FAMIGLIA (1) s.f.

0.1famea, famegia, famegla, famegle, fameglia, famèglia, fameglie, fameglla, fameglle, fameglo, fameglya, fameia, fameie, fameja, famelgia, famelgla, famelgle, famelglia, famelglie, famelia, famelie, famellia, famèllia, famellie, famèllie, fameya, famglia, famia, famía, famie, famìe, famigla, famigle, famigli, famigli', famiglia, famiglie, famiglii, famigllia, famiglya, famiia, famiie, famija, familgi, familgia, familgla, familglia, familglie, familgllia, familia, familie, familla, famillgi, famillia, famillie, familya, femeia, ffamigle.

0.2 DELI 2 s.v famiglia (lat. familiam).

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Doc. prat., 1275; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Lett. sen., 1294; Doc. pist., 1297-1303; Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV; Doc. volt., 1326; Stat. sang., 1334.; a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); a Stat. lucch., 1376.

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Lett. mant., 1282-83 (?); Disticha Catonis venez., XIII; Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Doc. venez., 1309 (4); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Poes. an. bologn., 1315; a Doc. ver., 1339-42; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Stat. bologn., 1352; Doc. imol., 1362-63; Doc. padov., c. 1371; a Stat. bellun., 1385; a Codice dei beccai, XIV u.v. (ferr.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Doc. orviet., 1334; Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Doc. orviet., 1339-68, [1348]; Stat. castell., XIV pm; Doc. assis. (?), 1354; Stat. assis., Aggiunta 1361; a Stat. viterb., 1384; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Lett. palerm. (?), 1358; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. capo di famiglia 1.4; da famiglia 4.2; di bella famiglia 1.7; di buona famiglia 1.7; di famiglia 1.8; essere a famiglia 4.1; essere famiglia 4.1; il maggior padre di famiglia 1.2.1;madre di famiglia 1.3; padre di famiglia 1.2; tenere in famiglia 1.6; venire in famiglia 1.5.

Per accrescimento di buona famiglia > accrescimento.

0.7 1 Nucleo sociale composto da persone, gen. coabitanti, legate dal vincolo matrimoniale o da un rapporto di parentela. Estens. Insieme dei consanguinei e dei servitori che abitano in una stessa casa e sono soggetti all'autorità del pater familias. 1.1 Gruppo di persone che discendono dal medesimo capostipite e sono legate da vincoli di consanguineità o affinità; stirpe, lignaggio. 1.2 Locuz. nom. Padre di famiglia: l'uomo che ha moglie e figli e al quale spettano le decisioni circa la condotta della famiglia e l'amministrazione del patrimonio comune. 1.3 Locuz. nom. Madre di famiglia: donna che ha figli e che è legata al capofamiglia dal vincolo matrimoniale. 1.4 Locuz. nom. Capo di famiglia: uomo al quale spettano le decisioni circa la condotta della famiglia e l'amministrazione del patrimonio comune. 1.5 Locuz. verb. Venire in famiglia: sposarsi e procreare, formare una famiglia. 1.6 [Di una figlia:] locuz. verb. Tenere in famiglia: non farla maritare, tenerla nella casa paterna. 1.7 Locuz. agg. Di bella, buona famiglia: proveniente da una famiglia nobile o agiata. 1.8 Locuz. agg. Di famiglia: lo stesso che di buona famiglia. 2 Insieme dei membri di un gruppo, di una comunità o di una corte. 2.1 Ordine religioso. 3 Insieme degli individui accomunati da det. caratteristiche, inclinazioni o comportamenti. 3.1 Insieme degli animali accomunati dalle stesse caratteristiche fisiche. 4 Insieme dei servitori alle dipendenze di una persona, di una famiglia o di un'istituzione. 4.1 Locuz. verb. Essere (a)famiglia di qno: essere suo servitore o collaboratore. 4.2 Locuz. agg. Da famiglia: destinato alla servitù. Estens. Di scarsa qualità. 5 [Milit.] Gruppo di uomini armati che accompagnano un signore, scorta; seguito di un potente. 5.1 [Dir.] Insieme dei funzionari e delle guardie al servizio di un ufficiale pubblico.

0.8 Emiliano Picchiorri 21.10.2010.

1 Nucleo sociale composto da persone, gen. coabitanti, legate dal vincolo matrimoniale o da un rapporto di parentela. Estens. Insieme dei consanguinei e dei servitori che abitano in una stessa casa e sono soggetti all'autorità del pater familias.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 130, pag. 565: Mat e soperbio par ed a fel om sem[e]ia / qe sempre sta irado contra la soa fameia / e blasma tal servisio qe serà bon e belo, / per soperbia qe i nose, qe 'l tien adesso fello.

[2] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.70, pag. 594: grande dona esse[r] canevara; / clave qe se speça en clavadha; / grand fameia e streta massara.

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 98.17: Compiti .xxx. anni, stagendo ne la casa con tucta la familgia, moriero de fulgoro subitomente.

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 47.8: La seconda scienza, cioè iconomica, sì 'nsegna che ssia da ffare e che da lasciare per covernare e reggere il propio avere e la propia famiglia.

[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De vanitatibus, 13, pag. 187: L'aver, l'onor del mondo, parent e grand fameia, / Lo corporal deleito, ke trop bel asemeia, / Quest è tut quel conforto k'in grand dolor zermeia...

[6] Lett. mant., 1282-83 (?), 2, pag. 15.21: e non guardo a far termeno a li debitori pur ch'el venda, e sia segur, et se l'è stò fieso mandemelo a dir, che men verevo [a lu quel] pareso a vu, e mandemo a dir se la fameia mia è sana et alegra, e castighè Carocì per lo me amor.

[7] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 1, pag. 127.7: noi cominciaremo il secondo libro, nel quale trattaremo come ei re e i prenzi debbono governare le loro mogli e li loro figliuoli e le loro fameglie.

[8] Lett. sen., 1294, pag. 66.27: La vostra famiglia è sana ed allegra, e Dio la mantengha di bene in meglio.

[9] Disticha Catonis venez., XIII, Prologo, pag. 40.24: Varda la causa toa. Açostra amor. Rancura la toa fameia.

[10] Poes. an. urbin., XIII, 25.110, pag. 598: So' stato troppo skifo e mmolto desdegnoso, / siccomo lo çitello, k'è superclo e llangnoso; / s'io cecto non avea tucto lo mio reposo, / tucta la mia familla facea scandaliçare.

[11] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 9.7, pag. 28: «Frate, ciò che tu me dice, te ne voglio amor portare, / ché fai co fo i bon amice, ché de l'amico vol pensare; / ma eo fameglia ho a governare, ch'eo ne so molto embrigato».

[12] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 515.33: Così gastiga quello dio Plutone la sua familglia.

[13] Doc. volt., 1326, 10, pag. 24.37: Allora disse ser Ubaldo: «io pur voglo sapere chi è: non temere di cavelle, che se non fusse o messer Actaviano o di sua famiglia, e non c'enterrà nimo».

[14] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 1354, pag. 391, col. 1: lu imperadore, / rechandoselle a core / quello che dicto avea, / et questo che dicea, / tanto fo adiratu / che abbe commandatu / che sia la moglie presa / senza nulla defesa; / in primo li siano prese / ambendora le sese, / per grande crudelitate / da pectu li siano cavate; / 'Et poy la decollete / et loco la lassete.' / La fameglia pilliarola / et de fore menarula, / cioè fore della terra, / dove li rey se afferra...

[14] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 6, pag. 671.6: Spezialmente Noè co' suoi figliuoli e sua moglie e nuore; al quale Iddio, cento anni dinanzi al diluvio il manifestò e comandogli che facesse una arca grande per campare lui e sua famiglia con gli animali della terra.

[15] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), Lib. II [Phars., II, 680-736], pag. 37.3: Tu, cacciato con la molglie e co' filluoli e tutta la familglia traente alle battallie, anchora vai, grande sbandito accompagniato da' popoli.

[16] Lett. palerm. (?), 1358, pag. 94.6: Pirò ki esti statu fatta informatiuni a la nostra maiestati ki alcuni abitaturi di lu dittu locu di la Scaletta, tri burgisi nostri fidili, sianu partuti oy intendinu di partirisi cum li cosi et famigli loru pir abitari in altra parti, et in quistu modu la dicta terra de facili si purria disabitari...

[17] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 20, pag. 95.17: Et lu Conti cum sua mugleri et sua famigla si misiru in mari, cum prospiru ventu fichiru vila et sencza periculu si vinniru in Sichilia sani et salvi.

[18] Doc. imol., 1362-63, pag. 338.33: E ser Marcho de ser Redolfo da le Vache de San Patrizio ne fè charta da solvexone dito dì E digo avere gl'alemienti e io e la mia famiglia segondo che sera termenado per lo dito meser lo veschovo.

[19] a Stat. viterb., 1384, cap. 33, pag. 191.1: Del figlio de famegla conveneno. Rubrica. Capitolo xxxiij.o.

[19] a Codice dei beccai, XIV u.v. (ferr.), Statuti, pag. 238.22: Anchora mo', quando l'adevegnirà alguno de la scola predicta o alguno overe alguna de soa famiglia vegnisse a morire, çaschaduno de la medesema scola sia tegnudo de andare a farge honore...

1.1 Gruppo di persone che discendono dal medesimo capostipite e sono legate da vincoli di consanguineità o affinità; stirpe, lignaggio.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 3, cap. 4, par. 7, pag. 86.17: Essendo una fiata lo Re là presso a una badia, andò messer Ugonetto a llui, come fanno i gientili huomini del paese quando lo Re muta contrada; e domandollo il Re di sua conditione e di sua familglia.

[2] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 5, pag. 209.23: E Gioseppo da Galilea della città di Nazaret salì in Giudea nella città di David ch' è chiamata Belleem, inperò ch' egli era della casa e della famiglia di David, a farsi scrivere con Maria sua sposa, la quale era gravida.

- Nella Roma antica, istituzione sociale composta dai membri di una stessa gens legati tra loro da un più stretto vincolo di consanguineità o affinità e contraddistinti dal medesimo cognomen.

[3] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 178.18: Questo non dico io in biasimo di voi; anzi dico io che altro non si convenia né al legnaggio né al nome né alla famiglia né al senno vostro.

1.2 Locuz. nom. Padre di famiglia: l'uomo che ha moglie e figli e al quale spettano le decisioni circa la condotta della famiglia e l'amministrazione del patrimonio comune.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 3, pag. 147.9: (Et) questa ira se convene ad ongni rectore spirituale (et) temporale (et) a ciascuno [padre] de famelglia, (et) questa ira ène comandata ke se debbia avere...

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 12, pag. 34.20: Chistu previti Severu fo clamatu una fiata pir parti de unu bonu homu ky era patri de famigla et, standu malatu, mandau pir kystu previti, ky divissi prigarj a Deu per ipsu...

1.2.1 Fras. Il maggior padre di famiglia: Adamo, in quanto progenitore dell'umanità.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 32.136, vol. 3, pag. 539: Di contr' a Pietro vedi sedere Anna, / tanto contenta di mirar sua figlia, / che non move occhio per cantare osanna; / e contro al maggior padre di famiglia / siede Lucia, che mosse la tua donna / quando chinavi, a rovinar, le ciglia.

[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 32, 127-138, pag. 848.33: E contra 'l maggior Padre di famillia; cioè incontra ad Adam...

1.3 Locuz. nom. Madre di famiglia: donna che ha figli e che è legata al capofamiglia dal vincolo matrimoniale.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 344.11: Però che essendo Capova assediata da Fulvio, due femine Capovane non rimossero la benivolenza de' loro animi verso li Romani, Vestia Opidia madre di familia e Cluvia Facula meretrice...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 1, vol. 2, pag. 152.10: Una matri di familya di Zmirna aucisi so maritu et so filyu, però que issa avia truvatu et saputu que quilli duy avianu aucisu unu so filyu di la donna natu di lu so primu maritu, lu quali era juvini di optima speranza di ben fari.

1.4 Locuz. nom. Capo di famiglia: uomo al quale spettano le decisioni circa la condotta della famiglia e l'amministrazione del patrimonio comune.

[1] Stat. sen., 1280-97, par. 116, pag. 33.1: Item, statuimo et ordiniamo che ogne capo di famellia, o vero di massarizia, di Montagutolo e de la corte, sieno tenuti di fare fare uno orto di porri e di colecchi in quantità di IJ cento brasche, et una capezza di porrine, e quattro cento cipollini e L capidagli...

1.5 Locuz. verb. Venire in famiglia: sposarsi e procreare, formare una famiglia.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 3, pag. 86.34: avendo dimenticato a qual partito gli avesse lo sconcio spendere altra volta recati, non obstante che in famiglia tutti venuti fossero, più che mai strabocchevolmente spendeano e erano sommamente creduti da ogni mercatante, e d'ogni gran quantità di denari.

1.6 [Di una figlia:] locuz. verb. Tenere in famiglia: non farla maritare, tenerla nella casa paterna.

[1] Poes. an. bologn., 1315, 8, pag. 784: «Figlola mia, non ti far meravegl[i]a / s' io t'ò tenuta cotanto in famegl[i]a, / c'on dal to fatto ancor non trovai, / ch'al sper de Deo trovaròlo ogimai».

1.7 Locuz. agg. Di bella, buona famiglia: proveniente da una famiglia nobile o agiata.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 48, vol. 2, pag. 70.25: Avenne ancora in questi dì che u· giovane di buona famiglia da Bergamo, essendo richiesto da uno messo per la signoria, il prese per la barba, e confessato in giudicio il fallo suo, fu condannato in XXV libbre.

[2] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 50, pag. 150.10: però che se noi veggiamo che uno sia molto ricchissimo di molte grandi e belle possessioni e di molti donsegli e di bella famiglia, e in ciò averà molti diletti e contenti...

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 3, pag. 412.25: E avendo sentito che il marito di lei, quantunque di buona famiglia fosse, era avarissimo e cattivo, con lui compose di dovergli dare cinquecento fiorin d'oro, e egli una notte con la moglie il lasciasse giacere...

1.8 Locuz. agg. Di famiglia: lo stesso che di buona famiglia.

[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 821, pag. 348.6: E di questo in effetto gliene seguì grande biasimo per la brigata detta, dicendo, che a' poveri uomini si mozzavano il capo e gli possenti e di famiglia campavano.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 165, pag. 408.31: L' uno che giucava era possente uomo di famiglia, l' altro era uno omicciuolo di piccolo affare.

2 Insieme dei membri di un gruppo, di una comunità o di una corte.

[1] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 123.2: I cappellani e gli altri cortigiani, se sono della famiglia del papa, si debbono confessare dal penitenziere del papa: se sono della famiglia de' cardinali, si debbono confessare di licenzia de' loro signori che hanno cura di loro, o di licenza del papa o del sommo penitenziere.

[2] Stat. assis., Aggiunta 1361, pag. 53.24: che della nosstra fraternata sia sciuso e casso et non ce possa retornare ella dicta fraternata, se non de volontà de tucta la familglia della dicta fraternata en concordia e se nno ce fosse esscordante della dicta familglia che quelo tale non ce possa retornare né venire alla dicta fraternata.

- [Rif. ai fedeli della religione cristiana].

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 129.25, pag. 505: E à gram familia / e de fige e de fijoi, / chi son tanta milia: / nomerà no li pòi.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 73.28: son gli homi divisi per odio o per amor de parte, çaschaun vol render cambio a chi l'à offexo e s'el no pò sì tosto el ten ben a mente, siché la fameglia che anchor se chiama e dixe cristianna ten lo nome voio et par tuta malsanna et è desfiguraa guasta per levroxia e no retrà niente né someglia a quella gesia primitiva e ha cambió voxe chomo desvergenaa.

- Famiglia di Dio: i fedeli.

[5] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 32, pag. 409.4: Per le quali parole - dice questo dottore - più chiaro è che lla luce che 'l sacrificio, el quale si pone in sull'altare dal prete, da tutta la famiglia di Dio generalmente è offerto.

- Famiglia del cielo: gli angeli.

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 15.29, vol. 2, pag. 248: «Non ti maravigliar s'ancor t'abbaglia / la famigliadel cielo», a me rispuose: / «messo è che viene ad invitar ch'om saglia.

- Famiglia dell'alto Padre: i beati.

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.49, vol. 3, pag. 161: Tal era quivi la quarta famiglia / de l'alto Padre, che sempre la sazia, / mostrando come spira e come figlia.

2.1 Ordine religioso.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 12.115, vol. 3, pag. 201: La sua famiglia, che si mosse dritta / coi piedi a le sue orme, è tanto volta, / che quel dinanzi a quel di retro gitta; / e tosto si vedrà de la ricolta / de la mala coltura, quando il loglio / si lagnerà che l'arca li sia tolta.

[2] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 62, pag. 264.15: E voi prego, monna Ghita, quanto io so e posso, che abbiate buona cura di cotesta famiglia, in conservarla e acresciare in buona operatione: e non ci commettete negligentia, però che vi sarebbe richiesto da Dio.

3 Insieme degli individui accomunati da det. caratteristiche, inclinazioni o comportamenti.

[1] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 133, pag. 632: Li martir glorïosi, quella çentil fameia, / lì porta tuti en testa una rosa vermeia, / regracïando 'l Fiio de la Vergen benegna / ke 'n terra li fe' digni de portar la Soa ensegna.

[2] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 9.146, pag. 517: Cun graffïi de ferro lo dissilla, / gèttalo 'n alto, tucto lo scarmilla, / ka nnon ce reconosce mamma filla; / 'n un flume tenebroso a mmeravilla / [...] / [...] la trista familla / dei peccaturi.

3.1 Insieme degli animali accomunati dalle stesse caratteristiche fisiche.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 20, pag. 233.2: e se ciascheduno animale fosse proporzionato secondo sé de questa cotale forma, questa cotale famellia non sarea bene proporzionata al pasto né al regimento che pò dare la terra, ché più de cento parti del pasto sarea ozioso e non sarea mestieri...

4 Insieme dei servitori alle dipendenze di una persona, di una famiglia o di un'istituzione.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 22: abbo avute servi (et) ancelle et molta famiglia, abbo avuto arme(n)to di bestiame (et) gra(n)de pecore pió che nullo altro h(om)o che infine a issa sia stato in Geruzalèm...

[2] Doc. venez., 1309 (4), pag. 59.16: item lago a mia muier Chatarina, s'ella vollese vedoar, J leto choredà d'i meior che nd'è en cha' et J leto chomunal per soa fameia e çaschuno chavo de massaria boni...

[3] Doc. assis. (?), 1354, pag. 54.32: Item el detto dì per ucelli per lo generale et frati forestieri s. .X.. Item per ca(rne) per la fameglia s. .IIII..

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 21, pag. 194.21: Non pertanto, contra lo commandamiento de lo suo patre, fecesse venire l'arme da la soa fameglya et armaose.

- Famiglia di casa.

[5] Doc. pist., 1297-1303, pag. 183.12: Anche ne mandai tra Pavena e ala Ripa una meça quartina di sale. Anche p(er) la familiadi casa una quartina di sale.

[6] Doc. padov., c. 1371, pag. 33.8: Questi sì è i debiti che è trovè drio la mo(r)te d(e) B(er)tolamio. It(em) devea dare a maistro Agnolo sa(r)tore p(er) fatura d(e) drapi d(e) doso d(e) Be(r)tolamio e d(e)la fameia d(e) caxa lbr. IIJ...

4.1 Locuz. verb. Essere (a) famiglia di qno: essere suo servitore o collaboratore.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 22.52, vol. 1, pag. 368: Poi fui famiglia del buon re Tebaldo; / quivi mi misi a far baratteria, / di ch'io rendo ragione in questo caldo».

[2] a Stat. bellun., 1385, pag. 46.32: che çascadun citadino de la cità de Bellun, che [sea] so citadino o destretual de quela, el qual al prexente sea, o sia stato, a i aservixi, over a loro familla, del signor de Verona o de algun so citadino o destretual de quello, e de alguno del teritorio sugeto a quelo...

4.2 Locuz. agg. Da famiglia: destinato alla servitù. Estens. Di scarsa qualità.

[1] Doc. sen., 1298, pag. 109.7: Ancho IIIJ paia di lenzuola sottigli, di XXX braccia di panno ciascheuno paio, istimate XX lbr. Ancho IIJ paia di lenzuola da famigla, istimate VIIIJ lbr.

[2] a Doc. ver., 1339-42, pag. 295.35: It(em) XIJ lib. p(er) forme(n)to ve(n)dù p(er) caxo(n) de conpraro blava grosa da fameia.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 2, pag. 411.33: «Messere, io non vorrei che voi credeste che il gran fiasco stamane m'avesse spaventato; ma, parendomi che vi fosse uscito di mente ciò che io a questi dì co' miei piccoli orcioletti v'ho dimostrato, cioè che questo non sia vin da famiglia, vel volli staman raccordare.

5 [Milit.] Gruppo di uomini armati che accompagnano un signore, scorta; seguito di un potente.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 1, cap. 4, pag. 55.8: Vedemo e è rascione che se uno signore ha ' andare colla sua gente e colla sua famellia per una via, la via dea èssare ampia e proporzionata a modo de la gente e de la sua famellia, sì che la gente e la famellia possa andare da l'uno lato e da l'altro al signore...

[2] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 40, pag. 324: È una masnada provida ke avita na roc[c]ha / cu lu Re adcompangnata; / et chy per sua malitia de ly soy amici toccha, / k'è famelia capata, / con vigore adsalipsili et con l'arme ly broccha / polite et arrotate...

[3] Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV, pag. 249.9: A dì 7 Luglio venne lo leofante a Lucca condutto per la famiglia dello imperadore.

[4] Doc. orviet., 1334, docum. 28 luglio, pag. 174.8: Ancho che i detti signori debiano fare guerra de la loro terra co le loro persone, famiglie e fideli contra il Conte Guido da Roma de' figliuoli d' Orso e contra ogni altra persona la qual bisognasse per cascione de la detta guerra...

5.1 [Dir.] Insieme dei funzionari e delle guardie al servizio di un ufficiale pubblico.

[1] Doc. prat., 1275, pag. 505.13: Filippo maestro p(er) ij taule, l'una s' aoperò a' sedi ove tiene la podestade ragione (e) l'altra a manicharvi suso la famigla della podestà, s. viij.

[2] Stat. sang., 1334, 30, pag. 127.10: E lo simigliante s' intenda questa pena nelle condannagioni che farà el consolo. E simiglantemente sì faccia dare la famiglia e faccialo pigliare.

[3] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 224.26: Onde che la gente ch' era adunata en quillo conselglo comme[n]zaro a fare grandissimo remore e tempesta gridando: - Sugellamse, sugellanse ‑, e la famelglia de la podestade e del capetanio e la podestade en persona venne elo palazo per volere caciare la gente del palazo.

[4] Doc. orviet., 1339-68, [1348], pag. 125.22: Anq(ue) i· nela festa di s(an)c(t)a Maria d' agostu abbe la famegla dela podestade (et) chavaliere che stetero la nocte a guardare la ecresia, e chiloro chi guardaro l' altare, p(er) vinu, XX s..

[5] Stat. bologn., 1352, pag. 563.33: Item ch' el piaça a i prediti miseri lo capitanio, podestà e vicario ale spexe del dito nostro comune de mandare uno, overo dui cambiaduri suficienti per fino a uno mense o più a i merchà de san Çoane in Persexeda del contà de Bologna, e accompagnà cum quela vostra famigla e citere che ve pare che abiano albitrio o podere de taglare quanti igli ne trovaseno de la dita moneda falsa...

[u.r. 15.06.2021]