GLORIARE v.

0.1 glori, gloria, gloriai, gloriam, gloriamo, gloriamoci, glorianci, gloriando, gloriandolo, gloriandomi, gloriandosi, glorïandoti, gloriandovi, gloriandusi, gloriano, glorian-se, gloriansi, gloriante, glorianti, glorïar, gloriar, gloriarà , gloriaranno, gloriarassi, gloriarci, glorïare, gloriare, gloriari, glorïarla, gloriarla, gloriarme, gloriarmi, gloriaro, gloriarono, gloriarsene, glorïarsi, gloriarsi, gloriarti, gloriarvi, glorias', gloriasi, gloriasse, glorïata, gloriata, glorïate, gloriate, gloriatevi, gloriati, glorïato, gloriato, gloriau, gloriava, glorïavan, gloriavano, gloriavase, gloriavasi, gloriavi, gloriemo, glorierà , glorierai, glorieranno, glorierannosi, glorierassi, gloriera'ti, glorierebbe, glorieremo, glorierò, glorii, gloriino, gloriinsi, glorinsi, glorio, gloriò, gloriomi, gloriossi, glorisi, glorj, gluria, gluriannu, gluriarà , gluriari, gluriava, gluriennu, glurii, gluriyavanu, groliare, groliava, grolii, groliomi, groriare.

0.2 Da gloria.

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 3.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Poes. an. lucch., XIV in.; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Elucidario, XIV in. (mil.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Darsi (per lo più apertamente) lode, manifestare o provare un grande apprezzamento di sé per un successo o per qsa altro attribuito a proprio merito (gen. pron.). 2 Fare oggetto di lode ed esaltazione, riconoscendo superiorità, valore, meriti (in contesti relig. o di discorso amoroso). 2.1 [In contesti relig.:] provare e manifestare gioia ed esultanza.

0.8 Marco Grimaldi 06.12.2010.

1 Darsi (per lo più apertamente) lode, manifestare o provare un grande apprezzamento di sé per un successo o per qsa altro attribuito a proprio merito (gen. pron.).

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 364, pag. 40: Vol si laudare [[la Vanagloria]] e fase laudare lo mondo; / Vase gloriando ke 'l plaça ad omiunca homo.

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 194.1: Gloriarsi in riposo è soperbia sanz'arte.

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 23, pag. 338.13: Il rimanente della gente di Laurona, che della battaglia era campata, in Lusitania in malvagia cattività gli ne menò: e gloriossi molto aver vinto Pompeio doge de' Romani...

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 11, pag. 53.25: Or di che sarebbe rimeritato Tobia, che ssi gloriava che seppellia i morti? Tutte queste opere e molte altre non ci si ricordano.

[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 49, pag. 258.17: ma vuole che ogn'uomo sia alluminato: allora gli giova di stare co· llui, ché vede del bene suo e dell'allegrezza, e può ragionare e gloriarsi insieme co· llui.

[6] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 16, 1-09, pag. 358, col. 1.6: Lo construtto, questi versi çaxeno in questo modo: «mirabele cosa non me serà mai, o poca nostra nobeltà de sangue, se quaçó (supple: nel mundo) dove el nostro affetto langue, tu fa' de ti gloriare la gente, imperçò ch'eo me gloriai...

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 17, pag. 102.21: Et eciamdeu se legi de sanctu Paulu ki, ià per zo ki illu fossi plinu de omne sciencia, tamen illu non se gloriava de sapire autru ca 'Jhesu Xristu cruchifixu'.

[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 84.5: Ma asay esti modu di aviri ricuntatu tantu di li furesteri cun zò sia que nuy ni pussamu gloriari di li nostri exempli proprij, multu plù cupiusi et multu plù felici.

[9] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 5, pag. 160.1: Questi [[Entello]] vincitore gloriandosi nell'animo, e superbo per lo toro, disse...

[10] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 198, vol. 2, pag. 762.17: Ma la divina providenza non dimette la giustizia della sua pulizione a chi manca fede e con frode e inganno; che poco tempo apresso il sopradetto legato compiuto il detto castello, e quando più groliava e trionfava, la sua oste fu sconfitta a Ferrara...

[11] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 86, pag. 574: Chè spinto è el vivo lume / Ch' in questa vita non lasciò el parechio, / El qual era tuo spechio / In cui speciata gloriavi tanto...

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 8, pag. 35.25: Ora se mannifica missore Mastino. E considerannose essere tanto potente, gloriavase, non conosce la frailitate umana.

[13] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 32., pag. 270.1: Ma alcuni, a li quali place la morte altrui, e che nella loro malicia si gloriarono, in altro modo testificarono la morte de Palamides a lo re Naulo et a lo suo figlyolo Oecto...

[14] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 53, pag. 72.7: Nascosamente fa la limosina acciò che non paia che tu ti grolii de la miseria altrui.

- Gloriarsi in qsa.

[15] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 14, pag. 233.15: non ti gloriare nelle laude de' leccadori, la laude di quali t' è vitupero, e 'l vitupero laude. Et perciò disse: non t' acompagniare co' leccadori, la cui compagnia t' è disnore.

[16] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 9: [27] Et un altro savio disse: no(n) ti gloriare in nela loda delo leccatore, la cui loda è ad te vitopero et lo vitopero di lui t'è loda.

[17] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 4, pag. 9.15: - Oimè misero, essendo da la Natura così ornato, e dalla Ventura così avanzato e fornito, e dilettandomi e gloriandomi ne' detti benificî, non so la cagione, Dio contra me suscitò l'ira sua, e subitamente mi tolse uno de' maggiori benificî che la Natura m'avea dato.

[18] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 64.18: o son done ma femene vanne che se tenan belle e glorian-se in pompe.

2 Fare oggetto di lode ed esaltazione, riconoscendo superiorità, valore, meriti (in contesti relig. o di discorso amoroso).

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 576, pag. 44: Illi sen tornón indreo, digando per la çente: / «Nato sí è Christe, lo filiol omnipoente!» / De quelo ke illi án veçuo van Deo laudando; / Anço ke illi án olçú, lo van gloriando.

[2] Sommetta (ed. Hijmans-Tromp), 1284-87 (fior.>tosc. occ.), pag. 205.23: 'salute con compimento del desideroso effecto gloriare in Dio'...

[3] Poes. an. lucch., XIV in., 5, pag. 9: Al nome di Dio cantiam dell'amore / a laude ed a gloria del nostro salvatore / e della beata ave vergine fiore / cantiam dell'amore di Giesù gloriando.

[4] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 54.2, pag. 16: Ell' è si vaga bella ed amorosa / ch'i' non ardisco gloriar costei, / però che d' una tanto altera cosa / non si può dir se non tra' sommi iddei...

2.1 [In contesti relig.:] provare e manifestare gioia ed esultanza.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 64.72, pag. 264: omini iusti, che sete endusti, / venite a cantare, / ché sete envitati, da Deo vocati, / a gloriare / a renno celesto, che compie onne festo / che 'l core ha bramato.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.138, pag. 270: de cielo abi ricato tesauro, per cagnare / vita con gloriare per morte d'amareza; / prende da me dolceza, dando dolor e pena: / l'amor che non allena m'ha fatto sprecatore.

[3] Poes. an. tosc. or., XIV, [72].2, pag. 65: Ben vòi dal'amor mio Iesù cantare / et nel benedetto nome gloriare...

2.1.1 Pron. Gloriarsi in qsa: provare pienezza di gioia (in un'esperienza religiosa o mistica).

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 18, pag. 142.23: Unde sempre amano e gloriansinell'amore di Dio, e della gloria di Dio e della sua grandessa. La tersa è laudationis. Li angeli e li Santi e l'altre anime sante sempre adoperano in laudare Dio, sempre laudano lo nome e la potensia sua e l'operassioni sue.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 28, pag. 192.23: La caxa del Padre è la visione de Deo onipoent, in la quale li iusti se gloriano. Molte maxone in diversi remuneratione per diversi meriti.

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 6, pag. 672.12: «Da lunga sia da me, ch'io mi voglia gloriare, se non nella croce di Cristo, per lo quale il mondo è crucifisso a me, e io al mondo».