CONOSCENTE agg./s.m.

0.1 cannussenti, canoscente, canoscenti, canoscienti, canosente, canossienti, canuschenti, canussienti, caonoscente, caunoscente, caunoscenti, chanoscente, chanosciente, chogniosciente, chognossente, chonosciente, cogniosciente, cognoscente, cognoscenti, cognoscienti, cognosent, cognosente, cognossente, cognossenti, congnioscienti, congnoscente, congnossciente, connoscente, connoscenti, connoscienti, conoscente, conoscenti, conosciente, conoscienti, conoscientti, conosente, conossente, conossienti, cunuxenti.

0.2 V. conoscere.

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Stat. sen., 1298; Doc. prat., 1296-1305; Lett. pist., 1320-22; Doc. volt., 1329.

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Memoriali bologn., 1279-1300, (1286); Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. non conoscente 1.1, 1.2, 2, 4.2.

0.7 1 [Detto di una persona:] che manifesta competenza e acume nella comprensione e nell'interpretazione delle cose del mondo e dello spirito; che è, si dimostra o è considerato saggio. 1.1 Sost. Persona saggia. 1.2 [Detto della donna (spec. come tipica virtù cortese)]. 1.3 [Generic.:] ben educato. 2 Che è in grado di distinguere e determinare con chiarezza l'essenza, la conformazione o le caratteristiche di un oggetto; che sa valutare correttamente qsa ed è in grado di discernerlo e distinguerlo da altri enti o oggetti attigui o analoghi (presenti o impliciti). 2.1 [Specif.:] competente o esperto (in un det. campo pratico o applicativo). 2.2 [Specif., con rif. ad una nozione attuale (e potenzialmente transitoria):] informato o al corrente di qsa. 2.3 [Specif.:] che è conscio di un beneficio, un servizio o un favore ricevuto e ne prova (e ne mostra) gratitudine. 3 Che può essere compreso o percepito. 3.1 Sost. Ciò di cui si ha nozione. 4 Sost. Persona con cui si è intrattenuto o si intrattiene qualche tipo di rapporto non parentale (comunque più debole di un rapporto di amicizia propriamente inteso) e causato per lo più da una contiguità o una pratica contingente e non deliberata con il soggetto. 4.1 S.f. Amica, concubina (?). 4.2 Locuz. nom. Non conoscente: persona con cui non si ha a che fare. 4.3 Agg. [Per trad. del lat. notus:] che risulta familiare, che la memoria riconosce. 5 [Dir.] Preposto a giudicare una questione. 5.1 [Dir.] Sost. Giudice. 6 Sost. Chi ha un rapporto sessuale con una donna (negli es. per forza, con violenza, stupro).

0.8 Elisa Guadagnini 14.07.2008 [prec. red.: Ilaria Zamuner].

1 [Detto di una persona:] che manifesta competenza e acume nella comprensione e nell'interpretazione delle cose del mondo e dello spirito; che è, si dimostra o è considerato saggio.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 187, pag. 568: Mato soperbio è quelo qe blasma ogn'altrui dito / e vol c'om lod lo so, o sïa tort o dreto. / S'el no 'l pò con rason blasemar dretamentre, / trova qualqe rampogne per far dir a la çente: / «Cognosent om è questo»; mai no s'adà del rire / dig savi qe s'acorçe qe 'nveça ie'l fa dire.

[2] Federico II (ed. Panvini), a. 1250 (tosc.), 3.2, pag. 162: Misura, providenzia e meritanza / fanno esser l'uomo sagio e conoscente...

[3] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 5.26, pag. 77: O signori onorati, / poderosi e caunoscenti, / non siate adirati...

[4] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 4.94, pag. 911: [Mena] a salvazïone / i savi canosce[nti] / lo dritto ogne istagione...

[5] Memoriali bologn., 1279-1300, (1286) [Fabruzzo dei Lambertazzi] 7.7, pag. 17: E quel ch'al mundo fa plu follemente, / acògliai bene che per ventura vene: / segundo l'uso, serà canosente: / on'omo è sazo a cui or prende bene.

[6] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 20, pag. 254.18: Ai, come male pote tener sé conosciente, chi non conoscie il bono, e, se 'l conoscie, non l'ama!

[7] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 43, pag. 123.8: Ma voi siti ben savio e cognosce[n]te signori, et aviti intese le me parole.

1.1 Sost. Persona saggia.

[1] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 12, pag. 125.14: E volendo savere co' ciò essare potea, trovòe che 'l Saladino, per non potere fallire, e fare quanto devea, avea uno consellio suo secreto molto de solo li melliori e li più conoscenti ch' avesse possuto avere de parte alcuna.

- Locuz. nom. Non conoscente: persona ignorante o priva di saggezza, incapace di valutare correttamente le cose.

[2] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 7, pag. 565.36: Po lo palazo, mo dove stao la conca, fo templo Bellone, là dove era scripto: Roma antiqua foi, ma serraio nova Roma vocata, Et le cose non connoscute ad li non connoscenti aporto ad alto stato.

[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 4 bis, pag. 200.10: E de queste vasa me venne a mano quasi mezza una scodella, e·lla quale erano scolpite sì naturali e sutile cose, che li conoscitori, quando le vedeano, per lo grandissimo diletto raitieno e vociferavano ad alto, e uscieno de sé e deventavano quasi stupidi, e li non conoscenti la voleano spezzare e gettare.

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 28, pag. 586.11: - O superbia, pericolosa pestilenza del tuo oste, maladetta sii tu! Tu, a te iniqua, non sostieni compagno. Tu, non conoscente, se' de' meriti guastatrice, invocatrice d' ira e suscitatrice di briga...

- Locuz. agg. Non conoscente: ignorante o privo di saggezza.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 67.69, pag. 280: Quanno niuna cosa ad alcuno è prestata, / e non glie dà en trasatto, non déi esser blasmata, / si la tolle a fiata, senno colui villano, / non conoscente de mano de che i ha prestato, amore.

1.2 [Detto della donna (spec. come tipica virtù cortese)].

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 15.24, pag. 192: Spessamente disïo e sto al morire, / membrando che m'à miso in ubrïanza / l'amorosa piacente; / senza misfatto no ·m dovea punire, / di far partenza de la nostra amanza, / poi tant'è caunoscente.

[2] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 66.1, pag. 205: Gentil mia donna, sag[g]ia e canoscente, / in cui rengna tuta nobilitate: / merzé v', e', chero!

[3] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 14.34, vol. 1, pag. 142: Quando tu 'l vedesti morto / nella croce 'l tuo diporto, / la sperança fo conforto / de te, donna cognoscente.

- Locuz. agg. Non conoscente: non cortese, di bassa estrazione.

[4] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 2, pag. 299.23: E se uomo rompe fe, non per partirsi d'amore, ma perché disavventuratamente in luogo si truova con femmina non conoscente o meretrice, al tempo di tentante lussuria, e con alcuna tal femmina si giuoca nell'erba, sarà perciò da privare dello amore suo?

1.3 [Generic.:] ben educato.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 137, pag. 320: tanfin ke 't mangi con homni cognoscenti, / No met le die in boca per descolzar li dengi.

- [Con valore generic. pos.:] cortese e conoscente.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 15.7, pag. 53: «O' eri tu, alma mia cortese e conoscente? / Puoi che t'andasti via, retornai a niente. / Famme tal compagnia ch'eo non sia sì dolente: / veio terribel gente con volto esvaliato».

[3] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 24, pag. 102: de ben servir a Deo senpre si' cortexe / e chognossente.

2 Che è in grado di distinguere e determinare con chiarezza l'essenza, la conformazione o le caratteristiche di un oggetto; che sa valutare correttamente qsa ed è in grado di discernerlo e distinguerlo da altri enti o oggetti attigui o analoghi (presenti o impliciti).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 507, pag. 618: Tu me creassi en forma parisente, / poi me levasti grand e fort e possente, / sì me mostrassi doi cose veramente, / lo ben e 'l mal, don eu son cognoscente.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 1: la ragione è co(n)noscente del bene (et) del male, (et) dele cose licite (et) no(n) licite...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 17, pag. 117.9: questi medesimi d' Atena, [[...]] siccome uomini savissimi, e conoscenti del loro male, [[...]] tutte le discordie che erano tra' cittadini pacificaro...

[4] Stat. sen., 1346, cap. 5, pag. 65.13: con ciò sia cosa ch'e' frati abitanti e dimoranti di fuore de la città di Siena sieno spessamente non esperti nè cognoscenti de le virtù e de le condizioni degli uomini...

- Fare conoscente qno (di qsa): rendere consapevole o edotto.

[5] Orazione ven., XIII (2), pag. 128.34: Mo eo ve prego, dolce lo mio signor, fasème cognosente de tanto don, efasème amar la vostra passion, che vu sostegnisi per dar vita a li peccatori.

[6] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 346.9: E così vedi, che 'l contemplare la somma caritade, e volere quello che essa vuole, li fa conoscenti dell'altrui desiderio prima che ssi panda per chiedere, e col servigio si fanno incontro alla voglia.

[7] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 20, pag. 278.12: il tenero Padre nostro ci tocca, pugne e fragella con pestilenzie, con aversità e con guerre [[...]], acciò che l' asprezza di queste cose, rompendo la nostra durezza e pertinacia, muti la nostra vita, facendoci conoscenti del nostro errore.

- Locuz. agg. Non conoscente: inconsapevole.

[8] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 2, cap. 8, pag. 77.15: E così tu vedi quella [[scil. la prospera fortuna]] sempre ventosa, discorrente, e di sè stessa non conoscente; costei [[scil. l'avversa fortuna]] sobria, presta e per esercitazione d' avversitade prudente.

2.1 [Specif.:] competente o esperto (in un det. campo pratico o applicativo).

[1] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 3.3, pag. 42: Nonn è larghezza dare, al mio parvente, / né nonn è detto largo l'om per dare; / ma quelli che 'n donare è canoscente, / co largo core [e] senza indugiare, / è da chiamare largo degnamente...

[2] Stat. bologn., 1352, pag. 564.3: Item ch' el sia licito a tuti li onnixi de tagliare tuti queli che li parirano bolognini grosi falsi e contrafati, sença so pregiudixio; etiandio questo possa fare çaschuna persona che de ço fose conosente.

2.2 [Specif., con rif. ad una nozione attuale (e potenzialmente transitoria):] informato o al corrente di qsa.

[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 6.22, pag. 477: D'una cosa ti voglio somonire: / d'altrui amor non ti far conoscente, / ched è gran villananza formentire...

2.2.1 [In contesto giuridico, detto di un testimone:] informato circa il fatto contestato.

[1] Doc. aret., XIV pm., pag. 209.1: Da guardare è el notaio [e] ei testimoni conosce(n)ti; e a(n)çi le(n)teggia(r)e ch'aratteggiare a fare una carta.

2.3 [Specif.:] che è conscio di un beneficio, un servizio o un favore ricevuto e ne prova (e ne mostra) gratitudine.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 6, pag. 94.1: quand'uomo riceve beneficio o vero ingiuria, prima de' quello ritraere a chi liele fa, se può, che ad altri: acciò che se ello è beneficio, esso che lo riceve si mostri conoscente inver lo benefattore; e s'ella [è] ingiuria, induca lo fattore a buona misericordia colle dolci parole.

[2] ? Lett. pist., 1320-22, 12, pag. 52.27: Scrissiti che operassi che 'l vicario che abbiamo fosse rifermo, e fosse lo primo. Sappi che no' è per noi, inperò che troppo si lascia cavalcare a ongni Pistorese, e no' è bene congnoscente ver noi come derebe, e però opera che lo abiamo tale che faccia di quello che ti piaccia; e dolglia a cui vuole.

[3] Doc. volt., 1329, 12, pag. 28.23: Conoscete da messer Domenedio il bene ch'avete! Congnoscete da Dio il bene di questo Chomune - l'altre terre di Toschana ne sono più connoscienti!

[4] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 8, pag. 45.17: Signuri e donne, sià conoscenti dal nostro Signore Dio de cotante belle gratie come vui avì recevude de la citade vostra, la quale era cusì consumada e cusì guasta.

[5] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 162.8: pogniamo ch'io gli dia ogni cosa, mai non potrò essere assai conoscente del benifizio ch'io ho riceuto da lui.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 2, vol. 2, pag. 19.22: issu suctamittia la grandissima dignitati sua a lu grandissimu meritu di homu asay di plù bassa condiciuni ca issu, non per servili animu ma per gratu animu et cannussenti di lu beneficiu ricipputu.

[7] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 350.6: E Mitridate re apparve conoscente de' beneficii magnificamente...

[8] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 18, vol. 2, pag. 298.10: la ingratitudine, cioè isconoscenza è somma villania. Onde veggiamo, che li cani, e le altre bestie feroci, ed uccelli rapaci sono conoscenti delli lor benfattori...

3 Che può essere compreso o percepito.

[1] f Tesoro volg., XIII ex.: Che due cose contrarie, quando sono insieme, l'una contra l'altra, sono più conoscenti. || Crusca (1) s.v. conoscente. L'ed. presente nel corpus stampa appariscenti: cfr. <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 11, vol. 1, pag. 35.14.

3.1 Sost. Ciò di cui si ha nozione.

[1] ? Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 97, pag. 20: Chi place allo villano desplace a Deo vivente, / Ca no llo sa cognoscere né poco né niente, / Ma sempre è ingnorante dello suo cognoscente. / Adunca a Deo desplacque...

4 Sost. Persona con cui si è intrattenuto o si intrattiene qualche tipo di rapporto non parentale (comunque più debole di un rapporto di amicizia propriamente inteso) e causato per lo più da una contiguità o una pratica contingente e non deliberata con il soggetto.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 31, pag. 106.12: Et anche errasti, perciò che, quando dovevi ragunare li buoni amici e savi e provati e li fedeli e maximamente vecchi, et tu con questi raunasti ognie tuo cogniosciente, e giovani, e li stolti, e losingieri e altri troffadori...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 19: no(n) co(n)tendere di paraule (con)tra lo tuo co(n)noscente, che molte volte p(er) poghe paraule nasceno gra(n)de lite...

[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 86, pag. 414.14: e egli volle dare non animale, non angelo, non creatura, ma il Figliuolo suo, che non eravamo né suoi amici, né conoscenti, né fratelli.

[4] Lett. pist., 1320-22, 14, pag. 57.22: Dàe le letere che tuo ci mandi, se no' le mandassi per tuo propio amicho, allo compangnio dello Schalli, cioè a Tano Marini, overo alli compangni de' Peruzzi; però che li loro compangni, che istano in Pisa, sono miei conoscientti; e arolle tosto quando ellino l'aràno.

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 18, 52-66, pag. 463, col. 1.6: Segue ... mostrando come universalmente tutti i Bolognisi èno caritatevuli de cotai duni, zoè de rufianar parenti e cognoscenti chi meglio meio...

[6] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 36, pag. 161.3: A sti paroli lu infanti si partiu, e gìa alla casa de Stephanu. Quandu fu a mezu la via, unu autru homu sou canuschenti lu ascuntrau e dìssilli: 'Duvy vay?'.

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 12, pag. 53.29: et se tuti gli homi del mondo e hi cognossenti con quî chi no cognosse ghe metessan aguaiti e insidie per poer-ghe offender, e amixi e inimixi con frò et con ingano e usando ogne falcitae se ghe metessan decercho per conbater e vencer-lo... || Cfr. lat.: «et insidientur omnes, sive noti, sive ignoti, sive amici, sive inimici...».

[8] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 25, par. 2, vol. 2, pag. 108.11: Sulu santu Iuhanni fa mincioni ki la matri santa fu a la cruchi, et certe verum est ki li donni et li amichi et li cunuxenti di Cristu stectiru da luntanu per la cavallaria et per la multitudini di li pontifichi et loru genti...

[9] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 16, pag. 169.34: E cossì Hector et Achilles faceano insembla dura e mortale vattaglya [[...]]; e sopervenendo a questo multi amici e canossienti loro de la gente troyana e de li Grieci appena le fecero spartire.

[10] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 49, pag. 278.5: Como adevene, non è ancora monto, a un nostro conoscente, lo qua dagando speso fe' a li soni foli promiso in sono lunga vita.

- Conoscente e amico.

[11] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 1, pag. 507.9: Pose costui, in Melan dimorando, l'amor suo in [[...]] madonna Ambruogia, moglie d'un ricco mercatante che aveva nome Guasparruol Cagastraccio, il quale era assai suo conoscente e amico...

4.1 S.f. Amica, concubina (?).

[1] Doc. prat., 1296-1305, pag. 431.33: Berta chonoscie(n)te Bonachorssi, J q. ...

4.2 Locuz. nom. Non conoscente: persona con cui non si ha a che fare.

[1] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 2, pag. 655.23: E ami e tema suo signore e riguardilo; e non mormori di lui né fuori di casa né dentro, né con suoi amici, né con nimici, né con cognoscenti, né non cognoscenti...

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 13, vol. 2, pag. 20.14: E fu fatto ancora per le case de' privati: gli usci aperti e le tavole messe, cariche d'ogni maniera di vivande per tutta la città, e furono ricevuti a mangiare li conoscenti e li non conoscenti, forestieri e pellegrini...

- Locuz. agg. Non conoscente.

[3] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 58, pag. 291.12: Item, [[...]] a tóllare via e modo che le lane e stami non sieno furati a' lanaiuoli; imperciò ch[[e]] [[...]] necessità sie di mandare a filare in diverse contrade per la città di Siena e per lo contado, e dare a diverse persone non cognoscienti [[...]] statuimo et ordinamo, che neuno sottoposto dell'Arte de la Lana di Siena [[...]] non debbia lavorare [[...]] se non lavorasse lavorio di publici maestri dell'Arte de la Lana.

4.3 Agg. [Per trad. del lat. notus:] che risulta familiare, che la memoria riconosce.

[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Dido, pag. 65.21: Venne a me nel mio palagio il sagrato Sicheo di marmo coperto di foglie e di bianchi veli. Quindi mi sentii io chiamare quattro volte con conoscente voce; e dissemi Sicheo...

5 [Dir.] Preposto a giudicare una questione.

[1] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 51, par. 1, vol. 2, pag. 88.11: e de le predicte cose en ciascuno caso stare se degga a la discretione e a la provedentia de la podestà overo capetanio e iudece de tale malefitio conoscente.

5.1 [Dir.] Sost. Giudice.

[1] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 44, par. 4, vol. 2, pag. 82.15: se alcuno acusatore overo denuntiatore po' 'l dicto termene conceduto a la concordia da fare renunçerà a la lite [[...]], dicta renuntiatio non valeat, ma essa nonostante possa e deggase procedere a conosciere e punire el malefitio overo d'essa instantia overo altra sì co' d'esso conoscente procederà volontà.

6 Sost. Chi ha un rapporto sessuale con una donna (negli es. per forza, con violenza, stupro).

[1] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 99, par. 2, vol. 2, pag. 152.11: Ma se sirà fantolastra, la quale vergene non fosse, overo altra femmena de vile conditione quilla ke conosciuta per força sirà, sia punito el conoscente en cento libre de denare.

- Conoscente carnalmente.

[2] Stat. perug., 1342, L. 3 rubr., vol. 2, pag. 11.26: Del corrompente la vergene e conoscentecarnalmente la relegiosa overo moglie altruie.

[u.r. 18.12.2017]