FIO (2) s.m.

0.1 fio, fyo.

0.2 DEI s.v. fio (2) (gr. fi).

0.3 Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374.

In testi sett.: Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.).

0.5 Locuz. e fras. dall'A insino al fio 1.2; non curare un fio 1.3; non sconoscere l'A dal fio 1.1; scorgere l'A dal fio 1.1; venire al fio 1.2.

0.7 1 Nome attribuito alla lettera "y", considerata l'ultima dell'alfabeto. 1.1 [In contesti fig. in cui si menzionano anche altre lettere alfabetiche, indicando cose distinte, ma simili, poste a confronto]. 1.2 Fras. Dall'A insino al fio: dal primo all'ultimo. 1.3 Fras. Non curare un fio: considerare di poco valore, trascurare.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 20.04.2011.

1 Nome attribuito alla lettera "y", considerata l'ultima dell'alfabeto.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 27, pag. 412.17: E dice «fio», perché «y» è l'ultima litera de l'alfabeto greco: cossì l'ultima opera de quisti se punisse qui.

[2] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 10, pag. 143.33: Nota che Pittagora agiunse a l'abicì il fio...

1.1 [In contesti fig. in cui si menzionano anche altre lettere alfabetiche, indicando cose distinte, ma simili, poste a confronto].

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 212.88, pag. 265: Tal crede dare un fio / Che riceve un icchisi.

- Fras. Non sconoscere, scorgere l'A dal fio: non distinguere due cose completamente diverse.

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 173.96, pag. 181: che non credea che altro già ma' fosse / che vedesse quant'io tardi o per tempo? / Or veggio ch'io non scorsi l'A dal fio.

[3] Comm. Favole Walterius, XIV ex. (ven.), 36.6, pag. 24: Se quando el fillo falli e cri berbize, / guarda che no sconosca l'a dal fyo, / come la grua ch'al volpino invio / qual ricevé, cotal schermo refize.

1.2 Fras. Dall'A insino al fio: dal primo all'ultimo.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 226.16, pag. 269: Tanto son fatti bui / i costumi da l'A insino al fio, / ch'io non so ch'io mi dica, Antonio mio.

- Fras. Venire al fio: prepararsi alla conclusione.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 21, terz. 101, vol. 1, pag. 246: / Ma perchè valicar non voglio il segno / di cento versi, ch' è l' ordine mio, / acciocchè tu non ne prendessi sdegno / dall' icchesi mi parto, e vengo al fio.

1.3 Fras. Non curare un fio: considerare di poco valore, trascurare.

[1] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 33.9, pag. 187: donna, l'ho fatto, e giuro per colui, / le cui saette non curate un fio, / ch'altri di voi, di me non può dir mio.