FAVELLÌO s.m.

0.1 favellio, favellìo, favellío.

0.2 Da favellare.

0.3 Palladio volg., XIV pm. (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Palladio volg., XIV pm. (tosc.); Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Il parlare di più persone insieme.

0.8 Paola Picecchi 21.10.2010.

1 Il parlare di più persone insieme.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 38, pag. 46.15: E non sia presso a luogo là ove sia favellío di persone, nè là ove sieno queste erbe, cioè titomaglio, ebbio, tassia, assenzio, cocomero salvatico, ed ogne erba amara.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. II (i), par. 97, pag. 117.22: Poi, in quanto dice Virgilio essa elevarsi ne' venti, niuna altra cosa vuol dire, se non essa divenire in più ampio favellìo delle genti...

[3] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 834, pag. 358.28: Di che stava la città in arme ed in favellìo; e tutti diceano: «S'egli non gli fa morire, e' sarà tagliato a pezzi egli, e loro, e tutti i loro consorti maschi e femmine arse nelle case».

[4] Storia Michele Minorita, p. 1389 (fior.), cap. 32, pag. 69.5: E quando giunse in su la Porta, una fedele gli cominciò a gridare dicendo: - State forte, martire di Cristo, ché tosto riceverete la corona -. Non so che le si rispuose, ma nacquene uno grande favellio.

[5] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. 1, pag. 221.24: Il dì mi lamento, spando lagrime, mando sospiri, graffiomi il viso, percuotomi il petto, isquarciomi e' capelli; e ancora per lo favellío delle genti è dilettevole il dì, e lo spesso leggere menoma le mie pene.