FRÀCIDO agg./s.m.

0.1 fracedo, frachida, frachidi, frachidu, fracida, fraçida, fracide, fracidi, fracido, fracidu, fracito, fragida, frascido, frazede; x: fiacido. cfr. (0.6 N) fraudo.

0.2 Lat. fracidus (DELI 2 s.v. fradicio). || In lat. detto delle olive, da fraces 'sansa'.

0.3 Ruggieri Apugliese, Lauda, XIII m. (sen.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ruggieri Apugliese, Lauda, XIII m. (sen.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Stat. sen., 1298; Stat. pis., 1304; Ingiurie lucch., 1330-84, [1339]; a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Pratica del vino, 1342/48 (fior.).

In testi sett.: Doc. imol., 1362; x Gramm. lat.-it., XIV ex. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Manfredino, a. 1328 (perug.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.6 A Mattasalà, 1233-43 (sen.): Giovani del Fracido da Medine.

N La forma fraudo in Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 26, 52-66, pag. 624.28: «quando l'omo è vecchio è maturo, quando è decrepito allora è fraudo», risale prob. (per errore di copia ci > u) a fracido, lezione del ms. BNCF Banco Rari 39: cfr. Buti, vol. II, p. 624.

0.7 1 In stato di putrefazione, marcio. [Di una parte del corpo:] ammalato, infetto; incancrenito. [Del cibo o dell'acqua:] guasto, avariato, andato a male. 1.1 [Di un dente:] cariato. 1.2 Consunto, deteriorato. 1.3 Fig. [Delle parole:] privo di originalità, abusato. 1.4 [Come appellativo ingiurioso]. 2 Fig. Moralmente corrotto, depravato (una persona); immorale (un comportamento). 3 [Tess.] Sost. Tipo di tessuto o procedimento relativo alla confezione di tessuti. 4 [Pell.] Sost. Tipo di cuoio (?). 5 Sost. Parte di un organismo vivente in stato di putrefazione. [In partic.:] parte marcia di un vegetale. 5.1 Sost. Infezione, tumefazione (degli occhi).

0.8 Emiliano Picchiorri 15.04.2010.

1 In stato di putrefazione, marcio. [Di una parte del corpo:] ammalato, infetto; incancrenito. [Del cibo o dell'acqua:] guasto, avariato, andato a male.

[1] Ruggieri Apugliese, Lauda, XIII m. (sen.), 71, pag. 16, col. 2: e iio fui, chome sete voi, di quel talento; / ora so fracido nel monimento; / non trovo misericordia innançi ragione; / di ciò che feci abo lo gran guidardone / senza fine.

[2] Stat. sen., 1298, dist. 3, rubricario, pag. 134.15: X. Che neuno conciatore tenga ell'aqua fracida ne la sua bottiga.

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 15, pag. 95.15: Mantanente Deu sì audiu lu disiyu de kistu patre sanctu Florenciu, e killi quactru monachi ki auchiseru l'ursu diventaru librusi, in tanto ki li membri loru eranu tucti frachidi, e pir killa corruptione de la libra quasi venianu a morte.

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 87.14: con ferri e colle coltella mandate fuori il fracido sangue.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 2, vol. 2, pag. 204.19: issi sperlonganu con lu manyari et cu lu biviri lu lur meskinu spiritu finintantu que issi infracidati da intra sianu manyati da li vermi qui solenu nassiri intra li corpi fracidi.

[6] Pratica del vino, 1342/48 (fior.), pag. 7.19: Poi sì fa' che tu abi vj copie d'uve bianche (cioè a uno boticielo d'una sonma le vole sei copie), istate al sole, e sì le ispiciola, e gitane fuori le fracide e le seche, e poi sì le amosta.

[7] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 36, pag. 158.21: queste vertute: ove è, el no gli poe aproximar mosche, etiamdio s'el ge fosse sangue fracido o melle.

[8] Gl x Gramm. lat.-it., XIV ex. (ver.), pag. 507: Huius tabi, la sanguo fiacido.

- [In contesto fig.].

[9] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 217.1: «Bellezza è fiore fracido, beatitudine carnale, desiderio de le genti».

[10] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), Lib. VI [Phars., VI, 624-666], pag. 113.34: Non di lungi dalle cieche caverne di Plutone siede di sotto terra, la quale la pallida selva aombra con inchinevoli folglie, e con niuna alteça raguarda verso il cielo; lo taxo, scontrevole al sole, non vi fae ombra, le fracide tenebre vi sono entro, e pallido stato nelle spilonche per la lunga notte. || Cfr. Luc., Phars., VI 646: «marcentes intus tenebrae».

1.1 [Di un dente:] cariato.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 32, pag. 774.14: Le labbra sue sono come quelle dell' orecchiuto asino pendule e sanza alcuno colore, palide, danti luogo alla vista de' male composti e logori e gialli, anzi più tosto rugginosi, e fracidi denti, de' quali il numero in molte parti si vede scemo...

[2] Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 21, pag. 626.12: ella era tignosa; overo: aveva i denti fracidi con la puzzolente bocca.

1.2 Consunto, deteriorato.

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 9.37, pag. 92: Mustrarà la misera ch' aia gran trecce avvolte: / la süa testa adornase co' fossen trecce accolte: / oi è tomento fracedo, oi so' picciole molte; / così le gente stolte enganna con lor fraudate.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 55, pag. 282.25: a modo del maestro, che d'una opera rotta e vecchia e perduta ne rifacesse una bella opera, e come chi d'una gonnella tutta fracida e distrutta ne rifacesse una bellissima gonnella, ché quivi si mosterrebbe grandissima sapienzia e grande potenzia.

[3] Doc. imol., 1362, pag. 329.29: In prima XXV letirole vechie e marze e frazede.

1.3 Fig. [Delle parole:] privo di originalità, abusato.

[1] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.8.3, pag. 173: S[ci]occo intelletto hai nella tua orecchia, / tu che tua laude sotterr' ha' per biasmo, / di fracide parole tu se' chiasmo / con brutte rime ch'escon di tua secchia...

1.4 [Come appellativo ingiurioso].

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), D. 124.4, pag. 246: Sacci ch'i' ho cambiati i grechi fini / a la cervugia, fracida bevagna, / e le gran sale e' nobili giardini / a mosch'e a neve e a loto di montagna; / la buona usanza de li panni lini, / ch'usar solea con voi, è la campagna.

[2] Ingiurie lucch., 1330-84, 53 [1339], pag. 29.3: Tu m(en)ti p(er) la gola come soçço cane fracido che tu se', pessimo traditore che (con)vene che io te ne paghi.

2 Fig. Moralmente corrotto, depravato (una persona); immorale (un comportamento).

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 59, pag. 132.1: Egli è grave cosa potersene liberare, perocché noi non ne siamo tocchi solamente, anzi ne siamo corrotti, e fracidi.

[2] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 24.6, pag. 111: Per vizio degenera / L' uomo e vien più fracido: / Quel' amor è placido, / Che dui voler genera.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 11, pag. 267.17: Di questo fracido atto trattòe tutto V capitolo dello Inferno; ed è sì chiaro, che non bisogna chiosa per insegnarlo meglio.

3 [Tess.] Sost. Tipo di tessuto o procedimento relativo alla confezione di tessuti.

[1] Stat. pis., 1304, cap. 63, pag. 698.18: Li quali siano sopra vedere et extimare tutte le questioni delli danni di lane sucide et lavate, et di boldroni sucidi et lavati, et d' ongn' altro lavoro che ad arte di lana apertegna, che fusse sì di fracido come di bagnato, et di roctame ch' avesse per sacco oltra libbre XV di lana, u vero che non seguitasse la mercatantia, secondo le conventione che fusseno state tra le parti.

4 [Pell.] Sost. Tipo di cuoio (?).

[1] Stat. sen., 1329, cap. 57, pag. 318.5: Anco statuimo e ordiniamo, che neuno cuoio marino che si compre dentro la città di Siena, non si possa comprare senza pacto di cocto e di fracido.

5 Sost. Parte di un organismo vivente in stato di putrefazione. [In partic.:] parte marcia di un vegetale.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 12, pag. 96.14: E se 'l tronco, o lo stipite della vite fusse cavato o per sole, o per piova, o per nocivi animali, vuolsi purgare tutto 'l fracido, e 'l morto; e quelle cotali piaghe, e caverozzole unger poi, e biutare con morchia, e con terra mescolata: la qual cosa è grande prode a curare le dette piaghe.

5.1 Sost. Infezione, tumefazione (degli occhi).

[1] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 11, pag. 149.18: E sana gli ogli ke à sangue e lagreme e 'l fracito.

[u.r. 09.04.2018]