PÈTERE v.

0.1 pecçente, peczendo, petanu, pete, petea, peteano, peten, petendo, petente,peteo, petera, peteray, petere, petero, petesse, peteva, petevamo, petevano, petuta, petuto,pezente, pezzente.

0.2 Lat. petere (DEI s.v. petere). || Le forme pezzendo e pezzente derivano da un ampliamento del tema in -j- (*petiendo e *petiente).

0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Stat. cass., XIV.

0.5 Si raccolgono nella voce le occ., prevalentemente mediane e alto-merid., riconducibili ad un paradigma di seconda coniugazione. Riportiamo tra queste le poche occ. tosc. pervenute, anche se di classificazione ambigua, e alcune delle forme att. nella Cronaca aquilana rimata di Buccio di Ranallo, affiancate, tuttavia, da forme foneticamente e morfologicamente riconducibili alla terza coniug. come tali considerate all'interno della voce petire. La variante in -zz-, specializzata semanticamente per 'mendicare' (v. 3), trova continuità nel napol. scritto e parlato soprattutto al gerundio: cfr. Formentin, De Rosa, p. 518 passim (andò pecczendo, ma anche allo pecczire), e GDLI s.v. pezzire; cfr. inoltre il tipo dialettale va pezzénno 'chiede l'elemosina' documentato per Ottaviano (Napoli) da AIS 735 cp.

Locuz. e fras. andare pezzendo 3; gire pezzendo 3; gire pezzente 3; petere i patti 1; petere la tregua 1.

0.7 1 Rendere manifesto il bisogno o il desiderio di qsa o di qno al fine di ottenere la soddisfazione della richiesta. 1.1 Porre domande. 2 Essere attirato da qsa e desiderarlo. 3 [Sempre associato ad un verbo reggente, in funzione predicativa:] praticare la questua, mendicare. Andare, gire pezzendo/pezzente (per, pro qsa).

0.8 Mariafrancesca Giuliani 23.06.2011.

1 Rendere manifesto il bisogno o il desiderio di qsa o di qno al fine di ottenere la soddisfazione della richiesta.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 32.46, pag. 85: misero, vile, codardo è tenuto; / per che d'offender lui vago è catuno, / e soi vicin tutti peten trebuto.

[2] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 2, pag. 563: Onne descreto artefece, quando vole operare, / ajuto deve petere da cui lo pote dare...

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 44.15, pag. 173: La quarta, che pete el pane, tre pan trovo addemannate: / lo primo è devozione, l'alme en Deo refocillate; / l'altro pan è el sacramento, ne l'altare consecrate...

[4] a Catenacci, Disticha Catonis, XIII/XIV (anagn.), IV, 13.5, pag. 394: Peti co(n)sillo, si bisonno t'ène, / ad homo saio chi te vole bene.

[5] Stat. cass., XIV, pag. 139.2: Semper che se scontanu li fr(atr)i, ly iuveni a li seniori petanu la b(e)n(e)diccione...

- Petere i patti, la tregua.

[6] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 683, pag. 156: Da vinti jorny in poy, illi se arrendevano. / Ser Lalle prese li patti che loro petevano.

[7] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 23, pag. 205.13: Venendo la matina dell'altro iuorno sequente li Troyani mandaro petendo a li Grieci la tregua per uno cierto tiempo...

- [Seguito da una dichiarativa].

[8] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 14.25, pag. 113: Peto che tua voce cani e sì me diche en voglia santa: / «Sia mondata la tua tanta enfermetate malsanile».

[9] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 79.35, pag. 327: Si creatura pete per lo mio amor avire, / vadane a la Bontate che l'ha a destribuire; / ch'eo non ci aio che fare: ella ha lo possedire, / pò far lo suo piacire, ché lo s' ha comparato.

[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 16, pag. 5: De fare una citade, così per nui se pete, / Che a lloro ne sia gloria, ad nui pace et quiete».

[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 29, pag. 245.37:. Tutte volte illo peteva per parte soa e de Enea suo compagnone essereno securo delle persune e dello avere loro e de tutti li parienti chi aveano.

[12] a Lett. ven./tosc., 1374, pag. 339.37: Stipoe de ducati d'auro LXX sì come nele dette ca(r)te chiarame(n)te si co(n)tene petendo (et) requirendo da noy che <deviamo citare> vi debiamo citare che debià venire a pagar loro e detti loro denari.

1.1 Porre domande.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 123.20: Quegli nominatissimo per la fama per le città di Grecia, dava ferme risposte al petente popolo. || Cfr. Ov., Met., 3,340: «inreprehensa dabat populo responsa petenti...».

2 Essere attirato da qsa e desiderarlo.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 3.179, pag. 136: L'estrema parte gira pur con ella, / Sì come i lievi corpi suso intendo. / Il centro pete del grave natura: / Però queste altre tegnon basso sito.

[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 742, pag. 169: Chi volea baronìe et chi contadi, / Chi petea castella et chi citadi...

3 [Sempre associato ad un verbo reggente, in funzione predicativa:] praticare la questua, mendicare. Andare, gire pezzendo/pezzente (per, pro qsa).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 62.44, pag. 254: «Metteromme a gir pezente per lo pane ad onne gente...

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 18.36, pag. 129: Policato me mustro a la gente, / per le case me metto pezzente, / ma molto me parto dolente...

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.249, pag. 501: Fillo, quign' omo pare! / Regina gir pecçente / pro lo pane a la gente!

[4] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [c. 1340] son. 3.8, pag. 117: Prima, non dea lo sou per cortesìa, / Ché non se lasse quesse ferramenta, / Non abannone sé per omne vivente, / Ca gire peczendo è vellanìa.

[5] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 34, pag. 300.27: Et perzò che eo perdivi nello dicto naufragio tutte le cose che eo avea con mico sono deventato povero e mendico, e vergognosamente vao peczendo da porta in porta fine che eo poza tornare a casa mia.

[u.r. 21.11.2019]