MISCONÓSCERE v.

0.1 mescannussendu, meschognesè, mesconosce, mesconoscere, misconnovi; f: miscognosco. cfr. (3 [1]) meschognese.

0.2 Da conoscere.

0.3 Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.).

In testi sett.: Tristano Cors., XIV ex. (ven.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. non misconoscere 1.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Non tenere in considerazione; privare di valore, legittimità, stima. 1.1 [Rif. specif. alla sottomissione a Dio]. 2 Assol. Commettere errori o comportarsi in modo scorretto, sbagliato, inopportuno. 3 Non ravvisare, sbagliarsi o confondersi nel riconoscere (una persona o il suo stato).

0.8 Elisa Guadagnini 19.12.2008.

1 Non tenere in considerazione; privare di valore, legittimità, stima.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 1, pag. 4.26: Sapiensia falsa, erraita, è la sapiensia d'esto mondo, che Dio e li presiosi nobili ricchi teçauri soi ne 'nsegnia mesconoscere e deçamare, e 'l mondo e le vane miçerie moventane e povere suoie ricchesse a bone conoscere e diçiare.

[2] f Barlaam e Josafat, XIV pm.: Quando Giusaffà ebbe fatte sue orazioni, per confondere meglio il nimico, sì rispose al suo padre: i' non miscognosco nè mica, che ciascuno debbia inorare suo padre, e ubbidire il suo comandamento. || Crusca (4) s.v. misconoscere 'disprezzare' (TB e GDLI 'negare').

1.1 [Rif. specif. alla sottomissione a Dio].

[1] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 7.50, pag. 220: l'omo perde in te discrezïone / e la razïonale operazione, / per che non poi tra gli animali è omo; / ch'el mesconosce Dio, e crede e chiama / sol dio la donna ch'ama...

2 Assol. Commettere errori o comportarsi in modo scorretto, sbagliato, inopportuno.

[1] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 434.26: Ed io guai, guai me mizero, mizerissimo e orbato, piò c'altri misconnovi, ché 'l fiore dela mia cità in vane ed in discorevile cose fondamentai!

3 Non ravvisare, sbagliarsi o confondersi nel riconoscere (una persona o il suo stato).

[1] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 67.15: Quando nuj fosemo alla fontana venudi, nuj lì trovasemo un cavaliero dormante, con esso una donçella. Ma io ve digo ben certamenti della donçella, ch'ella era una delle belle donçelle, che se podese trovare nel mondo, e llo cavaliero era bel cavaliero del corpo, ma ello era tento delle arme portare, e per lo tanto lo meschognesè [[ed.: meschognese]] Dinadan a quel ponto.

- Non misconoscere: riconoscere.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 8, vol. 1, pag. 192.33: 6. Jero, rigi di Sarragusa, avendu auduta la pestilencia di la quali eranu stati aflitti li Rumani a lu latu di Perusa, li mandau per accurimentu CCC milia mogi di frumentu et CC milia di oriu et CC et XL pondi di dinari et issu, non mescannussendu la vericundia di li nostri mayuri et pensandussi qui issi non li pilyarianu, furmau quillu dunu commu in segnal di vitoria, a chò que issu constringissi li Rumani, scumossi commu per una religiuni, di usari di sua munificentia.

[u.r. 26.01.2016]