GELO (1) s.m.

0.1 çel, çelo, gel, geli, gello, gelo, gelu, giel, gieli, gielo, zel, zer.

0.2 Lat. gelu (DELI 2 s.v. gelo).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 1.

0.4 In testi tosc.: Poes. an. sang., 1270-71; Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); a Lucano volg., 1330/1340 (prat.); Metaura volg., XIV m. (fior.); x Mino Diet., Chiose, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Memoriali bologn., 1279-1300, (1292); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Locuz. e fras. gelo della morte 2; gelo mortale 2; mortal gelo 3.2.

0.7 1 Bassa temperatura atmosferica, che determina la solidificazione dell'acqua (con formazione di ghiaccio o brina); freddo intenso. 1.1 [Con rif. a una delle pene inflitte ai dannati nell'inferno]. 1.2 [Con rif. a un pianeta]. 1.3 [Con rif. al lago del Cocito, nell'Inferno dantesco:] ghiaccio. 1.4 Brina. 2 Forte abbassamento della temperatura corporea. 3 Fig. Sensazione di freddo provocata da una forte emozione; paura, sgomento. 3.1 Fig. [Con rif. alla condizione dell'amante]. 3.2 Fig. Freddezza, indifferenza (al bene, all'amore). 3.3 Fig. [Per indicare la paralisi, l'annullamento di un pensiero, un impulso]. 4 Signif. non accertato.

0.8 Maria Fortunato 11.07.2011.

1 Bassa temperatura atmosferica, che determina la solidificazione dell'acqua (con formazione di ghiaccio o brina); freddo intenso.

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 3.15, pag. 592: Ben me noia longo servidore / et om q'ogna causa narra [et erra]; / [e] vilan contrariar segnore; / om[o] qe per poco mal s'aterra; / e [tropo] temer çel e calore...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio mensium, 22, pag. 4: Grand brega e grand fadhiga Zené m'á sempre dao, / Lo zer k'el fa venir me strenze com un gato...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, prologo, pag. 193.16: merre'lo nella via tra le genti, e mosterre'gli in che forma in quello gelo sono i fanciulli, che giucando e rallegrando sudano...

[4] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 21.47, pag. 137: Gelo, granden, tempestate, / fulgur, troni, oscuritate, / e non sia nulla avversitate / che me non aia en sua bailia.

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 37.123, pag. 232: L'inverno vego li omi stremà, / e li arbori quasi secar. / Vento e zer e garaverna / chi tute cosse desquerna, / la grande arsura e li provim, / lo mar travajam e li camim.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 308.20: E i figliuoli nostri, tosto che sono nati, li portiamo ai fiumi, e duriamo in crudele gelo e in acque...

[7] a Lucano volg., 1330/1340 (prat.), L. IV [Phars., IV, 83-120], pag. 58.11: Già si disfecioro le nievi Pirenee, le quali lo sole mai non poteo fare distruggere, e ' sassi rotti per lo gielo si bagnâro.

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 33, pag. 163.9: O çel o fregio, benexî 'l Segnor, loê-lo e mostrê ch'el è alto sovre ogne cosa in secola.

[9] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 16, ch., pag. 256.25: E la state quando non è il freddo di fuori, anzi è il caldo di fuori il quale dovrebbe confortare il caldo dentro, l'acque de le fonti sono più fredde ne la loro uscita che non sono il verno; e il verno sono calde, e spetialmente quando è gran gielo.

[10] Niccolò de' Scacchi, p. 1369 (ver.), 112, pag. 574: Mylle e trecento cum sexanta nove / Anni currendo del carnato verbo / Tributo al mondo cum virgineo parto, / Del mese che più gielo in terra piove, / Marte sdegnato cum furor acerbo, / De quel un giorno duodecimo quarto, / Fu el nobel sangue sparto / Del prince degno ch' in cielo s' anida.

[11] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 7, par. 2, vol. 1, pag. 104.28: Item, cui sa li cosi naturali: comu in una nebula insembli esti acqua et focu, tronu et lampu, ploia et gelu, grandini et fulguru?

[12] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 5, 109-129, pag. 115.16: e il giel di sopra fece intento; cioè caccionne lo dimonio lo gielo che era sopra li vapori, a ciò che più fortemente ripellesse li vapori umidi e risolvesseli in acqua... || Commenta Purg. V,117 secondo la lez. di parte della tradizione: l'ed. inclusa nel corpus legge: «e 'l ciel di sopra fece intento»; Petrocchi annota: «La var. giel è causata da incomprensione di fece intento [...] e si è prodotta indipendentemente da un rapporto tradizionale».

- [In contesto fig.].

[13] Poes. an. sang., 1270-71, 6, pag. 69: Ardente foco al core s'è ap(re)so: / disaveduto mai nol vidi tale; / e tanto forte i(n) ello s'è acceso / che no(n) discende ma tuttora sale, / E no(n) allena poi che sia co(n)teso / p(er) aqua nè p(er) çelo, tanto cale.

[14] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 28, pag. 222.20: Così et lo cuore del beato Gregorio non fue come otre ritratto per freddo però che nulla tiene, sì come lo cuore dei peccatori però che la freddura, cioè li peccati loro, ànno facto del vaço loro come d'otre al freddo. Unde dice: «Ponam vas tuum ad pluviam», io porroe lo vasello tuo alla piova, cioè al gielo.

- Meton. Stagione invernale.

[15] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 21.116, vol. 3, pag. 353: Quivi / al servigio di Dio mi fe' sì fermo, / che pur con cibi di liquor d'ulivi / lievemente passava caldi e geli, / contento ne' pensier contemplativi.

[16] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 239.30, pag. 303: Nulla al mondo è che non possano i versi: / et li aspidi incantar sanno in lor note, / nonché 'l gielo adornar di novi fiori.

- [Con specif. rif. all'abbassamento della temperatura che si verifica nelle ore notturne].

[17] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 2.127, vol. 1, pag. 36: Quali fioretti dal notturno gelo / chinati e chiusi, poi che 'l sol li 'mbianca, / si drizzan tutti aperti in loro stelo...

[18] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [JacBol] madr. 2.6, pag. 30: Privato son di bene e di dolceza / ed è serrat'a mi la via d'amore, / come notturno zel riserra 'l fiore...

[19] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Bar 2, vol. 7, pag. 334.7: l' ossa delli re nostri e delli nostri padri [[...]] sono gittate allo caldo del sole e allo gelo della notte...

1.1 [Con rif. a una delle pene inflitte ai dannati nell'inferno].

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 374, pag. 113: Le doe pen v'ho za digio, or ve diró dra terza, / Zoè del zer fregissimo de quella terra inversa...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 3.87, vol. 1, pag. 49: Guai a voi, anime prave! / Non isperate mai veder lo cielo: / i' vegno per menarvi a l'altra riva / ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.

[3] x Mino Diet., Chiose, XIV m. (aret.), pag. 433: Un poco qui lector m'attendi ancora, / Io ti dirò, perché profondo gielo / Di sotto a tutti Belzebub acquora...

1.2 [Con rif. a un pianeta].

[1] Dante, Rime, a. 1321, 43.7, pag. 152: quel pianeta che conforta il gelo / si mostra tutto a noi per lo grand'arco / nel qual ciascun di sette fa poca ombra...

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 5, ott. 29.4, pag. 391: Cheto era il tempo, e la notte le stelle / tutte mostrava ancora per lo cielo, / e 'l gran Chiron Aschiro avea, con quelle / che vanno seco, il pianeto che 'l gielo / conforta...

1.3 [Con rif. al lago del Cocito, nell'Inferno dantesco:] ghiaccio.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.23, vol. 1, pag. 546: Per ch'io mi volsi, e vidimi davante / e sotto i piedi un lago che per gelo / avea di vetro e non d'acqua sembiante.

[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 32, pag. 465.19: Qui dice D. che vide un lago de gelo a modo de vetro...

1.3.1 [In comparazioni, rif. a una persona].

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 187.12, pag. 125: l'anema, che s'avede del furto / che fanno gl'ogli töy sot' al velo, / conosse ben che 'l viver me fie curto, / per ch'eo romagno glaçço come çelo, / for che quel spirito che spera paçe, / madonna, che serà quando ti plaçe.

1.4 Brina.

[1] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Gb 38, vol. 5, pag. 128.11: [29] Di quale ventre è venuto lo ghiaccio? e lo gelo del cielo, chi lo generoe?

2 Forte abbassamento della temperatura corporea.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 30, S. Giuliano, vol. 1, pag. 282.24: Ma non potendolo riscaldare e temendo che non venisse meno di gelo, sì ne lo portò al letto suo, e misselo entro, e sì lo coperse finemente e bene.

- Tremito che si manifesta in chi è in età avanzata.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 4.7, pag. 12: Tutta tremava e ne le labbra un gelo / mostrava tal, che non copriva i denti / ed era scapigliata e senza velo.

- [Per indicare la possibile causa di un decesso].

[3] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 31 parr. 8-17.18, pag. 128: Ita n' è Beatrice in l' alto cielo [[...]] no la ci tolse qualità di gelo / nè di calore, come l' altre face, / ma solo fue sua gran benignitate...

- Gelo della morte, mortale: assenza di calore naturale e rigidità provocate dalla morte. Meton. La morte.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 12.30, vol. 2, pag. 195: Vedëa Brïareo fitto dal telo / celestïal giacer, da l'altra parte, / grave a la terra per lo mortal gelo.

[5] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 6, ott. 27.4, pag. 426: Un cuoio d' un leon nemeo velluto / vi recò Cromis, tirinzio vestito / che già al padre era stato veduto, / da cui il gielmortale avea sentito...

[6] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 13, 1-21, pag. 389.28: Adriana, o vero Adragne, sentì, di morte il gielo; cioè che moritte: ne la morte si sente il gielo della morte...

[7] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 273.8, pag. 326: Ne' tener anni e 'n amoroso zelo / de' sponsali usi entrai ne le vicende, / e come visso son<o> così s'attende / viver per me insino al mortal gelo...

3 Fig. Sensazione di freddo provocata da una forte emozione; paura, sgomento.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 20.128, vol. 2, pag. 347: mi prese un gelo / qual prender suol colui ch'a morte vada.

3.1 Fig. [Con rif. alla condizione dell'amante].

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 52.8, pag. 71: Non al suo amante più Dïana piacque [[...]] ch'a me la pastorella alpestra et cruda / posta a bagnar un leggiadretto velo, / ch'a l'aura il vago et biondo capel chiuda, / tal che mi fece, or quand'egli arde 'l cielo, / tutto tremar d'un amoroso gielo.

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 99.6, pag. 118: Quivi sì vaga e lieta la vedea, / ch'arder mi parve di più caldo gelo / ch'io non solea...

3.2 Fig. Freddezza, indifferenza (al bene, all'amore).

[1] Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.), 22.17, pag. 685: Messer Gulin, tutte serian felice, / se quel verace Amor che regge 'l cielo, / non deveniss'en noi saturnio gelo.

- Mortal gelo: negligenza.

[2] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 116.12, pag. 137: Lieva dagli occhi mia l'oscuro velo / che veder non mi lascia lo mio errore, / e me sviluppa dal piacer fallace; / caccia dal petto mio il mortal gelo, / e quell' accendi sì del tuo valore, / che io di qui ne vegna alla tua pace.

- [Con rif. ai dannati nell'inferno:] mancanza di carità, di amore, durezza d'animo.

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 34, 37-54, pag. 855.8: per quelli tre venti s'aggelava lo fiume infernale che significa pianto, a significare che il pianto de' traditori non viene mai da ardore di carità; ma da gielo d'ingratitudine, crudeltà et odio...

3.2.1 [Con rif. alla donna amata].

[1] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Mortis a.136, pag. 306: Il tuo cor chiuso a tutto il mondo apristi. / Quinci il mio gelo, onde anchor ti distempre...

3.3 Fig. [Per indicare la paralisi, l'annullamento di un pensiero, un impulso].

[1] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 19 parr. 4-14.33, pag. 75: Dico, qual vuol gentil donna parere / vada con lei, che quando va per via, / gitta nei cor villani Amore un gelo, / per che onne lor pensero agghiaccia e pere; / e qual soffrisse di starla a vedere / diverria nobil cosa, o si morria.

[2] Memoriali bologn., 1279-1300, (1292) [Dante Alighieri] 40.33, pag. 77: Dico, qual vole gentil donna parere / vada cun lei; quando va per via, / getta nei cor' villani Amor un gelo, / per ch'onne lor vertú aghiaza e pere...

4 Signif. non accertato.

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 34.156, pag. 235: Et innel celo il segno serràe vixo / del Figliolo de l'uom con torvo gello.

[u.r. 07.05.2012]