SERVAGGIO s.m.

0.1 serbaggio, servaggi, servaggio, servagio, servago, servazo.

0.2 Fr. ant. servage (DEI s.v. servaggio).

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.): 3.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Cronica fior., XIII ex.

In testi sett.: Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.).

0.5 Locuz. e fras. mettere in servaggio 2; servaggio del corpo 1.3; servaggio del ventre 1.2; tenere in servaggio 2; trarre di servaggio 1.

0.7 1 [Con accezione neg.:] l'essere soggetti a un vincolo (nei confronti di un potere o di un'entità astratta) che limita la libertà o la volontà. 1.1 [Con accezione pos.:] il porsi al servizio di un principio (religioso o filosofico). 1.2 L'essere asservito al peccato, al vizio. 1.3 Locuz. nom. Servaggio del corpo: la vita terrena. 2 Stato di privazione della libertà collettiva o individuale. 3 L'essere al servizio della donna amata, mostrando fedeltà e devozione.

0.8 Giulio Vaccaro 13.01.2010.

1 [Con accezione neg.:] l'essere soggetti a un vincolo (nei confronti di un potere o di un'entità astratta) che limita la libertà o la volontà.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 31, pag. 277.32: Né non è, come molta gente crede, ei quali dicono ched ubbidire a' re od alle leggi si è una maniera di servaggio...

[2] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 12.18, pag. 80: Disnaturat'ò natura, seguendo / di sottometter vogli'altrui 'n servaggio: / ché chiar conosco che l'uman lignaggio / d'aver fugge signor natoralmente...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 47, pag. 100.35: Neun servaggio è tanto vile, quanto quel che è di volontà.

- Fras. Trarre di servaggio qno: liberarlo da un vincolo.

[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 71.11, pag. 144: Se puo' per quel camin trovar passag[g]io, / Tu ssì abatterà' tosto il castello, / Bellacoglienza trarà' di servag[g]io.

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 57, vol. 1, pag. 503.21: E arrivando messer Gianni cogli ambasciadori del Paglialoco sagretamente in Cicilia, e' scoperse il detto trattato a messere Alamo da Lentino, e a messere Palmieri Abate, e a messer Gualtieri di Catalagirona, i maggiori baroni dell'isola, [[...]]; e da' detti prese lettere a lo re di Raona, raccomandandosi che per Dio gli traesse di servaggio, e promettendo di volerlo per loro signore.

1.1 [Con accezione pos.:] il porsi al servizio di un principio (religioso o filosofico).

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 153.11, pag. 222: non vole d'omo om signoraggio, / e dal divin servaggio / dice non po lo core suo far piano...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 8, pag. 14.23: E' disse: se tu vogli essere fuori di servitudine, e' ti conviene servire a filosofia, perocché, chi si sottomette a lei, non turba punto la sua vita, ma vive continuamente, perché quello servaggio si è vera libertà.

1.2 L'essere asservito al peccato, al vizio.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 26.8, pag. 62: franchezza di core e vertù d'alma / tutta sommisi, ohimè lasso, al servaggio / de' vizi miei, non Dio, né bon usaggio...

[2] Dante, Rime, a. 1321, 49.88, pag. 188: Come con dismisura si rauna, / cosí con dismisura si distringe: / questo è quello che pinge / molti in servaggio; e s'alcun si difende, / non è sanza gran briga.

- Locuz. nom. Servaggio del ventre: l'ingordigia.

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 105.18: Lo secondo bene che sobrietade fa, si è che dilibera l'anima di troppo grande servaggio: cioè dal servaggiodel ventre, che li ghiottoni e li oltraggiosi delle vivande fanno di lor ventre loro Iddio, siccome dice san Paulo.

1.3 Locuz. nom. Servaggio del corpo: la vita terrena.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 65, pag. 145.20: E voglio sapere [[...]] ov'io, partendomi quinci, debbo andare, e che luogo avrà l'anima, quand'ella sarà liberata del servaggiodel corpo.

2 Stato di privazione della libertà collettiva o individuale.

[1] Novellino, XIII u.v. (fior.), 65a, pag. 278.9: io diliverai loro e lor terre di vile e di laido servaggio.

[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 137.26: Un'altra partita di giovani huomini fuorono presi e menati in servaggio, e tutto giorno fatto loro arare la terra come buoi.

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 4, cap. 8, pag. 142.2: Molto perde chi discende di franchigia in servaggio.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 79, vol. 2, pag. 155.22: meglio amavano di morire a la battaglia che vivere in servaggio.

[5] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De la mormoracione, vol. 1, pag. 116.25: (per) questo peccao p(er)dèm li zuè la t(er)ra de promision, sì che se ce(n)tomiria che Deo aveva levao de s(er)vago, li quay Ello aveva nurigao XXXX agni in lo deserto de la mana de lo cel, e' tuti morìm a desenor salvo cha um che avea nome Cales e Jozuè.

- Fras. Mettere in servaggio: rendere schiavo.

[6] Fatti dei Romani, 1313 (fior.), pag. 210.32: alquanti Romani li vendero chase e terre, e le loro persone misero in servagio per avere da llui vivanda...

[7] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 74, pag. 185.4: e se i figliuoli vostri muojono, e se 'l vostro padre è messo in servaggio; i' ti dirò innanzi la risposta, che si suol fare da nostra parte di queste cose, poi ti dirò la risposta, che l'uomo de' fare, secondo il mio parere.

[8] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 537.14: [[con molte altre donne]] prese l'ànno e messe in serbaggio.

- Fras. Tenere in servaggio.

[9] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 162.2: per li quali fosse cortesemente domandata la filgliuola der re Laomedon e ssuora der re Priamo, la quale era stata presa ed era tenuta in servaggio.

[10] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 51, pag. 125.1: Sì vi manda per me che non conviene niente che figliuola di re sia tenuta in servaggio...

[11] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 85, pag. 90.12: io sono il tuo Iddio che ttu dei adorare, ché tti trasi de la signoria di Faraone che tti tenea in servagio...

3 L'essere al servizio della donna amata, mostrando fedeltà e devozione.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), canz. 11.14, pag. 65: Tant'allegrezza nel meo core abbonda / di sì alto servaggio / che m'ha e tiemmi tutto in suo volere...

[2] Pallamidesse Bellindote (ed. Monaci), a. 1280 (fior.), 3, pag. 292: Amore, grande pecato / faciesti del mio core, / di meterllo in servagio / laov'io nom sono amato / e amat'ò a tutore / e stato a vassallagio.

[3] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 6a.18, pag. 43: Rallegrando i· speransa, il mio coraggio / simigl[i]a sostenendo / grave ognor pene, credo, udendo dire / mal a potensa di cui so' 'n servaggio...

[4] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [PaoFir] ball. 7.9, pag. 277: E più che mai mia alma t'è ancella: / servazo, il qual port'io / per mia dolceza, non mi torni in rio.

[u.r. 15.10.2013]