GENTILESCO agg.

0.1 çentilesco, gentelesca, gentilesca, gentileschi, gentilesco, gentilischy, gentilisco, zentilesche.

0.2 Da gentile 1.

0.3 Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.); Boccaccio, Filocolo, 1336-38; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?).

In testi mediani e merid.: Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 Appartenente per nascita ad una famiglia di rango sociale elevato. Estens. [Con analogia tra il valore intrinseco di una persona e la sua estrazione sociale:] dotato di qualità fisiche, morali e comportamentali eccellenti. 1.1 Fornito di grazia ed eleganza nell'aspetto e nel portamento, che rivelano elevatezza morale e adesione ai valori della cortesia; distinto per virtù e valore. 1.2 [Con rif. all'aspetto di una persona:] bello, piacevole. 1.3 [Con rif. a un modo d'essere o a un comportamento:] che deriva dalla gentilezza della persona, dal suo valore intrinseco che si esprime in atti conformi alla cortesia. 1.4 Amore gentilesco: amore cortese. 1.5 Estens. Che si addice al pregio e all'onore di chi fruisce di un ambiente o di un suo arredo. 1.6 Estens. [Con rif. ad animale:] di qualità eccellente.

0.8 Diego Dotto 03.06.2011.

1 Appartenente per nascita ad una famiglia di rango sociale elevato. Estens. [Con analogia tra il valore intrinseco di una persona e la sua estrazione sociale:] dotato di qualità fisiche, morali e comportamentali eccellenti.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 67, terz. 83, vol. 3, pag. 251: tagliar la testa gli fece di fresco, / e poco si curò di sua grandizia; / che Cavalier fu molto gentilesco, / e nominato fu Messer Currado, / della sua gente valente Tedesco.

1.1 Fornito di grazia ed eleganza nell'aspetto e nel portamento, che rivelano elevatezza morale e adesione ai valori della cortesia; distinto per virtù e valore.

[1] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 534.7: Giansone fu el più bello di persona, el più largo e il più gentilesco che in quel tempo si trovasse...

[2] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 106.22: Poliniçe fo umele e pian, çentilesco e ben acostumado...

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 19, pag. 150.20: In te niuna virtù pate difetto, né belli costumi fecero mai più gentilesca creatura nell' aspetto, che i tuoi, sanza fallo buoni, fanno te.

[4] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), II, ott. 48.2, pag. 34: Filippa, saggia, gentilesca e bella, / al mondo non fu mai sí bella cosa / quanto costei...

[5] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 43, vol. 2, pag. 344.26: Messer Biordo delli Ubertini fu cavaliere gentilesco e di bella maniera, costumato e d'onesta vita, savio e pro' della persona, e ornato d'ogni virtù...

[6] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 45.7: Salvestro, figliuolo de' detti Matteo e monna Filippa, fu ed è grande della persona, gentilesco, fresco e di bella carnagione, dolce sangue addosso, è benigno e di bella maniera, savio e costumato, ingraziato, e sanza alcuno vizio o vero difetto...

[7] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 12, 1-15, pag. 324.21: e così fu osservato in Teseo, onde tutta la città ebbe compassione di lui: tanto era gentilesco et avvenente giovane...

1.1.1 [Con dissociazione tra nobili origini e qualità morali e spirituali della persona].

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 20, 43-60, pag. 401, col. 2.11: questo Ugo Çapetta fo figliolo d'un beccaro da Parisi, e foe gentilesca persona e savia...

1.1.2 [Con polarizzazione sull'eccellenza morale e spirituale].

[1] a Conte Naddo, XIV (tosc.), son. Va.5, pag. 55: Tu, gentilesco col grazioso efetto, / che ben discerni il giusto col maligno!

1.1.2.1 [In contesto fig.:] fornito di virtù morali.

[1] ? Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1388-89] 1.202: Apri la luce ancora e poni mente / al chiaro sol che non alberga in valle, / ma con soe dolce spalle / riposa e giace ne l'azurro cielo, / del cui color risorge a tutta gente / tre zentilesche e lizadrette palle, / che saglion come galle / remprendo il mondo d'amoroso gielo...

1.2 [Con rif. all'aspetto di una persona:] bello, piacevole.

[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 97, vol. 2, pag. 424.29: e di lei avea cinque figliuoli d'assai vezzoso e gentilesco aspetto, il maggiore d'età di XII anni.

1.3 [Con rif. a un modo d'essere o a un comportamento:] che deriva dalla gentilezza della persona, dal suo valore intrinseco che si esprime in atti conformi alla cortesia.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 40, pag. 142.19: onde, vedendo Isotta tanta bella e onesta e piacente, con quegli costumi gentileschi e avvenenti, fue allegro molto molto più ch'altro che viva.

[2] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.58, pag. 147: La lor virtú dispensa / ogni atto onesto e gentilesco affanno...

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 54, terz. 49, vol. 3, pag. 105: Ed acciocchè tra lor l' amor rinfreschi, / all' un figliuol del Conte diè per moglie / la figlia sua, con atti gentileschi.

1.4 Amore gentilesco: amore cortese.

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 106.6, pag. 179: Ohimè, ch'io credia ad amor gentilisco...

1.5 Estens. Che si addice al pregio e all'onore di chi fruisce di un ambiente o di un suo arredo.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 21, pag. 192.9: Hector infra lo spacio de quella tregua se fece medecare la soa feruta, e iaceva a lliecto 'ntando in quella soa bella e gentelesca camera de quillo magnifico palazo che se clamava Ylion. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 170: «in aula pulchritudinis nobilis».

1.5.1 Estens. Che si accorda con le esigenze personali; confortevole, comodo.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 81.4: e dall'una parte e dall'altra de quella mensa erano syegi assay gentilischy ove deveano sedere quilli chi nce deveano manyare. || Cfr. G. Colonne, Hist. dest. Tr., p. 50: «comodas dabat discumbentibus sessiones».

1.6 Estens. [Con rif. ad animale:] di qualità eccellente.

[1] A. Pucci, Rime (ed. Corsi), a. 1388 (fior.), 46.153, pag. 877: rinnuovansi e racconcian tutti i deschi, / veggionsi pien di cavretti e d'agnelli / e di castron nostrali e gentileschi...