0.1 canoscimento, canuscimentu, canuximenti, canuximentu, chognioscimento, chognosimento, chonnoscimento, chonoscimento, cognioscimento, cognoscemente, cognoscemento, cognosciemento, cognosciment, cognoscimenti, cognoscimento, cognosemento, cognosimento, cognossemento, cognossimento, cognusimento, congnoscemento, congnoscimento, connoscimento, connosscimento, conoscementi, conoscemento, conoscimenti, conoscimento, conosimento, conosomento, conosscemento, conossimenti, conossimento, conoxemento, conuscimentu, conusimento, cunucximentu, cunuximentu.
0.2 Da conoscere.
0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 2 [22].
0.4 In testi tosc., toscanizzati e corsi: Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. lucch., 1298 (2); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Stat. sen., 1305; Simintendi, a. 1333 (prat.); Doc. cors., 1364.
In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Orazione ven., XIII; Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Lucidario ver., XIV.
In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Preci assis., XIV pm.; Anonimo Rom., Cronica, XIV.
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).
0.5 Locuz. e fras. a conoscimento di 2.5.1; albero del conoscimento 2.2; avere conoscimento 2.3, 6; avere il conoscimento 2.3; buon conoscimento 2.2.2; conoscimento carnale 6; essere in conoscimento 2.3; fuori di conoscimento 2.3.1; non conoscimento 1; perdere conoscimento 2.3.2; perdere il conoscimento 2.3.2; secondo il conoscimento di 2.5.1; venire in conoscimento 2.3, 4.
0.7 1 Competenza e acume nella comprensione e nell'interpretazione delle cose del mondo e dello spirito. 1.1 [Con valore generic. pos., come attributo cortese della donna]. 1.2 [Specif.:] gesto o comportamento saggio, giusto, opportuno. 2 Facoltà, azione o atto di distinguere e determinare con chiarezza l'essenza, la conformazione o le caratteristiche di un oggetto (spec. in seguito al discernimento fra altri enti o oggetti attigui o analoghi, presenti o impliciti). 2.1 [Con rif. specif. ai cinque sensi]. 2.2 Facoltà umana di discernimento. [Con rif. all'albero del Bene e del Male, nel giardino dell'Eden:] albero del conoscimento. 2.3 [Specif.:] consapevolezza di sé, stato di coscienza o capacità di raziocinio (spec. in contesti che ne denunciano l'assenza). 2.4 [Rif. specif. alla facoltà delle anime infernali di antivedere il futuro]. 2.5 [Specif.:] giudizio, opinione. 2.6 [Specif.:] il fatto di intrattenere con qno un qualche tipo di rapporto non parentale. 3 Ammissione (pubblica o davanti a se stessi) dell'esistenza, della verità, del valore, della portata di qsa. [Rif. specif. all'ammissione dei peccati (con valore moralmente pos.)]. 3.1[Relig.] [Rif. alla sottomissione a Dio e alle sue leggi]. 3.2 [Rif. alle caratteristiche di una persona:] il prendere consapevolezza (del valore o dei meriti di qno), ed il manifestarne apprezzamento. 4 Facoltà, azione o atto dello scoprire o individuare in un oggetto (spec. una persona) l'immagine, la nozione o il nome di qsa o qno di cui si ha avuto esperienza altrove (e specif. nel passato); capacità, competenza o effetto del ravvisamento di qsa o qno. 4.1 Oggetto, rappresentazione o fenomeno percepibile mediante i sensi (specif. la vista) che ha un significato determinato e immediatamente perspicuo; elemento caratteristico che porta univocamente con sé det. informazioni, che consente ad un soggetto senziente una det. illazione o estrapolazione (sulla base dell'istinto, dell'esperienza, della competenza) o che si presenta come ben distinguibile e riconducibile ad un det. bagaglio di nozioni. 5 [Dir.] Emissione di una sentenza o facoltà giuridica di emettere una sentenza, giudizio. 6 Locuz. nom. Conoscimento carnale: rapporto sessuale.
0.8 Elisa Guadagnini 18.02.2009 [prec. red.: Ilaria Zamuner].
1 Competenza e acume nella comprensione e nell'interpretazione delle cose del mondo e dello spirito.
[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 4.34, pag. 56: Und'eo no mi dispero / di ciò ch'amor mi face, / ca guerra no ha pace / né amor conoscimento.
[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 143.3: Ma ben conosce lo sponitore che 'l suo amico è guernito di tanto conoscimento ch'elli intende e vede [[...]] che rettorica insegna dire appostatamente sopra la causa proposta, la qual causa no è pur di piatora né pur tra accusato et accusatore, ma è sopra l'altre vicende...
[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2073, pag. 67: Omiunca idola se destruga / Entro lo fogo se conduga; / Ke non án intendimento / Ni alcun cognoscimento.
[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 262, pag. 64: Tu voi ess sí com bestia k'è senza amaistramento, / Senza arma rational, senza cognoscimento...
[5] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 15, pag. 33.4: Ed ella [[scil. Filosofia]] disse: - E a me il mio conoscimento poco varrebbe, se non fosse la fede tua [[scil. della Fede]] e le devote orazioni, che die e notte fai al Signore per l'umana generazione.
[6] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 6, pag. 23.5: E quello ke dè seno et grande cognosemento a Salamone lo dibia dare a voi...
[7] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 1, pag. 58.1: è prova del senno e grande suo cognoscimento che, essendo capetano e signore de la gente di Troia [[...]], sì savio portamento esso facea che ciascuno de lui se contentava, né alcuno invidia a lui portava...
[8] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 1, pag. 608.26: Dio buono ci ha così distinti, e divisi dalle cose che non sentono, dandoci il sentimento; dagli animali venenati e mansueti, da mangiare e da non mangiare, dandoci la ragione e 'l conoscimento e lo intelletto.
[9] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 8, ott. 30.7, pag. 224: Giovane donna, e mobile e vogliosa [[...]] virtù non sente né conoscimento, / volubil sempre come foglia al vento.
[10] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 1.56, pag. 421: Vanne, moral mia nova canzonetta, / da intender leggeretta, / in quelle parti dove siano i buoni / di santi e savi con conoscimento.
[11] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 11, pag. 245.22: Quanto ci fanno tremobundi e paurosi le bufere delli impetuosi venti, i terremuoti, i focosi baleni, li orribili tuoni e le irreparabili folgore, e ogni impressione dell'aria! [[...]] per certo chi quelli non teme, non è da dire uomo, ma bestia sanza conoscimento.
- Avere (in sé) conoscimento: essere saggio, avveduto.
[12] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 50.47, pag. 174: gentil cor lungo aspetato / non dispera per lunga soferenza [[...]] Alcun poràmi dir: «Folle, che ffai? / riprendi amor? Nonn ha' conoscimento»...
[13] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 64.1, pag. 182: Se l'omo avesse 'n sé conoscimento, / en tutto lassarebbe Amore stare, / se non avesse di quel fornimento, / che sì bisogna a quei che vòl amare, / ch'è di molti fiorini abbondamento...
[14] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 35.3, pag. 220: Gram meraveja me par a mi / de li omini chi sum perdidì, / ni àm cognoscimento in sì, / e tuti ardem note e dì / d'argento, d'oro e de tarì...
[15] Gl Matteo Corsini, 1373 (fior.), cap. 8, pag. 23.7: dice Varro filosofo: Nulla iactura est gravior scienti quam temporis. Dice che chi ha conoscimento, non è danno che più il gravi, che perdere il tempo.
- Locuz. nom. Non conoscimento: irragionevolezza.
[16] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 5, pag. 94.23: intraprèndare cosa, che l'uomo non possa accompire, e desperare oltra quello che l'uomo non die, viene da non conoscimento, ovvero da alcuno movimento di cuore disordinato.
1.1 [Con valore generic. pos., come attributo cortese della donna].
[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 1.21, pag. 98: Ubidente so' stato tu[t]avia, / ed ho servuto adesso co leanza / a la sovrana di conoscimento, / quella che lo meo core distringia, / ed ora in gioi d'amore m'inavanza.
[2] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 5.11, pag. 18: ver' me non falli il gran canoscimento / che fa dimoro in voi, gentil figura...
- A conoscimento (della donna amata): in virtù delle buone qualità (cortesi).
[3] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 29.14, pag. 528: Ben ò ferma credenza / c'à 'nver me buon voliri / a suo conoscimento; / ma la sua gran temenza / mi fa esto mal patiri [[...]] poi c'aperta merzidi / inver me no rividi, / be[n] m'è dura credenza / che tanto senno da lei si dividi. || Cfr. Panvini: 'saggezza'.
1.1.1 [Come attributo dell'amore (personificato)].
[1] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 2.2, pag. 573: Amore, i' non son degno ricordare / tua nobiltate e tuo canoscimento: / però chero perdon, se fallimento / fosse di me vogliendoti laudare.
1.2 [Specif.:] gesto o comportamento saggio, giusto, opportuno.
[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 75, pag. 274.9: èe conoscimento a mettere onore là dove si conviene...
2 Facoltà, azione o atto di distinguere e determinare con chiarezza l'essenza, la conformazione o le caratteristiche di un oggetto (spec. in seguito al discernimento fra altri enti o oggetti attigui o analoghi, presenti o impliciti).
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 42.3: filosofia [[...]] è inquisizione delle naturali cose e connoscimento delle divine et umane cose, quanto a uomo è possibile d'interpetrare.
[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 6: P(ro)vede(n)tia è co(n)noscime(n)to dele cose che deno venire.
[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 33, pag. 57.12: Prudenzia è un verace conoscimento del bene e del male, con fuggir lo male ed eleggere il bene. E però diss[i] conoscimento del bene e del male, perché non sarebbe savio colui che sapesse discernere il bene dal male, se non sapesse discernere il bene per sé, cioè qual fosse buono e qual migliore; e il male per sé, cioè qual fosse reo e qual peggiore.
[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 38, pag. 50.15: la apprehension o vos lo conoscimento dello intellecto è plu nobele che no è lo conoscimento delli senni del corpo.
[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, proemio, pag. 111.2: prudenzia, è cog[no]scimento delle cose da schifare e di quelle da difendere.
[6] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 3, vol. 2, pag. 150.2: Et si a la divinitati avissi plachutu et necessariu fussi statu, la divinitati aviria datu ipsa per sè cum kisti operi: viviri et movimentu et sintimentu et cunucximentu et omni operaciuni la quali l'anima racionali opera in lu corpu, eu crizu ki la divinitati sula possa operari in unu corpu humanu.
- Avere (buono, perfetto) conoscimento (di qsa): possedere un'idea distinta di qsa (a conclusione di un processo cognitivo).
[7] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 702, pag. 200: Dell'anima dell'uomo / io ti diraggio como / è tanto degna e cara / e nobile e preclara / che pote a compimento / aver conoscimento / di ciò ch'è ordinato / (sol se nno fue servato / in divina potenza)...
[8] Lett. lucch., 1298 (2), 1, pag. 70.31: Or Dio [[...]] dia grasia a quelli che cholpa ci nd'àno fine a quie, che nd'abia[n] buono cho(n)noscime(n)to (e) che nde tornino a via di veritade.
[9] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 3, cap. 4, pag. 46.9: La quarta dota de l'a(n)i(m)a ène el perfecto conoscimento, ke vedendo Dio, avendolo e delectandone in lui averemo perfecto conoscimento d'ongne cosa; unde Dio ène come lo specchio innel quale ongne cosa se vede...
[10] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 58, pag. 164.4: l'ira impedimentisso l'animo, sì k'el non à bon cognoscemento, e [[...]] dixi un savio, çoè Tullio: «Oi ira, va via, cum la quale niente pote esser fato e niente considerato dritamente»...
[11] Stat. sen., 1305, cap. 45, pag. 62.15: E se alcuno guardatore de li infermi de alcuno de li detti Pelegrinieri lassarà o vero sosterrà che sia fatto contra de le predette cose, riceva et abbia dal Rettore chella disciplina la quale li sarà imposta da lui, avuto perfetto cognoscimento di ciò, e saputa bene la verità del fatto.
[12] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 164.4: quand l'anima se manda in l'human corp per voluntà de De, ela è plena de tute scientie et à cognosciment de tute colse.
[13] Lucidario ver., XIV, I, pag. 38.13: quando homo vede questi animali che viveno e senteno e participano cum l'omo, sì ave l'omo plu conosimento che illi è fato a similitudine de Deo, cum çò sia consa che in loro no sia conosimento né intendimento ni parlamento.
- Dare conoscimento (di qsa): conferire competenze riguardo a un det. argomento.
[14] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 46.17: etica [[...]] dà connoscimento delle cose oneste e dell'utili e del lor contrario...
[15] Esopo tosc., p. 1388, cap. 30, pag. 155.2: E la fessura dell'uscio per la quale io ti vego mi dà conoscimento che se' messere lo luppo...
- Fare il conoscimento (di qsa): rendere edotto (riguardo un det. argomento).
[16] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 31.8, pag. 115: Molti lungo tempo hanno / de l'amor novellato / e divisatamente / che Amore è e dond'ha nascimento; / ed ancora non hanno / propio vero trovato / meravigliosamente: / di zo mi fate lo conoscimento.
- Pervenire a conoscimento (di qno): essere saputo da qno.
[17] Stat. sen., 1305, cap. 55, pag. 75.10: E se adevenisse [[...]] che alcuno de li frati [[...]] commettesse alcuno peccato [[...]], el quale in alcuna guisa possa pervenire a conoscimento del Rettore del detto Spedale; el Rettore del detto Spedale sia tenuto e debbia [[...]] amonire el peccatore...
- Ridurre al conoscimento (di qno): informare.
[18] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 10 (38), pag. 238.7: Un(de) al v(ost)ro conosom(en)to redugemo ch'ell'è vero p(er) la volu(n)tà d(e) Deo quello che la no(m)i(n)ança ve rapo(r)tò...
2.1 [Con rif. specif. ai cinque sensi].
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 1, pag. 24.19: La seconda potenza dell'anima si è il conoscimento dei sensi, sì come il vedere, il toccare, e l'udire, o li altri somiglianti sensi dell'uomo.
[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 10, pag. 106.12: Lo bene del toccare non puoi tu avere, se non per questo cognoscimento, che tu tocchi.
- Conoscimento naturale: normali facoltà percettive e sensoriali umane.
[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 23, 40-54, pag. 514, col. 1.10: e cussí la 'mente' dell'A. inluminada da quelle anime sante, insí fora del so naturale cognoscemento, e divenne possente a soferire quella vista, che excede l'umana consuetudene.
- Conoscimento sensuale.
[4] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 10, pag. 105.13: Et che cognoscere lo bene sia avere lo bene et altrementi non s'abbia, appare in del cognoscimento sensuale. Ogni homo àe cinque sensi, coi quali prende tutti li beni corporali et gode di loro.
- Assol. Avere conoscimento: avere facoltà sensoriali (analoghe a quelle animali).
[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 10, pag. 106.18: Le creature che non ànno questi portichi non possono avere alcuno di questi beni che lo sentano, però che non ànno cognoscimento, sì come è la pianta, la quale, avegna che abbia bocca secondo li phylosofi, cioè la radice, non àe però alcuna sensibilità.
2.2 Facoltà umana di discernimento. [Con rif. all'albero del Bene e del Male, nel giardino dell'Eden:] locuz. nom. Albero del conoscimento.
[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 8, pag. 89.11: E lo conoscimento e l'operazione e l'experienzia e la provassione fanno avere questo albore della scienzia del bene e del male nell'anima e vietare lo male e fare lo bene. Or lo nostro Signore Dio ci doni grazia che noi abbiamo questo albore del conoscimento indel giardino dell'anime nostre.
2.2.1 [In metafora di ambito visivo:] occhio del conoscimento.
[1] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1373/74] lett. 18, pag. 71.19: Poi che egli à avuta questa volontà, conviengli uprire l'occhio del cognoscimento, e vedere dove si truova e come si truova questo amore.
2.2.2 Locuz. nom. Buon conoscimento: fattispecie di prudenza, consistente specif. nella capacità di discernere (il bene dal male).
[1] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 7, pag. 128.7: Per Buono conoscimento si conosce la buona cosa dalla ria, o la migliore dalla buona, o la pig[g]iore dalla meno rea in questo modo.
[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 81, pag. 96.21: Di prudenza può l'uomo essere lodato da tre virtù che nascon di lei, cioè: da buona memoria, da buon conoscimento, e da buon provedimento. [[...]] Da buono conoscimento può l'uomo essere lodato di prudenzia in ciò ch'è detto savio quando si muove sottilmente in su le cose e per diritta ragione a conoscere il bene dal male.
2.3 [Specif.:] consapevolezza di sé, stato di coscienza o capacità di raziocinio (spec. in contesti che ne denunciano l'assenza).
[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 14, pag. 135.26: Dopo le quali parole quel giovane [[indemoniato]] incontanente si sentì guarito, e ricevuto perfettamente sanitade e conoscimento, conobbe dove era...
[2] Libro segreto sesto, 1335-43 (fior.), [1337], pag. 354.21: E dì kalen luglio anno 1337 [[...]] essendo il sopradetto Giovanni in Inghilterra per la nostra compangnia e il sopradetto Martino essendo in non buono stato di sua persona e conoscimento, dissero a mme [[...]] che voleano ed erano contenti che de' sopradetti danari noi ne ponessimo a ragione di Martino sopradetto lbr. 1000 a fior. ...
[3] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1141, pag. 73: io non so là dove omai me torno, / se non al grave planto et al lamento, / vedendome tante doie datorno. / Tuto el tuo dito me torna in tormento, / sì ch'io non so chomo io non sia fenita, / e chomo in mi sia algun chognosimento.
[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 21, pag. 51.4: Non istante molto, e venendosi nelli stremi, che poco avea di conoscimento, andò a lui una sua vicina...
- Fras. Avere (il) conoscimento; essere, venire in conoscimento: acquisire consapevolezza, essere in grado di intendere e di volere.
[5] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 4, pag. 161.17: E che l'amore dei padri e delle madri duri più lungamente o sie durato che quello dei figliuoli, noi il vedemo manifestamente. Ché sì tosto come 'l figliuolo è nato, il padre e la madre il comincia ad amare: ciò non fanno ei figliuoli, anzi conviene ch'ellino sieno in conoscimento, acciò ch'ellino conoscan il loro padre, e se 'l pure conoscono, nol possono amare perfettamente essendo molto giovani.
[6] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 24, pag. 268.25: La legge naturale ciascuno uomo la sa, sì tosto com'elli viene in conoscimento, ma la legge iscritta l'uomo non la sa, fino che non gli è publicata e detta.
[7] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 11, pag. 54.15: Onde nulla opera naturale sarà giudicata, né verrà a questo giudicio. Simigliantemente l'opere de' fanciulli da sette anni in giù, insino che non hanno il conoscimento, le cui opere sono come quelle de la bestia...
[8] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 18, pag. 383.6: Da poi che io ne' miei più giovani anni cominciai ad avere conoscimento, giuro per quelli iddii che io adoro, che non mi torna nella memoria di avere veduta o udita nomare donna di tanto valore, quanto questa Fiammetta...
[9] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 152.18: e' cadde in terra [[...]] non si potè mai tanto fare, che parlasse o dimostrasse avere conoscimento.
[10] Lucidario ver., XIV, III, pag. 210.14: [32.1]. D. Li mati àno pecao se elli fano alcuno malo? M. No, ni tanto ni quanto, se no come 'l fantino che sta in la cuna però che ello non à cognosimento, ch'el è scrito, se l'omo no cognoscesse, ch'el non averave pecao del mal ch'el faesso.
- Conoscimento elettivo: facoltà di operare delle scelte. || Cfr. elettivo.
[11] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 2, pag. 12.15: io era in tanta tenerezza de etate, che conoscimento non avea elettivo.
2.3.1 Fras. Fuori di conoscimento: incapace di intendere.
[1] Ubertino del Bianco d'Arezzo, a. 1269 (tosc.), 7.5, pag. 389: eo nom son fori di conoscimento / né di memora mi sento sì scorso, / che del vostro e del meo coruciamento / nom senta ben se danno o pro' ne 'mborso.
[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 15, pag. 33.30: O ingannate e veramente di conoscimento in tutto fuori! Che è quello che voi dite?
2.3.2 Perdere (il) conoscimento: diventare incapace di intendere; perdere coscienza.
[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 13.3, pag. 134: Amor, che fia di me, poi argomento / alcun non trovo ver' la mia malatia? / Tanto sormonta, già il conoscimento / ag[g]io perduto: trista la vita mia! / Perché, Amore (m'ài, così, dispento!), / sempre voler ch'io tormentato sia?
[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 21, pag. 174.18: la febbre maggiore [[...]] li muta tutto lo corpo, unde ad lui pare che tutta la casa tremi et rivoltisi, sì che quasi perde lo cognoscimento.
[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 37, vol. 2, pag. 11.16: un medico, lo quale avea a ricevere tredici libbre in termine di tre anni, [[...]] venendo a morte perdette il conoscimento, e non dicea altro se non: Tredici libbre, e tre anni, tredici libbre, e tre anni, e così morì senza penitenza.
[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 70, pag. 253.31: e, per le molte lagrime e per lo molto digiuno, la sustanzia della natura gli mancava fortemente, e in tutto egli perde suo senno e conoscimento...
2.3.3 Conoscimento di sé: esatta valutazione di sé (e specif. della propria limitatezza, con valore morale pos.).
[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 5, cap. 3, par. 9, pag. 129.6: Basilio sopra Luca. Parmi veramente che il conoscimento di sé medesimo è più gravissimo di tutti altri conoscimenti.
[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 27, pag. 184.20: l'omo, che vuole vincere lo demonio, li de' dare et percuotere al capo, cioè alla superbia. Et questo si fa spregiando la superbia, et avendo cognoscimento di sé: et allora schiaccia l'omo lo capo del demonio, quando àe in sé humilitade.
[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 30, vol. 1, pag. 271.3: molti, [[...]] afflitti, e ingiuriati dal mondo tornano a conoscimento di se, e lasciando il mondo, e il peccato si convertono a servire a Dio.
[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), Dedicatoria, pag. 223.2: E' mi pare che nella oppinione e sentenzia de' Santi sia, che neuno possa venire a cognizione di Dio, se prima non viene a cognoscimento di se medesimo.
[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 15, 79-96, pag. 416.15: Coscienzia è conoscimentodi sé medesimo; et a questo modo può essere in male et in bene...
2.4 [Rif. specif. alla facoltà delle anime infernali di antivedere il futuro].
[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 10, 94-108, pag. 304, col. 1.26: Tutta morta ... Sozunge quie de sua maior maledicion che quando non serrà piú tempo, zoè dopo lo dí del Zudixo, alor serrà morta ogni lor posanza de cognoscimento...
2.5 [Specif.:] giudizio, opinione.
[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 5, pag. 18.28: Ben canuschu ky chistu sanctu patrj fu grande, in conuscimentu de la genti, per miraculj; ma maiurj fu, intra la conscientia sua, pir virtuti de humilitate.
2.5.1 Locuz. prep. A conoscimento di qno; secondo il conoscimento di qno: a giudizio di qno, per quanto a qno è dato sapere.
[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 46, pag. 426.30: tu se', secondo il nostro conoscimento, più ch'altro innamorato...
[2] Stat. pis., a. 1340, pag. 704.10: Che del mese di ferraio [[...]] li capitani vecchi si debbiano raunare in della casa della nostra fraternita, et quine di buona concordia chiamino [[...]] XX capitani, a loro cognoscimento distinti et ordinati per li quartieri et per le cerche, come diviseremo innansi.
2.6 [Specif.:] il fatto di intrattenere con qno un qualche tipo di rapporto non parentale.
[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 154.16: Pirramo e Tisbe [[...]] ebbero le case congiunte [[...]] La vicinanza fece il conoscimento, e' primi andamenti; per lo tempo crescette l'amore... || Cfr. Ov., Met., IV, 59: «notitiam primosque gradus vicinia fecit...».
3 Ammissione (pubblica o davanti a se stessi) dell'esistenza, della verità, del valore, della portata di qsa. [Rif. specif. all'ammissione dei peccati (con valore moralmente pos.)].
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), Indice rubr., pag. XXXVIII.13: cominciamento di salute si è, il conoscimento del proprio peccato.
[2] Preci assis., XIV sm., 7, pag. 145.29: Anchi per tucte quelle persone, che sònno en peccato mortale on enn alcuna tenebra o scuritade de peccato, che esso dolcissimo et pietoso Sengnore, per sua santa miserecordia gli reduca al lume de veretade et dia ro conosscemento et voluntade et pentemento verace, che, reconoscendose peccaturi, facciano con cor contriti et humiliati verace penetentia...
3.1[Relig.] [Rif. alla sottomissione a Dio e alle sue leggi].
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 8, pag. 168.26: Ma la scienza della divinità, che l'uomo chiama Teología, è più nobile e più degna che tutte l'altre scienze: perciò ch'ella dona conoscimento di Dio e delli Angeli, non per ragioni né per sottigliezze trovate per intendimento umano, ma per ispirazioni di Dio.
[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 4, pag. 359.23: Re di molta esperienza e di grande tempo, il verage Iddio, al cui conoscimento non si viene se non per fede che s'ode, non conobbe...
[3] Orazione ven., XIII, pag. 128.31: Ma vu m'a[vì] dà da ber una tal bevanda, ke adesso l'anima tuta se n'enfla: mo en quelo inflamento el' àve cognosimento de Dio pare onipotente, ke l'àve lo so corpo de terra e Deo à mesa inn eso un'anema sì bella.
[4] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 7, pag. 58.36: Et fassi questo cognoscimento escendo del peccato mortale et dirissando lo 'ntellecto a dDio. Or, avuto questo cognoscimento di Dio, allora sarà agevilissima cosa ad sapere amare Dio.
[5] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 5, pag. 4.14: speranza l'omo no po aver in Dio, se ello no à algun dreto conoscimento de lu.
[6] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 12, pag. 635.11: in quello tempo [[scil. il dì della fine]] le demonia argomentano di farci passare sanza cognoscimento di Cristo e della sua madre e degli angeli e de' santi, e delle sante e delle virtudi...
[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 27, pag. 130.14: Gli ordin de la gexia [[...]] son tuti ordenai da Spirito Sancto a illuminar hi cristian de fé e de cognossimento de De'...
[8] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 4, pag. 78, col. 1.42: Onde tre sono i cognoscimenti, per li quali se cognosce Iddio: uno si è per lo specchio delle sensibili creature [[...]] L'altro cognoscimento è quello, il quale per esercizio d'intelligenzia, e per infusione delli spirituali razzi insegna a cognoscere [[...]] come ogni asemplato per considerazione dell'asemplo celestiale perviene alla immutabile verità, cioè Iddio. [[...]] L'altro cognoscimento è molto più eccellente che tutti questi, il quale è per ardentissimo amore unitivo.
3.2 [Rif. alle caratteristiche di una persona:] il prendere consapevolezza (del valore o dei meriti di qno), ed il manifestarne apprezzamento.
[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), D. 172.11, pag. 892: credo bene che 'l dio d'Amor lo vòle / di darmi pena, e non aggio peccato. / Da che li piace di darmi tormento, / ed io 'l ricevo con gran pazienza, / tanto ch'avrà di me conoscimento.
4 Facoltà, azione o atto dello scoprire o individuare in un oggetto (spec. una persona) l'immagine, la nozione o il nome di qsa o qno di cui si ha avuto esperienza altrove (e specif. nel passato); capacità, competenza o effetto del ravvisamento di qsa o qno.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 19, pag. 328.4: L'altro die cercandosi delle corpora morte per seppellirle, uno cavaliere di Pompeo il corpo del fratello, cui egli avea morto, cognobbe; perchè, rincontrandosi insieme, il furore tolse a catuno il conoscimento del volto, e 'l consideramento delle insegne delle arme...
- Locuz. verb. Venire in conoscimento (di qno): riconoscere, ravvisare.
[2] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 23, 37-48, pag. 555.25: lo nostro autore finge come venne in cognoscimento d'alcuna di quelle anime, la quale nomina nel testo [[...]] Mai noll'arei ricognosciuto al viso; cioè io Dante quello spirito: sì era travalliato, Ma ne la voce sua; cioè di Forese, mi fu palese; cioè fu manifesto a me Dante; cioè io lo ricognovi a la voce...
4.1 Oggetto, rappresentazione o fenomeno percepibile mediante i sensi (specif. la vista) che ha un significato determinato e immediatamente perspicuo; elemento caratteristico che porta univocamente con sé det. informazioni, che consente ad un soggetto senziente una det. illazione o estrapolazione (sulla base dell'istinto, dell'esperienza, della competenza) o che si presenta come ben distinguibile e riconducibile ad un det. bagaglio di nozioni.
[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 348.2: Quello che diletta, argomentilo e le boci e l'ansciare; ahimè, io mi vergogno; questa parte ha segreti segni e cognoscimenti. || Cfr. Ov., Ars. am., III, 804: «A! pudet, arcanas pars habet ista notas».
[2] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 54.23: eu prisi lu scutu di lu grandi Achates et misilu in la porta di lu templu cum kistu canuximentu, zo esti scrivenduchi <cum> kisti paroli: «Eneas misi izà kisti armi di li Grechi vincituri».
[3] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu canuscimentu..., pag. 575.19: Ora è da vidiri di lu canuscimentu e di la billiza di lu cavallu, di lu so corpu, e di li soi facturi, e di li soi menbri. Lu cavallu divi aviri lu corpu longu e grandi in primamenti...
[4] Malattie de' falconi, XIV (tosc.>lomb.), cap. 9, pag. 26.16: Quando vuoi cognosscere la çentilitade del falcone, cognoscella in questo modo: guarda se àe lo capo rotondo e la sumitate piana, lo becco curto e grosso [[...]] Questi sono buoni signi e cognoscimenti...
[5] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 179, pag. 93.18: Li nomura e canuximenti di quilla preciosissima erba lunaria.
4.1.1 Segno tangibile della valutazione (neg. nell'es.) di un comportamento.
[1] Lett. lucch., 1301 (3), 5, pag. 132.12: di quello ched è sì tracoitato (e) ingrato d(e)i gra(n)di beni ched àe avuto dalla co(n)pang(ni)a sì no pesa assai (e) vorre(m)mo de lli potessemo dare q(ue)llo co(n)nosscim(en)to che si co(n)verré.
5 [Dir.] Emissione di una sentenza o facoltà giuridica di emettere una sentenza, giudizio.
[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 122, vol. 2, pag. 288.8: Et se alcuno rectore d'alcuno castello, terra o vero luogo, [[...]] s'intromettesse de li predetti [[maleficî]] cognoscere o vero punire o vero d'alcuno de' predetti, sia punito per ciascuna volta in XXV libre di denari. Et qualunque accusarà lui, abia de la detta pena X libre di denari; et la comunanza di quella terra ne la quale el detto conoscimento si facesse, sia punito et condannato al comune di Siena in C libre di denari...
[2] Stat. fior., 1310/13, cap. 7, pag. 21.2: Cognoschino anche e cognoscere possino, sieno tenuti e debiano i detti consoli e rectori [[...]] di tutte e ciaschuna inobedienzia, frode, ingannamenti, macchinagioni e altre qualunque retà [[...]], sì e in tale modo che 'l detto conoscimento non possa essere ritratto adietro de le colpe oltra due mesi dal dì che fia data la petitione.
[3] Stat. pis., 1330 (2), cap. 6, pag. 457.30: se questione fosse delle soprascripte spese, et cose facte dei dicti camarlinghi delle Compagne nuove, intra li dicti capitani, o vero alcuno di compagna, et lo camarlingo, che lo conoscimento delle predicte cose sia del Capitano del populo di Pisa, et del suo giudici, sì come di sopra dell'altre cose.
6 Locuz. nom. Conoscimento carnale: rapporto sessuale.
[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 8, vol. 1, pag. 28.17: la gloriosa Vergine Maria [[...]] concepette il Figliuolo di Dio senza conoscimento carnale, e fu vergine e pura dinnanzi e dappoi.
[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 25, pag. 93.8: egli era usanza a quel tempo, che quando gli cavalieri prendeano dama, [[...]] ciascuno giorno insieme udivano messa, acciò che Iddio perdonasse loro l'offense, e anche perchè perdeano la loro verginitade e venivano al conoscimento carnale...
[3] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 99.15: Ella con Marte seguitó Vulcano e conveniasi, e molta gloria era mesculata co la belleza. Ma in prima soleano ben celare li carnali conoscimenti, e la colpa era piena di vergognoso dolore.
- Locuz. verb. Avere conoscimento (di qno): avere rapporti sessuali (con qno).
[4] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Lv 15, vol. 1, pag. 527.6: [24] E se l'uomo avrà conoscimento di lei quando avrà lo flusso menstruale, sarà immondo per sette dì...
[u.r. 21.10.2011]