0.1 isquilla, skilla, squila, squilla.
0.2 Lat. scilla (DELI 2 s.v. scilla).
0.4 In testi tosc.: a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.); Palladio volg., XIV pm. (tosc.);
In testi sett.: Serapiom volg., p. 1390 (padov.).
In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).
0.5 Per cipolla squilla > cipolla.
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 [Bot.] Pianta con un grosso bulbo, simile alla cipolla, adoperata per le sue virtù medicamentose (Urginea maritima).
0.8 Elisa Guadagnini 09.02.2010.
1 [Bot.] Pianta con un grosso bulbo, simile alla cipolla, adoperata per le sue virtù medicamentose (Urginea maritima). || Lo stesso che anseli e causel.
[1] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 151, pag. 52.19: Trocisci isquilliciti si fanno in questo modo: la squilla dividi e involvila nella pasta; lievita e cuocila nel forno sicché non arda...
[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 18, pag. 151.30: Se le mele criepano, sopponi una pietra alle radici dell'arbore quasi nel mezzo: ovvero semina la squilla intorno all'arbore.
[3] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 69, col. 2.5: R(ecipe) colloquintida, isquilla arostita, aserri, pepe bianco e nero...
[4] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 41, pag. 601.1: si la iunctura avirà al[c]una cosa di inflaciuni pir lu indignamentu di li nervi, fanchi kistu emplastru di fenu grecu, e di linusa, e di skilla, zò è chippullaza, e di altri cosi, comu si conteni in lu capitulu di supra...
[5] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 288, pag. 312.4: E sapi che la squilla assà se uxa in molte medexine e in quele, in le qualle entra le spetie aromatice. E li medixi ne dà a bevere, qua(n)do y vuole provocare urina, in le fievre e in li ydropici.
[6] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 6, cap. 109, vol. 2, pag. 327.16: La Squilla è calda e secca in secondo grado ed è un'erba simigliante a cipolla, onde la sua radice grossa si confà più ad uso di medicina, che le foglie, e per sè sola è mortale, la cui virtù è diuretica, onde vale alla digestione della materia così in quotidiana, come in quartana.
[7] F Maestro Bartolomeo, Chirurgia di Ruggero da Parma volg., XIV (tosc.): Togli radice di malva (oncie) .ij.; seme di fieno greco, seme di lino, (oncia) .j.; squil(la) libr. (meza); olio libr. .iiij.; [[...]]. Tucte si lavino bene e pestinsi; similmente il seme del lino, del fieno greco, et squil(la); et quando saran(n)o bene trite, tienle in libre sei d'acqua p(er) tre dì. || BNCF, Conv. Soppr. B. 3. 1536, c. 70r.
[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 104, pag. 222.4: ad questo pestese la squilla co la radicina d(e) li brusciali, et dein(de) se mestich(e) co l'olio (com)munu et ponase de sup(ra), ca miram(en)te op(er)a.
[u.r. 16.10.2013]