0.1 fora, fóra, fori, fóri, foro, fóro.
0.2 Da forare.
0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.4.
0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Poes. an. pis., XIV in. (?) (2); Simintendi, a. 1333 (prat.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.).
0.5 Nota il plur. neutro fora (accanto al normale e prevalente fori).
0.7 1 Spazio vuoto entro un materiale solido, esistente o formatosi naturalmente o prodotto artificialmente, dotato di una o più aperture (gen. dal contorno piuttosto regolare) che mettono in comunicazione con l'esterno o che permettono il passaggio da parte a parte. 1.1 [Con rif. alla voragine infernale]. 1.2 [Con rif. specif. agli strumenti musicali a fiato:] una delle aperture che consentono la modulazione del suono. 1.3 Orifizio del corpo. 1.4 [In contesto fig., per indicare una via di passaggio, scorrimento o dispersione]. 1.5 Locuz. avv. Ogni foro: ovunque. 1.6 [Per fraintendimento del lat. forum ('foro, luogo pubblico')]. 2 [Specif.:] luogo cavo di forma tondeggiante. 3 Ferita di arma da punta (anche in contesti fig.). 3.1 [Con rif. specif. alle stimmate di Cristo].
0.8 Elisa Guadagnini 01.10.2008.
1 Spazio vuoto entro un materiale solido, esistente o formatosi naturalmente o prodotto artificialmente, dotato di una o più aperture (gen. dal contorno piuttosto regolare) che mettono in comunicazione con l'esterno o che permettono il passaggio da parte a parte.
[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 7.8: le acque del lago sì entrano sotterra, e corrono per vie chiuse, e per fori privati dentro dalla terra, tanto ch'elle apparono in Cesarea...
[2] Poes. an. pis., XIV in. (?) (2), 41, pag. 75: Ancho fe' fare un cielo di metallo [[...]] e pertusallo, [[...]] e per que' fori l'aqua giù grondava, / sì che pareva punto che piovese / a chi no l[o] sapesse...
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 19.14, vol. 1, pag. 314: Io vidi per le coste e per lo fondo / piena la pietra livida di fóri, / d'un largo tutti e ciascun era tondo.
[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 4, pag. 175.26: et tengansi ne la chasa de la Mercantia una cassa ne la quale e' detti pesatori mettano la pecunia la quale riceveranno per cagione del loro officio, [[...]] et abbia essa cassa tre fori acciò che ciascheuno d'essi pesatori veggha la sua ragione per sè.
[5] Ricette di cucina, XIV m. (fior.), 7, pag. 8.22: e dà fuoco a questa torta di sotto e di sopra. E quando àe avuto uno caldo, scuoprila, e fora la crosta, e spesso, con uno coltello, sì che non si vegiano i fori, e gittavi suso quel lardo...
[6] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 726, pag. 146: De lo insedire de le vite / Sette modi son ch' io viti [[...]] Lo sesto [[modo]] si è al trivelino, / Chi ben fa el foro el se gli tene, / In vide sconça e molto fine.
[7] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 80, col. 2.32: Et colui che nel sognio gli pare entrare e d'andare per luogora molto strette et per fori, significa che llo istrumento de l'aito .i. dell'alito àe grande infermitade...
[8] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 19, 10-30, pag. 496.39: di fori; cioè di buchi...
[9] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 34, pag. 492.9: foro, idest pertuso.
- [Come segnale visibile della presenza di un animale in un terreno].
[10] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 37, pag. 42.13: Contra le formiche, se hanno foro nell'orto, ponvi su il cuor della coccoveggia...
- [Con rif. all'ago:] lo stesso che cruna.
[11] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 38, cap. 4, par. 9, pag. 543.13: Più leggiere cosa è che 'l cammello passi per foro d' ago, che non è che l' uomo ricco entri nel regno di Dio.
[12] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), cap. 10, pag. 66.28: cosí come el camello non può entrare pel foro dell' ago, cosí è cosa malagevole che 'l richo entri nel reame del cielo.
[13] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 21, 34-54, pag. 501.25: la cruna è lo foro unde s'infila l'ago, che si fa nel grosso dell'ago nel mezzo...
1.1 [Con rif. alla voragine infernale].
[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 3, 13-21, pag. 86, col. 2.5: Or imagina D. che quando ... Lucifero cadde, che 'l fe' uno fóro in la terra, el qual ... se vae astrengando quanto piú presso va al centro. E imagina questo fóro rotondo e distinto per circuli o ver per gradi a modo d'una scala, sí come l'arena da Verona...
[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 5, proemio, pag. 69.3: Poi che l'Autore ha narrato, e detto la condizione de l'anime che sono nel primo circulo, o vero grado del doloroso foro, qui in questo V capitolo recita la condizione di quelle, che sono nel sicondo circulo, o vero grado...
[3] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 6, 24.8, pag. 78: E quando penso a la dura sentenza / che Cristo allor darà a' peccatori / e dirà: 'Ite, di poca credenza, / o maladetti di dentro e di fori, / nel foco dell'inferno, e mai partenza / voi non farete da que' gran bollori, / c'apparecchiat'ho a voi; e ' dimon fuoro / dal principio del mondo in questo foro!'
1.2 [Con rif. specif. agli strumenti musicali a fiato:] una delle aperture che consentono la modulazione del suono.
[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 13, pag. 711.22: E alla incerata canna con gonfiata gola e tumultuose gote largo fiato donando, quello risoluto in suono, con preste dita ora aprendo ora chiudendo i fatti fori, dava piacente nota...
- [Con rif. alla zampogna].
[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 152.26: e suonano i tamburi picchiati colle palmi, e le cavate trombette, e la sampogna del busso con lungo foro.
[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 20, 16-30, pag. 564.10: e siccom'al pertugio; ecco l'altra similitudine, cioè: E siccome al foro, Della sampogna; che è istrumento musico, che si suona col fiato, Prende sua forma; cioè di suono, s'intende, vento che penetra; cioè vento che passa per esso foro, mandatovi soffiando con bocca o gonfiando lo quoio...
[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 191, pag. 297.18: elli si ànno montoni che non ànno orecchi né foro, ma colà dove debboro essere li orecchi si ànno due cornetti...
[2] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 7, pag. 401.5: Sempre nel segreto del tuo cubicolo, cioè nel tuo cuore, sollazza col tuo sposo Cristo. Mentre che ori, parli tu allo sposo, ma quando tu leggi, egli parla teco. E quando lo sonno della contemplazione t' averà preso, verrà esso dopo la parete, e metterà la mano per lo foro, e toccheratti lo ventre, cioè la mente; e sentiratti ingravidare di pensieri santi al suo toccamento...
[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 7, ch., pag. 231.4: la state i pori, cioè i fori del corpo onde escono i sudori e altre fummosità, sono aperti per lo caldo...
[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 26.85, pag. 412: Questi han per bocca un foro e mai non parla...
[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 21, 136-139, pag. 559.27: Barbariccia, avea del cul fatto trombetta; cioè sonava col foro di rietro a modo d'una trombetta.
- [Con doppio senso osceno].
[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, conclusione, pag. 718.3: E se forse pure alcuna particella è in quella, alcuna paroletta più liberale che forse a spigolistra donna non si conviene, le quali più le parole pesan che' fatti e più d'apparer s'ingegnan che d'esser buone, dico che più non si dee a me esser disdetto d'averle scritte che generalmente si disdica agli uomini e alle donne di dir tutto dì 'foro' e 'caviglia' e 'mortaio' e 'pestello' e 'salsiccia' e 'mortadello', e tutto pien di simiglianti cose.
1.4 [In contesto fig., per indicare una via di passaggio, scorrimento o dispersione].
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 43, pag. 522.13: Correa ogni uomo a vedere i vaselli di Santo Piero, e' vaselli di Cristo [[...]] Questo mistiero, che fue in trasportare gli vaselli, e in dire i canti, e di menare i popoli, arbitro che fosse siccome uno grande foro, per lo quale per lo raunamento del popolo di Roma, siccome d' una grande massa di grano per tutti i fori, ove nascondere si potea, di tutto il circuito della cittade ne corsero vivi granelli... || Cfr. Orosio, Hist., VII, 39, 13: «tamquam magnum cribrum fuisse arbitror, per quod ex congregatione populi Romani tamquam ex magna massa frumenti per omnia ex uniuerso ambitu ciuitatis latebrarum foramina effluxere grana uiua...».
[2] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 7, pag. 174.10: quantunque amore altri pone nelle creature, tanto altri scema dell' amore del Creatore, nel quale si dee porre tutto l' amore. Siccome interviene se alcuno vasello pieno d' alcuno licore, abbia alcuno foro per lo quale esca o trapeli di quello cotale licore [[...]] Così è dell' amore di Dio. E però si vogliono riturare i fori del quore, che sono i sentimenti e gl' intendimenti e gli affetti che s' aprono a' piaceri delle creature.
[1] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 165, pag. 383: E 'l vecchio ch' era dietro a tutti loro / fu Moysè; et cosí ci discrive / et mèttete per questo strecto foro. || Rif. a Purg., XXIX, in partic. 143-144: «e di retro da tutti un vecchio solo / venir, dormendo, con la faccia arguta».
1.5 Locuz. avv. Ogni foro: ovunque. || Se non è foro 2.
[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 28.57, pag. 82: Di Metello mi lodo, e qui l'onoro, / che più pirati, che correan lo mare, / prese e distrusse e cacciò d'ogni foro.
[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 5.29, pag. 196: E noi ancora per quella provincia / eravam iti e cercato ogni foro / e 'l Tar passato, ove più grosso schincia...
[3] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), III, ott. 35.4, pag. 267: Lo 'mperador, che nol trova la sera, / a Roma fe' bandir senza dimoro / che 'l si cercasse con gran luminera / per quella selva, la notte, ogni foro; / e chi 'l trovasse in alcuna maniera, / da corte arebbe poi mille once d' oro...
- Locuz. avv. Di foro in foro.
[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 22.24, pag. 399: prese la strada dritta in vèr levante, / che già cercato avea di foro in foro.
1.6 [Per fraintendimento del lat. forum ('foro, luogo pubblico')].
[1] Arte Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), L. 1, pag. 411.12: E li fori e ' buchi pare che si convengano all'amore; e chi potrebbe credere che si potesse trovare la fiamma inn istretto buco? || Cfr. Ov., Ars. am., I, 79: «Et fora conveniunt (quis credere possit?) amori: / Flammaque in arguto saepe reperta foro...».
2 [Specif.:] luogo cavo di forma tondeggiante.
[1] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 19, pag. 94.24: intorno a esso [[san Giovanni]] à una fonte, la quale sta per bapteggiare li fanciulli, e d' intorno a essa à di molti fori, de' quali Dante ruppe ell' uno, perciò che uno fanciullo v' anneghava se rotto non fusse stato, perchè v' era dentro chaduto...
- [Con rif. alle cellette dell'alveare]. || Traduce il lat. foramen.
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 121, pag. 407.22: Tu vedrai tutti i ragnateli iguali, e tutte le fora de' fiari d'un modo, d'una forma, e d'una grandezza.
[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 7, cap. 7, pag. 209.29: E quando vuogli riempiere l' arnia ch' è vota per lo uscir dello sciame, andrai ad altre arnie, e cotali estremità di fiari, nelle quali vedrai i figliuoli dell'ape nelle fora, ragguarda sicchè tu vi veggi il foro là ove de' essere, e nascere il re, il qual vedrai più lungo, e più in fuori, a modo d'uvero di poppa, che non son gli altri.
3 Ferita di arma da punta (anche in contesti fig.).
[1] Dante, Rime, a. 1321, 51a.4, pag. 200: Degno fa voi trovare ogni tesoro / la voce vostra sí dolce e latina, / ma volgibile cor ven disvicina, / ove stecco d'Amor mai non fe' foro. / Io, che trafitto sono in ogni poro / del prun che con sospir' si medicina, / pur trovo la minera in cui s'affina / quella virtù per cui mi discoloro.
[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 190.11: Lo rauncinuto ferro avea passato il petto: lo quale poi che fu divelto, lo sangue saltò alto per l'uno e per l'altro foro...
[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 34, pag. 155.11: li quali doni [[dello Spirito Santo]] ci spira per tutti li fori ed apriture delle piaghe.
[4] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 26, pag. 204.27: Jochasta vidde i piedi ad Edippo segniato di fóri...
[5] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 5, 67-84, pag. 84, col. 1.8: Li profondi fóri, zoè: le piaghe che gle furon fatte.
3.1 [Con rif. specif. alle stimmate di Cristo].
[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), App. 2, pag. 187.23: Unde li chiovi che 'l teneano, li davano sommo tormento, però che li fori delle mani si doveano sciempiare e squarciare, e così fue.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 21.83, vol. 2, pag. 362: «Nel tempo che 'l buon Tito, con l'aiuto / del sommo rege, vendicò le fóra / ond' uscì 'l sangue per Giuda venduto, / col nome che più dura e più onora / era io di là»...
[u.r. 16.12.2021]