GHIGNARE v.

0.1 ghigna, ghignando, ghignano, ghignar, ghignare, ghignavano, ghignerà , ghignerò.

0.2 DELI 2 s.v. ghignare («prob. da una base espressiva ghign», con esiti in tutte le lingue romanze).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

0.7 1 Ridere in modo sguaiato e malevolo. 2 Ridere (per dimostrare noncuranza o disprezzo).

0.8 Demetrio S. Yocum 03.03.2011.

1 Ridere in modo sguaiato e malevolo.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 504, pag. 118: Li peccaor sí planzeno e tut lo cor ge trema, / Ad alta vox i criano, no han plu ki i redema, / E li diavoli ghignano ke i dan la grand blastema.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 22, pag. 110.20: [36] Le beffe, le gran schergne, lo rier e ghignar forte de quî malvaxi prevei e scribi d'i Çue'.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 142, pag. 206.10: Sono nondimeno alcuni che par talvolta che sorridano quando alcuna cosa scherniscono, o talvolta, sdegnando, si turbano: questo non è da dir «sorridere», anzi è «ghignare»; e procede non da letizia, ma da malizia d'animo, per la qual ci sforziamo di volere frodolentemente mostrare che ci piaccia quello che ci dispiace.

[4] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 47, pag. 4: A noia m' è chi è tanto bestiale / chi va ghignando achonpagnando mortto, / chome non si senttise esser morttale.

[5] Poes. an. tosc., XIV, pag. 54.16: [29] L'uno mette l'altro al punto, sempre ghignando col bascio di Giuda; [30] chi ssu chi ggiù dà, ma ' colpi mortali son que' da llato.

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 43, pag. 103.9: Però che, avveggendosi nel suo entrare in Arezzo che molti ghignavano, e sghignazzavono della sua sparuta personcina, tutto sdegnoso n' andò alla maggiore chiesa, dove gli anziani e' rettori erano presenti, a farli leggere li capitoli e dare il giuramento.

2 Ridere (per dimostrare noncuranza o disprezzo).

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 160.11, pag. 322: Se tti spergiuri, non vi metter piato, / Ché Dio non se ne fa se non ghignare: / Ché sie certana ch'e' non è peccato, / Chi si spergiura per voler pelare / Colui che fie di te così ingannato».