PENETRARE v.

0.1 penetra, penètra, penetrando, penetrandole, penetrano, pènetrano, penetrante, penetranti, penetrare, penetrasse, penetrate, penetrato, penetre, penetri, penètri, penetro, penetrò, penetroe.

0.2 Lat. penetrare (DELI 2 s.v. penetrare).

0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 3.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Dante, Commedia, a. 1321; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>.

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Permeare e attraversare in profondità uno spessore materiale. [Rif. alla luce:] passare attraverso corpi non completamente opachi. 1.1 [Rif. all'intelletto o alle capacità sensoriali:] arrivare a comprendere una verità per via razionale o per intuizione estatica. 2 [Rif. al taglio provocato nel corpo da armi ed oggetti affilati:] trafiggere (anche fig.). 3 Addentrarsi in uno stretto passaggio. 3.1 [Seguito da complemento diretto e indiretto:] attraversare uno spazio e spingersi in profondità fino a confini remoti. 4 Lo stesso che infondere.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 23.06.2011.

1 Permeare e attraversare in profondità uno spessore materiale. [Rif. alla luce:] passare attraverso corpi non completamente opachi.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 61.62, pag. 248: ai santi stette en core, 'n Francesco for è escito / lo balsamo polito che 'l corpo ha penetrato.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 1.2, vol. 3, pag. 3: La gloria di colui che tutto move / per l'universo penetra, e risplende / in una parte più e meno altrove.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 28-39, pag. 598, col. 1.5: et exemplifica ch'era simele a 'quel colore' purpureo che in oriente o vero in occidente apare quando le nuvele èno tanto spesse che li radii solari non li possano penetrare.

[4] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 5, 2.5, pag. 183: Omero greco, poeta sovrano, / Col parlar dolce in un suo volume, / Discrive con istil soave e piano, / Che 'l sol risplende chiar di puro lume, / Nè perciò col suo raggio penetrare / Puote la terra, o 'l mare, o grosso fiume...

[5] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, proemio, pag. 239.30: «il Sole vivifica tutte le cose, e a tutte dàe bellezza e forma, però che per la sua suttilitade tutte le cose passa, e quelle che sono [dis]poste a ricevere, vivifica penetrandole».

[6] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 17, pag. 40.25: la quale [[fiamma]], ancora già sopra terra e nell'acque saputa da ciascuno, se ne venne penetrando la terra e infino al re dell'oscure paludi si fe' sentire.

[7] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 7, vol. 2, pag. 168.15: lu corpu di Cristu resurgi cum dote di subtilitati, kì illu esti sì subtili et sì penetrativu ki penetra et passa per omni meczu grossu.

[8] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 1, cap. 4, pag. 236.14: Elli è circundato dalle parti intrinseche in sì fatta maniera, che nulla luce vi può penetrare, o aere per lo quale essalare possa alcuno superfluo riscaldamento che in quello fosse...

[9] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 104, pag. 110.6: E çoa etiandio a la declinatiom de quelle. In questo ulio roxò è vertù che penetra over passa al profundo del corpo e humecta i corpi sichi.

- [Rif. alla dinamica della vista].

[10] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 222.14: fami pruova, che 'l mio pensiero è riflesso in te, sì come la imagine nostra si riflette quando perviene al piombo dello specchio, che non lascia più penetrare la veduta...

[11] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 1, ott. 26.5, pag. 32: per caso avvenne che in fra la gente / l'occhio suo vago giunse penetrando / colà dov'era Criseida piacente...

[12] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 3, 22-33, pag. 61.38: a similitudine del vetro ch'è penetrato dal nostro raggio visuale...

- [In contesto fig.].

[13] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 33, pag. 589.22: la divina Scrittura illumina e penetra l'intelletti atti e disposti a essa, non duri, non nubilosi, e foschi.

[14] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 55, pag. 130.16: Onde, finito Iob il suo dire, questi tre amici l'uno dopo l'altro con molte reprensioni l'esasperarono; ma questa esasperazione non li penetrò la mente.

[15] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), II, ott. 35.1, pag. 30: Mentre che, penetrato dal disio, / gli occhi posava donde gli ochi presi, / non viso uman, ma di celeste iddio, / mirando viddi allor, se ben compresi...

[16] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 110.5, pag. 432: Parola c' odan lor cuor non penètra / che la surressïon per lor si creda: / increduli eran fatti e ciechi e orbi...

1.1 [Rif. all'intelletto o alle capacità sensoriali:] arrivare a comprendere una verità per via razionale o per intuizione estatica.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 4.71, vol. 3, pag. 58: Ma perché puote vostro accorgimento / ben penetrare a questa veritate, / come disiri, ti farò contento.

[2] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 13, pag. 104.18: Anche tutti gli errori, che sono nella Chiesa di Dio, si sono levati, e procedono da superbia di voler sapere, e credere di potere penetrare, ed esporre le Scritture con ingegni umani

[3] Boccaccio, Rubriche, 1366/72 (?), pag. 271.8: Nel quale discrive l' autore l' orazione fatta da san Bernardo, e come con lo sguardo penetrasse alla divina essenzia; e fa fine.

2 [Rif. al taglio provocato nel corpo da armi ed oggetti affilati:] trafiggere (anche fig.).

[1] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 25, 1-15, pag. 515, col. 1.18: Il trafigie, çoè, lo penetri.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 338.26: inpertanto l'asta il passa per mezzo con grande percossa, e passa la lorica e penetra il petto.

[3] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 1, par. 6, pag. 23.26: percosse negli occhi miei, né in quelli contenta rimase, anzi, non so per quali occulte vie, subitamente al cuore penetrando ne gìo.

[4] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 33.42, pag. 297: Oh, Citerea, G[e]a e Tisbe eletta, / Fedra, Elena, Ipolita e Bellice, / qui penetrando sentîr tua saetta!

[5] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 31, 1-12, pag. 757.24: come lo colpo che si dà di punta co la spada più penetra et offende, che quel che si dà di tallio...

[6] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball.103.2, pag. 208: Per la mie dolze piaga, che per gli ochi / a lungo sono penetrò nel core, / legommi e prese e terrà sempre Amore.

[7] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 100.3: Qual'ira ecterna ti fece volare, / spiatata punta, al moscol de la cossa, / penetrando la carne, i nervi e l'ossa, / per qual credetti vita abbandonare?

3 Addentrarsi in uno stretto passaggio.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 113.9, pag. 195: Penetro - che modo - can aporto...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 20.24, vol. 3, pag. 329: E come suono al collo de la cetra / prende sua forma, e sì com' al pertugio / de la sampogna vento che penètra...

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 89.4, pag. 85: Tra l'un cespuglio e l'altro penetrando, / scorsi la donna alquanto fuor d'un ramo...

3.1 [Seguito da complemento diretto e indiretto:] attraversare uno spazio e spingersi in profondità fino a confini remoti.

[1] Poes. an. tosc. or., XIV, [65].76, pag. 64: «Si 'nbrocci 'l mi' paese / porra' su penetrare».

[2] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), cap. 23, pag. 70.14: La casa sua sono le vie dello inferno che penetrano le interiore della morte». Questa fa languide le forze, diminuisce e sentimenti, consuma e dispende le richezze.

[3] a Simone da Cascina, XIV ex. (pis.), L. 2, cap. 32, pag. 194.17: Li grandi arbori, l'aire colla sua sommità penetranti, sono le tre parte de la penetensia.

[4] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Prol. cap. 1, vol. 1, pag. 2.18: passoe il monte Caucaso; Albani, Sciti, Massageti penetroe, e grassissimi regni d' India...

[5] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 5, vol. 5, pag. 618.2: [5] Le operazioni sue [[scil. della meretrice]] tendono alla morte, e i suoi andamenti pènetrano fino allo inferno.

4 Lo stesso che infondere.

[1] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 113.4, pag. 109: Veggio, mirando lei, la vaga luce, / che penetra valor ne la mia mente / con quel disio, ch'a ben servir m'induce / d'una accesa vertù, tant'è possente!

[u.r. 28.05.2015]