FATO s.m.

0.1 fada, fata, fate, fati, fato, fatora, fatu.

0.2 DELI 2 s.v. fato (lat. fatum).

0.3 Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.).

In testi sett.: Lucidario ver., XIV; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

N L'es. in Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.) è cit. dantesca.

0.5 Anche s.f. (fada).

Nota i plur. neutri fata in Dante, Commedia, a. 1321, e fatora in Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.).

Locuz. e fras. a fato 4.

0.7 1 Entità soprannaturale che determina il corso della vita umana (frequentemente al plur.). Ordine prestabilito voluto da questa. Anche come personificazione. 1.1 Portare i fati (di qno): essere lo strumento tramite cui si compie la sua sorte. 1.2 I fati: le Parche. 2 Predizione degli eventi futuri, vaticinio, oracolo. 3 Disposizione provvidenziale che non può essere modificata, decreti immutabili di Dio. 4 Locuz. avv. A fato: a caso, in modo indiscriminato.

0.8 Sara Ravani 11.08.2008.

1 Entità soprannaturale che determina il corso della vita umana (frequentemente al plur.). Ordine prestabilito voluto da questa. Anche come personificazione.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 33, pag. 169.14: se io sono fatato e dal fato non mi posso muovere, dunque che merito?

[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 262.18: O giustissimo Minos, abbia ordine il nostro essilio, cioè che la terra del mio padre riceva le mie ceneri, e perciò ch'io non potei vivere nella mia patria, commosso da scelerati fati, concedi ch'io vi possa morire.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, 4.3, pag. 155: Deh, or che giova tanti movimenti / D'odio destare, e con la propria mano / Sollicitare i fati uman dolenti?

[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 4, pag. 75.11: Et mentri Dido zo dichia, sua sochira Anna li ripurtau lu duru et fermu animu di Eneas, et ancor li dichia comu li fati et li dei li contrarianu in tuctu sou vuliri.

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 13, pag. 80.27: Ora manifestamente possiamo noi ben vedere l'ira degl'iddii quanto ella verso noi adopera, e quanto i fortunosi fati ci si sono incontro rivolti!

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 54.13: e se li fati avessero voluto che io cadesse, io dico in verità ch'io l'averei meritato co la mano.

[7] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 15, pag. 28.22: i nemici hanno prese le mura, e l'altezza di Troia in tutto è caduta; leva su e fuggi, chè così vogliono li fati...

[8] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 298.12, pag. 372: O mia stella, o Fortuna, o Fato, o Morte, / o per me sempre dolce giorno et crudo, / come m'avete in basso stato messo!

[9] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 179.17: Le fatora incrudeliscono contro a me et a me profferano tristizia; le stelle del cielo e 'l cielo mi dà tristi segni.

[10] Lucidario ver., XIV, III, pag. 202.6: E l'omicida sì dice, s'el vé lo fratre per cui el è in inferno: «O frate meo, che male nascisti in terra al meo fato, che per vendegaro l'onta che t'era fata sì oncisi quelui che te la fece...

[11] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 34.7, pag. 81: Così l'huom, qual temperanza costuma, / se tardo et grave suo voler acende, / sta forte al fato; et chi lezir se rende / ne l'opra, langue et si stesso consuma.

[12] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 280.4: E partendose intraro l'alto mare, no sapendo perzò dovo andare ad habitare, né ube le fate soe l'avevano ordinato la soa habitaccione, per multi periculi e multi lochi passò et andaro tanto per lo mare peregrinando...

[13] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 118.13: cari frategli / che siete tochi d'amorosa spada, / pregate Amor che humilie gli ochi begli, / che de mia trista e dolorosa fada / piangono i pesci, le fere e gli uccegli.

[14] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 218.20: Ahimé! che grande descaso al nobilissimo prencepe vende, che nel dicto fiumicello fo affocato et morto, avenga che tucto questo li soi miseri fati lo aveano predestinato che questa miserabile morte facesse.

1.1 Portare i fati (di qno): essere lo strumento tramite cui si compie la sua sorte.

[1] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 3, pag. 240.18: Guarda colui che in Campidoglio tante volte diede triunfi, e vedrai il suo subbietto aver portato i suoi fati.

1.2 I fati: le Parche.

[1] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 21, pag. 420.16: I poeti iscrivono che sono tre fati, cioè Cloto e Latensis e Antropos.

2 Predizione degli eventi futuri, vaticinio, oracolo.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 20.22: Qui adorano le ninfe coritide, e le deitadi de' monti, e Temi idia che dae le risposte de' fati, la quale allora teneva i tempi.

[2] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 12, par. 64, comp. 74.4, pag. 174: MAgnifica corona de valore, / MEmoria d'esser sempre recordata, / DOno de gracia degno d'ogni honore, / SERvati gli decreti dele fata, / NAcque nel mondo...

3 Disposizione provvidenziale che non può essere modificata, decreti immutabili di Dio.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.97, vol. 1, pag. 154: Perché recalcitrate a quella voglia / a cui non puote il fin mai esser mozzo, / e che più volte v'ha cresciuta doglia? / Che giova ne le fata dar di cozzo?

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 98.2, pag. 136: E tu, o sconsolata mia sorella, / che credi far? Cre' tu cozzar co' fati?

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 7, pag. 88.5: Nè il maggiore Ciro è piccolo argomento, che la necessità de' fati schifare non si possa.

4 Locuz. avv. A fato: a caso, in modo indiscriminato.

[1] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 10, pag. 76.17: avvegnachè spesse volte molti indivini, massimamente certe femmine maladette, parlino a fato, dicendo, così fia, e così è...