ÙNGARO agg./s.m.

0.1 homgaro, ongari, ongaro, onghari, ungar, ungara, ungare, ungari, ungaro, ungher, ùngher, unghera, ungheri, unghero, vungheri; a: ongera, ongere.

0.2 Lat. tardo hungarus (Frau, Hungarus).

0.3 Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc.: Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.); Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362; Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.).

In testi sett.: Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Doc. padov., 1379 (2); a Stat. bellun., 1386.

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.6 N Il termine può rendere o glossare altri etnici (unno, goto, longobardo). Non pare tuttavia corretto operare una suddivisione degli ess., in quanto - come mostrano chiaramente i testi - gli stessi autori / volgarizzatori non distinguevano chiaramente tra questi popoli, né tra popoli antichi e moderni.

0.7 1 Che proviene o ha le caratteristiche tipiche di ciò che proviene dalla regione centro-orientale dell'Europa (e specif. dalla regione danubiana). 2 Sost. Chi risiede nella regione centro-orientale dell'Europa (specif. la regione danubiana) o ne è originario. Plur. Popolazione stanziata nella regione danubiana. 2.1 Fig. Persona incivile, crudele, selvaggia; barbaro. 3 [Numism.] [Rif. a una moneta].

0.8 Elisa Guadagnini 20.04.2011.

1 Che proviene o ha le caratteristiche tipiche di ciò che proviene dalla regione centro-orientale dell'Europa (e specif. dalla regione danubiana).

[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 108.4, pag. 84: A fare una donna bella soprano, / sì la fornisi di queste arnese: / viso di Greçïa, ochio senese, / ungare cyie, capo marchesano...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 256.24: Atila, del quale qui, e nel precedente capitolo si fa menzione; e quanto tocca qui diremo. Elli fue Unghero, re de' Vandali, afflisse Italia, perchè intendeva al disfacimento dell'imperio di Roma...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 112, vol. 3, pag. 544.32: E cciò fatto, com'era ordinato, gli altri IIII nominati reali furono presi e messi in buona guardia di cavalieri ungari nel castello d'Aversa...

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 12, pag. 242.5: E primo dice de Atilla. Questo fu ongaro de la cità de Buda Vechia...

[5] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 10, pag. 566.17: santo Girolamo fu di Dalmacia quasi unghero...

[6] Doc. padov., 1379 (2), pag. 60.10: Vuy m'avý scrito parege letere chomo vuy avì prestà a mes(er) Zuane homgaro fior. C d'oro...

[7] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 825, pag. 350.2: Era ancora giunto a Bologna circa trecento lance e centocinquanta arcieri Ungari di messer Carlo...

[8] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 107.49, pag. 103: Lasciato hanno le gonne e tolta l'arte / de' farsettoni a l'unghera manera; / e stretti in tal matera / vanno nel corpo, sì che 'l ventre torna / nel grosso petto ove ciascun s'adorna.

2 Sost. Chi risiede nella regione centro-orientale dell'Europa (specif. la regione danubiana) o ne è originario. Plur. Popolazione stanziata nella regione danubiana.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 621, pag. 622: De tute parte le çente ge serà, / Ongari e Bolgari, Rossi, Blachi e Cuman, / Turchi et Armin, sarrasin e pagan.

[2] Gl St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 271.17: Et pannonios, li quali se dico ungari Iurgi, adionçeli a ssolli. || Cfr. lat.: «Pannonios qui Ungari sive Urgii Sabarii dicunt...».

[3] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 221.4: In questi dì la zente deli Ungari siando insidi de Assyria, venta da li Pincernati, in Panonia in prima venne, e siando descazadi de la li Avari, li infina anchoi romase.

[4] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 12, pag. 135.9: alcuno unghero, Atila nominato, [[...]] sanza alcun titolo di ragione ferocemente anticamente si mosse...

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 446.7: 142. E qui riprende la sozza e laida vita delli re d' Ungheria passati infino a Andrias; la cui vita imperò li Ungheri lodarono...

[6] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 74, pag. 21: Ungari, Franci e barbar' Allamani / no t'observava treugua ni fidanza, / ma l'un drè l'altro, de tri in tri anni, / venia sopra te a guisa d'oste / per rapir e forzare e far to' dampni.

[7] Gl Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 3, cap. 7, vol. 1, pag. 108.16: Narses [[...]] mandò in Pannonia per gli Longobardi, ciò sono Ungari, e col loro re chiamato Rotario fece lega...

[8] Gl Enrico Dandolo, Cron. Venexia, 1360-62 (venez.), pag. 263.18: questo fu nel tempo che Atila re di Goti, overo Ungari, vene cun grandisimo exercito in quela parte per distrur Cristentade.

[9] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 122.38: e' Veniziani e gli Ongari s'erano fatti inazi, ed avevano dato una grande rotta al Turcho...

[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 712, pag. 163: Nella placza d'Aquila foro alle fronderi, / Occisero uno delli Ongari delli boni delli osteri. / Lo conte de Ongarìa volea vennetta fare; / Lo duca et soy Todischi se corsero ad armare, / Pensò lo conte occidere et l'Ongari talliare, / Et poy correre l'Aquila et strugerela et desertare.

[11] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 153.2: Piero et Gherardo Ghanbachorta chon don Ghualterocto de' Lanfranchi et chon altri usciti e rubegli di Pisa dovevano chon più Ungheri et altri chavalieri et pedoni venire in sullo chontado di Pisa...

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 173.24: Dunque Attila re como sconfitto retornao in sio paiese e adunao grannissima iente de Ongari e de Daziani e tornava per entrare in Italia.

2.1 Fig. Persona incivile, crudele, selvaggia; barbaro.

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 7, pag. 32.33: vive crudelmente chomo Ongaro o Sarchomano... || Cfr. lat.: «saevit ut barbarus...».

3 [Numism.] [Rif. a una moneta].

[1] a Stat. bellun., 1386, pag. 52.21: Che nexun homo [[...]] no olse né presuma [[...]] de spender o de recever monede d'ariento alguna, [[...]] salvo che per algun foresterio [[...]] che duxese alguna moneda venetiana o ongera, per spender che quella, ii dicti foresteri possa spender e ii dicti destretualli da lor recever, e no da altri çoè el soldino veneçiano per denari X l'uno, e per quel ungaro per denari VIII l'uno e non per plui.

[2] a Stat. bellun., 1386, pag. 53.11: Che çascuno abia fato gambiare le suoi monede veneciane e ongere denari VIII a l'uni, piçoli X, sapiando che, paxando lo termene predito, no ie serano tolti el soldino venician per denari X l'uno e soldo ongaro per denari VIII l'uno, seando bona moneda.

[u.r. 28.07.2020]