DOGE s.m.

0.1 doge, dogi, dogia, dogie, dogio, dogo, doscio, dose, dosie, douxe, doxe, doxi, doxie, dugi, dugio, duxe, duxi.

0.2 Lat. dux, ducem (DELI 2 s.v. doge); cfr. anche Nocentini s.v. doge (venez. doze).

0.3 Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); IV Catilinaria volg., 1313 (fior.); Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV; Doc. lucch., 1346.

In testi sett.: Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.); Doc. venez., 1281/84; Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311.

In testi mediani e merid.: Doc. ancon., 1345.

0.5 Nota la forma metaplastica dogio e la forma dogia prob. rimodellata su duca.

0.6 N Si riuniscono sotto 1 anche forme ambigue comuni a duce, ma semanticamente equivalenti a doge.

0.7 1 Supremo magistrato della Repubblica di Venezia. 1.1 Supremo magistrato della Repubblica di Genova (a imitazione dell'istituzione veneziana). 2 Nobile insignito del potere di governare su un territorio e sui suoi abitanti, duca, signore. Estens. Sovrano di un popolo. 2.1 [Generic.:] persona di potere. 3 Capo militare. 3.1 Estens. Fig. Guida, maestro.

0.8 Paola Picecchi; Rossella Mosti 04.05.2011.

1 Supremo magistrato della Repubblica di Venezia.

[1] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 22.14: lo signor de li venedisi lo dose, lo honorado et lo vardado, lo nobilissimo, lo grande, lo aleto, lo sapientisimo et parisente P(ero) Çiani, filius Sebastiano Çiani...

[2] Doc. venez., 1281/84, pag. 54.4: Ancora, recevé letere da parte de mes(er) lo doxe ch'elo se vardasse de caìre a q(ue)sto ba(n)do, et i(m)p(er)çò no stete.

[3] Cronichetta lucchese (1164-1260), XIII/XIV, pag. 249.25: e fue preso lo filliuolo del dogio di Venetia ch' era potestade de Melano.

[4] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 8.202, pag. 735: Gran desenó fén a lo sposo / auto duxe de Venexia, / chi in mar i atri desprexia, / tocar logo sì ascoso.

[5] Doc. ancon., 1345, pag. 237.13: Et adverso lu predicto Raphayno sindico ac sindicario nome del prefato meser lu Doge ac del comune de Venegia per ogne modo la ragione ac forma ac cagione che meglio possecte promise per sollepne stipulatione a li predicti sindici de la ciptà d'Ancona...

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 90, vol. 3, pag. 189.16: e volendo il nostro Comune contare co· lloro e pagarli di ciò, che restassono ad avere, e però vi mandarono ambasciadori e ragionieri, mai non ne vollono mostrare ragione, né commetterla inn amici comuni fuori di Vinegia, se non «ego voleo, ego giubeo», cioè così vuole meser lo doge e il Comune di Vinegia.

1.1 Supremo magistrato della Repubblica di Genova (a imitazione dell'istituzione veneziana).

[1] Doc. gen., c. 1320, pag. 23.4: Per che lo duxe de Zenoa e lo so conseio ve manda a dir per mi, como ello intende de viver con bonna paxe e pacificamenti con tuti li principi de lo mondo...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 102, vol. 3, pag. 214.5: E poi tre dì apresso i cittadini di Genova si levaro a romore e dispuosono i capitani [[...]] e chiamarono dogio al modo di Viniziani uno Simone di Boccanegra de' mediani del popolo.

2 Nobile insignito del potere di governare su un territorio e sui suoi abitanti, duca, signore. Estens. Sovrano di un popolo.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 7, pag. 448.3: saputa la novella della morte di Nerone, per confortamento di molti re e dogi, e spezialemente della sentenzia di Joseffo doge de' Judei, il quale preso istando in pregione fermamente dicea, secondochè Svetonio disse, che tostamente da lui, essendo imperadore, sarebbe dalla pregione diliberato...

[2] IV Catilinaria volg., 1313 (fior.), pag. 56.16: Voi avete doge, il quale si ricorda di voi e disme[n]ticha sé, la quale faqultade no è - cioè no· lla avete tale - senp(r)e data...

[3] Doc. lucch., 1346, pag. 14.7: Le lettore che vo' mandiamo interchiuse sono da parte di Messer Joanni Baroncini nostro vicaro, et fue vicario di messer lo Dogio, et scrive sopra questa materia, sì che ne dimandate risposta...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 8, cap. 29, vol. 1, pag. 459.3: Curradino col dogio d'Ostaric e con più altri, i quali del campo erano fuggiti co· llui, sì arrivarono alla piaggia di Roma in su la marina a una terra ch'ha nome Asturi...

[5] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 160.5: Quivi fu facto ser Giovanni dell'Angnello e doge et singniore di Pisa et di Luccha a vita...

2.1 [Generic.:] persona di potere.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 6: Questi cutali dogi (et) potenti u elli costri(n)geno u elli pregano, ch(e) altrectanto vale...

3 Capo militare.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 1, pag. 130.6: Quelli di Persia Conone elessero doge della battaglia del mare...

[2] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 103.4: «Doscio bono è che non sa fatiga, ch'è caro a li cavalieri».

3.1 Estens. Fig. Guida, maestro.

[1] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 467.22: Ma se non se Appollo, dogia di questa opera, chi è quegli che inganni il poeta? Elli invidioso è grandissima cagione del nostro male. || Cfr. Ov. Rem., Am., 767: «Quod nisi dux operis vatem frustatur Apollo, / Aemulus est nostri maxima causa mali»

[u.r. 18.05.2023]