0.1 chiaccio, chiacio, ghiacce, ghiacci, ghiaccio, ghiacio, ghyaccio, giaccio, giacio, giazo, glacio, glazo, iaça, iaccio, jazo.
0.2 DELI 2 s.v. ghiaccio (lat. parlato glaciam avvicinato a gelo).
0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.7.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Cronica fior., XIII ex.; Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.).
In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?).
In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).
0.5 Locuz. e fras. cuore di ghiaccio 1.6.2; di ghiaccio 1.4.1; rompere il ghiaccio 1.6.3, 1.6.4; scrivere in ghiaccio 1.6.5.
0.7 1 Acqua allo stato solido, fredda per eccellenza (a temperatura inferiore allo zero). 1.1 Lastra gelata; zona ricoperta dal gelo; ghiacciaio. 1.2 Grandine. 1.3 Brina. 1.4 Estens. Freddo intenso; temperatura rigida. Meton. Stagione invernale. Tempo di/del ghiaccio. 1.5 [Nel linguaggio poetico, in antitesi al fuoco (o fiamma o simili), con rif. alla freddezza della donna (o di qualunque antagonista amoroso) rispetto all'ardore dell'amante. Anche con rif. ai due sentimenti contrastanti dell'uomo che vive tra la speranza (fuoco) e la delusione (ghiaccio)]. 1.6 Fig. [Di qsa che è duro o si presenta indurito, bloccato ecc.]. 1.7 Fig. Senso di sbigottimento (dell'innamorato nei confronti della bellezza della donna); sensazione di freddo intenso provocata da una forte emozione.
0.8 Rossella Mosti 17.03.2010.
1 Acqua allo stato solido, fredda per eccellenza (a temperatura inferiore allo zero).
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 178.28: E s'elli [[il sole]] la leva anco più sù a loco più freddo, congelalo più e fane glacio, lo quale noi chiamamo grandene, e vedemola cadere; e non se pò congelare più che farne ghiacio.
[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 2, cap. 4, pag. 128.17: La quinta cosa è di guardarsi che ll'uomo no metta in sua bocha chose gielate, sì come neve, ghiacio e altre cose simiglianti, perciò che cotale cose distrughono la santade de' denti e la loro virtude.
[3] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 12.14, pag. 745: Ni renovar ò visto luna, / zà è passao pu de trei meixi, / se no con bruda e con fortuna / de vento pobjo e bacanexi, (ed.: bacane[i]xi) / con troin e lampi e gran zelor, / gragnora e jazo e gran nevere, / chi n' àn guerrezai tutor / en monto guise e mainere.
[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 9.12: Allora da prima l'arrostita aria da' secchi isboglientimenti si riscaldò, e 'l ghiaccio pendeo stretto da' venti.
[5] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 7, ch., pag. 228.34: E poi appresso ch'è caduta, [[scil. la neve]] indurasi se il freddo dura nelle terre dov'è caduta; e se il freddo è grande, assodala in ghiaccio...
[6] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 214.6: Et in quisto tempo devende in Francia al tempo della state, nansi lo solostitio, una grande tempestate, la quale portao terribilissima grandine, ad modo de durissimo iaccio...
- [Nelle comparazioni, sinon. di splendore].
[7] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 132.13: O Galatea [[...]] più lieve che 'l mare sopra li rotti nicchi, più piacevole che l'aura della state, più nobile che' pomi, più da raguardare che l'alto platano, più lucida che 'l ghiaccio...
1.1 Lastra gelata; zona ricoperta dal gelo; ghiacciaio.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 21, pag. 261.20: perchè essendo il Danubio, il quale ee chiamato Istrio, tenacemente ghiacciato, molto agevolemente a piede si potea passare. E però la moltitudine della gente, e delle bestie, e delle some, e degli arnesi dell' oste loro, tutti insieme calcatamente e con grande furore su per lo detto ghiaccio passando, per lo gravissimo peso, e per la percussione del grande pestio di coloro che andavano, crepò e ruppesi il ghiaccio...
[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 88.10: Ma poi, venendo il decto Imperadore al decto Papa in Lombardia, per molti giorni inançi, a piedi scalçi, in sulla neve e in su' ghiacci, li venne a domandare perdonanza; e apena gli perdonò.
[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 9, pag. 82.24: la terra crullò sì forte che le nievi e' ghiacci de l'alpi discesero a le pianure...
[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 8, pag. 623.9: Staranno dove è fuoco inestinguibile, ghiaccio non rompevole, dove la morte sempre vive...
[5] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 7.8, pag. 669: E s'ucciderme déi, prego che spacce: / ché mei' m'è morir vaccio, ch'io sostenga, / vivendo, morte ed infra me desvenga / a poco a poco, pur co' fanno i ghiacce.
[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 30, ch., pag. 292.9: L'acque di nevi o di ghiacci son grosse e spesse per lo freddo...
[7] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 12, pag. 46.9: però che, come sotto la nieve e sotto e grandi ghiacci le biadora fortemente barbicano, così barba e si fortifica l'anima, ch'è la sposa diletta di Cristo crucifisso...
[8] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 11, cap. 4, vol. 3, pag. 261.24: L'acque pessime son le lacunali e paludali, e quelle che tengono mignatte, e tutte quelle, alle quali si mischia alcuna sostanza metallina, e le grosse sono de' ghiacci e delle nevi.
1.1.1 [Con rif. ad una tribolazione dei dannati e in partic. al tormento dei traditori dell'Inferno dantesco, immersi nel lago gelato del Cocito].
[1] Laude tosc., XIII ex., 1.73, pag. 45: poi a l'inferno pien di grande horrore / per li nimici tosto è menata / ove sarà sempre cruciata / di penale et crudele tormento, / di çolfo fuocho et ghiaccio tormentata...
[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 33, 91-99, pag. 779, col. 2.6: Qui tocca la condizione e pena del terzo modo di tradituri, li quai el mette roversi in la ghiaza, ... cosí disposti che per la fredura ch'è in quello logo le prime lagreme ch'i gettano sí se glazano suso gl'ochi, le seconde e le terze che venono, no possendo insir fora per lo sopra dicto glazo, sí se retornano in dreto e accresseno lor pena...
[3] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 8.24, pag. 68: Onde Minos, ched è aggualliatore / de le pene ai difecti, l'à sortito / intorn' al ghiaccio ove sta il traditore. / Questo ghiaccio lo qual à nom Cocito / in lingua greca, è interpretato 'lucto' / da ciascun uom di saver redimito.
[4] Boccaccio, Argomenti, 1353/72 (?), Inf., 213, pag. 241: Piú oltre andando pe' freddi sentieri, / spiriti truova nella Ptolomea / giacer riversi ne' ghiacci severi.
[5] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 12, 3.5, pag. 150: Non temarò, se tu me la procacci, / del mondo traditor le suo minacce, / né de' demoni gl'infiniti lacci, / né le lor folli e sì bugiadre facce, / che, per menarmi ne gli etterni ghiacci, / già m'hanno date, di malvage cacce!
1.1.1.1 Fig. [Con rif. a Lucifero:] primo ghiaccio.
[1] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 21.8, pag. 29: la seconda Antenora là giù fissa / per Anthenor tradictore à stipata / in quella ghiaccia di ghiaccio ghiacciata / dal primo ghiaccio cascion d'ogne rissa...
[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 7.496, pag. 156: E quando regge Cancro e po' Leone, / Assai più freddo nello mezzo serra: / Però ghiaccio piove la stagione.
[1] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 2, pag. 64, col. 2.34: Onde il lavoratore quando sostiene la forza del sole, quando la rugiada el iaccio, fende anche la terra con ferri e le indomite zolle del campo sottomette al vomere spesso, acciò che la terra purgata e netta dalle spine e monda da ogni gramegna in modo di minuta terra o vero rena solo a questo fine per ricevere molta biada...
1.4 Estens. Freddo intenso; temperatura rigida. Meton. Stagione invernale. Tempo di/del ghiaccio.
[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), ball. 4.7, pag. 76: Ismarrire mi fate la mente e lo core, / sì che tutta per voi mi distruggo e disfaccio, / così come si sface la rosa e lo fiore / quando la sovragiunge fredura né ghiaccio.
[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 10, ott. 13.5, pag. 571: Esculapio non varrebbe / per sanità di lui molto né poco; / né 'l chiaro Appollo, ancora che tutta ebbe / l'arte con seco e seppe il ghiaccio e 'l foco / e l'umido e 'l calor...
[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 6, cap. 11, pag. 198.6: Aguale all'uscita del mese faremo i palchi, e gli spazzi ne'palchi, i quali si perdono nelle contrade fredde fatti al tempo del ghiaccio.
[4] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [GheFir] madr. 3.6, pag. 62: E per le vie, dov'ella [[la bianca porcellina]] più cammina, / piediche ho tese e molti forti lacci / e ancora nondimen l'aspetto a' ghiacci.
[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 164, S. Cecilia, vol. 3, pag. 1459.20: Allora Valeriano disse ch'aveva veduto a tempo di ghiaccio uomini oziosi, che si trastullavano e faceansi beffe di coloro che lavoravano...
1.4.1 Fig. Locuz. agg. Di ghiaccio: intenso (detto del freddo).
[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), Suppl. L. 9, vol. 4, pag. 9.3: Biblis, quando ebbe udito come il fante fu cacciato, impallidì; e 'l petto, assediato di freddo di ghiaccio, teme.
[2] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), Lib. I [Phars., I, 8-52], pag. 1.24: e da quella parte dalla quale lo stridente verno, e che non scema nella primavera, stringe lo mare di Sitia con freddo di ghiaccio.
1.4.2 [Nelle comparazioni, freddo come/più che ghiaccio]. [Detto dell'acqua:] freddissima; [rif. ad una persona:] morta.
[1] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 507.14: E altretante volte sono bagnata e messa in acqua fredda come ghiaccio, che peggio mi fa due tanto e più mi grieva che non fae lo fuoco che tu vedi quie.
[2] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 509.8: Da l'altro lato de la via era la palude nera e oscura, la cui acqua ène più fredda che ghyaccio quan è più gelato.
[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IV, 8, pag. 313.10: toccandolo il trovò come ghiaccio freddo, di che ella si maravigliò forte; e toccatolo con più forza e sentendo che egli non si movea, dopo più ritoccarlo cognobbe che egli era morto...
1.5 [Nel linguaggio poetico, in antitesi al fuoco (o fiamma o simili), con rif. alla freddezza della donna (o di qualunque antagonista amoroso) rispetto all'ardore dell'amante. Anche con rif. ai due sentimenti contrastanti dell'uomo che vive tra la speranza (fuoco) e la delusione (ghiaccio)].
[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.45, pag. 113: d'uno foco che non pare / che ['n] la neve fa 'llumare, / ed incende tra lo ghiaccio; / quell'è lo foco d'amore / c'arde lo fino amadore / quando e[llo] non à sollaccio.
[2] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 9.6, pag. 471: ché subitore me fa isvarïare / di ghiaccio in foco e d'ardente geloso...
[3] Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.), 1.38, pag. 86: E sì com' omo dice / de la fenice - che si rinovella / in foco, eo così faccio, / che 'n fiamma e 'n pena e 'n ghiaccio - mi rinovo...
[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 34.7, pag. 70: C[h]'Amor mi mise a tal distruzione / Ch'e' no· mi die' sog[g]iorno as[s]à' né poco: / Un'or mi tenne in ghiaccio, un'altra 'n foco.
[5] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 107.12, pag. 674: Tu solo, Amor, m' ha' messo in tale stato, / e di me fatt' hai fonte di martiri, / di malenanza e di tristizia loco; / e fàimi dimorare in ghiaccio e 'n foco...
[6] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.105, pag. 149: però che qual piú forte per te ardi / ghiaccio è a rispetto a' miei boglienti dardi.
[7] Petrarca, T.F. III, 1371, 81, pag. 576: Lucilio, Ennio, Pacuvio, Plauto ed Accio, / Nevio; ed altri che poser in trastullo / il mal d'amor, ricever fiamma e chiaccio...
1.5.1 [In contesto fig., con rif. a Laura].
[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 202.1, pag. 258: D'un bel chiaro polito et vivo ghiaccio / move la fiamma che m'incende et strugge, / et sì le vene e 'l cor m'asciuga et sugge / che 'nvisibilemente i' mi disfaccio.
1.6 Fig. [Di qsa che è duro o si presenta indurito, bloccato ecc.].
[1] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 555, pag. 195.38: I Priori ed i collegi maravigliati di ciò, molto si turbarono, ed avuto il consiglio de' cittadini, niuno fu osò di dire contro al Duca, nè di biasimare quello ch'e' facea perocchè parve che oltre a questi Grandi e popolo minuto, tenessero con lui certe famiglie de' falliti, che avieno da lui promissione di mantenersi; e ciò si disse che fossero Acciaiuoli, Peruzzi, Bonaccorsi, Antellesi, ed ogni uomo che avea male stato. E questi feciono venire fanti in Firenze segretamente, ed il Duca promise a' Grandi di levare loro gli ordini de' Grandi. Di che veggendo i Priori ed i collegi questa pasta, immaginarono non poter rompere questo ghiaccio.
1.6.1 Fig. Durezza (di un comportamento, rif. in partic. all'ostinazione); freddezza d'animo; insensibilità (amorosa); indurimento del cuore (provocato dal peccato mortale).
[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 36, pag. 504.23: e per questo, sì come in luogo freddissimo e terreo, essere ogni attitudine e oportuna disposizione a doversi creare e imprimere il ghiaccio e la dureza dell'ostinazione...
[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 66.22, pag. 88: ch'allor fia un dì madonna senza 'l ghiaccio / dentro, et di for senza l'usata nebbia, / ch'i' vedrò secco il mare, e' laghi, e i fiumi.
[3] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 7, 30.1, pag. 454.32: Per lo ghiaccio intende la fredeza dell'animo dell'adirato, il quale, vinto da questo accendimento d'ira, diviene crudele e rigido e senza alcuna carità.
[4] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 162, pag. 392.8: almeno fuste voi pure ghiacci». Hotti dichiarata questa parola, acciò che in te non cadesse errore di credere ch'Io el volesse piú tosto nel ghiaccio del peccato mortale che nella tiepidezza della imperfezione.
1.6.2 Fras. Cuore di ghiaccio: animo insensibile.
[1] Dante, Rime, a. 1321, D. 63.27, pag. 241: Ben avrà questa donna cor di ghiaccio / e tant d'aspresse que, ma foi, est fors, / nisi pietatem habuerit servo.
[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 49.13, pag. 146: Chè sopra un tigre è posto il mio desire, / Ch'ha l'anima di neve e 'l cor di ghiaccio, / Sì che pietà non ha del mio languire.
1.6.3 Fras. Rompere il ghiaccio: sciogliere l'insensibilità del cuore.
[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 153.2, pag. 209: Ite, caldi sospiri, al freddo core, / rompete il ghiaccio che Pietà contende, / et se prego mortale al ciel s'intende, / morte o mercé sia fine al mio dolore.
1.6.4 Fras. Rompere il ghiaccio: avviare (un'opera).
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 139.3: Io credo ben che Socrate o Platone, / con altri antichi qual per ora i' taccio, / fosser color che pria rupper el ghiaccio / e dieder forma al quadro del matone...
1.6.5 Fras. Scrivere in ghiaccio: scrivere invano.
[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 210.14, pag. 249: O pensier, o sospiri, o anni avversi, / come mi conducete a mortal arca / sanza veder mai ora da pentersi! / E quand'io penso al mio signor Petrarca / quel ch'acquistò in Laura pe' suo' versi, / misero i' scrivo in ghiaccio, e 'l tempo varca.
1.7 Fig. Senso di sbigottimento (dell'innamorato nei confronti della bellezza della donna); sensazione di freddo intenso provocata da una forte emozione.
[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 3.52, pag. 51: quando voi tegno mente / lo spirito mi manca - e torna in ghiaccio.
[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 119.28, pag. 156: I' dico che pur dianzi / qual io non l'avea vista infin allora, / mi si scoverse: onde mi nacque un ghiaccio / nel core, et èvvi anchora, / et sarà sempre fin ch'i' le sia in braccio.
[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 5.4, pag. 6: Vegomi cieco, e non so chi mi mena, / ma sento ben ch'Amor<e> m'ha forte preso; / vegomi in foco ed in fiamma aceso, / e sento il ghiaccio ad ogni senso e vena.