ENTRARE (1) v.

0.1 antrà', antrante, antrare, dentrarono, dentrò, dentrorono, dentròvi, emtra, emtrar, emtrare, emtrate, emtrati, emtrato, emtrava, emtro, emtroe, enrastivo, entà , enterà , enterá, enterai, enteranno, enterano, enterebbe, enteremo, enterò, enterrà , enterrai, enterranno, enterrebbe, enterrebbono, enterremo, enterrete, enterria, enterrò, entr', entra, entra', entrà , entrà', entrace, entraci, entrade, entradi, entrado, entràe, entrage, entrà-ge, entragli, entrai, entrài, entraici, entraj, entrale, entrali, entràm, entra'mi, entrammo, entrammovi, entramo, entran, entràn, entranci, entrando, entrandogli, entrandoglie, entrandosi, entrandovi, entrane, entrangli, entranmi, entranno, entrano, entràno, entranovi, entrante, entranti, entranto, entranvi, entrao, entrar, entrár, entrâr, entrarà , entraraco, entrarai, entraràne, entraranne, entraranno, entraràno, entrarci, entrare, entrarè, entrarea, entrarebbe, entrarei, entraremo, entrarete, entrareve, entrarì, entrarite, entrarle, entrarli, entrarne, entraro, entrarò, entrâro, entrarolli, entraron, entraròne, entraronno, entrarono, entraronv', entraronvi, entrarovi, entrarrà , entrarrá, entrarràe, entrarranno, entrarremo, entrarvi, entrârvi, entras, entras', entrase, entrasem, entrasen, entraseno, entrasero, entrasi, entrasivo, entrassaro, entrasse, entrasseno, entrasser, entrassero, entrassesene, entrassevi, entrassi, entrassimo, entrassino, entrassono, entraste, entrasti, entrastù, entrat', entrata, entratagli, entratasene, entratavi, entrate, entratesene, entratevi, entrati, entratine, entratisene, entrativi, entrato, entratogli, entratole, entratosene, entratovi, entratovisi, entrav', entrava, entravan, entravano, entravasi, entravate, entravi, éntravi, éntravisi, entravono, entray, entre, entrede, entrem, entremo, entren, entreno, entrer, entrerà , entreracci, entrerae, entreràe, entrerai, entreran, entreranno, entrerannovi, entrerano, entreras, entrere, entrerè, entrereb', entrerebbe, entrerebbero, entrerebbono, entrerei, entreremo, entreresti, entrerete, entrerì, entrerò, entreronno, entrerrà , entrerrá, entrerrai, entrerranno, entrerremo, entrerresti, entrerrete, entrerroe, entresi, entrete, entri, entriamo, entrian, entriàn, entriate, entriatevi, entricisi, entrino, entrivi, entro, entrò, entró, entrocci, entròcci, entròce, entroe, entròe, entróe, entrogli, entrògli, entròli, entrolli, entromi, entrommi, entròn, entrón, entrone, entròne, entronne, entronno, entrono, entròno, entrorno, entroro, entroronci, entrorono, entrosenne, entrossene, entrovi, entròvi, éntrovi, entrovvi, entròvvi, entterranno, etrò, ientrò, inntratti, interà , interae, interai, interanno, interete, interò, interrà , interrai, interranno, interrano, interrebbe, interremo, interrete, interrò, interròe, intra, intra·, intra', intrà , intrà', intrá, intrâ, intrada, intradho, intradi, intrado, intrage, intrà-ge, intra'-he', intrai, intraici, intraimo, intràli, intram, intràm, intrambo, intrame, intrammo, intrammu, intramo, intran, intràn, intrando, intrandoci, intrandoge, intrandogli, intrandoli, intrandonde, intrandone, intrandosi, intrandovi, intrandu, intrane, intrano, intransi, intrante, intranti, intranto, intrantte, intranu, intrao, intraosende, intraossende, intrar, intrâr, intrara, intrarà , intrarae, intrarai, intraranno, intrarano, intrarave, intraraveno, intrarci, intrare, intraré, intrarebbe, intrareli, intrarem, intraren, intrarenche, intrarete, intrareve, intrargli, intrari, intrarinchi, intrarj, intraro, intrarò, intraroe, intraron, intraronde, intrarono, intraronvi, intrarosende, intrarosinde, intrarrá, intraru, intrarun, intrarunche, intrarvi, intras, intrase, intrasemo, intraseno, intrassaro, intrasse, intrassemo, intrasseno, intrassero, intrassi, intrassino, intrassiru, intrasso, intrassono, intrassoro, intraste, intrasti, intrasti-voi, intrastivu, intrat', intrata, intrate, intrati, intrato, intratovi, intratu, intrau, intràuchi, intrav', intrava, intravannu, intravano, intravanu, intray, intre, intrè, intré, intrê, intrei, intrei-vui, intrê-me, intren, íntrene, intrer, intrerà , intrerai, intreram, intrerebbe, intrerebbeno, intrerebe, intrerei, intreremo, intreren, intrerete, intrerò, intrerrà , intrerranno, intrerrebbe, intrerrimo, intrerrò, intresse, intrey, intri, intrì, intriamo, intriate, intriè, intrier, intrimu, intrino, intrinsi, intrinu, intririti, intro, intrò, intró, introcci, introe, intròe, intróe, intròn, introne, intrònne, intronno, intrònno, introno, intròno, intronun, introrno, intròrno, introro, intròro, introrono, intròrono, introrvi, intròrvi, introve, introvi, introvvi, intru, itrante, jntrandu, jntranduchi, jntrari, jntraru, jntrau, 'nteremo, 'nterrai, 'ntrai, 'ntrammo, 'ntramo, 'ntrante, 'ntrao, 'ntrar, 'ntrarà , 'ntrarai, 'ntraranno, 'ntrare, 'ntrarmi, 'ntraro, 'ntraróno, 'ntrasse, 'ntrassero, 'ntrassi, 'ntrasti, 'ntrata, 'ntrate, 'ntrati, 'ntrato, 'ntrava, 'ntravano, 'ntra'vi, 'ntrone.

0.2 Lat. intrare (DELI 2 s.v. entrare).

0.3 Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.): 1 [43].

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. fior., 1211; Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Lett. sen., 1260; Doc. pis., 1264 (3); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Stat. prat., 1295; Lett. lucch., 1298 (2); Doc. pist., 1294-1308; Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Doc. volt., 1326; Stat. sang., 1334; Doc. cors., 1364; Doc. amiat., 1365.

In testi sett.: Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.); Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Doc. imol., 1260; Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Lett. mant., 1282-83 (?); Lett. ver., 1297; Doc. venez., 1299; Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.); Poes. an. bergam., XIII ex.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Stat. moden., 1335; Stat. trent., c. 1340; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Stat. vicent., 1348; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Doc. padov., c. 1375; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Ritmo S. Alessio, XIII in. (march.); Ranieri volg., XIII pm. (viterb.); Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Poes. an. abruzz., XIII; Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. tod., 1305 (?); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Doc. perug., 1326; Stat. assis., 1329; Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Stat. castell., XIV pm.; Stat. casert., XIV pm.; Doc. orviet., 1339-68; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: a Lett. rag., 1292/1305 Stat. mess. (?), 1320; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Per entrare alla, nella corte > corte; entrare in corpo > corpo; entrare in matrimonio > matrimonio; entrare in sacco > sacco.

Locuz. e fras. entrare a cena 1.1.1; entrare a desco 1.1; entrare al campo 1.6; entrare alla battaglia 5.2.1; entrare alla religione 2.1; entrare alla tenuta 5.4.3; entrare all'ufficio 5.1.1;entrare a mallevare 1.7.1.1; entrare a più alta vita 2.2; entrare a religione 2.1; entrare a tavola 1.1; entrare a vita beata 2.2; entrare davanti 1.5.1; entrare della tenuta 5.4.4; entrare dentro 1; entrare entro 1; entrare entro monastero 1.6.1; entrare entro una cappa 4.2; entrare in amore 5.4.1; entrare in balìa 5.4.4; entrare in battaglia 5.2.1; entrare in borsa 6; entrare in campo 1.6; entrare in franchigia 5.4.2; entrare in guerra 5.2.1; entrare in monastero 1.6.1; entrare in podestaria 5.4.4; entrare in possessione 5.4.3; entrare in possessione e tenuta 5.4.3; entrare in potere 5.4.4; entrare in prigione 1.6.2; entrare in religione 2.1; entrare in ricolta 1.7.1.2; entrare in signoria 5.1.2; entrare in tenuta 5.4.3; entrare intra 1; entrare into 1; entrare in ufficio 5.1.1; entrare in una religione 2.1; entrare in un ufficio 5.1.1; entrare in vassallaggio 5.4.4; entrare innanti 1.5.1; entrare innanzi 1.5.1; entrare la battaglia 5.2.1; entrare la religione 5.4.2; entrare la tenuta 5.4.3; entrare l'ufficio 5.1.1; entrare mallevadore 1.7.1; entrare monastero 1.6.1; entrare nella battaglia 5.2.1; entrare nel campo 1.6; entrare nell'eternale magione 2.2; entrare nell'eternale vita 2.2; entrare nell'ufficio 5.1.1; entrare nella vita beata 2.2; entrare nel monastero 1.6.1; entrare nel petto ; entrare nel regno del cielo 2.2; entrare nel regno di Dio 2.2; entrare nel regno del Signore 2.2; entrare per mallevadore 1.7.1; entrare per ricolta 1.7.1.2; entrare per sicurtà 1.7.2; entrare piaggio 1.7.1; entrare religione 2.1; entrare sotto 1.9.2, 1.9.2.1, 1.9.2.2, 1.9.2.3; entrare sotto la guida 5.4.4.

0.7 1 Entrare a, in qsa: passare dall'esterno all'interno (di qsa). 1.1 Fras. Entrare a desco, tavola: lo stesso che andare a tavola. 1.2 Fig. [Con rif. locale rappresentato da una età o da uno stadio della vita umana]. 1.3 Entrare a qno: presentarsi al cospetto di qno, presso qno. 1.4 Entrare (a, dentro a / da, in) la, una porta / le porte: oltrepassare l'ingresso di un luogo. 1.5 Entrare in, nel cammino / in, per (la) via / in un sentiero: incamminarsi e procedere. 1.6 [Con un rif. locale che richiama metonimicamente l'attività che in esso si svolge o la condizione che determina:] prendere parte a qsa, dare avvio ad una det. attività. Fras. Entrare al, in, nel campo: prendere parte ad uno scontro armato. 1.7 [Evidenziando la finalità che sollecita l'ingresso in un ambiente:] comparire in una det. veste o per un det. scopo (esplicitato da un argomento predicativo o da una proposizione subordinata). 1.8 [Dir.] [Parlando di una proprietà:] entrare in qsa: prendere posto con pieni diritti di proprietario o di affittuario. Estens. Violare il territorio altrui. 1.9 [Integrato da un avv. locativo o intensificatore, rimarcando l'attraversamento di uno spazio, superato l'ingresso:] inoltrarsi in una det. direzione o per una det. distanza. 2 [Con rif. locale rappresentato da una cerchia chiusa di individui:] cominciare a far parte. Anche in contesto fig. 2.1 Fras. Entrare a, alla, in (una) religione / entrare religione: diventare membro di una comunità religiosa; estens. diventare religioso. Estens. Diventare religioso. 2.2 Entrare in gloria: accedere alla beatitudine delle anime elette. 3 Entrare per qsa: Avere accesso (ad un luogo) attraverso un passaggio. Anche fig. 3.1 [Rimarcando il contrasto tra il soggetto in movimento e le dimensioni ridotte del passaggio]. 3.2 Infilarsi, introdursi, trovare un passaggio. 3.3 [Rif. ad uno spazio pieno e denso, frequentemente parlando di oggetti taglienti e appuntiti:] penetrare. Anche fig. 4 [Rif. ad un luogo di piccole dimensioni:] trovar posto; essere contenuto, riuscire a stare. 4.1 [Misurando le dimensioni di qsa]. 4.2 [Con rif. locale rappresentato da un indumento:] infilarsi in un vestito, indossarlo. 4.3 [Con sogg. rappresentato da un astratto di natura razionale o sentimentale:] entrare (a, in) qno (pron. pers.): colmarne l'intelletto o la sensibilità. 5 [Accordato con sostantivi indicanti divisioni temporali, spec. in strutture sintattiche subordinate:] lo stesso che iniziare. 5.1 [Assol. o integrato da un argomento indicante il ruolo, la funzione o la sede in cui si esercita:] dare inizio ad un incarico ufficiale, cominciare ad esercitarne le funzioni. 5.2 Entrare a, in qsa (nome indicante attività): intraprendere qsa o cominciare ad esserne partecipe. 5.3 [Parlando di una spesa, di un impegno gravoso o di un dovere:] entrare in qsa: averne parte e farsene carico, assumersene la responsabilità. 5.4 [Con connotazione incoativa, evidenziando la fase d'inizio di un mutamento:] entrare in qsa (condizione astratta, spec. psicologica, di marca positiva o negativa): passare, per lo più involontariamente, ad un nuovo stato. 6 [Con soggetto rappresentato da una somma di denaro:] accumularsi come guadagno (in seguito ad una transazione economica); risultare come provento. 7 [Descrivendo uno spazio geografico:] entrare da qsa (elemento di confine): estendersi a partire da. 8 Essere parte, ingrediente di un composto, di un insieme materiale o di una somma.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 14.04.2011.

1 Entrare a, in qsa: passare dall'esterno all'interno (di qsa).

[1] Ritmo S. Alessio, XIII in. (march.), 250, pag. 28: iaci' ennanti en sancti entrando, / [l]e dominice de Deu spectando...

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 309, pag. 536: Quand l'om entra en lo bagno, s'elo ben no se bagna / sì q' el sëa ben sacio, no sai per qe se lagna...

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 62.24: In quella nocte li greci entrati in Troia tucta nocte deguastaro e arsero la citade.

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 128.14: sorvenne sì forte tempesta nel mare, che 'l signore uscìo della nave et entrò inn una picciola barca...

[5] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 20, pag. 419.22: E ancora allotta in Africa i Musolani e' Getuli, istendendosi troppo, Cosso doge di Cesare ristretti loro i confini, per paura li constrinse di non intrare nei confini de' Romani.

[6] Lett. ver., 1297, pag. 537.14: sapiai che la mia vita serà molto breva en quella carcere là 'ndo eo ve mando enpregando p(er) Deo che vui debiay parlaro con s(er) Enrigo da Gaço e con i altri mei e vostri amissi e far sí che la vexenda che vui saví debia naro ' affecto açò che possa entraro en cassa mia.

[7] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 197.10: In lo tempo de questo, Alberigo re deli Gothi vignando in Affrica, intrà in Ytalia, prese Roma, e a fuogo e ferro la guastà...

[8] Doc. volt., 1326, 10, pag. 24.37: «io pur voglo sapere chi è: non temere di cavelle, che se non fusse o messer Actaviano o di sua famiglia, e non c'enterrà nimo».

[9] Doc. perug., 1326, pag. 23.2: vuole essere ella dicta torre II volte e II terrate e II porte l' una cadetoia e l' altra opretoia per cagione d' uscire dela rocca e 'ntrare ello castello...

[10] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 17, pag. 58.35: Et intrando unu jornu chistu Theoprobu a la chella de sanctu Benedictu, trovaulu plangirj multu amaramente...

[11] Stat. catan., c. 1344, cap. 3, pag. 31.24: Et similimenti nullu presuma di intrari a la chella l'unu di l'altru, senza licencia di lu superiuri...

[12] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 10, cap. 188, vol. 2, pag. 378.9: Quegli della città sentendo la detta rotta uscirono della terra per la porta de le Vacche, e per forza entrarono ne' borghi...

[13] Stat. casert., XIV pm., pag. 59.11: Poy chi lu fratre èy intrato alo oratorio, i(n)prima vada et indenochye i(n)nante lo altaro (et) facza la soa oratione, et poy chi se erge dica: «Laudato sia Ie(s)u Chr(ist)o»

[14] Doc. amiat., 1365, pag. 99.27: Puoi uno che usa cu(n) i mei consorti me fe' assapere che gente dovia entrare i(n) Santa Fiora a petitione d' essi mei consorti...

[15] Lett. palerm., 1371, pag. 144.4: Item lu dictu Bartholomeu mi scripsi pir soi licteri comu zo ki ipsu fichi et fachia, dimandandu li dicti debiti, fachia a fini ki altrui non intrassi in la dicta butìa...

[16] Doc. castell., 1361-87, pag. 215.27: non e(n)trass(ar)o ella d(i)c(t)a casa nè toccass(ar)o biado nè niu(n)a altra cosa del d(i)c(t)o terreno.

[17] a Apologhi reat., XIV, 1.13, pag. 668: Poi che la cane en casa entrata fone, / più era pronta et ardita che lione...

[18] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 2, pag. 54.21: gente straynera, zoè de Grecia, so' intrate a lo suo riamme commo a spyune, o forse per volere devastare la provincia de Troya furtivamente.

[19] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 142.26: Ancora si scrive che non fo nullo delli figlioli de Israel che intrasse in terra de promissione salve lu ditto Iosue et uno altro chiamato Caleph.

- Locuz. verb. Entrar(sen)e dentro, entro, intra, into (qsa, in qsa).

[20] Ritmo S. Alessio, XIII in. (march.), 162, pag. 24: sacce, mica non morao; / emtro em kammora se nn'entrao / et po' l'ussu dereto sì 'mserrao.

[21] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 694, pag. 552: da c' om pasa la porta et este dentro entrato, / tanto 'nd' à quel qe paga con' quel qe n' à pagato, / e çascun à del fruito pe' mesur' a un mercato.

[22] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 230.16: Ccatulus seconda volta commatteo con Maurio allato a la porta Collina e per forsa entrao entro et abe grande victoria.

[23] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 9, pag. 245.37: Al seten iorn, e li mur comenceren a tremoler e a chair, si intraren intre la cità, e aisì fo prisa la cità e destruita.

[24] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 145.22, pag. 622: Java ben e cal[ca] e peiga / che no te possa cresce br[e]iga / per pertuso o per conmento / donde l'aigua intrasedentro...

[25] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 5, pag. 16.20: standu in unu castellu chi havia nomu Montoliu, una matina, comu era accostumatu, sindi andau a la ecclesia, per fari soy oracioni. Et intranduintra, darretu di la porta di la ecclesia si stava in ascusu unu homu valenti...

[26] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 866, pag. 198: Adrennìose con patto allo re de Ongarìa; / Entrosenne dentro con soa cavallarìa...

- [Con rif. locale non esplicitato].

[27] Poes. an. romagn., XIII tu.d., 11, pag. 99: set entrasivo non ve stete / se non e[n]trastivo no entrete.

[28] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 222, pag. 377, col. 2: Entrò lu sou servente, / passò fra quella gente...

- [Con il rif. locale rappresentato dal complemento diretto].

[29] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 217, pag. 36: Per quel premé peccao la mort intrò il mondo, / Perzò la zent humana tug zevan im profondo...

[30] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 13, pag. 46.1: «Gua' a voi ki tollistiti le clavi de la sapientia e de la scientia, e voi no le intrasti, e vetastiti ad altri non intrare»...

[31] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 197, par. 1, vol. 2, pag. 272.7: Nulla persona entre, né entrare degga orto, vigna, campo overo chiusura overo congrio altruie overo altra quignunque cosa d'alcuno sença licentia del signore de la cosa overo possessore...

[32] Stat. bergam., XIV pm. (lomb.), cap. 2 rubr., pag. 259.12: Del modo da servare quando alcuna persona vole intrare la dita regola.

[33] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 158.9: Entrao lo palazzo con pochi.

[34] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 6, pag. 90.35: plazeme de andare a cazare in compagna de multi cazaturi e, intrando li boschi inde l' albo, tutti li anday scorriando con gran fatica...

- [Con il luogo rappresentato da una condizione astratta].

[35] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 23 parr. 17-28.44, pag. 103: Poi vidi cose dubitose molte, / nel vano imaginare ov' io entrai; / ed esser mi parea non so in qual loco, / e veder donne andar per via disciolte, / qual lagrimando, e qual traendo guai...

[36] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 42.12, pag. 148: «La via per entrare 'n vilanza, è molto stretta l'entrata...

[37] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 5, reg. 46.8, vol. 2, pag. 144: Così lo sconoscente / non puote morto memora servare, / ché mai non volse ne la vita intrare.

[38] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 25, pag. 306.16: « Figliolo k(arissi)mo, molti pensieri sono intrati in del mio coraggio, che fortemente mi co(m)bacteno.

[39] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 273.6, pag. 326: Ne' tener anni e 'n amoroso zelo / de' sponsali usi entrai ne le vicende, / e come visso son<o> così s'attende / viver per me insino al mortal gelo...

- Entrare in, per mare.

[40] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 111.15: Et Ulisse, poi che Troia fo destructa, entrao in mare e vendesenne ne lo monte de Cercegi in Ytalia et demorao kello per alcuno tempo.

[41] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 155.13: e saipe fermamentre ke se lo primer naucler ke entrà en mar fosse stado spavuroso, elo no la avrave mai passada...

[42] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 51.20: E così si partío e intròper mare e apportò in Costantinopoli a guisa di frate Minore.

- Entrare ed uscire, uscire ed entrare.

[43] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.34: sume de tute le marcadantie ke en doana entra et ese de' dar d'eli c.xij.

[44] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 500, pag. 544: Fol è qi prende prova qe a fin no pò trare, / e cui cre' stancar porta per ensir et entrare.

[45] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 55.26: Morta Pantasilea li troiani fugero e li greci assidiaro Troia, ke entrare né gessire nullo homo non potea.

[46] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 63.88, pag. 357: Ma da sì neco pesscaô / ne defenda lo Criator, / che tar brusné ni esca / no intre in nostra ventresca.

[47] Stat. mess. (?), 1320, pag. 26.14: La forma di pagari quistu dirictu sarrà kista ki sucta è scripta, e dirrasidi pagari intrandu et issendu.

- [Rif. al presunto movimento del sole o della luna rispetto alle costellazioni dello zodiaco o alle postazioni occupate dai pianeti].

[48] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 4, cap. 2, pag. 111.1: e uscendo del scorpione dal lato denanti entrarà e·lla libra da· lato deretro; e uscendo de la libra da la parte denanti entrarà e·lla vergine da la parte deretro...

[49] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 8.4: Ragione come, quando il sole entra nel segno di cancer, ch'è a' dieci dì all'uscita di giugno, quel fiume comincia a crescere, e dura infino all'entrata di leone.

[50] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 182, pag. 713.14: Cioè quando il sole esce di Capricorno ed entra inn Aquario, ch' è di gennaio.

- [Detto di un flusso d'acqua che s'immette in un altro corpo idrico superficiale:] confluire.

[51] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.189, pag. 898: Ancora vi sapria insegnare, / le provincie nominare / e l' acque ke intrano in lo mare...

[52] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 19.25: e nel mare Gallico entra il fiume di Rodano.

[53] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc.), L. IV, pt. 1, cap. 3, pag. 81.2: sechondo che 'l volghare dicie che "ogni fiume entra in mare", che è ciò che di ciò il mare non chrescie.

[54] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 153, vol. 2, pag. 13.3: Appiede della città si è un forte castello d' alte mura murato, e per ponte v' entra un fiume, e guardasi per lo Soldano di Babillonia.

[55] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 163, vol. 2, pag. 43.10: A quella foce entra il detto fiume in mare, e per nome si chiama Nillo: et è sì grosso, che le navi e le galee se ne vanno su per lo fiume parechie miglia, infino al porto di Thenesi.

[56] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 7, cap. 98, vol. 2, pag. 124.15: e di questo lago di verso levante alla città esce un fiume, che ssi stende correndo verso mezzo dì ed entra in Po; e dov' elli entra in Po è uno castello e un ponte....

[57] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 182.27: Et tucti quisti fiumi continuamente curro et ciascuno corre de per sé et intra nel mare.

- [Con rif. locale rappresentato dai confini di una città o di uno stato, parlando di merci].

[58] Doc. prat., 1296-1305, pag. 269.13: disero (e) co(n)silglaro che si macinase IJ mogia di grano (e) dessesi a femine di parto povere, o vero a poveri infermi meçço staio p(er) volta, (e) debiane i(n)trare VJ staia p(er) porta...

[59] Stat. sen., c. 1331, cap. 42 rubr., pag. 44.15: Che 'l grano e l'altro biado che entra ne la detta Casa, si debba scrivare.

[60] Doc. orviet., 1339-68, [1354], pag. 139.6: Memoria che questi ceppi scritti chi di sotto sonno quelli che sonno p(er) lo co(n)tado d'Orvieto posti p(er) l'uopara di s(an)c(t)a Maria maghure d'Orvieto, e l'oferta che ci entra dev'essare dela detta huopara.

- [Rif. a malattie, dicerie o usanze:] diffondersi.

[61] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 15, pag. 368.37: ma, poi che le riccheze e' costumi asiatici v'entrarono, con grandissimo danno del romano imperio, di mestiere arte divenne, esendone, secondo che alcuni credono, inventore uno il quale fu appellato Apicio...

[62] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 46, pag. 374.19: Eravi entrata la pistolenza con pari danno de' Romani e de' Cartaginesi; se non che lo esercito Cartaginese sopra l' infermità ancora da fame fu afflitto.

1.1 Fras. Entrare a desco, tavola: lo stesso che andare a tavola.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1140, pag. 53: Dixe: «frai mei, mandegemo, / Entremo a desco e sí cenemo!»...

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 19, pag. 173.8: Stando lo 'mperadore Federigo - e facea dare l'acqua alle mani, le tavole coverte: e non era ch'entrare a tavola - , sì giunsero a llui tre maestri di negromanzia con tre schiavine.

[3] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 132, pag. 236.22: E quando fuorono tutti lavati, ed eglino sì intraronoa ttavola; e ttutte le dame e le damigielle sì erano a ccorte con Isotta, e ttutte quante andarono a ttavola altresie.

1.1.1 Fras. Entrare a cena.

[1] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 209.4, pag. 86: Quivi avea fini nardi fioritissimi, / di cennami forniti e 'mbalsimati, / ed eranv' i mangiar' dilicatissimi. / In gran sollazzo fuoro a ccena entrati: / de le novelle del Nilo assai dissevi, / Alcorrëusso li ne fe' insegnati.

1.2 Fig. [Con rif. locale rappresentato da una età o da uno stadio della vita umana].

[1] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 7, pag. 10.20: Allora era entrato ne' dieci dì, e parlò e disse: «Maestro, troppo avaccio ti cominci a dolere dello scrivere di me.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 16, pag. 598.7: L'altro, ch' ebbe da' Romani, si fue ch' entrato lui ne' XXIIII anni de la sua etade li diedono il consolato.

[3] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 165, pag. 397.16: perché si vedrá la brevitá del tempo, che ringiugne quegli che intrarono nella loro puerizia, perché sonno andati co' passi lenti.

1.3 Entrare a qno: presentarsi al cospetto di qno, presso qno.

[1] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 194.3: A noi entra mo' quelui alo qual eu cesso de parlare.

[2] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 16, pag. 284.29: che molto malvagiamente ó guardato lo suo comandamento, poi che io lassai intrare questo barone a tei».

[3] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 30, pag. 524.25: In argomento dunque che dato le fosse fede, mostrò il mantello al marito ritornante a casa, e disse: il servo ebreo entrò a me, il quale tu ci menasti, perch' elli mi vitiperasse...

[4] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 27, pag. 148.8: E stando quivi, sopravvenne da Giudea uno Profeta cristiano, ch'avea nome Agabo, ed entrando a noi [[...]] sì disse.

[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 26, prol., vol. 2, pag. 109.12: vinni unu homu riccu ki avia nomu Ioseph di Ramatha, lu quali et ipsu era disscipulu di Iesu. Kistu intrau ad Pilatu, ed dimandau lu corpu di Iesu.

[6] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Abd, vol. 8, pag. 216.4: Se li rubatori fussono entrati a te, se li ladroni di notte dentro, come tu averesti taciuto?

1.4 Entrare (a, dentro a / da, in)la, una porta / le porte: oltrepassare l'ingresso di un luogo.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 16, pag. 101: Dre dodex pen dr'inferno, o è grameza forte. / De faza ke no intramo dentro da quelle porte.

[2] Poes. an. urbin., XIII, 22.75, pag. 587: la porta de lo mio domo / legeramente intrarai, / si la tangni'

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 9.184, pag. 518: Li taupinelli iammai non ò posa / da k' entranola porta tenebrosa.

[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 207.8, pag. 416: Che quella non potesse di nascoso / Entrardentr'a la porta con sua gente.

[5] Memoriali bologn., 1279-1300, (1299-1300) App. f.39, pag. 99: ma facciala intrare dentro alle porte / del Paradiso, / là ov'è solazo gioco e riso...

[6] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 28, pag. 444.5: E sì come a colui che viene di lungo cammino, anzi ch'entrinella porta della sua cittade, se li fanno incontro li cittadini di quella, così alla nobile anima si fanno incontro...

[7] Boccaccio, Argomenti, 1353/72 (?), Inf..11, pag. 235: senza piú far del suo andar quistione, / dietro gli va, ed entra in una porta / ampia e spedita a tututte persone.

1.5 Entrare in, nel cammino / in, per (la)via / in un sentiero: incamminarsi e procedere.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 11, pag. 28.5: Figliuol mio, non fa bisogno ch'io t'insegni andare alle Virtudi, né ch'io t'aconti co·lloro: per che se andare vi vuoli, ritorna alla tua conscienza ed entra per la via de' buoni costumi e savi e cortesi riggimenti...

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 33.13, pag. 122: Chi non entra per via / che sia dritta, già mai / non troverà l'amore...

[3] Gatto lupesco, XIII sm. (fior.), 9, pag. 288: Allora uscìo fuor del cammino / ed intrai in uno sentieri / ed incontrai duo cavalieri / de la corte de lo re Artù, / ke mi dissero: «Ki·sse' tu?»

[4] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 12, pag. 339.7: incontanente che nel nuovo e mai non fatto cammino di questa vita entra, dirizza li occhi al termine del suo sommo bene, e però, qualunque cosa vede che paia in sé avere alcuno bene, crede che sia esso.

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 106.17: «Stati da longa, stati da longa, o maledicti cani, per tuctu lu boscu: et tu intra in la via et tragy la spata di lu foderu...

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 20.11: ma disiderose di seguitarlo avevan già più particularmente tra sé cominciato a trattar del modo, quasi, quindi levandosi da sedere, a mano a mano dovessero entrare in cammino.

[7] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 27, terz. 35, vol. 2, pag. 37: Messer Ruggier, che 'l seppe intròin cammino / colla sua armata, e 'l giorno del Batista / fu nel Porto di Napoli il mattino.

1.5.1 [Focalizzando la posizione di un individuo rispetto ad un altro lungo un percorso:] locuz. verb. Entrare davanti, innanti, innanzi a qno: precedere qno.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 16, pag. 224.29: demostrarasse de córare e·llo cielo più che nulla altra stella, e engiògnare e entrare ennanti ad ogne altra stella...

[2] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 80, pag. 121: Santu Iohani nanti li 'ntrone, / Co le Marine sì s'avione / Et tucte quante sì le menone / Là 'v'era Christu nostru Seniore.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 80, pag. 91.13: Et si trovasse alcuno homo isviato foro de via, envialo entrandoglie enanti, bellamente guardandolo luy en tal guisa che, sse alcuno pessimo animale volesse all'omo offendere, combacteria co llui per defendere l'omo da male...

[4] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 206.28: Così disse, ed introe innanzi nella via, e del monte lo' mostra li belli campi|| Cfr. Aen. 6,677: Dixit, et ante tulit gressum, camposque nitentis desuper ostentat; dehinc summa cacumina linquunt.

[5] Fazio degli Uberti, Rime d'amore, a. 1367 (tosc.), 3.105, pag. 10: Canzon, quando sarai nel dolce loco / dove tu vai, farai che sí t' avanzi, / ch' entri davanti a ogni tua sorella.

[6] Boccaccio, Chiose Teseida, 1339/75, L. 7, 50.1, pag. 468.29: la quale come Atalanta la vide, subitamente la corse a ricogliere; e in questo spazio Ipomenès le 'ntravainnanzi; e veggendosi ragiungere, gittò la seconda, e poi la terza...

1.6 [Con un rif. locale che richiama metonimicamente l'attività che in esso si svolge o la condizione che determina:] prendere parte a qsa, dare avvio ad una det. attività. Fras. Entrare al, in, nel campo: prendere parte ad uno scontro armato.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 38.28, pag. 104: E se dotta lo meo parvo savere / a la faccia del tuo nobel valore, / reprendel chi ben dea fanciul temere / intrare in campo con campion forzore.

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 17, pag. 35.29: «Uno cavaliere ee fatto oggi nela corte der ree Marco, il quale v'apella che vuole intrare con voi al canpo per questo trebuto, perchè dicie che nonn è ragione che lo trebuto eglino vi debiano dare...

[3] a Libru di li vitii et di li virtuti, p. 1347/52-a. 1384/88 (sic.), cap. 190, pag. 284.4: illu est comu quillu ki intra in lu campu per combattiri lu diavulu.

[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 492, pag. 456.13: perché vui havé ben vezudo qu'elo intrà in campo contra de mi de tal cossa como de batagia mortal...

1.6.1 Fras. Entrare in, entro, nel monastero / entrare monastero: intraprendere la vita religiosa.

[1] Doc. fior., 1279, pag. 239.24: se la detta Saracina si marita, sì che vengna compimento di legittimo matrimonio, overo intrasse in monesterio, libre L...

[2] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 221.2: e quella siando laldada sí esser verzene, abiando tolto combiado e lla licentia, intrà in monestiero.

[3] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 234, par. 6, vol. 2, pag. 314.27: overo ad alcuna femmena quando se maritasse overo andasse overo fosse gita apo 'l marito overo quando entrassemonesterio...

[4] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 136.1: E rispondendo ella di no, imperò ch' ella era entrata fanciulla di sette anni nel monasterio, e mai uomo non l' avea tocca...

[5] Stat. cass., XIV, pag. 135.3: lu abbate li pote locare voy pon(er)e i(n) maiore locu, che como i(n)tranui(n)tro monastero, si vederay la vita illorum essere tale, che <siani> siani de s(an)c(t)e (con)v(er)sacione.

1.6.2 Fras. Entrare in prigione: diventare prigioniero.

[1] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 77, pag. 334.6: Ancora in Roma fue un altro cane, lo quale cane entroeim pregione con esso suo mastro; poi sì fue gittato quello mastro in canto in Tevare: lo suo cane si gittoe incontanente con esso lui nel'acqua et trasse lo suo segnore fuori del'acqua sano et salvo.

[2] a Doc. ver., 1379 (5), pag. 389.28: zoè ch(e) igi poesso toro a zascauno p(re)xonero p(er) lo p(r)imo dì ch(e) luy intrava i(n) prexo(n) VIJ s. VJ dr. p(er) p(re)xon e lumina(r)ia e po' duy soldi p(er) ogni altro dì...

1.6.3 [Evocando la permanenza prolungata o reiterata in un ambiente destinato a specifiche funzioni:] frequentare un luogo e usufruire dei relativi servizi.

[1] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 579, pag. 580: De octubro recordote porri no mangiare; / oi crudi oi cocti, firmiter dígilli refutare; / e de novembro dicoti in bagno no intrare...

[2] Stat. palerm., 1343, cap. 2, pag. 8.18: Et quandu si intra in la dicta casa, chascunu sia tinutu, reverenti e devotamenti a ginuchuni a la dicta inmagini...

[3] Stat. lucch., XIV pm., pag. 86.29: Del frate che entra in infermaria. Lo frate quando incomincerae ad avere male per tre die, abbia in cammera le cose necessarie overo in del lecto et dal terço die innançi entri in infermaria...

[4] Esercizi cividal., XIV sm., 45, pag. 108.15: Lu mestri gi fas saver e yo chu, la prim'oro chu tu entreras in scuelo, tu vigniras gllevat a chaval di doy pis, e no di quatri.

1.7 [Evidenziando la finalità che sollecita l'ingresso in un ambiente:] comparire in una det. veste o per un det. scopo (esplicitato da un argomento predicativo o da una proposizione subordinata).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 19, vol. 3, pag. 285.5: Conoscenza è, conoscere e sapere divisare dalle virtudi i vizii che hanno colore di virtude; e di ciò ci conviene guardare, però dice Seneca, molte volte lo vizio entra sotto nome di virtude...

[2] Stat. pis., 1321, cap. 129, pag. 329.33: Et iuro, che non anderò ad alcuna parte u botega per panno tagliare, se in prima chiamato [non] sarò. E che non interò pagatore u intercedrò per alcuno per quarta taglia.

[3] Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.), L. I, pag. 501.10: la speranza de Venus non è sempre da fir confessada al pregante. L'amor coverto entra per nome de amistade.

1.7.1 [Dir.] Fras. Entrare (per) mallevadore, piaggio (per, di qno o qsa): farsi garante.

[1] Libro segreto di Giotto, 1308-30 (fior.), [1310], pag. 480.7: perché retificasono la detta conpera e ponesersi a la difensione e faciesero intrare per malevadore messere Tomaso Spiliati de' Mozi e Mozino filiuolo che fue messere Andrea de' Mozi...

[2] Stat. fior., 1334, L. II, cap. 28, pag. 314.2: salvo che i grandi possano entrare mallevadori per altri grandi ne' sodamenti de' grandi solamente; e con licentia de' Consoli, e del consiglio che i Consoli a ciò volessono avere, possano li grandi entrare mallevadori e farsi principali nella corte del Comune di Firenze per ciascuno che vorranno...

[3] Lett. palerm., 1349, pag. 89.4: et alcuni inver Berardu fussiru intrati plegi di assignari la dicta quantitati di frumentu in lu tempu, sicundu si conteni in una nota...

[4] Stat. fior., 1356/57 (Lancia, Ordinamenti), cap. 26, pag. 205.25: essi mallevadori o alcuno di loro non possano essere gravati per maggiore quantitade di quella per la quale mallevadore entroe o entraro come detto è.

1.7.1.1 [Dir.] Fras. Entrare a mallevare.

[1] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 183, pag. 162, col. 1: Eo ve 'l voio paleismentre dir, / bein ve porave mal avegnir, / quando eo te vegno a pregar, / che tu no m'entrasia manlevar.

1.7.1.2 [Dir.] Fras. Entrare in, per ricolta / entrare ricolta (di, per qsa o qno): intervenire a garanzia di qsa o qno. Anche in contesto Fig.

[1] Stat. sen., 1298, dist. 1, cap. 53, pag. 172.12: Et se alcuno de li sottoposti de la decta Arte negarà di non volere entrare e stare ricolta per loro decto [o] facto, li signori possano lui punire a loro volontà, se non mostrasse iusta scusagione di non potere entrare in ricolta.

[2] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 43.237, pag. 162: «Che addemanni a l'omo peccatore / che deia fare per lo suo peccato? / Recolta c'entro e suo pagatore / de tutto quello che t'era obligato...

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 478, vol. 2, pag. 456.10: Et neuno giudice del maleficio del comune di Siena, possa o vero debia alcuno el quale per alcuno entrarà ricolta o vero promettarà, secondo che detto è, ricevere in ricolta o vero promettitore per alcuna persona [[...]] infino a tanto che lo processo nel quale sarà entrato per ricolta sarà tutto compito et diffinito per sententia condannatoria o vero absolutoria...

[4] Stat. sen., 1343 (2), L. 4, pag. 184.7: Et quella cotale ricolta overo ricolte non sieno tenuti se non è per quella somma et quantità per la quale entrarà ricolta et per le obligagioni solamente enfra quello tempo per lo quale diciarà che voglia essare oblighato.

[5] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1372/73] lett. 7, pag. 37.4: sempre m'obligo e obligarò dinanzi da Dio d'intrare in ricolta per voi, d'ogni vostra inequità commessa o che commetteste.

1.7.2 [Dir.] Fras. Entrare per sicurtà di qno.

[1] Stat. moden., 1335, cap. 23, pag. 384.9: alcuno homo, de la nostra compagnia no se debia obligare in alcuna ... carta overo contracto per alcuna persona, ni intrare per segurtae d'alcuno homo, senza expresa licentia di li nostri ministri.

1.8 [Dir.] [Con rif. ad una proprietà:] entrare in qsa: prendere posto con pieni diritti di proprietario o di affittuario. Estens. Violare il territorio altrui.

[1] Doc. prat., 1296-1305, pag. 283.31: Be(n)venuti la chasa chon cierta parte dell' o(r)to, in termine d' uno anno, cioè da kl. novembre a uno a(n)no, salvo ch' elli v' e(n)trò a dì XVJ di settembre, o(n)de n' è carta p(er) mano di ss(er) Guillielmo not. (e) dene dare l' a(n)no lb. IIJ (e) [s. ] XV.

[2] Doc. pist., 1294-1308, pag. 144.10: Introe Buono e Chomucio suo filiuolo da Cerbaiuola, mio chasano, nel podere de' Colli a Fontanella a die xxij d' ogosto nel CCCvij...

[3] Ingiurie lucch., 1330-84, 142 [1355], pag. 46.15: p(er)ò ch(e) io ti tegno p(er) mio inimico e fai gra(n) male a intrare i· nel mio (e) una volta ve n(n)e pentrete.

[4] Doc. cors., 1364, IV, pag. 329.46: ch(e) i(n)fra tre mesi ne degiano andar(e) (con) tucti li soi b(e)ni (e) più no(n) vi degiano i(n)trare, salvo ad volu(n)tat(e) deli signo(r)i abati de Mont(e) (Crist)o cugia e(st) la d(i)c(t)a abadia de Venaco.

[5] a Doc. ver., 1379 (4), pag. 388.32: el dito Zuano romaxo puto piçolo dre' la morto del dito so pare i vostri gastaldi in quel tempo intrè in le dite peçe d(e) t(er)ra e p(er) spacio de tempo è stè tegnue p(er) la vostra gara(n)cia da Vilempenta e fi tegnue d(e) presento...

1.8.1 Trans. Introdurre.

[1] x Doc. fior., 1318-22, pag. 310: s.2 d.8 par. ne furono per costuma al Ducha a d.3 par. il panno e per intrare i panni in Borsella...

1.9 [Integrato da un avv. locativo o intensificatore, rimarcando l'attraversamento di uno spazio, superato l'ingresso:] inoltrarsi in una det. direzione o per una det. distanza.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 13.16, vol. 1, pag. 209: E 'l buon maestro «Prima che più entre, / sappi che se' nel secondo girone», / mi cominciò a dire, «e sarai mentre / che tu verrai ne l'orribil sabbione.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 30.148, vol. 3, pag. 508: Ma poco poi sarà da Dio sofferto / nel santo officio: ch'el sarà detruso / là dove Simon mago è per suo merto, / e farà quel d'Alagna intrar più giuso».

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Paolo, cap. 2, pag. 90.18: e quella fuggendo in una spelunca, avvegnaché quasi nulla veder potesse, perché non era ancora giorno [[...]] Antonio entrò più adentro, ma pianamente e con silenzio, che non fosse sentito; e andando molto adentro, vidde uno lume dalla lunga.

- Fig. [Rif. agli argomenti sviluppati in una trattazione].

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, proemio, pag. 146.5: [In] questa parte entrando in più intima parte di superbia, intende trattare l'Autore di quella parte, e vizio discendente di superbia, per la quale estima, e apprezza meno la smisurata bontà di Dio...

1.9.2 [Spec. in contesti che descrivono contrasti o combattimenti:] locuz. verb. Entrare sotto (a) qno, qsa: accostarsi, avvicinarsi (di soppiatto); assediare.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 220.13, pag. 442: Vergogna sì respuose: «I' non vi dotto. / Se nel castel non fosse se non io, / Non crederei che fosse per voi rotto. / Quando vi piace intrare a· lavorio, / Già per minaccie no· mi 'ntratesotto, / Né vo' né que' che d'amor si fa dio».

[2] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 22, pag. 300.18: intorneavano sì forte lo servo di (Cristo) che tucta la vertù del suo coraggio li tribulavano in del'amore dela femmina, e fortemente l'introno socto e lo sollevono. [29] E elli si riguardó a ssei medesmo, e viddesi molto infermato a ppeccare...

[3] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 11, pag. 277.19: quando vede lo corcorello notare per mare elli sì li entra sotto et fierelo tutto sotto lo ventre di sua saetta, in tale maniera che quello dalfino l'uccide inmantenente.

1.9.2.1 Locuz. verb. Entrare sotto a, in qno: catturare l'attenzione celatamente, convincere.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 169.19: quando l'uditore èe adirato e curiccioso, chi volesse acquistare da llui pace così subitamente per poche et aperte parole dicendo il fatto tutto fuori, certo non la troverebbe [[...]] e perciò dee andare dintorno et entrarli sotto covertamente.

1.9.2.2 Locuz. verb. Entrare sotto qsa (situazione di pericolo): incorrere in, esporsi a.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 10: però disse Cassiodoro: q(uan)do noi prendiamo li beni deli n(ost)ri antichi nimici allora intrai[mo] socto li loro pió gravosi aguati. || Cfr. Albertano, Liber Cons., L. III, cap. 10: «Graviores insidias antiquii adversarii tunc subimus quando eius bona suscipimus».

1.9.2.3 [Rif. all'aspetto della luna all'inizio di un'eclissi:] Entrare sotto a qsa (pianeta): nascondersi dietro a.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 3, pag. 74.12: vide colli occhi (secondo che dice nel secondo Di Cielo e Mondo) la luna, essendo nuova, entrare sotto a Marte dalla parte non lucente, e Marte stare celato tanto che raparve dall'altra parte lucente della luna, ch'era verso occidente. || Cfr. Aristotele, De coelo et mundo II, 10, 29ib, 35: «et erat secundum medietatem intrans sub stellam Martis» cit. in Ageno p. 74.

2 [Con rif. locale rappresentato da una cerchia chiusa di individui:] cominciare a far parte. Anche in contesto fig.

[1] Stat. fior., a. 1284, I, par. 4, pag. 35.8: Ordiniamo che i capitani fermino e eleggano uno dela Compangnia, savio e discreto, il quale amaestri quelli ch' entrano nuovamente nela Compagnia.

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 76, pag. 119.6: e consiglioti per la fede, onde m'hai scongiurato, che incontanente ti facci fedele de le Virtù ed entri di lor compagnia e prometti d'oservare i loro ammonimenti...

[3] Stat. prat., 1295, pag. 450.3: Anche ordiniamo che quello che fosse ricevuto nella Compagnia no(n) sia scripto insin ch' elli no(n) pagasse q(ue)llo che li fosse imposto p(er) entrare alla detta Compagnia.

[5] Stat. tod., 1305 (?), pag. 284.2: El capetulo e facto per quigli che entrano nella nostra f.. Ancho provedemo e ordenamo ke qualunqua persona vole entrare nella nostra f., la quale ène el suo proprio vocabolo la sancta e vera croce, che el nostro pregiore e 'l soppregiore con lo consiglo degli discreti si se poçça excrivere nel quaterno co gl' altri...

[6] Stat. sang., 1334, 30, pag. 99.26: Che chi vuole intrare ne l'arte prima si debbia stantiare, XXXVJ.

[7] Stat. venez., c. 1334, cap. 18, pag. 378.4: Che li çudexi faça asaver a lo gastoldo, de quelli che entra l' arte.

[8] Stat. moden., 1335, cap. 8 rubr., pag. 376.12: De la promisione la quale de' fare quili chi vorani intrare in la compagnia.

[9] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 7, vol. 2, pag. 136.12: constrictu di lassar l'armi et di intrari la togata cavalaria. || Cfr. Val. Max. 7.7.1: «itaque depositis armis coactus est in foro togatam ingredi militiam».

[10] Stat. trent., c. 1340, cap. 1, pag. 14.9: Inprimamentre sì statuim e sì ordenem, s' el fos alchun che volesse intrar in la fradaya de li batuy, inprimamentre el de' confesarse tuti li soy peccay generalmentre.

[11] Stat. palerm., 1343, cap. 4, pag. 12.11: Ancora vitamu ki nullu non presumma di tentari ad alcunu per intrari a quista cumpangna...

[12] Stat. vicent., 1348, pag. 12.12: Et questo se intende quando alcun vol esser mercadante e intra in la frataglia.

[13] Stat. castell., XIV pm., pag. 209.5: Ma quando alcuno vorà emtrare e·lla fraternita de questo modo overo em questo ordine, li ministri deputati et ordenati al recevimento dei cotali l' ofitio, lo stato et la condictione del cotale sollicitamente cerchino...

[14] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 5, pag. 222.16: E se alguno vorà intrare in lo consorcio de la nostra compagnia et in quella el serà recevù...

2.1 Fras. Entrare a, alla, in (una)religione / entrare religione: diventare membro di una comunità religiosa. Estens. Diventare religioso.

[1] a Leggenda Aurea, XIII ex. (pis.), 1, pag. 93.5: Lo cherico si svegló co(n) grande paura, et la vita mutó (et) intró in religio(n)e, et q(ui)ne finì in buone opre la sua vita.

[2] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 2, pag. 7.7: Pensossi di andare in una Religione per robbare i frati, e puoi escirne per potere usare le sue ghiottornie com' era usato. Et introein una Religione di monaci bianchi: e vi stette per più di diece anni...

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, 11.13, vol. 3, pag. 200: intrar in religione / ogni savio il me' pone, / ma piglia in ciò partito / che sia da te seguito, / c' assai è meglio starsi / che poi da ciò ritrarsi.

[4] Paolo Gherardi, Corso luna e sole, XIV po.q. (fior.), pag. 81.39: et choninciare viaggio, e intrarea religione tra lle religiosi, et fare ongnj chosa che pertengha a' religiosi...

[5] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 234, par. 6, vol. 2, pag. 314.29: overo quando el chierco overo religioso dicesse overo cantasse messa overo religione entrasse.

[6] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 1, pag. 40.4: che uno giovane volendo entrarealla Religione, manifestò lo 'ntendimento suo alla madre sua.

[7] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 12, vol. 1, pag. 41.3: ka homu non esti tinutu a Deu intraria religiuni, diiunari in pani et acqua la quaraisima, dunari tuctu lu so per amur di Deu...

[8] Lucidario ver., XIV, III, pag. 180.10: che martirio ni virginità nonn è comandamento né refutare lo segolo e intrarein religione, anci è un conseio che Deo loro à dao.

2.2 Entrare in gloria: accedere alla beatitudine delle anime elette.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 619, pag. 24: Per mi fi avert la porta de l'eternal solé, / Per mi se intra in gloria, dond e' sont canevé...

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 28, pag. 136.12: cusì Andrea e Iacomo e tuti hi cari amixi de messer Yesu Criste son passai e han sustegnuo forte passion e chusì son intraiin gloria del so' vraxo segnor.

- [Relig.] Fras. Entrare nel regno di Dio, del Signore, del cielo / nell'eternale magione.

[3] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 283, pag. 610: Mai quel q'è omecida me fai meraveiar, / com' êl regno de Deu çamai dibia entrar, / se no per una guisa...

[4] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 5.45, vol. 1, pag. 108: Fie figlo degno de l'alto Dio, / però lo 'nsegno ke, Naçario, / entra ê[l] regno del Signor mio...

[5] a Lucidario pis., XIII ex., pag. 87.4: lo Nostro Singnore chiama lo bactismo "nascimento" che disse: «Chi non nascerà due volte non interrà in del regno di cielo»...

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 28, pag. 136.14: "Per molte tribulacion ne fa bexogno passar se nu devemo intrar in quel regno de cel".

- [Relig.] Fras. Entrare a più alta vita / a vita beata / nella vita beata / nell'eternale vita, magione.

[7] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 314, pag. 289: Perzò san Pol recuinta in lo divin sermon / K'el n'á mester intrar in l'eternal mason / Per via de molt angustie, de tribulatïon...

[8] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), Appendice.16, pag. 64: Una voxe alor dal cielo vene / Che Margarita sì la jntixi bene / Ch' ela disia: «O Margarita, / Intra nela eternal vita

[9] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 1, pag. 217.3: Ma se lo ministro morisse infra l'anno o ello intressea più alta vita...

[10] Stat. castell., XIV sm., pag. 157.4: i quali comandamenti ce conviene obs(er)vare si volemo entrarealla vita beata, secondo che se leggie ella (Santa) Scrittura uva dice: «Si voli entrare ella vita beata, s(er)va i coma(n)dam(en)ti».

3 Entrare per qsa: Avere accesso (ad un luogo) attraverso un passaggio. Anche fig.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 432, pag. 541: La bolpe fai asai boqe a la tana o' conversa, / l'un' ampla, l'autra streta, çascuna fai deversa; / e quando lo can caçala e 'l caçaor l'apresa, / per una entra, per l'autra esse, così scampa de presa.

[2] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 6, pag. 565.19: Et lo giro de mieso de sotto era cupo, et intravano per nasscoste vie.

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 16, pag. 332.12: Onde dice Dio nel Vangelio: non quello che entra per la boca lorda e vitupera l'uomo, ma le rei cogitazioni che descendono dal cuore.

[4] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 7, pag. 172.8: E trovamo fuoco ardere sotto terra e uscire fiamba e fumo fore de la terra; e la casione de questo si è che 'l calore del sole entra per lo corpo de la terra, e anco quello de l'altre stelle...

[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. I, cap. 3: Et entra l'amore Dio p(er) li orecchi, p(er) la spirassio(n)e di Dio...

[6] Novellino, XIII u.v. (fior.), 92, pag. 335.3: Poco stante, vidde entrare uno topo per la finestrella, che traeva all'odore.

[7] a Lucidario pis., XIII ex., pag. 56.33: Sì come lo raio del sole entra per la finestra del vetro dentro da la glesia...

[8] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 38, pag. 46.26: I forami là onde elle entrano, ed escono, sieno stretti, e piccioli, e sieno tutti volti al meriggio.

- [Con rif. locale rappresentato da una determinazione temporale].

[9] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 1, pag. 12.22: così per lo mese di gennaro s'entra nell'anno, come dice santo Isidoro nell'ottavo libro dell'etimologie.

3.1 [Rimarcando il contrasto tra il soggetto in movimento e le dimensioni ridotte del passaggio].

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 22.1, pag. 291: Or come pote sì gran donna entrare / per gli ochi mei che sì piccioli sone?

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 3, pag. 36.3: E anco: «Più legiero è chamello intrare per cruna d'agho, nel Regnio del Cielo intrare lo riccho».

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 38, pag. 47.4: E abbi due, o tre forami stretti per ciascuna arnia; sicchè non vi possano entrare più grossi corpi che quegli dell'api.

3.2 Infilarsi, introdursi, trovare un passaggio.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 323, pag. 573: plui sotilment qe l'olio entra êl sen de l'omo; / quand ela l'à piiado dal pe entro al som[o]...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 12, pag. 299.8: se le schiere sono istrette, quelli che vi saranno non si potranno muovere ned atarsi, e s'elle sono larghe, ei nemici entraranno leggiermente fra loro, e sconfiggerannoli.

[3] Detto d'Amore, XIII u.q. (fior.), 281, pag. 501: Ben ci à egli un camino / Più corto, né 'l camino, / Perciò ch'i' nonn ò entrata / Ched i' per quell'entrata / Potesse entrar un passo.

[4] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 37, pag. 139.2: E sappiate che il cuculo non canta di state, poi che le cicale cominciano loro canto, che lo odiano molto, chè quando le cicale l'odono cantare, incontanente vanno ov'egli è, ed entrangli sotto l'ali, e non ha podere di levarlesi da dosso...

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 45, pag. 65.27: Questo che fa lo serpente vecchio, di rinovarsi digiunando molto et che entra per lo pertuso de la pietra e quive lassa la pelle vecchia...

[6] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 77.8, pag. 195: Ché potrebb'anzi di Genova 'l molo / cader, ch'un becco vi desse de bisto: / chéd e' l'ha sì borrato 'l malacquisto, / che già non li entrerà freddo per polo.

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 12, pag. 123.8: Uno bosco v'aveva sì spesso che 'l sole non vi poteva entrare; tanto erano li rami spessi.

[8] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 405.27: E per cotali detti s'accese l'animo de' giovani, e già più e più entra il sobuglio per la gente.

[9] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 261.35: la corteccia velocemente indurata, non lascia il fuoco alle parti interiori entrare ovvero passare...

[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 123, pag. 251.25: le quale àne b(e)n p(er) accasune chiovo voi d(e) leno voi l'alcuna cosa int(ra)nte i(n)t(ra) l'ong(n)a et la ca(r)ne, çoè i(n)t(ra) lo vivo et lo mo(r)to d(e) l'ung(n)e...

- Entrare bene, male.

[11] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 558, pag. 582: No atenda om al vino q'entro 'l vero è lucent: / ben entra, m'anz q'el n'esca, morde como serpent...

[12] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.8.14, pag. 173: Di laido taglia, e torto e schiembo / colui che dice dil suo duol del ventre: / - Se più glieti contraste, mal si entre!

[13] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 80, pag. 201.2: fronde de liva et voi de livastro virde co l'assung(n)a vecchia peste b(e)n et posto sop(ra) lu loco infi(r)mo et chavalchese uno poco, ch(e) la força dellu medecam(en)to ne entre b(e)n...

3.3 [Rif. ad uno spazio pieno e denso, frequentemente parlando di oggetti taglienti e appuntiti:] penetrare. Anche fig.

[1] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 180.20: e per quela sperança madona Venus, çoè l'amore, entrà per le mei ose, e la sperança se n'è andaa, mai empermordeçò lo fogo de l'amore no desomente.

[2] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 195, pag. 125: Lassate trista me lamentare; / Ka lli so matre, deiolo fare, / Et sinça lui non poço stare! / Con ke cte veio, Filiu et Seniore, / Unu coltellu m'entra lu core...

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 4, cap. 12, pag. 147.17: sì cadde sopra l'arcione de la sella dell'avorio, e tagliò l'arcione e nel buono destriere entrò infino all'enterallie.

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 73, pag. 356.17: non può fare datteri la femina s'ella non è a llato al maschio, che viene il vento, e pur per l'orezzo suo la fa fruttificare. Onde è mistieri che in alcun modo de' rami del maschio entrino in quelli de la femina.

[5] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 169.8: ch'el vapor sech siant levà su e siant inflamà dal calor de l'aier, quand el entra in me' la nuvolia aquosa, viazament s'amorza, e ilora s'inzenera lo strepit e 'l sonor del thron...

[6] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 8, pag. 500.11: Quelli incontanente ricevette l'usata fiamma, e 'l conosciuto calore entrò nelle medolla e discorre per le riscaldate ossa.

[7] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 38, pag. 46.19: Le migliori arnie sono di bucce e scorze di arbori, perocchè nè 'l freddo v'entra, nè 'l caldo.

[8] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 230, pag. 17: Zaschuna spina intrava fin a l'oso, / lo sangue li chopria el dolze viso / e tuto li chorea zo per a doso.

[9] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 313.1: tutto quello dinanzi, cioè il caperozzolo, gli si convenne tagliare, e non sentì pena niuna, però che la carne era tutta morta, e la malattia era entrata più aentro...

- [Rif. all'atto sessuale:] entrare a qno.

[10] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 9, cap. 77, vol. 3, pag. 125.20: Il verro quando è d'otto mesi comincia ad entrare alla troja, e ciò puote infino alli quattro anni fare, da indi innanzi la sua virtù torna addietro, infinattanto che perde la possibilità del coito...

[11] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), 1 Par 7, vol. 4, pag. 48.11: Ed entrò alla donna sua; la quale concepì e partorì uno figliuolo, e puosegli nome Beria, però ch'era nato nei mali della sua casa.

3.3.1 Entrare in qsa (argomento intelleggibile): penetrare con la mente, comprendere, intendere.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 82, pag. 401.9: Onde chi vuole pensare de la Passione di Cristo, questo è l'uno modo di poterci entrare, così ci dee l'uomo entrare: credete che 'l pensare la Passione di Cristo sia pur de' tormenti ch'ebbe secondo la carne?

[2] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 13, pag. 57.5: questo mio volgare fu introduttore di me nella via di scienza, che è ultima perfezione [nostra], in quanto con esso io entrai nello latino e con esso mi fu mostrato: lo quale latino poi mi fu via a più inanzi andare.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 12, pag. 118.2: E avegna che duro mi fosse nella prima entrare nella loro sentenza, finalmente v'entrai tanto entro, quanto l'arte di gramatica ch'io avea e un poco di mio ingegno potea fare...

- [Seguito da una proposizione dichiarativa].

[4] Jacopo Alighieri, Inf., 1322 (fior.), cap. 1, pag. 49.17: però il loro effetto così qui è da intrare che, secondo quello che visibilmente appare, la presente umana età più della cupidità dell'avarizia che d'altra impressione aver mostra... || L'ed. Bellomo ha «qui è da interpretare che»: cfr. Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 1, pag. 94.11.

4 [Rif. ad un luogo di piccole dimensioni:] trovar posto; essere contenuto, riuscire a stare.

[1] Doc. sen., 1277-82, pag. 418.25: Ancho XXVII sol. et IIII den. nel dì i quali demo in pano sagiaganese per fare una bonetta et per facitura et nel choiame che v' etrò la quale portò Piombo.

[2] Doc. venez., 1288, pag. 18.24: de'-li render tanto argento de grosso lavorato quante marche eli li dè abiando cum duta questa fatura solid(os) X et dnr. IIIJ de gross. et se plu arçento intrasse in la pala, de'-li dare chotale arçento como è dito de sovra...

[3] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 31 parr. 8-17.34, pag. 129: Chi no la piange, quando ne ragiona, / core ha di pietra sì malvagio e vile, / ch' entrar no i puote spirito benegno.

[4] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 36, pag. 411.22: Ove Agustino dice: «Se l'amore del mondo abita in te, non à dove entri già l'amore de Dio».

[5] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 52.14, pag. 844: à le ponture sue sì eismesurate / no·lle sostene alcuna armadura, / né altra cosa c'a l[o] mondo sia, / se non sola la santa caritate, / ke fa da Deo a l'omo tal iontura, / entrare non ce pòne cosa ria.

[6] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, 6, mott. 50.43, vol. 2, pag. 302: passi con quel che trova, / ché sì gran cosa e nova / non enterria / in ogni stia / e non faria contenti / gli altri così come' buoni et saccienti.

[7] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 344.18: Qui fa comperazione della grandezza di questi fori, a quella che sono in certi batezzatorj [[...]] e sono stretti di tale ampiezza, che un garzone v'entra; e alcuna volta entratovi, non è potuto uscire...

[8] Doc. perug., 1346, pag. 23.14: se dèggano fare cinque archora, cioè ei tre archora de mezzo ciaschuno de iij pieie, cioè el voitamento da l'una pilastra a l'altra: gl'altre doie archora pieciogle sieno de quella grandezza che c'entreronno per adimpire el numaro dei dicte ccxxiiij pieie...

4.1 [Misurando le dimensioni di qsa].

[1] a Jacopo da Firenze, Tract. algorismi, 1307 (fior.), cap. V, pag. 24.15: Et, simigliantemente, recha a braccia quadre la pietra. E multiplicha la lungheçça della pietra contra l'ampieçça, cioè 1/2 via 1/4, fae 1/8. E diremo che in ogni braccio quadro entrano 8 pietre.

[2] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 63, pag. 59.15: Firenze gira intorno intorno sette mjgla e la Cjttà di Chastello gira dua mjgla, adomando quante volte Cjttà di Chastello enterrà in Firenze.

4.1.1 [Nella valutazione delle quantità merceologiche o nelle stime monetarie funzionali ad un cambio].

[1] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 116.34: gli sterlini non vi si vendono nè vi si veggiono, ma ispendonvisi torneselli piccioli che sono di lega d'once 2 1/2 d'argento fine per libbra, ed entrane per libbra soldi 33, denari 4 a conto, e ogni denari 4 de' detti tornesi piccioli si contano per 1 sterlino...

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 180.1: Olio si vende in Napoli a staio, ed entrane in una botte di mena di Napoli staia 51, e la botte paga il comperatore...

4.2 [Con rif. locale rappresentato da un indumento:] infilarsi in un vestito, indossarlo.

[1] a Lucidario pis., XIII ex., pag. 70.29: Anti lo corucciano molto, che elli lordano la Santa Ecclesia quando elli entra in del santo vestimento et prende lo santo vascello che est sacrato per fare lo serviscio del Nostro Singnore.

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 37, pag. 197.8: avegna ch'egli 'l vorrebbe bene netto e lavato ogne volta che si mette o entrasse ne' panni, ma ben basta quello.

- Fras. Entrare entro una cappa: prendere gli ordini religiosi, farsi frate.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 127.83, pag. 501: ché, perché è l'omo renduo / e servir De' à prometuo, / e intr'unna capa è intrao, / e sì è in aoto acercenao...

4.3 [Con sogg. rappresentato da un astratto di natura razionale o sentimentale:] entrare (a, in) qno (pron. pers.): colmarne l'intelletto o la sensibilità.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 18d.14, pag. 259: ca d'onne parte amoro[so] pensieri / intrat'è in meve com'agua in ispugna.

[2] Ugo di Massa da Siena (ed. Panvini), XIII sm. (tosc.), 1.6, pag. 369: e d'ogne parte amor più divisato / intrao me, ca non fo lo colore: / chè lo spirito meo, quando lo fiato, / eo sento ben che va piangendo amore.

[3] Poes. an. bergam., XIII ex., 22, pag. 67: ké per la vosta humilitad / in vo' intrà la claritad / e la virtud de la Ternitad / sanza demor.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 8, pag. 38.9: Ma quî chi demenan la soa vita in luxurie e spendan tuto 'l so' tenpo in le delitie e piaxer carnal de gola e de ventre e çò che ven aposo, portan gli corpi incercho con lagno e pin de lassitae [[...]] e la greve vegieçça gh'intra innance tempo...

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 207, pag. 533.12: gli era intrato una malinconia che quasi non mangiava.

- [Detto della paura].

[6] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 24, pag. 180.13: Per la visione del quale gli entrò tanta paura, che tutta la virtude naturale parve che gli venisse meno in tanto, che per più dì non si potè levare di letto.

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 7, pag. 223.22: Di che sì fatta paura m'entrò, che io del tutto mi disposi a non voler più la dimestichezza di lui...

[8] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 24, pag. 195.2: Per la quar visium li entà tanta paura che tuta la vertue naturar parse che li mancase intanto, che per pusoi dì non se poé levar de leto.

4.3.1 Entrare all'anima, nell'animo, nel cuore, nell'intelletto, in mente, nella mente, nel petto / entrare l'animo, il petto (a, di qno).

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 113, pag. 183: Or fa un anno, vìtama, che 'ntrata mi se' ['n] mente.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 167.12: Insinuatio è un detto il quale, con infingimento parlando dintorno, covertamente entra nell'animo dell'uditore.

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 3, pag. 186.16: Et imperciò, imprima veggiamo, che cosa sia l'amore, e com' egli entra ne la mente degli uomini...

[4] Palamedés pis., c. 1300, pt. 1, cap. 3, pag. 5.15: ella semblava ben gentile femina ed era bella oltra misura; e entròli in cuore ciò che mai no lli era intrato se no pogo, cioè pietade e cortesia.

[5] Esp. Pseudo-Egidio, XIV pi.di. (tosc.), pag. 197.29: Poi è l'imagine della detta cosa, la quale imagine entraa l'anima per la potenza visiva e prende dimoranza in quella parte dell'anima dove sta memoria...

[6] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), Proemio, pag. 18.1: io non mi vergognerò d'aprirvi con qual forza nel tenebroso intelletto m'entrasse la verità contro la quale io puerilmente errando avea l'armi prese.

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 13, vol. 2, pag. 177.16: Eciandeu quistu pensamentu intraulu pectu di Platuni, lu quali cumandau que li fachituri di lu sacratu altari...

[8] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 13, pag. 121.21: O porto di vita, o di luce riposo, e della notte compagno, il quale parimente vieni grazioso agli eccelsi re e agli umili servi, entra nel tristo petto, e piacevole alquanto le mie forze ricrea.

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 160.2: In questo tiempo orribile paura entrao l'animi delli latroni, micidiari, malefattori, adulteratori e de onne perzona de mala fama.

4.3.2 Entrare in, addosso a qno: impossessarsi del corpo; trasformarsi in, incarnarsi.

[1] a Lucidario pis., XIII ex., pag. 92.27: et cusì simiglantemente non puono avere podestade de li homini se Dio non liela lassa. [[...]] Come non puono fare male, che molte fiate entrano in dei corpi delli omini et tal fiata li ucideno?

[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 16, pag. 162.2: E avendo lo antico nemico invidia della sua virtù, sforzossi con la malizia usata di cacciarlo di quella spelonca; ed entrò in uno serpente e cominciò ad abitare e stare in quella spelonca...

[3] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 28, pag. 134.24: Né pur unna passara porrave l'omo prender né ulcir, né 'l demonnio porrave noxer né intrar in un porcho sençça la volontae del bon Yesu Criste.

[4] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), Dubbia 2, pag. 514.5: bene parve che 'l demonio entrase adosso a questi frati c'hano levato e levarono e sucitorono sì grande iscandolo, ma e' tornò pure sopra il capo loro.

[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 26, pag. 196.22: e poa incontenente lo demonio li entrà adoso e tormentavelo e çitàlo a terra a li pei de Menam.

4.3.3 [Detto della febbre:] entrare a, addosso a qno: sopravvenire e manifestarsi.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di s. Maria Egiziaca, cap. 3, pag. 209.15: a Zozima entrò una febbricella, e rimase nel munistero.

[2] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 4, cap. 43, pag. 297.22: E che così fosse mostrossi per lo fine; chè da indi a dieci dì entrandogli la febre adosso, passò di questa vita.

[3] a Libro Drittafede, 1337-61 (fior.), pag. 189.31: Nella prima folglia uno: «+ Remedio ispirito», e questa gli dà alla seconda volta, quando ella gli entra la febre...

5 [Accordato con sostantivi indicanti divisioni temporali, spec. in strutture sintattiche subordinate:] lo stesso che iniziare.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 623, pag. 24: Il di d'ann novo intro con grand confortamento...

[2] Doc. venez., 1299, pag. 21.20: qual ello dè per mi a Çani Sovranço, die XVIIJ intrando março.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.145, pag. 89: passata esta cosa, ed entra la notte: / le pulce so scorte a dar lor beccata.

[4] Doc. venez., 1314 (5), pag. 104.11: fisi lo prego ali anni MCCCXIIJ e· lo mese de febrer dies IIIJ intrando e chosì l' à notà lo predito pre Nicolò noder...

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 16.1752, pag. 234: E lascerete l'ossa con le polpe / Entrando l'anno con lo tristo mese.

[6] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 8, pag. 31.5: Et intrandu lu misi di mayu, et lu duca Robertu, so frati, Duca di Pugla, sì vinni a Rigiu cum grandi exercitu per terra...

[7] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 841, pag. 191: Poi venne la Natale, intrò l'anno jubileo...

[8] Paolo dell'Abbaco, Regoluzze, a. 1374 (fior.), 52, pag. 35.23: Questo tondo insengnia chi volesse apparare in che dì enterranno i chalendi...

[9] Senisio, Caternu, 1371-81 (sic.), vol. 1, pag. 117.16: Lu linu di lu annu di la xiij.a ind. intranti lu annu di la xiiij.a ind. sarchini xxij 1/2, lu quali ammazau Simuni di Carnilivari...

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 9, pag. 114.12: lo frito se acquietava e ll' acque gilate yà erano tutte squaglyate, venendo la primavera et intrando lo mese de marzo, che lo sole facea lo suo curso inde lo signo in Pesce.

- [Nelle date, nella forma participiale accordata con i nomi dei mesi, ricalcando formule latine:] iniziando la prima metà (del mese di riferimento). || La formula stereotipa appare talora adattata alla sintassi italoromanza conferendo al participio valore aggettivale, cfr. gli ess. in [17] e [19].

[11] Doc. fior., 1211, pag. 24.14: ke (n)ne ebe Ricovero ko(m)pa(n)gnio Pieri Rossi da Sa(n) Fire(n)zo le sei lib. (e) Buonacfede Varliani li cie(n)to s. (e) -l Tessta di Kodarimessa le quattro lib. due dì i(n)tra(n)te agossto p(er) noi...

[12] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 43.5: Ordenao fo questo a octavo dì entrante octubrio, per indition quatordex.

[13] Doc. pist., 1240-50, framm. 6, pag. 65.14: Debo dare a Tebaldino da Prato lib. xvij e s. xiij m(eno) ii dr. p(er) ce(n)tinaia xiiij e l. xxviij di guado, che gostò lo ce[n]tinaio s. xxiiii e dr. vj dì i(n)tra[n]te febraio.

[14] Lett. sen., 1253 (2), pag. 204.17: gio[n]sivi giovidì due die entra[n]te ottob(re) con una grande quantitae di cavaieri dela valle di Spuleto (e) dele contrade di lagiuso...

[15] Doc. imol., 1260, pag. 683.15: Mateo d'Alberto Brocardi ne deono dare s. XXIJ bon.: prestamogli a dì IIII intrante febraio, avene ko. per mano de Trasmondo de Sedoni, tra IIII mese.

[16] Doc. fior., 1279, pag. 243.5: anno Domini MCCLXXVIIJ, del mese di febraio XVIIJ dì intrante, indittione settima...

[17] Doc. sen., 1277-82, pag. 112.28: L' avuta di lunedì vinti et sei dì di gugnio infino a lunedì tre di 'ntrate luglio.

[18] Lett. mant., 1282-83 (?), 1, pag. 13.35: Se vu avì altre novelle mandemele per vostre letre de tuto quelo che par a vu che abia a far. Data die XIII int(rante) octobre in Bologna.

[19] Lett. bologn., XIII u.v. (?), pag. 18.24: Fata XI dì a intrante dessenbre.

[20] Doc. venez., 1302, pag. 34.23: Ano domini MCCCIJ dì IIIJ intranto avril.

[21] a Lett. rag., 1292/1305, pag. 82.28: Dat(a) die IIIJ i(n)tra(n)te çullo.

- [Definendo il momento iniziale di una fase computata in giorni].

[22] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. 17, pag. 13.19: Anco sia tenuto el dicto Consolo e Conselglio di chiamare infra el dicto tempo octo dì intrante el loro officio, quactro buoni huomini e leali...

5.1 [Assol. o integrato da un argomento indicante il ruolo, la funzione o la sede in cui si esercita:] dare inizio ad un incarico ufficiale, cominciare ad esercitarne le funzioni.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 7 (25), pag. 236.12: amisi che nova m(en)te èi electo a cutale officio i(n) lo n(ost)ro (Com)muno [[...]] i(n) questo te(m)po ch'è fina al die che tu di i(n)trare, i(n) tale modo te studia che neguno d(e)fecto se trove i(n) te...

[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 42, pag. 42.1: «La podestà nuova nonn- è per ciò migliore che la vecchia, perché ne sia la vecchia rimossa e la nuova entri in suo luogo»...

[3] Stat. sen., 1280-97, par. 139, pag. 40.25: statuimo et ordiniamo che 'l signore ch' entrarràe in calende giennaio anni MCCLXXXXV, che sia tenuto e debbia fare pagare el debito che 'l Comune di Montagutolo àne con Memmo Viviani...

[4] Doc. volt., 1329, 12, pag. 29.8: E ancho dicho che ' Dodici ch'enteranno in kl. giungno abiano pieno albitrio di provedere di fare carità a' poveri di quello del Comune...

[5] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 226.1: meser Ugolino d' Agobbio el quale era stato abate de sancto Pietro de Peroscia entrò pe ovescovo ell' ovescovado de Peroscia, e non era ancora consagrato.

[6] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 227.8: Meserre Ataviano del Buonforte da Volterna podestà per VIIJ mese et XXIJ dì; intrò ello reggiemento a dì VIIIJ de ottovere...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 16, vol. 2, pag. 186.30: quisti, [li citadini,] l'adunaru lu consulatu intrandu issu a li XXIIJ anni.

[8] Stat. cass., XIV, pag. 115.13: La cocina de lu abbate et de ly hospiti sia p(er) sé, che i(n) certe hore sup(er)venendi li hospiti, li no(n) mancany may i(n)nellu monasteru, no(n) siany i(n)q(ui)etati ly fratri. Ne le quale cocina i(n)tranu dui fratri ad a(n)nu, li quali faczanu bene quissu officiu...

5.1.1 [Dir.] Fras. Entrare allo, nello, in un ufficio / entrare l'ufficio.

[1] Stat. fior., 1294, pag. 657.22: li detti capitani che fiero per tenporali infra otto dì intrandonel loro officio siano tenuti e debiano fare raunare il loro consillio...

[2] Stat. prat., 1295, pag. 446.29: debbia avere IJ consillieri e uno camarlingo e debbiano entrareall'uficio lo dì di pasqua Pentecoste.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 5, pag. 24.22: cussì sono certi homini meschini che intranoin certi offitii ecclesiastichi e mondani propriamente per involare e per rapire quelle cose che llo conduceno in periculo da morte...

[4] Stat. pis., 1321, cap. 45, pag. 226.14: Et che, infra octo die possa che lo officio del mio consulato interrò, l'assessore mio iudice, et lo notaio, e i messi, ai Brevi di loro, sensa fraude, iurare faroe.

[5] Stat. assis., 1329, cap. 11, pag. 175.5: Le quale cose facte, el priore chiame gl'eliecte quando melglo gle parrà, ma, enante che entrino en offitio e empona 'ro l'offitia sopradicte, comandando 'ro che l'offitia a loro emposte devotamente le recevano...

5.1.2 [Dir.] Fras. Entrare in signoria.

[1] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 46 rubr., pag. 285.1: Como la podestà o altro segnor dé dire e arengare quando entra en segnoria, loldando l'altra podestà.

[2] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 322.3: incominciare a fare mercatanzia o compagnia con altri, entrare in mare, entrare in signoria, radersi la prima barba, andare cercando la buona mancia nelle calendi, il primo dì dell' anno nuovo...

[3] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 150.25: e poi volsero ch'e' Dodici entrasero in signoria, e chominciorono a regiare e' Dodici, a dì primo di maggio 1355, e poi se n'andò lo 'nperadore nella Magnia.

5.2 Entrare a, in qsa (nome indicante attività): intraprendere qsa o cominciare ad esserne partecipe.

[1] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.47, pag. 195: «Se vai, meo sire, e fai dimoranza, / ve' ch'io m'arendo e faccio altra vita, / già mai non entro in gioco, né in danza, / ma sto rinchiusa più che romita».

[2] Ser Beroardo, XIII sm. (fior.), 5, pag. 249: Ch'entrato è nel vïag[g]io / sengnor che mena e dà tal libertate, / ch'e' conver[r]à che pur li facc[i]a omag[g]io / colluï ä cui presgio tanto date.

[3] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 153, pag. 271.12: siemo venuti nela piue alta aventura che ssia al mondo, sì com'ee di trovare in questo diserto tutti li cavalieri erranti e sì come d'intrare inn aventura per diliverare il più alto ree che ssia al mondo, sì com'ee delo ree Arturi».

[4] Dante, Convivio, 1304-7, III, canz. 2.15, pag. 145: Dunque, se le mie rime avran difetto / ch'entreran nella loda di costei, / di ciò si biasmi il debole intelletto / e 'l parlar nostro, che non ha valore / di ritrar tutto ciò che dice Amore.

[5] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), III, 16.1, pag. 348: Fugi de intrar(e) im playtu, sifa de aver(e) q(u)estion(e), / ma si nce puru i(n)cappi agi provision(e)...

[6] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 27, vol. 1, pag. 283.14: Con lui entra a consiglio, e comanda Giustizio; e che per tutta la città alcuno non intendesse ad alcuna propria bisogna. || Cfr. Liv. 3,4,27: «Cum magistro equitum in contionem venit, iustitium edicit».

[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 34, pag. 235.21: Secondo fu mirabile filosofo ed entrò allo studio molto fanciullo e molto di lungi a suo paese.

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 4, cap. 31, vol. 1, pag. 517.19: Ma sentendosi di piccola possanza, entrarono in trattato col conte di Lando, che dovesse conducere la compagna ne· Regno.

[9] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 26, pag. 59.15: Udendo li due valentri uomeni questo, cominciano ad entrare nelle risa per sì fatta forma, che quasi rispondere non poteano...

- [Rif. all'attività del pensiero o della parola].

[10] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 75, pag. 117.21: onde ti dico certamente che non ci vorrei esser venuto, in tanti duri pensieri sono intrato.

[11] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 16, pag. 366.5: A perfettamente intrare per lo trattato è prima da vedere due cose...

[12] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), I, 10.2, pag. 150: Sifa de aver(e) i(n)tensa c[o] omo parlicteru / et co lluy i(n) parlame(n)tu no i(n)trar(e) volinteru...

[13] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 131-40, pag. 59.25: addivenne che io con uno al quale tu fosti già e vicino e parente, di cui esprimere il nome or non bisogna, in ragionare di varie cose entrai.

[14] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 6, cap. 7, vol. 1, pag. 723.1: Messer Francesco entrando in altra materia disse a messer Giovanni: «Signor mio, io vi priego che vi piaccia di darmi licenzia, ch'io possa prendere altro mio vantaggio...

[15] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 61, vol. 2, pag. 374.29: E cciò avendo li usciti, se ne ristrinsono con Farinata delli Uberti, il quale co· lloro entrò i· ragionamento con due cittadini di quello uficio della guerra i quali erano nel campo...

[16] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 73, pag. 684.9: cominciarono ad entrare in pensiero come l'uno e l'altro potessono a salvamento conducere in Pisa per li stretti passi di Valdipesa...

[17] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 4, pag. 45.27: Per che, fattolesi più presso, con lei entrò in parole e tanto andò d'una in altra, che egli si fu accordato con lei e seco nella sua cella ne la menò, che niuna persona se n'accorse.

[18] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 21, pag. 495.12: ne la seconda finge come Stazio, risalutato da Virgilio, intrò in parlamento con Virgilio, quive: Poi cominciò...

5.2.1 [Con connotazione incoativa:] fras. Entrare alla, in, nella battaglia / la battaglia / entrare in guerra.

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 102.18: pusese in mitade de la carroça e intraone la vactalgia e vide quasi iacere morto lo patre in terra...

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 818, pag. 48: Per nu intró in la grande guera, / Per sostenire sede e fame...

[3] Stat. fior., a. 1284, I, par. 14, pag. 36.28: Che niuno entri in battagla di pugne.

[4] Lett. pist., 1320-22, 18, pag. 70.4: però li quali troppo si poterebono lamentare di te, ché per te sono inntratti in guerra, e tuo li lasciassi in questo punto e venissine...

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 11, pag. 203.11: et li Latini, irati di zo, da capu intraru a la baptagla et duramenti fu cumbaptutu da intrambu li parti.

[6] Tristano Veneto, XIV, cap. 175, pag. 163.24: «Ora lo campo çià de questa bataya ve sè aparyquiado, et intro de vui non averé çià algun demoramento de intrar in la bataya».

[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 14, pag. 145.9: con multa compagna de cavalieri venne da la citate de Troya et intrando foriosamente la vattaglya li Grieci erano forte oppressati, e la vattaglya fo refrescata.

5.2.2 [Seguito da una proposizione infinitiva].

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 308, pag. 536: Or m' aì [Domno]deu qe sempre viv' e regna, / poi son entrà pugnar con la çente malegna.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 196.10: et infingerti di non difendere quello che pensano che tu voglie difendere, e così, poi che ll'uditore fie più allenito, entrare in difendere a poco a poco...

[3] Fiore di rett., red. alfa, a. 1292 (fior.>bologn.), cap. 72, pag. 119.21: Dé, colui che vol consigliare, intrare a consigliare su le cose per questa via...

[4] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 259, pag. 127: En terra d'Egictu, Filiu meo bellu, / Fete foire sì poverellu! / Poi ké crisscisti, que 'ntrasti ad fare? / La Iudea gente ad predecare, / Et firmi et ceci erresanare, / Anke li morti resuscitare. / Entrasti ad fare sì grande onore; / Or è voltatu en gran desonore...

[5] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 479, pag. 27: Apres quel sì la apicà / E per le braçe e per le man, / Possa la entrò a ferir / K' ell' è paura pur a dir: / Tanfino ge de' de le bote / Per le rene e per le coste / E per le spale e per le ganbe / Ch' ella plovea vivo sangue.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 16, vol. 2, pag. 190.5: con zò sia cosa que issa avissi purtatu so filyu Eraclea da lu iocu olimpiatu, lu quali era intratu a cumbatiri.

[7] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 15, pag. 70.19: Et ordinata la battagla di li soy cum grandi prudentia, intrau a combattiri cum loru inimichi.

[8] Stat. cass., XIV, pag. 81.29: Et quisto v(er)su dicta tre fiate (et) r(e)sponse de tutti, et pilgiata la b(e)n(e)diccione i(n)tra (et) fare l'officio suoi...

5.3 [Parlando di una spesa, di un impegno gravoso o di un dovere:] entrare in qsa: averne parte e farsene carico, assumersene la responsabilità.

[1] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 26.13, pag. 385: Egli ha tanti pensier, che non ha fondo, / del gran legame dov'entrar si sente; / e non può dir: - A questo mi nascondo.

[2] Giovanni Villani (ed. Moutier) a. 1348 (fior.), L. 9, cap. 23, vol. 4, pag. 24.21: onde la magione dello spedale si credette essere ricca, e per lo grande debito in che entrò per riscattarle, venne in male stato.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, 2, pag. 39.24: «Deh! amico mio, perchè vuoi tu entrare in questa fatica e così grande spesa come a te sarà d'andare di qui a Roma?

5.4 [Con connotazione incoativa, evidenziando la fase d'inizio di un mutamento:] entrare in qsa (condizione astratta, spec. psicologica, di marca positiva o negativa): passare, per lo più involontariamente, ad un nuovo stato.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 280, pag. 610: tal entra en la folìa qe no se'n sa guardar, / c'unca no ie serà a dir ni a pensar.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.143, pag. 230: che fra dormentare / mi fa levare / e intrare / in sì gran foco / ca per poco / non m'aucido / de lo strido / ch'io ne gitto...

[3] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 3.22, pag. 102: Se madonna savesse lo martore / e li tormenti là 'v'eo sono intrato, / ben credo che mi daria lo suo amore...

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 1, pag. 176.20: Et in un altro luogo disse: entri in dottrina il cuor tuo; e gli orecchi tuoi ad le parole de la scienzia.

[5] Guittone, Rime (ed. Contini), a. 1294 (tosc.), Canz. 4.15, pag. 206: Oh lasso, or quale dia / fu mai tanto crudel dannaggio audito? / Deo, com'hailo sofrito, / deritto pèra e torto entri 'n altezza?

[6] Compagnetto da Prato (ed. Contini), XIII (tosc.), 2, pag. 165: Per lo marito c'ho rio, / l'amor m'è 'ntrato in corag[g]io; / sollazzo e gran bene ag[g]'io, / per lo mal che co· llui ag[g]io...

[7] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 34.67, pag. 123: faticase el suo veio ed entra en gran ruina...

[8] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), Framm., pag. 123.5: incominciò a dire come era intrato in penetenza per lo suo frate e per quale cagione...

[9] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 71, pag. 102.5: ma azò ke lli citadini temando li perigoli se varda d'entrar en sedicion contra lo recthor.

[10] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 18.31, vol. 2, pag. 298: così l'animo preso entra in disire, / ch'è moto spiritale, e mai non posa / fin che la cosa amata il fa gioire.

[11] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 3, 121-130, pag. 84, col. 1.2: li quai per quelle entrano in errore, credendo in quelle essere felicità...

[12] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 7.8: permisi et volzi ki killu homu nobili et piatusu incurrissi tanti fortuni et intrassi in tanti travagli in quanti intrau.

[13] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 57, pag. 631.8: Assai è tra' miseri miserabile colui che può uscire d'angoscia e entrare in festa, se in quella pur miseramente dimora.

[14] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 15, pag. 156.13: E non tornando l'orso all'ora usata cominciò Florenzio ad entrare in sospetto...

[15] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 7, pag. 32.12: ché no pur quî chi son çà da 'sto mal fogo presi dan favor al mal, ma etiande' quî chi no son anchor intrai in 'sto vitio...

[16] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 2, par. 7, pag. 136.4: rubare, tradire, inghannare, falsa testimonanza portare, difamare, entrare in resia, e lli altri ma· fatti conmettere e crimine e contenzioni...

- Entrare di male in peggio.

[17] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 279, pag. 308.11: In dritto di me vi dico io, bel sire, ch'io non voglio intrare di male in peggio, ché femina ch'à tanto dolore e tanta ira e tanta pesanza com'io ò, elli le cale molto pocho d'amore o di gioia.

- Entrare in, nella tentazione.

[18] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1274, pag. 55: «Vu no dormí, ma sí vegiá! / Stahí tuti in oratione / Ke non intré in temptatione

[19] Passione genovese, c. 1353, pag. 31.14: «Se voy non poey veglar per my, allo mem veglay per voy, azò che voy non intrey in temptatiom rea, ché lo demonio sì è monto sollicito de mesihar l' animo delle persone...

[20] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 35, pag. 227.3: E non ci permettere entrare nella tentazione; ma liberaci dal male.

5.4.1 Fras. Entrare in amore a qno: diventare oggetto di amore (da parte di qno).

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 8 rubr., pag. 21.8: Uno Genovese sparuto, ma bene scienziato, domanda Dante poeta, come possa intrare in amore a una donna...

5.4.2 [Dir.] Fras. entrare in franchigia: entrare in un luogo inviolabile, acquisire l'immunità; diventare immune.

[1] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 30.3: di che egli, vedendo ciò, montato in ira, uccise il ragazzo gliel rimenò: di che gli convenne intrare in franchigia, e fu a grande pericolo della persona...

5.4.3 [Dir.] [Econ./comm. ] Fras. Entrare in possessione / in possessione e tenuta / alla, della, in tenuta / entrare la tenuta: diventare possessore.

[1] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 225.2: La qual cosa voi tenete (e) possidete a sso nome fin a ttantu ke la tenuta elli e(n)trarà corporalm(en)te...

[2] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 229.39: tene(re) (e) possidere e çò c'a llui e ale sue redi plaçerà da kie na(n)çi fare. La qual cosa tu tiani e possedi a sso nome fin a tantu k'elli entrarà dela tenuta (e) dopo.

[3] Doc. fior., 1281-97, pag. 521.13: Anche entroe in tenutta de la detta tera meser Techiaio, e fecene charta ser Datto da Charaia.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 74.65, pag. 314: La Bontate n' ha cordoglio de l' Affetto tribulato, / poneglie una nova mensa, ché ha tanto deiunato; / lo 'ntelletto è ammirato, l'Affetto entr'a la tenuta: / la lor lite sì è finuta per questo ponto passare.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 34, pag. 168.35: e quî eciande' ch'el fè a l'intraa de la terra de promission e quî ch'el fè dapo' anchor ch'i fon intrai in possesion de quella sancta terra...

[6] Lett. volt., 1348-53, pag. 188.26: iuridicamente fece sequestrare e intrò in possessione e tenuta di tucti beni de' predecti Fatio e Bartholomeo già due anni e più...

[7] Doc. moden., 1353, par. 52, pag. 204.1: avere tore retegire le sovrescripte chosse e ben gi qua' g' en pervenuto in parti e intrare in posesione di quilli e de la soa parte fare interamente ugni so volere.

[8] Doc. padov., c. 1375, pag. 44.17: e cossì el dito Zuane dà parola e licencia ala dita dona Ana de entrareen tegnua (e) corporale possession de tuti y so bem mobele p(re)xente e che de' avegnire.

- Entrare in possessore.

[9] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 87.16, pag. 347: O Amor contaminato, tutto pieno de furore, / d'onne tempo hai mormorato, è'ne entrato en possessore...

- Entrare a / e possedere.

[10] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Dt 10, vol. 2, pag. 254.11: va, e mettiti innanzi al popolo, acciò che entrie possedi la terra la quale io giurai e promisi di dare alli padri loro e quella mettere nelle loro mani.

[11] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), 1 Esd 9, vol. 4, pag. 361.15: la terra la quale voi entratea possedere, è terra immonda, secondo la immondizia de' popoli e di tutte le altre terre, delle abominazioni di coloro i quali la riempierono dalla bocca insino alla bocca nella sua coinquinazione.

5.4.4 [Descrivendo la condizione di subordinazione di un individuo rispetto ad un altro:] fras. Entrare in balìa, podestaria, potere, vassallaggio / sotto la guida di qno.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 949, pag. 272: Quam tost el fo intraoin soa poëstaria, / Comanda carr e homini e sfrodra a tuta via / E fa entro deserto molt grand albergaria...

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 19.64, pag. 73: ciascun d'altro s'amanti, / non entriin sua balia: / ch'amor ninferno [è] d'ogne pena forte / e dolor d'ogni morte...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 60.14, pag. 238: a quel c'ama s' è venduto; / s'egli pensa che n' ha avuto, han'avute rei derrate. / Troppo so de vil coraio ad entraren vassallaio, / simiglianza de Deo c'aio, deturparla en vanetate.

[4] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 57, pag. 214.24: e sono qui venuto al tuo soccorso, però che novello cavaliere se' entrato sotto la mia guida.

6 [Con soggetto rappresentato da una somma di denaro:] accumularsi come guadagno (in seguito ad una transazione economica); risultare come provento.

[1] Lett. sen., 1262, pag. 278.17: E) di ciò rasgionarò cho· Mino (e) (chon) Guido: (e) se vedremo che potiamo avere più sichuro tesoro, sì -l p(r)endaremo. Questo è q(ue)lo q(ue) m' è e(n)trato in q(ue)sta fiera di San Giovani...

[2] Libro Guelfo, 1276-79 (fior.), pag. 168.26: ke n'ebe lib. CCC setta(n)taquattro (e) s. diece di pi., che v'i[n]trarono dugiento quara(n)tatré fior. d'oro, i quali d. paghò a' pedoni d'A(m)pinana (e) di Ghattaia...

[3] Lett. lucch., 1298 (2), 8, pag. 82.28: ma noi volemo bene che ssia paghato (e) delli primi dr. c'interrano.

[4] a Doc. bologn., 1312-15, pag. 355.29: La soma del preconsolo ll. ij.Clviiij s. xij sì è a lui i(n)trà .

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [1342] son. 6.6, pag. 128: Ché tuctojorno pagammo pene et bannora; / Entrace plu denari che in placza britoli...

[6] Stat. venez., c. 1330, cap. 92, pag. 64.22: Conçosiacosaché ala fiada entre deneri en la Camarlengaria del Comu(n) o per oltra caxon, deli qual deneri el fi trovado dapoi e determenado ch'elli no debia de raxon fir pagadi...

- Fras. Entrare in borsa.

[7] Lett. lucch., 1303, 2, pag. 145.20: ma(n)date la letora i(n) Franca (e) ci fi ma(n)data. (E) noi volemo l'abia Gari ansi che lli fili d'Iachopo, possa a noi non e[n]tranoi(n) borsa.

7 [Descrivendo uno spazio geografico:] entrare da qsa (elemento di confine): estendersi a partire da.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 3, pag. 31.16: E questa r[e]gione infernale entra da questo fiume, e parte VIII gradi l'uno di sotto da l'altro, gradando per sito di suo giro...

8 Essere parte, ingrediente di un composto, di un insieme materiale o di una somma.

[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.189, pag. 898: Ancora vi sapria insegnare, / le provincie nominare / e l' acque ke intrano in lo mare, / perké le lingue in suo parlare / fonno divise...

[2] a Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.), 18, pag. 11.25: [I.] Diaprunis è detto dalle prune damascena che v'entrano.

[3] a Lucidario pis., XIII ex., pag. 80.24: Natura sì est una vertude che l Nostro Singnore ordinoe al cominciamento del mondo [[...]]. Et entra in de le cose come Dio vuole et fae nascere simile per simile...

[4] Doc. prat., 1296-1305, pag. 264.16: S(omma) l' e(n)trata del grano auto in questi se' mesi seçai, non e(n)tra(n)do quello che rimase a dare Ta(n)te mu(n)gnaio, lo quale è scritto di sopra, sì è XXXIIJ staia di grano (e) XL staia di biada.

[5] Stat. sang., 1334, 30, pag. 114.11: se alcuna filatrice rechasse meno lana che data le fusse, di ritenerle tanto del suo salaro quanto fusse meno la lana, e secondo che intrasse a ragione della valuta di quella cotale lana.

[6] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. [35.7], pag. 49.36: E quando el se fa empiastro cum questa rayse e cum el vino, mitiga le apostemacion de le unge e tira fura le osse. Questa rayxe entra in la composicion de li unguenti che rosega la carne.

[u.r. 26.03.2024; doc. parzialm. aggiorn.]