GHIOTTAMENTE avv.

0.1 ghiottamente; a: giottamenti.

0.2 Da ghiotto.

0.3 Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.); <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>.

In testi sic.: a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Del mangiare:] avidamente e in abbondanza. 1.1 Con grande desiderio (in senso spirituale).

0.8 Rossella Mosti 02.04.2010.

1 [Del mangiare:] avidamente e in abbondanza.

[1] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 30, pag. 76.3: Anco vo' dovete guardare, che voi non mangiate soverchio. E Jovenale sì dice, che le vivande che sono prese ghiottamente, tornano a increscimento, poi ne sono odiate.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 47, pag. 98.13: Questo non è per altro, che per l'orgogliosa costuma de' segnori, perché i lor servi stieno tanto diritti loro innanzi, ch'egli abbiano mangiato, isforzandosi di mangiare ghiottamente, e più, che 'l ventre non può sostenere, sì ch'alcuna volta convien loro rimandarlo fuori con maggior fretta, ch'elli nol v'aveano messo.

1.1 Con grande desiderio (in senso spirituale).

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 11.8: il pane e la vivanda che tu prendi nel sacramento di su l'altare dei mangiare astivamente e ghiottamente, siccome fae il ghiottone la buona vivanda, che alcuna volta la tranghiottisce sanza masticare; cioè a dire che tu dei prendere questa vivanda con grande ardore di cuore, e con gran disiderio il dei altresì come tranghiottire...

[2] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 98, pag. 128.14: lu pani et la vidanda ki tu prindi in lu sacramentu in lu altari, ki tu lu divi mangiari astivamenti et giottamenti sì comu fa lu giuttuni la bona vivanda, ki alcuna volta la tragluttissi sença masticari.