INNESTARE v.

0.1 ennistando, ennistare, inesta, inestare, inestatevi, inestati, inestato, inesti, inestiamoci, inestisi, inestò, inestri, innesta, innestaci, innestando, innestano, innestansi, innestar, innestare, innestarle, innestarlo, innestarono, innestarvi, innestasi, innestasti, innestata, innestate, innestati, innestato, innesterem, innesteremo, innesti, innestiamo, innestila, innestino, innestò, innestòe, innestossi, nestansi, nestare, 'nestare, nestasse, nestati, nestato, 'nesto.

0.2 DELI 2 s.v. innestare (lat. parlato *ininsitare).

0.3 Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.); Gloss. lat.-aret., XIV m; S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1374].

In testi mediani e merid.: Doc. castell., 1361-87.

0.5 Si riuniscono qui anche le forme aferetiche del tipo nestare, indipendentemente dalla scelta editoriale di inserire o non inserire l'apostrofo iniziale.

Sulla forma inestri in Sacchetti, Rime, cfr. Ageno, Sacchetti, Rime, p. 415 n. ai vv. 18-19: «s'inestri: voce di innestare con r anorganico».

0.6 T Doc. castell., 1361-87: v(ocabul)o Innistate, [...] casta(n)gne dela Ennistata. || Prob. da un significato originario 'terra di alberi (specif. castagni) coltivati per innesto'.

0.7 1 [Agr.] Inserire su una pianta una parte di un'altra pianta (per lo più un pezzo di ramo), al fine di farle crescere unite a costituire una nuova varietà vegetale (più forte o migliore). 2 Estens. Congiungere inserendo una cosa in un'altra. 2.1 [In contesto med.:] impiantare (un arto su un corpo mutilato).

0.8 Elisa Guadagnini 25.03.2010.

1 [Agr.] Inserire su una pianta una parte di un'altra pianta (per lo più un pezzo di ramo), al fine di farle crescere unite a costituire una nuova varietà vegetale (più forte o migliore).

[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 298.6: Infino che il novello ramo s'apiglia e si congluttina, essendo inestato nella verde corteccia, qualunque venticello il percuote, colui tenero sì cade.

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 15, pag. 68.10: Del mese di aprile s'innesta il sorbo o in sè, o in melo cotogno, o in pruno bianco, nel tronco, ovvero nella corteccia.

[3] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 290.9: insero, ris, evi, satum, per inestare.

[4] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 1, pag. 69.22: Al lavoratore s'apertiene di coltivare arbori, e nestare e piantare vigne e potare.

[5] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 177, pag. 216.17: E chi pigliasse di quello albore, e lo nestasse cogli altri frutti, egli diventerebbono di quella senbianza di quello onde furono nestati.

[6] Doc. castell., 1361-87, pag. 245.20: fo suo pacto darce de qui a cinque a(n)ni xx s. p(er) a(n)no e el le(n)gname se fosse suo, ennista(n)do (e) guarda(n)do la selva (e) che se podesse de le(n)gniame che se talglia p(er) questa cagio(n)e far ca(r)bone e quel che gli pare.

[7] Gl a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 2, cap. 2, vol. 1, pag. 134.7: Ancora delle piante, le quali secondo alcuna parte si piantano, alcune si piantano in terra [[...]], e alcune si piantano in altro arbore, e cotal piantare si dice innestare.

- [In contesto fig. (anche pron.)].

[8] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 64.6, pag. 86: Se voi poteste [[...]] uscir già mai [[...]] del petto ove dal primo lauro innesta / Amor più rami, i' direi ben che questa / fosse giusta cagione a' vostri sdegni...

[9] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1374] lett. 23, pag. 101.7: poi che sete colonna debile per voi, inestatevi in sull' arbolo della croce...

- Sost. Operazione di innesto.

[10] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. S. Eugenia), XIV (fior.), L. 4, cap. 11, vol. 2, pag. 367.11: E fassi questo innestare convenevolemente dovunque vorrai sopra terra, nella vite non vecchia e in luogho netto e sugoso...

2 Estens. Congiungere inserendo una cosa in un'altra.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 61.3, pag. 205: A San Giovanni, a Monte, mia canzone, / t'invia inmantenente e non far resto; / di' ch'io gli 'mpianto e 'nesto / al suo stato conforto in mio sermone, / s'è 'n udïenza e d'intendere è desto.

[2] Comm. Arte Am. (B, Laur. XLI 36), XIV td. (fior.), ch. 90, pag. 831.8: Un' altra storia e in parte favola inesta l' autore a mostrare il fine del furioso amore...

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 7, proemio, pag. 103.22: nella seconda parte descrive le pene delli avari e delli prodighi, e qui inesta questa quistione della Fortuna:

[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 262.18, pag. 314: ciascuno scrive e canta / ch'a Dio s'apropria la potenza intera, / perché dal padre uman<o> par che s'inestri / la possa e nel divin<o> sempre s'amanta... || Cfr. 0.5.

2.1 [In contesto med.:] impiantare (un arto su un corpo mutilato).

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 138, Ss. Cosma e Damiano, vol. 3, pag. 1209.19: E così andò a quello cimiterio, e reconne la coscia di quello saracino e, tagliando la coscia de lo 'nfermo, innestarono la coscia di quello saracino nel detto luogo e, ugnendo la piaga, diligentemente riportarono la coscia de lo 'nfermo al corpo del saracino morto.

[u.r. 20.11.2019]