FLETO s.m.

0.1 fleti, fleto.

0.2 Lat. fletus (DEI s.v. fleto).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.6 N Le att. in Francesco da Buti sono cit. dantesche.

0.7 1 Lo stesso che pianto. 1.1 Estens. Condizione di sofferenza fisica o morale continuata nel tempo, causa di pianto.

0.8 Angelo Rossi 06.07.2009.

1 Lo stesso che pianto.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.136, vol. 3, pag. 273: La casa di che nacque il vostro fleto, / per lo giusto disdegno che v'ha morti / e puose fine al vostro viver lieto…

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 68.5, pag. 520: e dieron colpi assai, che pien di fleto / furono a chi sentì tale offensione…

[3] F Laude pseudoiacoponica trecentesca Troppo m'è granne fatica, 21: la 've so' strida e gran fleto / loco n'andarai ad istare. || Mancini, Iacopone. Laude, p. 313.

1.1 Estens. Condizione di sofferenza fisica o morale continuata nel tempo, causa di pianto.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 27.45, vol. 3, pag. 447: e Sisto e Pïo e Calisto e Urbano / sparser lo sangue dopo molto fleto.

[2] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 1, ott. 35.8, pag. 35: argomentava il giovinetto lieto, / male avvisando il suo futuro fleto.

[3] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 1.52, pag. 7: ch'io troverei alchuno in questo regno / che s<e>rebbe posto per simil decreto / in angoscioso fleto

[u.r. 10.05.2021]