FIDO agg./s.m.

0.1 fida, fide, fidi, fidissima, fidissimo, fido.

0.2 DELI 2 s.v. fido (lat. fidum).

0.3 Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertanovolg., a. 1287-88 (pis.); Doc. sen., 1300; Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.).

In testi sett.:Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.).

0.7 1 Stabile e degno d'essere creduto tale in un rapporto di dipendenza, solidarietà, amicizia, aiuto. 1.1 Sost. Plur. Coloro che sono legati da un vincolo di fedeltà (sia in senso gen. che in senso più specific. dottrinale). 2 Tale che si può credere nella sua funzione positiva. 2.1 Che appare veritiero e degno di essere creduto. 3 Che ha sicura aspettativa di qsa. 4 Resistente, forte, che dà garanzie di tenuta. 4.1 Che non può essere eluso, sicuro (detto in partic. di una tutela per pubblica sicurezza o di una custodia carceraria). 5 [Detto di un luogo:] che offre protezione e tranquillità.

0.8 Marco Giola 12.04.2010.

1 Stabile e degno d'essere creduto tale in un rapporto di dipendenza, solidarietà, amicizia, aiuto.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 20: Du(n)qua no(n) credere buono amico, uvero (con)siglieri, p(er) paura si possa accactare; un(de) dice uno folozofo: nessuno è assai fido a cui elli teme.

[2] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 380, pag. 338: A lu Re multo placqueLi ke la Letitia gesse / ad far questa anbassciata, [[…]] et che consecu menese, quando se departesse, / una fida masnada...

[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 12, pag. 756.34: Enea fulmina dell'armi, e già le facelline volano a' tetti; i Latini a te rivolgono li occhi, e 'l re Latino medesimo dubita qua' generi chiami; e ancora la reina di te fidissima colla sua diritta mano s'uccise. || Cfr. Aen., XII, 659-60: «praeterea regina, tui fidissima, dextra / occidit ipsa sua».

[4] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 4.94, pag. 27: Del mio figliuolo la pregate / ched ella non me ll'uccida, / e se questo m'acchactate, / sarò vostra serva fida.

[5] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 12, 37-45, pag. 277, col. 2.2: l'exercito de Cristo, çoè la Chesia de Deo, che è la congregatione di fidi cristiani, la quale costò a rearmare sí cara, çò fo la passion de Cristo...

[6] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 6, par. 9, pag. 181.15: Ma pure venuta la mattina, la fida nutrice, alla quale niuna parte de' danni miei era nascosa, però che essa era stata la prima che nel mio viso aveva gli amorosi stimoli conosciuti.

[7] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 314.12, pag. 388: come a' duo amici più fidi / partendo in guardia la più nobil salma, / i miei cari penseri e 'l cor, lasciai!

[8] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 20, pag. 230.16: l' ultima contrada d' Ispagna, la quale all' oceano e a Gade è volta, non sappiendo ancora de' Romani essere, e perciò quella essere assai fida a' Cartaginesi giudicava.

[9] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 20.2, pag. 49: Mandavi rime de ritrova forma, / dilecto nostro buon, fido seguace...

[10] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 130.2: Godete ognun, ch'Amor m'à reso gratia / come a suo car figliuolo e servo fido...

1.1 Sost. Plur. Coloro che sono legati da un vincolo di fedeltà (sia in senso gen. che in senso più specific. dottrinale).

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 20, 70-78, pag. 408, col. 2.7: Lo quale Carlo venne in Ytalia per contrastare ai fidi de l'imperio...

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 12, 73-87, pag. 283, col. 1.16: con la gratia de Deo se mise a circuire l'orto, o ver vigna, çoè a ridriçare li fidi, ch'erano in forsi e in dubii, e qui' condurre alla dritta fe'...

[3] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 42.241, pag. 297: La Magdalena a gli apostoli apresso / venne, et sì disse: "Il mastro nostro vidi, / che una tal parola m'à comesso / che a voi il rivella, ché sete sui fidi".

2 Tale che si può credere nella sua funzione positiva.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 4: in del libro Dell'amistà co(m)mendò la fede che è notricame(n)to di stabilità (et) di fermessa di quello che portiamo in dell'a(n)i(m)o, et no(n) può essere fido lo 'nge(n)gno che di molti modi è torme(n)tozo.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 16.8, vol. 2, pag. 262: la scorta mia saputa e fida / mi s' accostò e l'omero m'offerse.

[3] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 61.14, pag. 114: Tu la deffendi, tu la reggi e guida / e drizza nel camin di vera pace, / nel qual permagna tua dritta seguace, / ché mia speranza e mia salute giace / sola in tua mano: or donca tu m'aida / e per me priega, o advocata fida!

[4] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 19.223, pag. 134: Segnore, adiuta la mea vitïosa / et rea incredulitate, Segnor fido".

[5] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 14, comp. 43.22, pag. 123:Con una spada piena de leticia, / speççando ogni nequicia, / vegniva contra me la scorta fida / più chiara e pura che serena fonte.

2.1 Che appare veritiero e degno di essere creduto.

[1] Doc. sen., 1300, pag. 131.3: De li antiqui nostri si sa fida relatione et dricta che a coloro che vanno ad l'onorevole basilica cioè ecclesia del principe degli apostoli d'Urbe, cio[è] de la città di Roma, concedute sono grandi indulgentie et perdonançe de' peccati.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 14.75, pag. 225: Così andando dietro a la mia guida, / notava de le cose, ch'io vedea / e ch'io udia da persona fida.

3 Che ha sicura aspettativa di qsa.

[1] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 394, pag. 417.33: E nonpertanto sicuri e fidi siate che voi avrete di questa uopara honore e victoria.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 101, pag. 488.27: Il castellano, ferventissimo a' piaceri di Filocolo, udendolo dire lui poterlo più ch' altro mai servire, con molti scongiuri lo strigne ch' egli non gli celi il dì, che fido d' essere così da lui servito, come se medesimo servirebbe.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 12, pag. 213.18: Marcello per lettere pregò, che essi con quanto più stretta guerra potessono occupassono Annibale, infino a tanto che esso avesse combattuto e preso Taranto: perciò che tolta quella città al nemico d' ogni parte cacciato, nè avente dove stesse, nè che cosa a lui fida guardasse, non essergli poi cagione da dimorare in Italia.

[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 169.33, pag. 173:La richezza di Dario e le diverse / voglie de l'oro, ch'ebbe Crasso e Mida, / e chi più ebbe fida / ne le divizie voglia / poté ricomperarsi da tal doglia?

4 Resistente, forte, che dà garanzie di tenuta.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 56, pag. 333.19: Quivi pervenuti, dico che al vento tolsero le vele e dierono gli aguti ferri a' tegnenti scogli, e con fido legame fermarono la loro nave.

4.1 Che non può essere eluso, sicuro (detto in partic. di una tutela per pubblica sicurezza o di una custodia carceraria).

[1] Stat. pis., 1322-51, cap. 141, pag. 578.2: sotto fida et secura custodia mandi, u vero mandar facci, alla cità di Pisa et in forsa del Comune di Pisa.

[2] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. II, cap. 5, pag. 545.31: E quegli chi firano dicti criminosi o colpevoli de delicti de li quali le cittado o i luoghi no abiano jurisdictione in fare justicia, vegnanno a la corte magiore e per li potestate e per li rectori e per li regimenti de le terre a la maiore corte e çudesi, sotto fida custodia, siano menadi.

5 [Detto di un luogo:] che offre protezione e tranquillità.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 14.100, vol. 1, pag. 236: Una montagna v'è che già fu lieta / d'acqua e di fronde, che si chiamò Ida; / or è diserta come cosa vieta. / Rëa la scelse già per cuna fida / del suo figliuolo, e per celarlo meglio, / quando piangea, vi facea far le grida.

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 280.6, pag. 354: né già mai vidi valle aver sì spessi / luoghi da sospirar riposti et fidi; / né credo già ch'Amore in Cipro avessi, / o in altra riva, sì soavi nidi.

[3] Torini, Rime, 1342/98 (fior.), [a. 1398] 2.18, pag. 358: ch' io veggia il porto fido e buono, / venir non posso a riva, / ch' aspro è 'l pileggio e poca mia virtute.

[u.r. 12.05.2011]