GIULIVO agg.

0.1 ciliva, cilivo, çolia, çoliva, çolivo, giolìo, gioliva, giolivi, giolivio, giolivo, giulia, giuliva, giulive, giulivi, giulivo, ioilia, ioiliva, ioilivi, zolivo.

0.2 Fr. ant. jolif (DELI 2 s.v. giulivo).

0.3 Fiore, XIII u.q. (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiore, XIII u.q. (fior.); Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Ridolfo, Desì' ò, XIV m. (perug.).

0.7 1 Che è o appare lieto, gioioso, spensierato; che ispira o produce tali stati d'animo. 1.1 [In contesto relig.:] pieno di cristiana letizia ed esultanza. 1.2 Che gode di prosperità e buona fortuna. 2 Che prova o mostra una lieta baldanza o superbia. [Con connotazione neg.:] eccessivamente spensierato; gaudente. 4 Dotato di caratteristiche piacevoli quale grazia, delicatezza, eleganza, profumo. 4.1 Ameno, ridente (detto di un paesaggio); ospitale, accogliente (detto di una città, di un luogo). 4.2 [Di una pianta:] vigoroso, rigoglioso.

0.8 Selene Maria Vatteroni 20.04.2011.

1 Che è o appare lieto, gioioso, spensierato; che ispira o produce tali stati d'animo.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 124.6, pag. 250: «Sed i' truovo in cittade o in castello, / Colà ove paterin sia riparato, / Crede[n]te ched e' sia o consolato, / Od altr'uon, ma' ch'e' sia mio ribello, / O prete ched e' sia o chericello / Che tenga amica, o giolivo parlato, / E' convien che per me sia gastigato, / Ché ciaschedun mi dotta, sì son fello.

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 64, pag. 270.6: I cavalieri e ' donzelli, ch'erano giulivi e gai, sì faceano di belle canzoni e 'l suono e 'l motto...

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 5.18, pag. 18: Donque, non per me sol, m'a tua baldeçça, / dirrò del più çolivo e bel piacere / che mai mostrasse l'amorosa spera / in gentil donna fresch' et amorosa.

[4] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 27, pag. 102.21: Intendendo Tristano le parole dello re Languis, fue assai allegro e giulivo, e in fra sè diceva: - Ora m'èe venuta alle mani quella avventura che io voleva e che mi bisognava...

[5] Ridolfo, Desì' ò, XIV m. (perug.), 10, pag. 42: Desì' ò d' amor, del beato batismo, / star con Isac[che], Jacob et Aròn, / con gli angioli cantare «Eleisòn» [[...]] E anni vinte tornare en quil tempo, / et esser sano, giolivio e gaio, / e sempre maie aidare el qual men po'...

[6] Francesco di S. Peruzzi, a. 1365 (fior.), 66a.7, pag. 65: ed alor la tua donna ad un balcone, / donde il nome marin da lei dirive, / fosse, qual fu, in atti piú giulive, / saluto a te porgendo in suo sermone?

[7] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 26.61, pag. 279: Amor fa l'omo andar tutto giolivo; / usa con gente più de lui gentile, / fuge le cose vile, / e per lui se gradisce omne ben fare.

[8] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 8, pag. 149.4: A cui la donna disse: «E se voi non l'avete, noi ve ne vogliamo donare uno, di che voi tutta giuliva viverete e più della vostra biltà vi diletterete, per ciò che non è convenevole che così bella damigella, come voi siete, senza amante dimori.»

[9] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 2.204, pag. 15: et cossì penso scriva / Matheo altretante, a non far lungo tracto, / da poi Davìd domentre ch'el se ariva / a la tramsmigration che fue tamanta / de Babilona; fina a la gioliva / nativitate altre tante sì canta / le gran Scritture, prime, dico, et nove.

[10] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 134.14: Gli angioli tutti del concilio arcano / per pietà forsi che nel ciel portato / per lor fie 'l prego mio credo vorano, / sì che 'l vostro piacer e 'l vostro optato / verrà con gioglia, e d'alma e corpo sano, / gaio, zolivo e fresco ancor rinato, / sarete in breve: senza alcun ragiunto, / tornerà vivo el cuor vostro defunto.

- Simpatico. || (Contini).

[11] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 13.15, pag. 594: Morte, sempre dai miseri chiamata / e da' ricchi schifata come vile, / troppo se' 'n tua potenza segnorile: / non provedenza umìle, / quando ci tolli un om fresco e giulivo, / oi ultimo accidente destruttivo!

- [Di animali:] gioioso; disposto all'amore.

[12] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 7.3, pag. 330: E gli uccelletti ancora i loro amori / tututti avean cominciato a cantare, / giulivi e gai, nelle frondi e ne' fiori; / e gli anima' nol potevan celare, / anzi 'l mostravan con sembianti fori...

1.1 [In contesto relig.:] pieno di cristiana letizia ed esultanza.

[1] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 14, 32.4, pag. 184: San Giosafà allor giunse le mani / Dio ringraziando di cotale olivo, / e poi orò, non già con sermon vani, / in verso Dio col cuor tutto giulivo...

[2] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 24.8, pag. 411: All'aparir dell'äurora stella, / l'anima santa del Signor feconda / tornò al corpo glorïoso: quella / d'esso si vest' e d'esso si cerconda: / lingua mon potrie dir quant' era bella / l'anima santa e la carne gioconda! / Lucido più che 'l sol suresse vivo, / sopra ogni bel, grazïoso e giulivo.

1.2 Che gode di prosperità e buona fortuna.

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 435.5, pag. 261: Se l'omo in perpetuo stesse vivo, / d'onni prosperità pleno e iocondo, / certo lo nostro seria dolce mondo, / e nÿun lo devria tener a scivo. / Ma nuy vedemo qual è plu çoli[v]o, / cuy vengano tutti deletti a tondo, / che morte di botto lo mete a fondo, / di çascun bon terreno casso e privo.

[2] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 8, 13.8, pag. 101: Voi non m'amate, ben veggio, né mica, / e come fa 'l buon padre voi non fate, / che ama 'l suo figliuol di voglia amica / e veder vuollo di verno e di state / ne la novella età e nell'antica, / che savio sia e pien d'ogni bontate, / e sano e lieto e ricco sempre viva / con allegrezza e con vita giuliva...

[3] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 108, comp. 41.3, pag. 114: Viva l'excelsa Scala. / Viva la prole diva / dela Scala ioiliva / ch'a mal far non si cala. / Viva lo suo Mastino / che come uciel divino / la ricuopre con l'ala.

2 Che prova o mostra una lieta baldanza o superbia.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 22, terz. 27, vol. 1, pag. 250: Giunse a Messina dì sette di Luglio, / milledugento ottantadue, e quivi / con cinquemila Cavalier fu truglio, / e Pedon sanza numero giulivi.

[2] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), II, ott. 6.3, pag. 202: Dì venzei di Settembre coll' ulivo / vittoriose tornaron le 'nsegne, / e 'l Capitan da Camerin giulivo, / che l' avea fatte di vettoria degne; / e 'l Comun di Firenze, com' io scrivo, / gli fece onor, che mai non gli si spegne, / che moltissima gente per vaghezza / gli andaro incontro con molta allegrezza.

[3] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 9, 20.3, pag. 116: Ma Barlaàm già mai, morto né vivo, / non trovaron, né 'n grotta né 'n spelonca, / e un de' cavalier del re giulivo / andò per lo deserto in ogni conca, / e di trovarlo infin pur ne fu privo / e la speranza de' fiorin fu tronca...

3 [Con connotazione neg.:] eccessivamente spensierato; gaudente.

[1] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 24, par. 9, pag. 397.16: E altressì per consequente né quasi meno è a rriguardare della conpangnia de' cardinali, però che a ccostui sono elletti giulivi giovani e non savi né insengnati di lettere divine e come i più, come tuttavia costui vescovo o collegio di tutt'altri debba essere essenpro e fforma, e del consilglio di costui aiutato, non altrimenti, medesimamente nell'altre bisongnie, il vescovo di Roma abbia l'universale chiese governare.

[2] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 115, pag. 158.2: L'uomo dee temere l'uno e l'altro, cioè a intendere lo folle; che se lo giovane è folle e male insegnato, alcuna volta la calda natura, ch'è in lui, e gli omori lo rinfrabiscono e lo scaldano e lo fanno essere giolivo e oltragioso.

4 Dotato di caratteristiche piacevoli quale grazia, delicatezza, eleganza, profumo.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 1, cap. 6.5, pag. 31: E llodo che ssi sforzi e piaccia a llei / Lo bene andare aconcia. / E sse ghirlanda porta, / Lodo che ssia pure una / Gioliva e piccoletta; / Ché, como voi savete, / Grossa cosa è tenuta / Portar fastella in luogo di ghirlande.

[2] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 90.25, pag. 633: ma allor la donna mia / per mia salute ricorro a vedere, / la cui ombra giuliva fa sparere / ogni fantasma che addosso mi greva...

[3] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 141.4, pag. 256: E tu sola, fanciulla bionda e bella, / morbida, bianca, angelica e vezzosa, / con leggiadro atto e benigna favella, / fresca e giuliva piú che bianca rosa / e risplendente piú ch' ogni altra stella, / se', che mi piaci sopra ogni altra cosa, / e sola te con disidèro bramo, / e giorno e notte ed ognora ti chiamo.

[4] Bartolomeo di Capua, c. 1360 (napol.>sett.), 5.12, pag. 92: Et io: - Ben ch'i' ti vegio, / chi se' tu, alma beata? Or se' tu quella / che fe' già fonte far degli occhi miei? - / Tanto gioliva, amorosecta e bella / m'apparve nel venir, ch'io più non chegio, / né cercherò, n'al mondo altro vorrei.

[5] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 13, comp. 42.83, pag. 121: Correndo Thisbe, per caso adivenne / che 'l suo mantello cadde ne l'erbetta, / et ella per gran fretta / lasciò star lo mantello e fugì via. / Intanto al fonte la lionessa venne / e trovò il manto dela giovenetta / e con la bocha infetta / sanguinò tutta la vesta ioilia.

4.1 Ameno, ridente (detto di un paesaggio); ospitale, accogliente (detto di una città, di un luogo).

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 382.5, pag. 234: I umili Schiavi entronno en Lombardia / cum lunge barbe, Longobardi detti, / e per força fonno segnori eletti / di Venesia, provincia di Aquilia, / la qual se clama la marcha çolia / de Trevisi, plena di gran deletti; / Luguria e y milanesi son constretti, / e subiugata Emilia cum Papia.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 59, terz. 80, vol. 3, pag. 163: A Genova nel detto tempo arriva / il Re Ruberto, e di queto, e di piano / per sei anni ebbe la Città giuliva. / Poi se ne venne nel Porto Pisano, / e fece Cavaliere un Fiorentino, / ed a Napoli andonne allegro, e sano.

[3] Tristano Veneto, XIV, cap. 581, pag. 538.26: et in lo ladi de quelo alboro aveva drezado uno pavion, lo plui bello et lo plui cilivo che io avesi mai vezudo per gran tempo.

4.2 [Di una pianta:] vigoroso, rigoglioso.

[1] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 2.13, pag. 6: In quel mio bel giardin, nel qual solea / fiorir cresendo electe piante et io / prender ristoro, era posto a sedermi / a l'umbra d'un gran pin, quando parea / turbarsi l'airi e 'l cielo, e 'l pin giolìo / languir et l'altre piante, et io dolermi.

[2] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 63, comp. 11.13, pag. 79: Argo, che -l vide, a lui si fe' vicino, / dicendo: «Frate questa erba ioiliva / le capre molto ben pascie e recrea; sta' qui com quelle».

[u.r. 07.05.2012]