0.1 faitata, fataro, fatata, fatato, fatava.
0.2 Da fata.
0.3 Simintendi, a. 1333 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Simintendi, a. 1333 (tosc.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Colpire con un incantesimo.
0.8 Sara Ravani 23.06.2008.
[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 233.21: Ipolito, nato delle femmine Amazoni, non si maravigliň altrimenti che si maravigliasse l'aratore tirreno, quando vidde la chiova che fatava nel mezzo de' campi, da prima per sua voglia muoversi, sanza essere mossa da alcuno; e poscia pigliare forma d'uomo... ||Cfr. Ov., Met., XV, 554: «fatalem glaebam mediis adspexit in arvis».
[2] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 6.21, pag. 16: E cosí sono un altro Meleagro: / e questa tien lo stizzo che fataro / le tre, quando el trovaro, / ch'al suo piacer convien ch'i' mi consumi.