FATATO (2) agg./s.m.

0.1 fatata, fatate, fatato.

0.2 V. fatare 2.

0.3 Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: IV Catilinaria volg., 1313 (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Stat. pis., a. 1327.

0.7 1 Decretato irrevocabilmente dal fato, predestinato. 1.1 [Detto della morte:] accidentale. 2 Legato al destino di qno. 3 Sost. Lo stesso che fato.

0.8 Sara Ravani 09.10.2008.

1 Decretato irrevocabilmente dal fato, predestinato.

[1] Gl Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 33, pag. 169.11: Questo è de la fede di Cristo, e chi dicesse che l'opere nostre fossono di necessità, o fossero fatate, overo destinate, secondo il comune volgare, io dico che questo è il maggiore errore e 'l più grave che ssia, ché questo toglie il merito: che se io sono fatato e dal fato non mi posso muovere, dunque che merito?

[2] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 47.19: E cierto se Publio Lentulo, indoto dagl'indovini, pensò il suo nome fatato es(er)e a morte de la repu(blica) [[...]] p(er)ché no m'alegro io, che 'l mio consolato quasi fatato è stato a salute del popolo di Roma?

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 305.14: Anchise [[...]] ricordava Enea e le fortune e li fatti di colui, acciò che, se elli per carnali diletti stette appo Dido, che elli non perdesse il fatato regno.

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 154, pag. 213.13: Molto fu grande lo romore e 'l grido allo 'ncontrare; lo ferire e l'abattare era sì grande, che colui che senza colpo scampava potea ben dire ch'egli era fatato...

[5] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 236.7: o voi finite la paura colla morte del fatato signore.

[6] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 28, pag. 45.1: E detto questo, con molta riverenzia inchinando la testa, salutò la contrada, dicendo: Dio ti salvi, terra, la quale mi se' fatata.

1.1 [Detto della morte:] accidentale.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 58, pag. 162.55: Et se lo decto cavallo morisse in del viagio ordinato, o andando o vignendo o stando, di morte fatata o naturale, o di vivoli, o di dolore, et ciò provasse legitimamente, sia a rischio dello allogatore, cioè di colui di cui è lo cavallo...

2 Legato al destino di qno.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 17, pag. 147.2: Io ti porto invidia; e similmente alla tua morte, o Meleagro, la cui vita dimorava nel fatato bastone, però ch'io disidererei che i tuoi fati si fossero rivolti sopra di me!

[2] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 25, pag. 451.22: Il di che la novella andò alla madre di Meleagro, sirocchia di questi morti, cioè Filesipo e Tosipo, ed ella con ira e per isdegnio andò alla chassa e tolse lo stizo fat[a]to di Meleagro e misselo nel fuoco e chome fu nel fuoco e veniesi divorando e mancando, e chosì si venia consumando Meleagro.

[3] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 25, 16-30, pag. 596.30: imperò che vorrebbeno sempre essere state in astinenzia et essere state magrissime, per non avere offeso Iddio nel peccato de la gola quando erano nel mondo, come fu ad Ovidio fingere che Meleagro si consumasse, consumato lo stisso fatato nel fuoco.

3 Sost. Lo stesso che fato.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 13.46, pag. 40: E via men fu del suo fatato in forse, / allor che vide Evandro e Pallante / e che 'l bel segno de l'aguglia scorse.