GHIOTTONE s.m./agg.

0.1 ghioctoni, ghioctrone, ghiotton, ghiottone, ghiottoni, ghiutuni, giotoni, giottoni, gllotone, gloton, glotone, glotoni, glutuni, iotom, iottoni, joctone, jotom; a: gittoni, gittuni.

0.2 Lat. glutto, gluttonem (DELI 2 s.v. ghiotto).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.).

In testi mediani e merid.: Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.).

In testi sic.: a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.).

0.7 1 Chi eccede nel peccato della gola; chi mangia con foga e smodatamente. Agg. Avido di cibo. 1.1 [Prov.] Nella Chiesa coi santi e in taverna coi ghiottoni (anche in usi fras.): v. chiesa. 1.2 Fig. Avido, ingordo (rif. polemicamente ai monaci di sant'Antonio che avevano fama di questuanti ingordi e senza scrupoli). 2 Persona disonesta, ladro e imbroglione (anche come ingiuria).

0.8 Rossella Mosti 02.04.2010.

1 Chi eccede nel peccato della gola; chi mangia con foga e smodatamente. Agg. Avido di cibo.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 504, pag. 544: Lo gloto a la taverna molto ne va corendo; / la dona tavernara recevelo ridendo; / mai quel è un tal verso là o' çase mal e mendo, / per lo qual lo glotone se 'n va' l' ensir torcendo.

[2] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 19, pag. 144.11: Quasi dica: 'Non fu, se non perché tu fusti ghiottone, che volesti mangiare del fructo del legno vietato!'

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 66.30: ma elli debbono avere grande paura che non avegna loro come avvenne al ricco uomo ghiottone, del quale Dio disse nel vangelio, che mangiava ciascuno giorno diliziosamente, e lasciava morire i poveri di fame alla sua porta...

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 71, pag. 172.22: A' ghiottoni l'astinenzia si è gran pena, a' nighittosi, e pigri, la fatica è in luogo di tormenti...

[5] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 509.10: Da l'altro lato de la via era la palude nera e oscura, la cui acqua ène più fredda che ghyaccio quan è più gelato. Quivi demorano li ghioctoni, ghoditori, li quali fadiga durare non volgliono, ma solo altrui furando grassi volgliono stare.

[6] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 6, pag. 33.30: Per li tre appetiti del demonio Cerbero mostra sua bramosa voglia, unde Vergilio li gittò la terra in gola, e vuoli in bocca, quasi dicha in sola terra desiderano e ghiottoni e' golosi, e ne le cose terrene e non ne le virtuose e celestiali.

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 20, vol. 1, pag. 159.11: L'ottavo male si è, che fa l'uomo troppo crudele, e senza compassione, come anco si mostra nel predetto ricco ghiottone, il quale non avea misericordia a quel povero Lazzaro, il quale giaceva alla sua porta.

[8] Tratao peccai mortali, XIII ex.-XIV m. (gen.), De lo pecato, vol. 1, pag. 109.34: La Vª maynera si è in la curiositae de li iotom, chi no pensam so no a lo corpo de darli delecto.

[9] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 83, pag. 127.6: Quelli che mangiano più che non deono, fanno gran male al corpo e all'anima, e fanno peccato, e guastano la vivanda di che un altro uomo potrebe vivere. Quelli sono chiamati ghiottoni, e peggio che bestie...

[10] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 57, pag. 65.30: Lu quintu ramu di la curiositati di li gittoni est ki non pensanu si non a delectationi di li suoi palati...

1.1 [Prov.] Nella Chiesa coi santi e in taverna coi ghiottoni (anche in usi fras.): v. chiesa.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 22.15, vol. 1, pag. 365: Noi andavam con li diece demoni. / Ahi fiera compagnia! ma ne la chiesa / coi santi, e in taverna coi ghiottoni.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 22, 13-24, pag. 533, col. 2.4: Noi andavamo ... Paleza la condizione de quella cumpagnía, in quanto dixe fiera; e poi ... fa disgressione e dixe ch'in la chesia ha l'omo cumpagnía de santi, in taverna cum glutuni...

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 22, pag. 108.18: Qui si schusa Dante, come altra compagnia non si può avere nello 'nferno, e pone similitudine: sì come ne la taverna si truovano e ghiottoni e ne la chiesa si truovano e santi, così nello 'nferno si truovano e demoni, e chon altri non si può usare nè stare...

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 22, pag. 566.29: Noi andavamo Virgilio et io, dice Dante, coi dieci demoni: ahi fiera compagnia che quella era! ma nella chiesa conviene che l'uomo si truovi coi santi, et in taverna coi ghiottoni, e nell'inferno coi demoni.

2 Persona disonesta, ladro e imbroglione (anche come ingiuria).

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.33, pag. 593: Grand noia me fai quando 'l sentero / me desvança e tolme la via [bella]; / gloton grecoso sença mistero...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 6: et qua(n)do vivi co(n) meretrice, (et) co(n) giocatori, (et) co(n) ghioctoni, ciò che tu ài perdi...

[3] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 1.10, pag. 716: Ze, chi mai dé fïar balle / ni soe cosse a jotom?

[4] Amaistramenti de Sallamon, 1310/30 (venez.), 162, pag. 105: E chi volle se 'n fa derixione / e fi clamato i(n)briago e gllotone; / cossì mal sa dire soa raxione / e favellando.

[5] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 36, pag. 131.14: Alora Golia respuse: - Non siamo noie ghiottone nè vilane che deviamo così fare, chè la polçella vuole, prima che voie l'aggiate a vostro dominio, dure sua corte per nome de festa...

[6] Giannozzo Sacchetti (ed. Sacchetti), a. 1379 (fior.), Mentr'io d'amor pensava, 140, pag. 92: «Tosto t'arrendi». - «Anco tu ti difendi? / Dammi la spada [tu], sozzo ghiotton».

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 317, pag. 285.26: Et elo responde: «Glotoni et traitori et ribaldi, se io moro questo non serà miga per le vostre man né de sì vil zente como vui sié'!».

[8] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 10, 8.5, pag. 126: poi Giosafà dimandò se 'l sapeva: / - Dimmi dov'è questo ghiotton malvagio.

- [Detto del diavolo].

[9] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 123, pag. 23: Et l'alme, che stavano enn- amfernale mascione / dell'ortu dello diavolu peximo joctone, / per ti, figliolo, quell'anime foro menate a guariscione.

- [In polemica anticlericale rif. specif. ai monaci di sant'Antonio che avevano fama di questuanti ingordi e senza scrupoli].

[10] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 92.14, pag. 210: ché non mi piace 'l prestar ad usura / a mo' de' preti e de' ghiottoni frati.

[11] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 29, 118-129, pag. 657, col. 2.7: Di questo ingrassa, çoè multi ghiutuni et asini che per schivar fadiga se fanno rumiti e fradi, e vanno segnando e dando 'perdonança', togliando e per un modo e per un altro a chi pono, e tolno 'moneda' e çò ch'i pono...

[u.r. 23.02.2023; doc. parzialm. aggiorn.]