FINITO agg./s.m.

0.1 fenito, finita, finite, finiti, finito, finitta, finitu, non-finito.

0.2 V. finire.

0.3 Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Lett. pist., 1320-22; Stat. sang., 1334; Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).

In testi sett.: Doc. venez., 1299 (5); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Per numero finito > numero.

0.7 1 Giunto al termine, concluso; non più esistente, estinto. 1.1 Portato a compimento, completato. 1.2 Arrivato a una certa meta, giunto a una particolare condizione. 1.3 Sost. Ben finito: chi è morto in grazia di Dio. 2 Circoscritto entro determinati limiti spaziali e temporali; che riguarda l'uomo in contrapposizione a Dio, terreno, mortale. 2.1 Privo di qsa., esente da qsa. 3 Sost. Entità circoscritta entro determinati limiti spaziali e temporali; ciò che è mortale in contrapposizione a ciò che è divino. 3.1 Sost. Ciò che è determinato (di una quantità).

0.8 Emiliano Picchiorri 14.10.2008.

1 Giunto al termine, concluso; non più esistente, estinto.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 5, cap. 13, vol. 1, pag. 182.9: e' Galli, Cappiardi, Guidi, e Filippi che oggi sono niente allora erano grandi e possenti, abitavano in Mercato Nuovo; e simile i Greci, che fu loro tutto il borgo de' Greci, oggi sono finiti e spenti, salvo che n'ha in Bologna di loro legnaggio...

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 90, terz. 32, vol. 4, pag. 169: Tra' Mercatanti fu la cosa ordita / per modo, che danar, nè vettuaglia / mancar potie insino a guerra finita...

1.1 Portato a compimento, completato.

[1] Doc. venez., 1299 (5), pag. 24.23: et abia pleno albritio in qui a un(o) ano sì cho' a tute le Corte de Venesia et s' ello avignise, lo qual Deo no vogha, qe alcun(o) kapitollo no se definise, qe lli diti kapitolli romagha in soa fermeça et li finiti sì sia fermi et rati.

[2] Lett. pist., 1320-22, 18, pag. 70.6: Ma se tuo vi stai fine all'opera finitta, e fa'vi quello che tuo puoi, o abilo o no, no' aràno matera d'esere se no' tuoi amici.

[3] Stat. sang., 1334, 30, pag. 137.8: E chi serà di quelli consiglieri none possa essere di quelli medesimi consiglieri dal dì del loro finito ufficio a sei mesi.

[4] Stat. perug., 1342, L. 1, cap. 87, par. 11, vol. 1, pag. 307.8: né esso ofitio êlgle sequente de lì a seie mese avere non possa per alcuno modo dal dì del fenito ofitio, ma altro ofitio avere possa e tenere.

1.2 Arrivato a una certa meta, giunto a una particolare condizione.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 202.16: E' incontanente comandoe che l' armi li fossero recate, de le quali vestia lo suo corpo finito ne l' ultima vecchiezza e quasi discaduto.

[2] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 953, pag. 61: Poi verso de la chroze li ochi alzai, / là dove stava lo mio chuor afito, / e vidi quelo che in ventre portai, / sì dolorosamente eser aflito, / che quasi a dir non pareria posibele / quanto era lui per pasion finito.

1.3 Sost. Ben finito: chi è morto in grazia di Dio.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.73, vol. 2, pag. 45: «O ben finiti, o già spiriti eletti», / Virgilio incominciò, «per quella pace / ch'i' credo che per voi tutti s'aspetti, / ditene dove la montagna giace, / sì che possibil sia l'andare in suso...

2 Circoscritto entro determinati limiti spaziali e temporali; che riguarda l'uomo in contrapposizione a Dio, terreno, mortale.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 15, pag. 327.3: Et è l'arte uno acconciamento finito de le cose che nonn- ànno fine, o l'arte è un ragunamento di comandamenti che tornano tutte ad un fine.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 2: Et est l'arte finito abbreviame(n)to di cose infinite; uvero l'arte è raiuname(n)to di coma(n)dame(n)ti che va(n)no a una fine.

[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 8, pag. 21.2: Che aguaglio può esser da la cosa finita a quella che non ha fine, da la cosa piccola alla grande, da la cosa temporale a la eternale?

[4] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 4, pag. 94, col. 1.36: E se ancora per maggiore illuminazione da Dio donata, il mescuglio fantastico si parta dallo intelletto, sempre quantunque sia illuminato dal Cielo, ancora comprende Iddio con modo finitoe limitato, il quale è nondimeno senza misura e infinito.

[5] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 83, pag. 339.7: Levate levate un poco el cuore e l' affetto vostro in quella dolce e santissima croce, dove viene meno ogni fatica; vogliate portare un poco di pena finita per fuggire la pena infinita, che meritiamo per li nostri peccati.

2.1 Privo di qsa., esente da qsa.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 13.27: Dunque ben non-finito, finito da ogni male, de neciessità vol esser loco ove paghar possa homo.

3 Sost. Entità circoscritta entro determinati limiti spaziali e temporali; ciò che è mortale in contrapposizione a ciò che è divino.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 7, pag. 73.22: Nelle cose finite sarà insieme alcuna proporzione, ma del finito e non finito nulla già mai esser potrà convenienza.

[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 4, vol. 1, pag. 18.8: Kista pura forma di dui cunteni dui ova, et cunteni dui mundi, si cussì fussiru, ka dui ova su dui et dui mundi sirrianu dui, si illi fussiru; addunca kista pura forma dui esti infinita, ka tu vidi ki zo ki cunteni finitu et infinitu, esti infinitu; et dui cunteni finitu et infinitu; addunca dui esti infinitu.

[3] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 27, pag. 324.1: ma il graziosissimo nostro Iddio, per la sua immensa larghezza, ci dà gaudio e gloria infinita per servigio di poco tempo. Or che comparazione è dallo infinito al finito? Neuno fu mai o fia, che 'l potesse o possa vedere, né 'l sapesse o sappia mai dire...

3.1 Sost. Ciò che è determinato (di una quantità).

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VIII (i), par. 85, pag. 466.14: E però, da questa paura sbigottito, dice: O caro duca mio, che più di sette, cioè molte, ponendo il finito per lo 'nfinito...