0.1 rapta, rapti, rapto, raptu, ratti, ratto, râtto.
0.2 Lat. raptus (DELI 2 s.v. ratto 2).
0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 2.1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.); Doc. amiat., 1367 (3).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Doc. amiat., 1367 (3); Destr. de Troya, XIV (napol.).
0.7 1 Atto di fare violenza a una donna, o di impossessarsene sottraendola ai genitori o al marito. 2 Atto di impossessarsi dell'altrui con la violenza. Fras. Vivere di ratto. 2.1 [Degli animali:] atto di procurarsi il cibo catturando e uccidendo altri animali. Vivere di ratto. 2.2 Agg. Incline al furto e alla rapina, avido di denaro (?). 3 Stato mistico in cui la coscienza è posseduta dal divino. 3.1 Agg. Che si trova in tale stato mistico.
0.8 Patrizia Waelti; Pietro G. Beltrami 03.06.2011.
1 Atto di fare violenza a una donna, o di impossessarsene sottraendola ai genitori o al marito.
[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 15, proemio, pag. 283.35: E puote l'uomo fare in lussuria in due principali modi [[...]]. Lo primo puote avere otto differenze: [[...]] la IIIJ e V è appellata rapto, e puote essere in due modi; l'uno di violare la femmina, ch'è in podestà del padre, siccome suo custode, e questa è la quarta, e quinta è volere la femmina ch'è in podestà del marito...
[2] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, pag. 157.11: dice della morte di Pallante, de l' edificazione e durazione d'Alba, dei tre Orazi che combattettono con tre Curazi e del ratto de le Sabine e della morte di Lucrezia...
[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8 rubr., pag. 107.13: Commo li Grieci, saputo lo rapto de Helena, fecero consiglyo contra li Troyani de lo modo che le deveano tenere aduosso.
2 Atto di impossessarsi dell'altrui con la violenza. Fras. Vivere di ratto.
[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 10.23: Vivesi di ratto: l'uno oste non è sicuro dall'altro; lo suocero non è sicuro dal genero...
[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 111, vol. 3, pag. 540.24: que' di Benevento per tema d'esere rubati, ch'assai danno avea sua gente di ratto fatto per cammino, e però serrarono le porte.
2.1 [Degli animali:] atto di procurarsi il cibo catturando e uccidendo altri animali. Vivere di ratto.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 1, cap. 1, pag. 143.4: sì che lo segno del leone, ch'è de le parti e de le membra nobilissime del cielo, facia el leone e·la terra e tutti li animali simili a sé, come el lupardo e la leonza e li animali audaci che vivono de ratto simili a sé.
[2] a Piero de' Crescenzi volg. (ed. Sorio), XIV (fior.), L. 10, cap. 8, vol. 3, pag. 218.2: Il Falcone è uccello conosciuto, e vive di ratto, e solo va alla preda, sì come ogni uccello rapace...
- Fig.
[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 415, pag. 340: Questa è Ypocresia pesscima, ke vive pur de raptu, / ke tal consiliu ày datu: / ad ço se so' adcordati / populu et ançïani...
- Locuz. agg. Di ratto: predatore. Bestia di ratto.
[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 315.9: dice, ch'avea due branche pilose infino l'ascelle, che sono membra di bestia di rapto, però che 'l serpente va con lo scoglio, avegna che si trovino alcuni serpenti...
2.1.1 [In particolare degli uccelli rapaci]. Vivere di ratto.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 8, pag. 15.11: potaremmo dire secondo rascione che vultur volans avesse a significare tutte le generazioni de li avoltoi de questo mondo, e specialmente l'ucelli c'hano l'onghie e lo becco retorto e vivono de ratto e hano altissimo volato.
[2] Cura uccelli di ratto, XIV in. (tosc.), pag. 24.15: Se alcuno de' detti uccelli, o qualunque altro che viva di ratto, gitterà il pasto, non pascerlo quel die, ma togli un poco d' acqua calda mescolata...
- Locuz. agg. Di ratto: da preda, rapace. Locuz. nom. Uccelli di ratto.
[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 67.25: Pezzi di carne altressì a modo di nuvoletti disfatti caddero in terra, de' quali la maggior parte uccelli di ratto se ne portarono; il rimanente per alquanti dì giacque in terra... || Cfr. Val. Max I, 1, 6: «quarum maiorem numerum praepetes diripuerunt aues».
2.2 Agg. Incline al furto e alla rapina, avido di denaro (?).
[1] Doc. amiat., 1367 (3), pag. 101.5: non(n) ci ma(n)date troppo spesso capitani simigli a Bartalo del maestro Maffuccio, p(er)ò che da lui non è rimasto che no(n)n- abbi guasto questa vostra t(er)ra et soglionci venire p(er) altri tenpi capitani benigni (et) no(n) ratti.
3 Stato mistico in cui la coscienza è posseduta dal divino.
[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 50.58, pag. 201: de far signi sì sonno desiusi, / far miraculi, rendar sanetate, / de ratti e profezie so golusi: / si alcun ne campa, sì pò Deo laudare.
[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 106.6, pag. 224: Ché quando l'uomo cominci' a cadere, / e' non ritorna in istato di ratto: / io che non seppi quella via tenere, / là dove non mi prude, sì mi gratto.
[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 28, 130-139, pag. 635, col. 2.9: e se tanto 'Dionexe' profferse delle situationi degli angeli 'se[creto] vero', çoè superabbondantemente, san Paolo che 'l vide nel so rapto, gliel insegnò cun altre cose delle secrete celestiai.
[4] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 2, pag. 3v.6: Onde spirito di prophetia, revelationi, visioni, rapti, iubili e estasi sono gratie: ma non sono virtù.
[5] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 2, pag. 4v.16: Dice la virtù della pietade: Io voglio andare visitando gl' infermi e servirgli. Dice la gratia del rapto: Io mi voglio apparecchiare al mio dilecto per solitaria conversatione.
[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 13, vol. 1, pag. 100.27: conciossiacosachè l' apostolo Paolo non ardisca di diffinire se il suo ratto al terzo cielo fu in corpo, o pur in spirito. Ecco Paolo dubita del rapimento...
3.1 Agg. Che si trova in tale stato mistico.
[1] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), canz. 1.61, pag. 6: En estasym on'altra vita oblia, / contempla rapto - e capto - la figura, / sença rancura - palpando amore.
[2] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 15, pag. 136.24: portaronne Antonio liberamente insino al cielo. E in questo, che era così ratto, ritornando in sé, dimenticandosi il mangiare, da quell'ora e per tutta la notte stette...
[3] Poes. an. tosc. or., XIV, [39].107, pag. 77: Iubilando diventa rapta / l'anima del corpo strapta / cosa non è con man facta...
[u.r. 21.11.2019]