fanno [[le cappe]] larghe e doppie e lucide e di finissimi panni, e quelle in forma hanno recate leggiadra e pontificale, in tanto che paoneggiar con esse nelle chiese e nelle piazze, come con le lor robe i secolari fanno, non si vergognano.