FINIRE v.

0.1 fenesca, fenesce, feneva, feni', fenì, fení, fenida, fenide, fenidi, fenido, fenidy, fenimo, fenio, fenir, fenirà , fenire, fenisca, fenisce, feniscela, fenischo, fenisci, fenisco, fenise, fenisie, fenisscase, fenisse, fenita, fenito, feniva, fenudo, fenute, fenuto, ffinir, ffinire, finendo, finendosi, finendu, finente, finero, finesca, finesce, finessce, finette, fini', finì, finì', finí, finia, finìa, finía, finiamo, finicte, finida, finidha, finidhi, finidi, finido, finie, finìe, finíe, finiendo, finiendose, finii, finimo, finin, finio, finìo, finío, finir, finîr, finirà , finirae, finirai, finiranno, finirano, finirave, finire, finirè, finiré, finirebbe, finirebbero, finirebbono, finirebe, finiremo, finirete, finiri, finiria, finirla, finirle, finiro, finirò, finiroe, finiron, finirono, finironsi, finirsi, finisa, finisc, finisca, finiscalo, finiscano, finisce, finisceno, finiscesi, finischa, finischano, finischi, finischino, finischono, finisci, finiscie, finisco, finiscon, finiscono, finise, finisem, finisen, finisigli, finissce, finisscie, finisse, finissem, finisseno, finissero, finissi, finissono, finisti, finit', finita, finite, finiti, finito, finitolo, finitta, finitte, finitteno, finitti, finittono, finitu, finiu, finiva, finivano, finivi, finixi, finixinu, finj`, finuta, finuti, finuto, finutu.

0.2 Lat. finire (DELI 2 s.v. fine 1).

0.3 Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.): 2.

0.4 In testi tosc.: Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. lucch., 1295; Lett. sen., XIII u.v.; Stat. pist., 1313; Simintendi, a. 1333 (prat.); Stat. sang., 1334; Stat. volt., 1336.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Caducità , XIII (ver.); Memoriali bologn., 1279-1300; Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Stat. vicent., 1348; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Poes. an. padov., 1368; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Stat. castell., a. 1366; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Stat. mess. (?), 1320; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343.

0.5 Locuz. e fras. finire bene 6.1; finire male 6.2; finire male la vita 6.2; in sul finire 6.3.

0.6 N In Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.) un'att. messa in corsivo e considerata latina dall'editore: «Poi li dissi per usanza, / tansi in altitudine et finivi, / com[...] et dussi et poi complevi» (Contini, PD, vol. I, p. 17, v. 11).

0.7 1 Raggiungere la conclusione, arrivare alla fine, cessare. 1.1 Spegnersi, esaurirsi (un sentimento); estinguersi, scomparire (una dinastia, una famiglia). Anche pron. 1.2 [Di un periodo di tempo, un'epoca, una stagione:] trascorrere, passare. 1.3 Avere confine, arrivare fino a un determinato punto, essere delimitato (in senso spaziale). Anche pron. 1.4 Sost. L'ultimo momento o l'ultima fase temporale in cui qsa avviene o esiste, conclusione; risultato finale. 2 Smettere di fare qsa (anche momentaneamente), interrompere un processo; desistere, rinunciare. 2.1 Porre fine a qsa, causarne la fine; distruggere, annientare. 3 Portare a termine; portare a compimento un'azione, un progetto, un impegno, ecc., realizzare. 3.1 Portare alla massima perfezione, elevare al massimo grado. 3.2 Appagare, soddisfare. [Di un desiderio:] giungere al pieno appagamento, essere soddisfatto; [Di una discussione:] essere risolto, esaurirsi. [Di un argomento:] svolgere fino in fondo, trattare in modo esauriente. Anche pron. 3.3 Concludere un testo, un discorso, un'esposizione. Anche assol. 3.4 Consumare completamente (un bene materiale). 3.5 Chiudere (un'apertura). 4 Terminare in un certo modo o forma, presentare una determinata conformazione nella parte finale. 4.1 Giungere a una certa condizione, ridursi in un determinato stato. 5 [Econ./comm.] Stipulare un accordo economico con il quale ci si impegna a pagare un debito entro un dato termine; estinguere un debito, pagare. 5.1 [Econ./comm.] Riconoscere estinto un debito a seguito di un pagamento, dar quietanza. 6 Cessare di vivere, morire; trascorrere gli ultimi giorni della vita (anche pron.). 6.1 Finire bene: morire in grazia di Dio. 6.2 Finire male, finire male la vita: morire nel peccato; essere punito (come conseguenza del proprio comportamento). 6.3 Sost. Termine della vita, morte. 6.4 Sost. Locuz. avv. In sul finire: in punto di morte.

0.8 Emiliano Picchiorri 10.09.2008.

1 Raggiungere la conclusione, arrivare alla fine, cessare.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 132, pag. 155: Le voluntá dri iusti in tut coss en compie, / Le fest k'illó fin fagie mai no seran finie.

[2] Stat. mess. (?), 1320, pag. 26.8: e [pagisi] kistu dirictu fini ki la guerra oy finisca pir pachi, oy si riposi pir longa treva comu è da tri anni in su[pra], et quandunqua pir la gracia di Deu kista forma di pachi oy treva chi sia, la cassia si' ructa.

[3] Stat. assis., 1329, cap. 10, pag. 173.34: Finito l'offitio eclesiasteco, el priore dega ordenare che lì se faccia l'offitio nostro, cioè cantare le laude e 'l salmo «De profundis»...

[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 4, pag. 664.20: Finite tutte queste cose, si ringrazii Iddio, che gli ha data grazia d'orare e di pregare il suo Signore, così fattamente, e ciò faccia secondo la sua possibilità.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 4, vol. 2, pag. 44.18: Rispusi lu deu que la guerra finiria se issu fussi aucisu per man di li inimici.

[6] Stat. palerm., 1343, cap. 2, pag. 9.12: e finutu lu cantu, lu ricturi diia fari unu signu, et incuminci li salmi consueti, e cussì li dicti frati si vestanu.

[7] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 341, pag. 38: Così face finir le questionne / quel iusto francho e bon messer Luchino / a qual inoia le ree tenzonne / e sì fa star ghelffi cum ghibellino...

[8] Stat. vicent., 1348, pag. 28.5: Et similmente debba andar dredo el tabernaculo, el qual se porta el dì del corpo del nostro signor Jesu Cristo sin che serà finita la processione.

[9] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 814, pag. 185: Finita la morìa, li homini reaccelaro: / Quilli che non aveano mollie, se la pilliaro...

1.1 Spegnersi, esaurirsi (un sentimento); estinguersi, scomparire (una dinastia, una famiglia). Anche pron.

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 2, pag. 7.2: È dunque prima da vedere che cosa sia l'amore, onde l'amore sia detto, che sia lo suo effetto, entr'a quali possa esere, come l'amor s'aquisti e se ritegna, acresca, menomi e finisca...

[2] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 85, pag. 346.12: E non finìfinisce mai questo dolce fuoco, ché, se finisse l' affetto suo in noi, verremmo meno, però che finirebbe quello che ci dié l' essere, ché solo el fuoco dell' amore el mosse a trarre noi di sé.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 29, vol. 1, pag. 460.4: E così in Curradino finì il legnaggio della casa di Soave, che fu in così grande potenzia d'imperadori e di re, come adietro è fatta menzione.

- [Rif. alla fine del Mondo].

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 5, pag. 155.13: a questo fue adirato Dio (et) disse questa parola: "Pentomi k'io fece l'omo", (et) per questo peccato in tanto fenio el mondo...

[5] Caducità , XIII (ver.), 304, pag. 665: Or va' sì tôi li solaçi e li bagi, / li gran rikeçe, li arme e li cavagi: / andai sì n'è, altri n'è toi vasagi, / finit'è 'l mundo e livri è li toi agni.

[6] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 523, pag. 501.18: ché quando lo mondo finirà , sarà conpiuto lo comandamento di Dio.

1.2 [Di un periodo di tempo, un'epoca, una stagione:] trascorrere, passare.

[1] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 16, pag. 105: Finite son le ete e 'l mondo s' è versato, / or semo êl tenpo ke l'aversario è nato...

[2] Stat. fior., 1297, pag. 664.7: Li quali siano capitani de la detta compagnia per quattro mesi, et abbia divieto ciaschuno in questo officio per uno anno dal die che finiranno li quattro mesi del capitanato.

1.3 Avere confine, arrivare fino a un determinato punto, essere delimitato (in senso spaziale). Anche pron.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 3, pag. 26.5: E finisce verso ponente alle montagne che sono verso Provenza e verso la Francia e verso Alamagna.

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 116, pag. 182.13: Passate queste X giornate, sì si truova un fiume chiamato Brunis, e quivi si finisce la provincia di Gheindu.

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 7, pag. 44.12: e comincia così, che di Spagna si passa in Libe, dove è la regione di Maritanie, ciò è la terra de Esmors, dove fu la città di Scire e dove fu Cesar e dove fu la città di Figi e Maritanie, e finisce allo mare di Got, e comincia quella di Liba...

1.4 Sost. L'ultimo momento o l'ultima fase temporale in cui qsa avviene o esiste, conclusione; risultato finale.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 738, pag. 554: Li homini son 'legri al començar de l' arte, / e poi grami e dolentri al fenir, quand se parte.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 8, par. 11, pag. 243.23: Oh con quanto sdegno d' animo si dée credere che ella queste mutabili cose mirasse, né sicura dalla volubile fortuna, con tristo cuore celebrasse le nuove nozze! Il che il suo ardito finire assai chiaro dimostra...

[3] Stat. fior., a. 1364, cap. 59, pag. 138.4: e traghansi ogni quactro mesi, quindici dì almeno, inancçi lo finire dello uficio de' consoli che per lo tempo saranno...

2 Smettere di fare qsa (anche momentaneamente), interrompere un processo; desistere, rinunciare.

[1] Ritmo laurenziano, XII sm. (tosc.), 39, pag. 192: Rispos'e disse latinesco: / «Stern'ett i!»; et i' nutiaresco / di lui bendicer non finisco / mentre 'n questo mondo tresco.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 356, pag. 374.18: Suo naso e sua boccha e suo mento li fanno lo cuore ardere e infiamare di tal guisa, che giamai non die finire d'ardere, ché tutto giorno sarà ogiumai morto e ferito d'amore...

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 178, pag. 445.39: E così non si finirebbe mai di dire delle donne, guardando allo smisurato traino de' piedi, e andando infino al capo...

2.1 Porre fine a qsa, causare la fine di qsa; distruggere, annientare.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 80.22: E fo facto uno ioco ad monte Olimpo e in uno movimento sallio .ccxv. pasi suso ne lo monte et imperçoké fossi chiamato dio, vivo se iectao ne lo fuoco e morio e kello finio la vita soa.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 3, pag. 435.1: di tante pene fue ripieno, le quali da Caio Caligola allotta cesare gli fuoro date, che colle sue mani uccidendosi, l' abbondanza de' suoi mali per la sua morte finio.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 53, pag. 620.17: E mostrò loro ancora da costui, lasciante a Tolomeo quello per eredità, essere ricominciato il regno degli Egiziaci, finito poi nel tempo di Cleopatra per la forza de' romani, che 'l soggiogarono...

[4] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 43.10, pag. 588: Ond' io non vivo sotto a tal martiro, / né vòl morte finire el mio tormento, / per che de voi a voi sol me lamento.

3 Portare a termine; portare a compimento un'azione, un progetto, un impegno, ecc., realizzare.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 5.4, pag. 81: Omo, ch'è sagio ne lo cominciare, / molto gran bene ne gli può seguire; / acciò che saccia ben perseverare, / chi ben comincia dovria ben fenire.

[2] Lett. sen., XIII u.v., pag. 50.33: Dipo la vectoria si richiere perseverança et fedeltà, et in ciò co l' apostolo conpiamo et finimo honorevolmente el nostro corso...

[3] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), III, 14.1, pag. 345: No co(m)me(n)zar(e) la cosa la q(u)ale no pòy finir(e)...

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 21.12, pag. 203: Chi vor donca esser prudente / e bem terminar so faito, / cerna bem lo primer traito, / per finir adornamenti.

[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 28, pag. 31.5: Quando [el verme] tesse la séa sovra de si e fenisse la covertura soa...

[6] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 1, pag. 214.21: Finie aduncha tute le cose le quale pertene a nurigamento de castigasone e de amonicione, de dreo da tute fia fate le recomendacione per i vivi e per i morti...

- [Un ufficio, un incarico].

[7] Lett. lucch., 1295, 2, pag. 8.17: finalme(n)te si trovoe una p(ro)churaria che devesse durare p(er) du anni, chalende gennaio passato ebbe ij anni la quale noi face(m)mo a voi (e) a ... p(er)ché a Martino (e) a tutti altri che deveste ci poteste obrighare, (e) devesse durare iij mesi, sì che i(n) chalende gennaio lxxxxvj este finita (e) no(n) este di più vighore...

[8] Stat. pist., 1313, cap. 1, pag. 182.10: E li vecchi operari siano tenuti di rassengnare le chiavi della sacristia e lo tesauro tutto a li nuovi operari infra tre die finito lo loro officio, socto pena di diece livre per ciascheduno.

[9] Stat. sang., 1334, 30, pag. 110.12: sia tenuto e debbia el detto camarlingho rendere ragione di tutto quello che serà venuto a le sue mani per la detta cagione a l' altro camarlingho che chiamato serà doppo lui infra otto die finito lo suo ufficio...

[10] Stat. volt., 1336, cap. 1, pag. 7.12: Lo quale officiale faccino ricevere et giurare li decti consoli et camarlingho innanzi che finischino el loro officio.

[11] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 93, par. 1, vol. 1, pag. 314.27: né alcuno ofitiale del dicto comuno overo loro ofitiagle essere asciolte ennante che 'l suo regemento overo ofitio se fenisca overo ennante el tenpo de la scendecatione da fare de loro overo d'alcuno de loro per lo comuno de Peroscia.

[12] Stat. castell., a. 1366, pag. 125.3: Et si elli adevenisse che questo non se facesse, che finito el suo tempo el priore e 'l sopriore che 'ntraranno, cholli consellieri, liberamente el possano cassare et ai conselieri loro dare la penitentia...

[13] a Stat. lucch., 1376, L. 1, cap. 2, pag. 11.8: si elega ciaschuno anno del mese d'ottobre uno giudice experto et di ragione amaestrato lo quale sia et chiamisi magiore officiale et magiore consolo della dicta corte per uno anno incominciando in kalende gennaio et finiendo come seguita...

3.1 Portare alla massima perfezione, elevare al massimo grado.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 3.183, pag. 137: Di tutte qualità la forma pura / Si cela agli occhi nostri e non si mira, / Salvo il soggetto ch'è da lor finito / Per la vertù di sopra che ciò spira.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 33.48, vol. 3, pag. 548: E io ch'al fine di tutt' i disii / appropinquava, sì com' io dovea, / l'ardor del desiderio in me finii.

3.2 Appagare, soddisfare. [Di un desiderio:] giungere al pieno appagamento, essere soddisfatto. [Di una discussione:] essere risolto, esaurirsi. [Di un argomento:] svolgere fino in fondo, trattare in modo esauriente. Anche pron.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 15: et anco vi giu(n)se (et) disse che li ho(min)i giurano p(er) li loro magiori, et finiscesi ongna loro (con)t(r)ove(r)sia co(n) sarame(n)to.

[2] Memoriali bologn., 1279-1300, (1292) [Dante Alighieri] 40.3, pag. 76: Donne ch'aviti intelletto d'amore, / e' vòi' cun voi de la mia donna dire, / non perch'eo creda soa laude fenire, / ma rasonar per isfogar la mente.

[3] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 26, pag. 755.20: «Giovane, la tua età, l' abito e la forma mi fanno vaga di sapere chi tu sii e donde e qual è il nome tuo: e però piacciati di finire con vere parole i miei disii».

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 46.11, pag. 63: Questi poser silentio al signor mio, / che per me vi pregava, ond'ei si tacque, / veggendo in voi finir vostro desio...

3.3 Concludere un testo, un discorso, un'esposizione. Anche assol.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 39.18: Tullio àe finito il prolago, e comincia a dire di eloquenzia.

[2] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 342, pag. 30: La donna che comple, e soa parola finìa, / et lu angelu ascese, e grande frecta avea.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 5.101, vol. 2, pag. 82: Quivi perdei la vista e la parola; / nel nome di Maria fini', e quivi / caddi, e rimase la mia carne sola.

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 111, pag. 177.10: Poi apresso lo pregha ch'elli amasse lo regno e la terra, e che lo' fusse buono re e buon signore, ch'elli era figliuolo di buono padre: allora finì lo re senza più dire.

3.3.1 [Detto di un'opera letteraria, di un testo o di parte di esso:] concludersi.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 24, pag. 48.30: Fenesce el primo libro de l'èssare del mondo e de quelle cose le quali so' trovate e·llo mondo.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, Explicit, pag. 314.4: Qui finisce il libro del governamento dei re e dei prenzi, che frate Gilio di Roma dell'ordine di Santo Agostino à scritto.

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 34, pag. 170.1: Finise lo libro chi dixe in lo so' titol e porta scrichio sul fronte che nessun à dagno noma' da sì meesmo.

3.4 Consumare completamente (un bene materiale).

[1] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), canto 13, pag. 139.22: e l'altro in alcun sanese nominato Lano, il quale, avendo colla scialacquata brigata di Siena sua ricchezza finita...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 253.4: Costui finita sua riccheza, trovandosi nella sconfitta data alli Sanesi...

3.5 Chiudere (un'apertura).

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 222.18: però che, o vero che la terra è animale, e vive, e ha fessure che mandano fuori la fiamma per molti luoghi; ella puote mutare le vie del soffiare, e quante volte si muove per tremuoto, puote finire queste caverne, e aprire quelle...

4 Terminare in un certo modo o forma, presentare una determinata conformazione nella parte finale.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 6, pag. 8.10: E iatto si fae quando il dicitore pone due o più parole insieme, che l'una si finisce in alcuna di queste cinque lettere, cioè: A, E, I, O, U...

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 185.19: alcuna volta fedisce le costi dallato; alcuna volta in quella parte ove la sottilissima coda finisce in pesce.

4.1 Giungere a una certa condizione, ridursi in un determinato stato.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 41, vol. 2, pag. 352.21: Dopo li Marsi si ribellaro li Peligni, e finiro in quello medesimo modo.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 7, pag. 231.11: E così si potrebbe dire di molti altri, de' quali si legge nella divina Scrittura e nelle storie mondane, che la loro gloria e la loro prosperità poco durò, e finì in grande miseria.

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 18, pag. 176.35: sparcese sì gran ploya de acqua in tanta copia et habundantia che parea quase che may non avesse tanto pyovuto, oy fuorse che lo mundo se avesse voluto fenire ad acqua un'altra volta...

5 [Econ./comm.] Stipulare un accordo economico con il quale ci si impegna a pagare un debito entro un dato termine; estinguere un debito, pagare.

[1] Doc. fior., 1272-78, pag. 464.24: E sSimone sì finio p(er) seie e p(er) Lapo tuta la ragione ch'elgli aveano dela loro madre, ed anke lib. ottanta che Baldovino gl'avea promessi di dalgli p(er)ch'elgli isstese inn I(n)ghi[l]terra finò altresiie.

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 25.13: e ch'elli sia altresì come 'l povero indebitato, ch'è caduto nelle mani dell'usuraio, e che non n'ha niente, ond'elli possa finire suo debito...

5.1 [Econ./comm.] Riconoscere estinto un debito a seguito di un pagamento, dar quietanza.

[1] Doc. fior., 1325, pag. 97.36: sicchè ora toccha a chiedere e domandare e finire e chitare i sopradetti fior. 2000 d'oro al detto Iacopo Zanpalocha overo alle sue rede fior. 2000 d'oro.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 49, vol. 3, pag. 414.19: e trovossi la civanza di presente, che ffu bella cosa; e meser Mastino fu pagato, e finì il Comune, e tornarono li stadichi.

[3] Doc. fior., 1364-65, pag. 60.25: E che il detto Pagholo à rischossi e finiti più e più e diverse quantità di danari, i quali detti s' appartenghono a' detti pupilli...

6 Cessare di vivere, morire; trascorrere gli ultimi giorni della vita (anche pron.).

[1] Poes. an. ven. (eug.>umbr.-march.), XIII t.q. (3), 55, pag. 16: Lo sancto corpu ora finia. / Deu! cum' grande pietae n'avea! / I apostoli tuti plangea, / et e' g'era la Madalena.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 50, pag. 153: A quest parol intanto lo flao è departio, / E li angei prenden l'anima quam tost el è finio...

[3] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 846, pag. 54: Oimè, che plu non so che posa dire, / tanto era io plena de planto e de doia / vedendo el mio fiol chossì fenire.

[4] Poes. an. padov., 1368, 12, pag. 669: Deh, che te zöa de lasarme / a tal modo finire? / Tu sei quel re che pöe darme / e vita e morire.

- [Rif. a vita, giorni, ecc.].

[5] Poes. an. urbin., XIII, 35.75, pag. 616: e ssopre me, peccatore, / stendi la Tua caritate, / k'io la mia vita finisca / nel Tuo servitïo, Amore.

[6] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 226.5: ma contrastando li Romani, l'imperador abiando recevudo molte persecucion dali Romani, driedo puochi dì la vita finì...

[7] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 40, pag. 53.14: Et Aristotel dise ke non è biado colu' ke miseramente finise soa vita.

[8] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 10, pag. 61.4: Anni Domini currevano MCCCXLIII quanno finìo li suoi dìe lo inclito e glorioso omo Ruberto rege de Cecilia e de Ierusalem.

6.1 Finire bene: morire in grazia di Dio.

[1] Poes. an. fior., XIII sm., 79, pag. 17: e fae lo core disideroso di te tanto ioire / che ne lo stato de la grazia ne faccie bene finire.

[2] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 40.218, vol. 1, pag. 289: Iesù consenta, k'è signor beato, / ben finire ki fe' questo trovare.

[3] Lett. pis., 1319, 1, pag. 384.3: Ma, se Dio mi dia a bene fin[i]re a' miei dì, no(n) credo ch'io ne fusse pió a diçagio ch'io sono al dì d'ora: ma no(n) credo istare uno mese ch'io faró quello che voi vorrete.

6.2 Finire male, finire male la vita: morire nel peccato; essere punito (come conseguenza del proprio comportamento).

[1] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 96, pag. 422: Chi bate pader e mader mal convè fenire, / così farà li so fioy a lor senza falire; / che mal farà per zerto mal convè avire, / che Yesu Cristo ne farà pentire.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 12, pag. 187.4: Quilli li quay finiranomale la soa vita, li demonii venirano a la soa morte con grande frentore in grande multitudene e teribele de guardaura e con spagurose contegne...

[3] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 3, prol., pag. 48.9: Unde se devotamente tu voray esser soto questa confalonera, inpossibel cossa serà che tu possi mal finir.

6.3 Sost. Termine della vita, morte.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 120, pag. 604: ké, s'el s'atende tanto q'el viegna al fenir, / k'el no porà parlar ni vedher ni audir, / quig qe 'l so dé gauder tosto l'à sepelir...

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 21.27, pag. 71: Quanno altri glie decìa: 'Pénsate de lo finire!', / e quello se ne ridìa, ché non credea morire...

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 44.4, pag. 47: Amore, s'y' potesse sostenire / lasar custëy, che nel mio cor porto, / plu ch'altro mi serebe sto conforto, / quando a ti placesse mi' fenire.

6.4 Sost. Locuz. avv. In sul finire: in punto di morte.

[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 45.9, pag. 525: In vostra signoria - sì son distretto, / che morte e vita m' è qual più vi piace, / pur ch' abbia in sul finir la vostra pace.

[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 36, pag. 283.6: Or avvenne che infermò e venne a morte, ed essendo in sul finire fecesi congregare d' intorno tutti li frati del monasterio...

[u.r. 26.03.2024; doc. parzialm. aggiorn.]