FÒRO (1) s.m.

0.1 foro, fòro, foru.

0.2 Lat. forus (DELI 2 s.v. foro 2).

0.3 Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.): 3.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. foro divino 2.3.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Luogo pubblico all'aperto (gen. molto frequentato), posto davanti a edifici pubblici o all'incrocio di vie importanti; piazza principale. 1.1 [Rif. ad uno specif. luogo pubblico di Roma antica]. 2 [Dir.] Competenza giuridica nelle questioni giudiziarie; tribunale, giurisdizione. 2.1 [Con rif. specif. all'opposizione fra giustizia laica e giustizia ecclesiastica]. 2.2 [Con rif. all'opposizione fra le leggi e il giudizio secolare e quello divino:] foro di Dio, divino; foro del mondo, civile. 2.3 [Con rif. alla sede fisica ove si esercita e si amministra la giurisdizione:] locuz. nom. Foro divino: seggio papale. 3 Luogo da cui si parla (fig.).

0.8 Elisa Guadagnini 01.10.2008.

1 Luogo pubblico all'aperto (gen. molto frequentato), posto davanti a edifici pubblici o all'incrocio di vie importanti; piazza principale.

[1] Gl Gloss. prov.-it., XIV in. (it.sett./fior./eugub.), pag. 120.7: For .i. guifa o foro o me(r)cato.

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 23.149, pag. 162: Poi anco ne la terra feo ritorno / et vide alcuni nel foro occïoxi, / gli quagli adesso tutti gli fue intorno: / - Voi che del guadagnar sete bramoxi, / gite anco, lavorate in la mea vigna, / che del dover ve faroe copïoxi - .

1.1 [Rif. ad uno specif. luogo pubblico di Roma antica].

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 40, vol. 2, pag. 351.23: E quindi s'incominciò l'usanza d'adornare il Foro per gli Edili, quando le imagini degli Dii si portano ne' carri per la città.

[2] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae I.72, pag. 246: Curtio venia con lor, non men devoto, / Che di sè e dell' arme empiè lo speco / In meçço il Foro horribilmente voto.

2 [Dir.] Competenza giuridica nelle questioni giudiziarie; tribunale, giurisdizione. || Cfr. Rezasco s.v. foro.

[1] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. III, cap. 3, pag. 608.13: Delle spirtuale questione e delicti chi pertenone al foro del dicto auditore on de suo judice o delegato o sianno criminale o civile on d' appellatione simile ordene[mo] sia in procedere e sentenciare segondo che sse termena per le nostre constitutione in le questione civile, criminale et d'appellatione che pertegnano al foro di seculari judici on del Rectore sopra le temporale de le provincie.

[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 2, vol. 2, pag. 50.9: Tu es rex iudeorum? - Dissi Cristu: - Da ti parli, oy altru ti l' à dictu di mi? - (Quasi diceret: Dimandi da ti comu disscipulu? Eu ti insignirò. Si dimandi per bucca d' altri accusaturi comu iudichi, eu non su di foru to).

[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 29, 94-108, pag. 775.19: ignorantia iuris in nessuno foro scusa lo peccatore.

2.1 [Con rif. specif. all'opposizione fra giustizia laica e giustizia ecclesiastica].

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.104, vol. 3, pag. 166: Grazïan, che l'uno e l'altro foro / aiutò sì che piace in paradiso.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 253.1: Questo [è] frate Graziano dell' ordine de' Predicatori. Alcuno dice, che fu pure monaco, il quale compuose libri circa il Foro, cioè la corte [e] judicio divino, e circa il Foro eclesiastico, e fece il Decreto, e fue per nazione lombardo.

[3] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 10, 103-120, pag. 323.9: l'uno e l'altro Foro; cioè la corte civile e la corte ecclesiastica...

- Foro civile, secolare.

[4] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. III, cap. 18 rubr., pag. 614.2: Che lli clerici no assumano officio de comune, nì fare advocatione in lo foro seculare e de la pena di quelli chi lli admetteno..

[5] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 6.2, pag. 16: Se vòi discreto viver, lite schiva / nel forocivile e denognate poy / dove tu vedi gli aversari toy / chon forza e falsità far aprensiva.

- Foro ecclesiastico.

[6] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 2, pag. 538.2: L'uno de questi judici sia chierego et chi sia almeno savio in ragione canonica, chi sia chiamato e sia judice super le spirtuale et in le questione chi pertenone allo foroecclesiastico.

2.2 [Con rif. all'opposizione fra le leggi e il giudizio secolare e quello divino:] foro di Dio, divino; foro del mondo, civile.

[1] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 10, 112-120, pag. 240.4: ne la prima cantica parla dei peccati e de la loro punizione, secondo lo foro di Dio e del mondo, lo quale pone grandissima distinzione nei peccati; cioè secondo la volontà e secondo l'effetto; e ne la seconda parla pure dei peccati, secondo lo foro di Dio, nel quale si punisce pur la volontà, e però trattando de la pena che purga lo peccato de la superbia dè essere una, benchè maggiore e minore, secondo la depravazione e malizia de la volontà...

[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 29, 94-108, pag. 775.19: nel foro divino non escusa l'omo ignorantia facti come scusa nel foro civile...

2.3 [Con rif. alla sede fisica ove si esercita e si amministra la giurisdizione:] locuz. nom. Foro divino: seggio papale.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 30.142, vol. 3, pag. 508: E fia prefetto nel forodivino / allora tal, che palese e coverto / non anderà con lui per un cammino.

[2] Gl Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 30, 139-148, pag. 803.9: E fia prefetto; cioè e sarà preposto, nel foro divino; cioè nella corte ecclesiastica, cioè nel papato...

2.3.1 [Con rif. alla corte celeste].

[1] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 31, 31-42, pag. 760.2: in nostra corte; cioè nel forodivino...

3 Luogo da cui si parla (fig.).

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 7.125, pag. 87: Si lengua angeloro, / che sta en quel gran coro, / parlanno de tal fòro, / parlara scelenguato: / ergo, co' non vergugni? || Ageno, Jacopone, p. 336, e Mancini, Iacopone. Laude, p. 112 stampano «de tal scioro» e intendono 'con tale effusione (d'amore)'.

[u.r. 16.12.2021]