GARRIRE v.

0.1 garire, garisse, garito, garra, garre, garrendo, garrenti, garri, garria, garriano, garrìnne, garrino, garrir, garriranno, garrire, garrita, garrite, garriti, garrito, garro, garrono, ghàrrigli, gharrire.

0.2 DELI 2 s.v. garrire (lat. garrire).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. sen., 1305; Simintendi, a. 1333 (prat.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.:Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Parlare in modo eccessivo, importuno o a voce alta (anche sost.). 1.1 Pronunciare a gran voce aspre parole di disapprovazione; rimproverare duramente, sgridare (anche sost.). 1.2 Discutere a voce alta, litigare (anche sost.). 2 [Detto di uccelli:] emettere un verso stridulo.

0.8 Maria Fortunato 20.04.2011.

1 Parlare in modo eccessivo, importuno o a voce alta (anche sost.).

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 33.4: i folli arditi, che non aveano studiato in sapienzia ma pure in eloquenzia, gridavano e garriano a grandi boci e non si vergognavano di mentire e di dire torto palese... || «parlare con arroganza» (Maggini).

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 11: lo garrire dele femine solo quello che sa celare no(n) sa.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 15, pag. 150.4: La seconda loro malvagia maniera si è, ched elle sono tenzonatrici e garizzaie; e questo non è per altro, se non ch'elleno ànno difalta di senno e di ragione. E s'elli avviene, ched elle si sostengano di non garrire e di non tenzonare o agiocare, elle il fanno senza modo e senza ragione.

[4] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.96, pag. 87: Volea moglie bella, che fosse sana / e non fosse vana, per mio piacire; / con granne dota, gentile e piana, / de gente non strana, con lengua a garrire...

[5] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 5, vol. 2, pag. 15.14: E ora rimase in quelle uccelle l'abondanza del favellare di prima, e afiocato garrire, e grande studio di parlare.

[6] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 6.8, pag. 22: Le lor vivande son sì facti farri / per farli tristi et sì forte arrabiati, / che pegio non puoi fare agli adirati / che serrar lo' la gola che non garri.

1.1 Pronunciare a gran voce aspre parole di disapprovazione; rimproverare duramente, sgridare (anche sost.).

[1] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 151, pag. 870.12: Il poeta disse che non si conviene di partire col garrire, però che alcuna volta manca quello effetto che tu ne speravi del minacciare.

[2] ? Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 74.21: Poi che Giove vide costei lassa e sanza alcuna compagnia, disse: certo la moglie mia non saprà questo furto: e perch'ella lo sapesse, debbo io tanto temere lo suo garrire?

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 6, pag. 615.11: La donna, avendo cerco e trovato che quello che caduto era non era tal cosa, non si curò d'altramenti accender lume per vederlo, ma garrito alla gatta nella cameretta se ne tornò...

[4] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 294, pag. 168.3: Quando fai uno convito a donne o a uomini, fallo [sempre] con buono viso e allegramente; e ordina sempre le cose che vi bisognano al detto convito sì dinanzi, che tu l'abbi al bisogno del convito sanza garrire o fare romore co la famiglia tua di casa...

- Fig.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.92, vol. 1, pag. 253: Tanto vogl' io che vi sia manifesto, / pur che mia coscïenza non mi garra, / ch'a la Fortuna, come vuol, son presto.

[6] Gl Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 15, 79-96, pag. 411, col. 1.2: Tanto vogl'io. Qui intende D. demostrare ch'el pò essere con conscienzia, la qual garra, zoè: contrasta a voler recevere gl'effetti della Fortuna... || garra è inteso come terza sing. del pres. indic.; è cong. pres. in Inf. XV, 92.

1.2 Discutere a voce alta, litigare (anche sost.).

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 117.2: E avea due mogli in uno tempo, le quali contendevano e garriano molto spesso perché 'l marito mostrava amore oggi più all'una e domane più all'altra.

[2] Stat. sen., 1305, cap. 38 rubr., pag. 53.13: Che lo Rettore del Spedale preghi et amonisca li frati che non vivano insieme rampognosamente, nè con garrire insieme.

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 30, pag. 215.12: Socrate filosofo aveva a uno tempo due mogli, le quali erano grandi garritrici e ispesso s'acapigliavano insieme per lui, bench' egli fosse rustichissimo uomo; e considerando egli la sua rustichezza sofferiva molto da loro, e di loro dire e garrire si faceva beffe...

[4] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 46.55, pag. 873: Sempre di piú ragion vi stanno trecche: / diciam di quelle con parole brutte / che tutto il dí per due castagne secche / garrono insieme chiamandosi putte / e sempre son fornite di vantaggio, / secondo il tempo, lor panier di frutte.

2 [Detto di uccelli:] emettere un verso stridulo.

[1] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 10, cap. 2, vol. 3, pag. 212.18: Lo Sparviere è uccello assai conosciuto [[...]] Da tutti gli uccelli i quali perseguita, per istinto di natura è conosciuto: quando il veggono o sentono, garrono, fuggono, e quanto possono s'occultano.

- [Con rif. al mito di Progne].

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 310.3, pag. 384: Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena / e i fiori et l'erbe, sua dolce famiglia, / et garrir Progne et pianger Philomena, / et primavera candida et vermiglia.